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LUISA GONZALEZ PRESIDENTA!
Luisa González

Domenica 9 febbraio, gli ecuadoriani al voto!

LUISA GONZALEZ PRESIDENTA!

di Jorge Ceriani -

Il governo “libertario” del magnate Noboa, appoggiato dagli USA e da alcune bande criminali, porta avanti una campagna terrorista contro il popolo e il movimento della Revoluciòn Ciudadana. Malgrado ciò, Luisa Gonzalez, candidata presidente per RC è alla testa dei sondaggi più affidabili.  L’attacco al movimento di Rafael Correa continua invariato, malgrado siano passati ben otto anni dalla “decada ganada”, trascorsa tra gli anni 2007-2017. La “influenza psichica” (così è scritto nella sentenza che ha condannato Rafael Correa, leader di RC) mantiene il suo effetto, Luisa Gonzalez viene data al 30%. Questa tenuta la dice lunga sull’aspettativa di una parte importante dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani, dei contadini e dei popoli originari, di riprendere la strada che era segnata nella Costituzione del “Buen Vivir”.

Noboa si prepara a smantellare ciò che rimane del welfare e della Costituzione, ovvero l’architettura istituzionale della trasformazione avviata nel 2007. Le bande dei narcos si contendono il territorio, le carceri, le piste clandestine, seminando morte e terrore tra la popolazione, perseguitando attivisti sociali e politici, soprattutto della RC. Inoltre gli Stati Uniti aumentano la loro presenza e sotto la maschera della repressione del traffico di droga consolidano importanti basi militari, come quella nelle isole Galapagos, pensata anche in funzione della guerra contro la Cina.

LA TRASFORMAZIONE PORTATA AVANTI DEL CORREISMO

Sotto la guida di Rafael Correa, la Revoluciòn Ciudadana ha raccolto tutta la forza del gran movimento popolare che era dilagato in America Latina all’inizio del XXI secolo, un movimento amplio che si batteva contro l’Alca (Area di Libero Commercio delle Americhe) e la dittatura del debito: “la deuda no sepaga!” era il grido unanime. L’accordo di “libero commercio” era, in realtà,  lo sfruttamento delle risorse naturali che arricchiva l’occidente  che dopo chiedeva i soldi per pagare ciò che veniva importato. I popoli si ribellarono a questo schema perverso. Ecuador e Bolivia, quasi contemporaneamente, stabilirono dei principi attorno ai quali si sono riconosciuti in modo massiccio operai, minatori, contadini e popoli originari: il “BuenVivir”, che viene riconosciuto come pietra miliare delle relative Costituzioni. Dalla visione individualista di autoriproduzione del capitale a quella della riproduzione ampliata della vita, dei rapporti umani e con la madre terra.

Una trasformazione radicale della matrice produttiva. Da estrattori e venditori di risorse naturali, alla elaborarazione in proprio, avendo cura di territori e dei loro abitanti. Il vice-presidente Jorge Glas, oggi ancora in prigione e in condizioni disumane, paga l’essere stato uno dei costruttori del plan economico della RC. La generalizzazione rivoluzionaria che comprese allora anche Venezuela, Argentina, Brasile, Cuba, Honduras, El Salvador aveva consentito di volare alto e di prospettare una integrazione virtuosa della regione. Da lì provengono l’ALBA, l’Unasur, con alcune idee che non c’è stato il tempo di sviluppare, come la Banca del Sud, la moneta latinoamericana e del Caribe ed altre.

L'Ecuador e la Revoluciòn Ciudadana sono stati al centro di questa trasformazione che è durata dieci anni. Forse pochi, ma sufficienti a segnalare la strada di liberazione da intraprendere, cercando di imparare dagli errori fatti. Ciò ha significato delle rotture importanti con le grandi istituzioni finanziarie che controllano la regione, Fondo Monetario e Banca Mondiale che non potevano imporre più le loro politiche. Lo stesso con quelle militari e di intelligence dirette dagli USA, la CIA, la flotta USA dell’Atlantico e la scuola delle Americhe. Si era altresì smantellato e condannato un operativo gigantesco come il Plan Condor. Viene smantellata la base USA di Manta. “Solo a una condizione tollereremo una base militare statunitense, ovvero che loro ci permettano di averne una identica a Miami” disse Correa sfidando il gigante del Nord. Anche con le multinazionali era cambiato il rapporto, stabilendo uno scambio più giusto.

LAWFARE E DITTATURA STRISCIANTE

Gli USA non sono rimasti con le mani in mano ed è risaputo che “esportano la loro democrazia” fatta di pratiche e operazioni che con la democrazia non hanno niente a che vedere. L' Ecuador è stato scenario di una aggressiva destabilizzazione radicale del movimento rivoluzionario mediante l’infiltrazione della magistratura, una accurata campagna mediatica e l’inquinamento perfino dello strumento politico “Alianza Pais”, portandolo all’implosione interna, con il voltafaccia del presidente eletto Lenin Moreno ed il carcere per il suo vice-presidente, il compagno Jorge Glas. Lo schema è stato replicato in altri Paesi, con modalità leggermente diverse, sul movimento peronista e il MAS boliviano.

Con Lasso dopo e con Noboa adesso si è portato agli estremi la svolta autoritaria neoliberista, penalizzando lavoratori e popoli originari a favore di multinazionali e istituzioni finanziarie. Regna la criminalità, la corruzione, una guerra interna e una forte repressione del dissenso al governo dell’elite. Infatti, Noboa appartiene a una famiglia che si è arricchita esportando banane, ma che oggi si è alleata a corporazioni e banche. Gli USA pretendono di ripristinare rapporti coloniali di vecchio stampo con la legge del 2022 sulla “governance dell’….Ecuador!”. Una legge approvata dal senato USA e sponsorizzata dall' allora senatore Marco Rubio, oggi Segretario di Stato del governo Trump. Una legge che consente alla potenza del Nord di intervenire quando i loro interessi risultano danneggiati.  

LUISA GONZALEZ, “REVIVIR ECUADOR” 

Lo spirito della proposta elettorale è il rinascimento dell' Ecuador. Riprendersi dall’agonia a cui l’hanno portato i governi neoliberisti. L'Ecuador è oggi il paese più pericoloso dell’America Latina e ha superato perfino il Messico. Per questo “rinascere”, “tornare”…alla Costituzione, ai diritti delle donne, alla democrazia, alla sovranità, a una difesa ed a una sicurezza sovrana. L'Ecuador era il Paese più sicuro e il più pacifico senza militari, sia ecuadoregni, che quelli degli USA nelle strade di Quito e Guayaquil. La sicurezza garantita dallo Stato era quella derivata dall'avere un posto di lavoro con un salario degno, dalla scuola, l’università e la sanità, pubbliche e gratuite. E poi il “Vivir Bien”, la cura della madre terra e del pianeta, a cominciare dall’Amazzonia. 

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea storicamente ha condiviso agende di lotta e campagne con il Movimento della Revoluciòn Ciudadana. Anche questa volta lo stiamo facendo, all’interno della circoscrizione Europa-Asia-Oceania, mettendo a disposizione le nostre sedi e mezzi per la campagna elettorale in corso. E' la nostra “ingerenza rivoluzionaria”. Nel passato abbiamo anche partecipato alle delegazioni di osservatori recatesi in Ecuador per controllare il normale svolgimento del voto e ogni tentativo di rinviare l’appuntamento elettorale.

Con Luisa Gonzalez, la Revoluciòn Ciudadana può giocare una carta vincente. La breve storia di questo movimento è ricca grazie anche al protagonismo e alla partecipazione delle donne, che hanno saputo occupare sia le postazioni al vertice del movimento e delle istituzioni, che partecipando con numerosissime militanti nel Paese e tra i migranti, che hanno sfidato la persecuzione e l’esilio, la repressione e il carcere. Luisa ha fatto una campagna basata sulla mobilitazione popolare. Una vittoria il 9 febbraio rafforzerà la resistenza latinoamericana a Trump e alla sua intenzione di riattualizzare la dottrina Monroe