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A gonfie vele verso la guerra: risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull’attuazione della “politica di sicurezza e di difesa comune”

04/04/2025

A gonfie vele verso la guerra: risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull’attuazione della “politica di sicurezza e di difesa comune”

Parlamento europeo – 2024-2029
TESTI APPROVATI: P10_TA(2025)0058
Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024

Risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024 (2024/2082(INI))

Il Parlamento europeo,

– visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),
– visto il titolo V del trattato sull’Unione europea (TUE), in particolare il capo 2,
sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),
– vista la dichiarazione di Versailles adottata l’11 marzo 2022 in occasione della riunione
informale dei capi di Stato e di governo,
– vista la “Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un’Unione europea che
protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla
sicurezza internazionali”, approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio
europeo il 25 marzo 2022,
– viste le strategie di sicurezza nazionali degli Stati membri dell’UE,
– visto il “Patto sulla dimensione civile della PSDC – Verso missioni civili più efficaci”,
approvato dal Consiglio il 22 maggio 2023,
– vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell’11 dicembre 2017, che istituisce
la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l’elenco degli Stati membri
partecipanti 1 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/1968 del Consiglio del 17 ottobre 2022 relativa a una
missione di assistenza militare dell’Unione europea a sostegno dell’Ucraina (EUMAM
Ucraina) 2 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/1970 del Consiglio del 17 ottobre 2022 che modifica la
decisione 2010/452/PESC sulla missione di vigilanza dell’Unione europea in Georgia, EUMM Georgia 1 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/2507 del Consiglio del 19 dicembre 2022 che modifica
la decisione 2010/452/PESC, sulla missione di vigilanza dell’Unione europea in
Georgia, EUMM Georgia 2 ,
– vista la decisione (PESC) 2023/162 del Consiglio del 23 gennaio 2023 relativa a una
missione dell’Unione europea in Armenia (EUMA) 3 ,
– vista la decisione (PESC) 2024/890 del Consiglio, del 18 marzo 2024, che modifica la
decisione (PESC) 2021/509, che istituisce uno strumento europeo per la pace 4 ,
– visto il regolamento (UE) 2019/452 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2019, che istituisce un quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti
nell’Unione 5 ,
– visto il regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio del
29 aprile 2021 che istituisce il Fondo europeo per la difesa e abroga il regolamento (UE)
2018/1092 6 ,
– visto il regolamento (UE) 2023/1525 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20
luglio 2023 sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP) 7 ,
– visto il regolamento (UE) 2023/2418 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18
ottobre 2023, sull’istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell’industria
europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) 8 ,
– visto il regolamento (UE) 2024/1252 del Parlamento europeo e del Consiglio,
dell’11 aprile 2024, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento
sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i regolamenti (UE)
n. 168/2013, (UE) 2018/858, (UE) 2018/1724 e (UE) 2019/1020 9 ,
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce
misure intese a rafforzare la solidarietà e le capacità dell’Unione di rilevamento delle
minacce e degli incidenti di cibersicurezza, e di preparazione e risposta agli stessi
(COM(2023)0209), presentata dalla Commissione il 18 aprile 2023,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 marzo 2023, su una
strategia dell’Unione europea per la sicurezza e la difesa (JOIN(2023)0009),
– vista la raccomandazione (UE) 2023/2113 della Commissione , del 3 ottobre 2023,
relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell’UE ai fini di un’ulteriore valutazione dei rischi con gli Stati membri 1 ,
– vista la decisione di finanziamento annuale, che costituisce la prima parte del
programma di lavoro annuale per l’attuazione del Fondo europeo per la difesa per il
2024, adottata dalla Commissione il 21 giugno 2023 (C(2023)4252),
– viste le conclusioni del Consiglio del 22 gennaio 2018 sull’approccio integrato alle crisi
e ai conflitti esterni e quelle del 24 gennaio 2022 sulla situazione della sicurezza
europea,
– vista la dichiarazione di Granada adottata il 6 ottobre 2023 in occasione della riunione
informale dei capi di Stato e di governo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 21 febbraio 2022 che prorogano e rafforzano
l’attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024 riguardanti la
decisione di avviare negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina,
– viste le conclusioni del Consiglio del 27 maggio 2024 sulla sicurezza e la difesa
dell’UE,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2022, dal
titolo “Piano d’azione sulla mobilità militare 2.0” (JOIN(2022)0048),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 18 maggio 2022 sull’analisi
delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso
(JOIN(2022)0024),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 5 marzo 2024, dal titolo
“Una nuova strategia industriale europea per il settore della difesa: conseguire la
prontezza dell’UE attraverso un’industria europea della difesa reattiva e resiliente”
(JOIN(2024)0010),
– vista la relazione dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza, del 20 giugno 2024, dal titolo “Common Foreign and Security Policy Report
– Our priorities in 2024″ (Relazione sulla politica estera e di sicurezza comune – Le
nostre priorità per il 2024),
– visti gli orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2024-2029 della
candidata alla carica di presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,
del 18 luglio 2024, dal titolo “La scelta dell’Europa”,
– vista la relazione di Enrico Letta dal titolo “Much more than a Market” (Molto più di un
mercato), e in particolare la sezione “Promoting peace and enhancing security: towards
a Common Market for the defence industry”(Promuovere la pace e rafforzare la
sicurezza: verso un mercato comune per l’industria della difesa), pubblicata nell’aprile 2024,
– vista la relazione di Mario Draghi, del 9 settembre 2024, sul futuro della competitività
europea e il relativo capitolo 4 sull’aumento della sicurezza e la riduzione delle
dipendenze,
– vista la relazione di Sauli Niinistö del 30 ottobre 2024 dal titolo “Safer Together:
Strengthening Europe’s Civilian and Military Preparedness and Readiness” (Più sicuri
insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell’Europa nel settore civile e
militare),
– visti i partenariati in materia di sicurezza e difesa firmati rispettivamente il
21 maggio 2024 dall’UE e dalla Moldova, il 28 maggio 2024 dall’UE e dalla Norvegia,
il 1° novembre 2024 dall’UE e dal Giappone, il 4 novembre 2024 dall’UE e dalla Corea
del Sud, il 19 novembre 2024 dall’UE e dalla Macedonia del Nord e il 18 dicembre 2024
dall’UE e dall’Albania,
– vista la Carta delle Nazioni Unite, in particolare l’articolo 2, paragrafo 4, che vieta l’uso
della forza, e l’articolo 51 sul diritto naturale di autotutela individuale o collettiva,
– vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 (2000) del
31 ottobre 2000, 1889 (2009) del 5 ottobre 2009, 2122 (2013) del 18 ottobre 2013,
2242 (2015) del 13 ottobre 2015 e 2493 (2019) del 29 ottobre 2019 sulle donne, la pace
e la sicurezza, e le risoluzioni 2250 (2015) del 9 dicembre 2015, 2419 (2018) del
6 giugno 2018 e 2535 (2020) del 14 luglio 2020 sui giovani, la pace e la sicurezza,
– vista la risoluzione 70/1 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre
2015, dal titolo “Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable
Development” (Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile),
– visti il Patto per il futuro, adottato il 23 settembre 2024 dai capi di Stato e di governo
degli Stati membri delle Nazioni Unite, e il relativo capitolo 2 sulla pace e la sicurezza
internazionali,
– visto il trattato del Nord Atlantico,
– vista la dichiarazione del vertice di Madrid adottata dai capi di Stato e di governo della
NATO in occasione della riunione del Consiglio del Nord Atlantico tenutasi a Madrid il
29 giugno 2022,
– visti il concetto strategico 2022 della NATO e il comunicato del vertice NATO 2023 a
Vilnius,
– viste le tre dichiarazioni congiunte sulla cooperazione UE-NATO firmate l’8 luglio
2016, il 10 luglio 2018 e il 10 gennaio 2023,
– vista la nona relazione sullo stato dei lavori relativi all’attuazione dell’insieme comune
di proposte approvato dai Consigli dell’UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5
dicembre 2017, presentata congiuntamente dal vicepresidente della Commissione/alto
rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e dal Segretario generale della NATO ai Consigli dell’UE e della NATO il 13 giugno 2024,
– vista la dichiarazione del vertice di Washington rilasciata dai capi di Stato e di governo
della NATO che hanno partecipato alla riunione del Consiglio del Nord Atlantico
tenutasi a Washington il 10 luglio 2024,
– vista la sua raccomandazione dell’8 giugno 2022 sulla politica estera, di sicurezza e di
difesa dell’Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l’Ucraina da parte della
Russia 1 ,
– vista la sua raccomandazione del 23 novembre 2022 concernente la nuova strategia
dell’UE in materia di allargamento 2 ,
– vista la sua risoluzione del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione
russa come Stato sostenitore del terrorismo 3 ,
– vista la sua risoluzione del 1° giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi
democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione 4 ,
– vista la sua risoluzione del 28 febbraio 2024 sull’attuazione della politica di sicurezza e
di difesa comune – relazione annuale 2023 5 ,
– vista la sua risoluzione del 29 febbraio 2024 sulla necessità di un fermo sostegno
dell’UE all’Ucraina dopo due anni di guerra di aggressione della Russia contro il Paese 6 ,
– vista la sua risoluzione del 17 luglio 2024 sulla necessità di un sostegno continuo
dell’UE all’Ucraina 7 ,
– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2024 sul proseguimento del sostegno
finanziario e militare all’Ucraina da parte degli Stati membri dell’UE 8 ,
– vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulle implicazioni in materia di sicurezza e
di difesa dell’influenza della Cina sulle infrastrutture critiche nell’Unione europea 9 ,
– vista la sua posizione del 22 ottobre 2024 sulla proposta di regolamento del Parlamento
europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti
all’Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all’Ucraina 10 ,
– vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2024 sull’interpretazione errata della risoluzione
2758 delle Nazioni Unite da parte della Repubblica popolare cinese e le sue continue
provocazioni militari intorno a Taiwan 11 ,

– visto il piano per la vittoria dell’Ucraina presentato dal Presidente dell’Ucraina
Volodymyr Zelenskyj al Consiglio europeo il 17 ottobre 2024,
– vista la proposta “ReArm Europe” del 4 marzo 2025,
– visto il Libro bianco congiunto sulla prontezza europea alla difesa per il 2030,
presentato il 19 marzo 2025 (JOIN(2025)0120),
– vista la proposta di regolamento del Consiglio che istituisce l’azione di sicurezza per
l’Europa (SAFE) mediante il rafforzamento dello strumento per l’industria europea della
difesa (COM(2025)0122), presentata dalla Commissione il 19 marzo 2025,
– vista la comunicazione della Commissione del 19 marzo 2025, dal titolo
“Accommodating increased defence expenditure within the Stability and Growth Pact”
(Integrare un aumento della spesa per la difesa nel patto di stabilità e crescita)
(C(2025)2000),
– visti i discorsi e le dichiarazioni formulati in occasione della conferenza di Monaco
sulla sicurezza tenutasi dal 14 al 16 febbraio 2025,
– vista la riunione dei leader tenutasi a Londra il 2 marzo 2025,
– visti i piani della Commissione per un meccanismo europeo di vendite militari,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 marzo 2025,
– visto l’articolo 55 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A10-0011/2025),


A. considerando che, come confermato dalla valutazione dell’indice Normandia 2024 1 ,
questo ultimo anno è stato caratterizzato da un declino della pace e della sicurezza
globali dovuto, tra l’altro, a conflitti, rivalità geopolitiche, crescente militarizzazione,
terrorismo e minacce ibride;

B. considerando che la guerra di aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina, i
continui sforzi bellici e la cooperazione in materia di armamenti con altre potenze
autoritarie, che superano di gran lunga le scorte e le capacità produttive europee, e la
scelta del regime russo di minare l’ordine internazionale basato su regole e l’architettura
di sicurezza dell’Europa e di dichiarare guerra ai paesi europei o di cercare di
destabilizzarli al fine di realizzare la sua visione imperialista del mondo, rappresentano
la minaccia più grave e senza precedenti per la pace nel mondo, nonché per la sicurezza
e il territorio dell’UE e dei suoi Stati membri; che la Russia produce attualmente tre
milioni di granate di artiglieria all’anno, mentre l’ambizione dichiarata dall’UE
nell’ambito della sua prima strategia per l’industria europea della difesa (EDIS) mira a
una capacità di produzione di due milioni di granate all’anno entro la fine del 2025; che
il regime russo sta rafforzando i suoi legami con la leadership autocratica di Cina, Iran e Corea del Nord per conseguire i suoi obiettivi;


C. considerando che le recenti dichiarazioni di membri dell’amministrazione statunitense, a
cui si uniscono le forti pressioni esercitate sull’Ucraina dalla leadership statunitense,
riflettono un cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti, come dimostrato dalla
proposta dell’amministrazione Trump di normalizzare i legami con la Russia, e che
appare sempre più chiaro che l’Europa ha bisogno di rafforzare la propria sicurezza e la
propria difesa per poter aiutare l’Ucraina e per difendersi;

D. considerando che l’UE si trova altresì ad affrontare la gamma più diversificata e
complessa di minacce non militari dalla sua creazione, aggravate dalla guerra di
aggressione della Russia contro l’Ucraina, tra cui la manipolazione delle informazioni e
le ingerenze da parte di attori stranieri (foreign information manipulation and
interference – FIMI), gli attacchi informatici, la pressione economica, i ricatti alimentari
ed energetici, la strumentalizzazione della migrazione e le ingerenze politiche
sovversive;

E. considerando che la Russia ha invaso e annesso illegalmente la Crimea e le regioni
ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia; che l’Ucraina deve essere dotata
delle capacità militari necessarie per tutto il tempo che le servirà per riportare una
vittoria militare decisiva, porre fine alla guerra di aggressione illegale della Russia,
ripristinare la propria sovranità e integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a
livello internazionale e scoraggiare qualsiasi aggressione futura; che l’Ucraina, nel
difendere sé stessa, sta anche proteggendo i valori europei e gli interessi fondamentali
della sicurezza e combattendo per essi; che la Russia continua a occupare illegalmente
le regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud in Georgia e della regione della
Transnistria in Moldova;

F. considerando che la nuova amministrazione statunitense sta attivamente cercando di
convincere la Russia ad accettare un accordo di pace ma, malgrado le due telefonate tra
i presidenti Trump e Putin, il 12 febbraio e il 18 marzo 2025, nonché diversi cicli di
negoziati diretti tra gli Stati Uniti e la Russia in Arabia Saudita, la Russia ha finora
evitato di fornire una risposta chiara a qualsiasi proposta di cessate il fuoco e ha
costantemente stabilito condizioni per un cessate il fuoco; che, nonostante le sue
ripetute critiche, finora l’UE non è stata adeguatamente rappresentata nei negoziati per il
cessate il fuoco e la pace in Ucraina;

G. considerando che, spinta dall’ambizione di diventare una superpotenza globale, la Cina
sta erodendo l’ordine internazionale basato su regole, perseguendo politiche estere
sempre più assertive e ostili in ambito economico e competitivo ed esportando beni a
duplice uso utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia contro l’Ucraina, minacciando
in tal modo gli interessi europei; che la Cina si sta anche armando pesantemente sul
piano militare, sta sfruttando il suo potere economico per reprimere le critiche a livello
mondiale e sta cercando di affermarsi come potenza dominante nella regione indo-
pacifica; che la Cina, intensificando le sue azioni conflittuali, aggressive e intimidatorie
contro alcuni dei suoi vicini, in particolare nello stretto di Taiwan e nel Mar cinese
meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale;

H. considerando che la Cina ha promosso per molti anni una narrazione alternativa,
mettendo in discussione i diritti umani, i valori democratici e i mercati aperti nelle sedi
multilaterali e internazionali; che la crescente influenza della Cina nelle organizzazioni
internazionali ha impedito progressi positivi e ha escluso ulteriormente Taiwan da una partecipazione legittima e significativa a tali organizzazioni;

I. considerando che il contesto di sicurezza dell’UE si è deteriorato non solo nell’Europa
orientale, ma anche nel vicinato meridionale e oltre;

J. considerando che gli spregevoli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele,
la guerra in corso a Gaza e le operazioni militari contro Hezbollah in territorio libanese
hanno aumentato notevolmente il pericolo di uno scontro militare regionale in Medio
Oriente e che da decenni non si raggiungeva un rischio di escalation così elevato nella
regione; che gli attacchi attualmente lanciati nel Mar Rosso dalle zone dello Yemen
controllate dagli Houthi, con il sostegno dell’Iran, nonché i dirottamenti di navi
commerciali dal Mar Rosso all’Oceano Indiano nordoccidentale da parte di pirati
somali, rappresentano una grave minaccia per la libertà di navigazione, la sicurezza
marittima e il commercio internazionale; che altri attacchi lanciati in Iraq e in Siria da
varie milizie sostenute dall’Iran stanno aggravando il rischio di escalation nella regione;
che l’UE ha avviato la propria operazione militare EUNAVFOR ASPIDES per
migliorare la situazione della sicurezza nella regione;

K. considerando che i paesi del vicinato orientale e dei Balcani occidentali devono far
fronte a minacce sempre più diversificate alla loro sicurezza e risentono negativamente
della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, nonché dell’accresciuta
assertività degli attori regionali e globali come la Cina; che il Kosovo e il dialogo tra
Belgrado e Pristina, facilitato dall’UE, sono esposti in particolare a minacce di
destabilizzazione;

L. considerando che l’impatto disastroso delle guerre passate o in corso, l’instabilità,
l’insicurezza, la povertà e i cambiamenti climatici nella regione del Sahel, nell’Africa
nordorientale e in Libia pongono seri rischi per la sicurezza dell’UE e i suoi interessi
economici e commerciali; che l’instabilità e l’insicurezza nel vicinato meridionale e nella
regione del Sahel sono strettamente connesse alla gestione delle frontiere esterne
dell’UE e continuano a rappresentare una sfida per tale gestione; che la missione dell’UE
di assistenza alle frontiere in Libia e l’operazione EUNAVFOR MED IRINI
contribuiscono alla pace, alla sicurezza e alla stabilità sostenibili attraverso l’attuazione
dell’embargo sulle armi, la lotta alle armi illegali e alla tratta di esseri umani e la
formazione della guardia costiera libica;

M. considerando che una parte di Cipro, uno Stato membro dell’UE, continua a essere
occupata illegalmente dalla Turchia;

N. considerando che la regione artica sta diventando sempre più importante in termini
geopolitici, di sviluppo economico e di trasporti e, al contempo, sta affrontando le sfide
legate ai cambiamenti climatici, alla militarizzazione e alla migrazione;

O. considerando che gli insufficienti investimenti nella difesa da parte degli Stati membri
dell’UE in passato hanno comportato una carenza di investimenti; che gli Stati membri
hanno convenuto di aumentare le spese destinate a una difesa migliore e più intelligente;
che nel 2024 si prevedeva che 16 Stati membri dell’UE, che sono anche alleati della
NATO, rispetto ai 9 del 2023, avrebbero superato gli orientamenti della NATO e
avrebbero destinato almeno il 2 % del loro prodotto interno lordo (PIL) alla difesa; che
un numero crescente di esperti ritiene necessario fissare un obiettivo in materia di
investimenti nel settore della difesa pari al 3 % del PIL, alla luce della minaccia diretta
che la Russia rappresenta per l’UE e i suoi Stati membri;

P. considerando che nel 2023 il Parlamento e il Consiglio hanno concluso accordi sullo
strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti
comuni (EDIRPA) e sulla legge sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP), che,
quali misure di emergenza a breve termine, mirano a incoraggiare l’acquisto congiunto
di prodotti per la difesa, a potenziare la capacità produttiva dell’industria europea della
difesa, a ricostituire le scorte esaurite e a ridurre la frammentazione del settore degli
appalti pubblici in materia di difesa;

Q. considerando che nel 2024 la Commissione ha pubblicato le sue proposte per la
definizione di una strategia per l’industria europea della difesa (EDIS) e di un
programma per l’industria europea della difesa (EDIP), riguardanti in particolare il
potenziamento delle capacità di sicurezza e di difesa dell’UE;

R. considerando che la costruzione di capacità di difesa e il loro adattamento alle esigenze
militari richiedono una cultura strategica comune, una percezione della minaccia e
soluzioni da sviluppare e armonizzare in termini di dottrina e concetti;

S. considerando che l’eccezione al principio di finanziamento a carico del bilancio
dell’Unione di cui all’articolo 41, paragrafo 2, TUE si applica soltanto alle spese
derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa; che in
tutti gli altri casi il VP/AR, unitamente alla Commissione, ove necessario, dovrebbe
proporre che le spese connesse alla PESC o alla PSDC siano finanziate a carico del
bilancio dell’UE; che l’articolo 14, paragrafo 1, e l’articolo 16, paragrafo 1, TUE
stabiliscono un equilibrio tra il Parlamento e il Consiglio per quanto riguarda le loro
funzioni di bilancio; che la pratica attuale non riflette tale equilibrio;

T. considerando che la relazione Draghi evidenzia una combinazione di debolezze
strutturali che incidono sulla competitività della base industriale e tecnologica di difesa
dell’UE (DTIB) e individua una realtà frammentata, una spesa pubblica per la difesa
insufficiente e un accesso limitato ai finanziamenti; che la politica di prestito della
Banca europea per gli investimenti (BEI) esclude il finanziamento di munizioni e armi,
nonché di attrezzature o infrastrutture destinate esclusivamente a usi militari e di
polizia;

U. considerando che la relazione Niinistö sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri non
sono ancora del tutto preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali
più gravi, soprattutto in considerazione dell’ulteriore deterioramento del contesto
esterno; che secondo la relazione molte minacce sono già costantemente in atto; che la
relazione evidenzia le necessità di una preparazione adeguata per lanciare un segnale ai
potenziali avversari riguardo al fatto che non saranno in grado di resistere all’UE; che la
relazione deplora che l’Unione non disponga di un piano comune in caso di aggressione
armata ed evidenzia che l’UE deve riconsiderare il modo in cui definisce la propria
sicurezza; che la relazione sottolinea l’importanza che l’UE sia pronta ad agire a
sostegno di uno Stato membro in caso di aggressione armata esterna e di sbloccare
ulteriormente il potenziale dell’UE per una cooperazione civile-militare rafforzata e
infrastrutture e tecnologie a duplice uso, attraverso l’ottimizzazione dell’uso di risorse
scarse e il rafforzamento di meccanismi di coordinamento per le situazioni di crisi più
gravi;

V. considerando che l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore della sicurezza e
della difesa, comprese le tecnologie legate agli armamenti, incide sulle operazioni
militari consentendo ai sistemi autonomi, all’analisi predittiva e alle capacità decisionali migliorate di svolgere un ruolo significativo sui campi di battaglia; che questo sviluppo
presenta sia opportunità senza precedenti che rischi significativi;

W. considerando che attualmente sono in corso, nel quadro della PSDC, tredici missioni
civili, otto operazioni militari e una missione civile-militare, con il dispiego di circa
5 000 persone in tre continenti; che dalle analisi svolte dal Servizio europeo per l’azione
esterna risulta che tali missioni e operazioni continuano a risentire del mancato rispetto
degli impegni, assunti dagli Stati membri, relativi alla fornitura di personale militare o
civile in numero sufficiente; che tali missioni e operazioni risentono inoltre dell’assenza
di un processo decisionale rapido come pure della mancanza di flessibilità e
adattamento alle specifiche esigenze locali sul campo; che questi ostacoli limitano
l’efficacia complessiva delle missioni e delle operazioni PSDC; che uno degli obiettivi
della bussola strategica consiste nel rafforzare le missioni e le operazioni civili e militari
dell’UE in ambito PSDC, attribuendo loro mandati più solidi e adattabili, promuovendo
processi decisionali rapidi e più flessibili e garantendo una maggiore solidarietà
finanziaria; che le missioni e le operazioni dell’UE sono spesso oggetto di minacce
ibride, tra cui la disinformazione, che ne compromettono l’efficacia nella stabilizzazione
dei paesi in cui sono condotte e rafforzano invece l’instabilità preesistente, spesso
avvantaggiando attori non statali malevoli;

X. considerando che le missioni e le operazioni PSDC rafforzano notevolmente la
resilienza e la stabilità del vicinato europeo, anche nel Mediterraneo, nei Balcani
occidentali, nei paesi del partenariato orientale, nella regione del Sahel e nel Corno
d’Africa, offrendo servizi di formazione e sviluppo di capacità a livello di forze militari,
polizia, guardia costiera e gestione dei confini;

Y. considerando che l’UE fornisce assistenza alla guardia costiera libica attraverso la
missione dell’UE di assistenza alle frontiere in Libia (EUBAM Libia) e l’operazione
EUNAVFOR MED IRINI; che l’obiettivo principale di EUNAVFOR MED IRINI è
sostenere l’attuazione dell’embargo sulle armi imposto alla Libia dal Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite; che il Consiglio dell’UE ha prorogato il mandato
dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI fino al 31 marzo 2025 attribuendole il
compito di addestrare la guardia costiera e la marina libiche;

Z. considerando che l’operazione Althea dell’EUFOR definisce un percorso verso la pace,
la stabilizzazione e l’integrazione europea della Bosnia-Erzegovina e svolge tuttora un
ruolo centrale nel garantire la sicurezza e la stabilità del paese e della regione; che
all’inizio di marzo 2025 sono stati schierati 400 soldati supplementari per sostenere
l’operazione Althea dell’EUFOR in un contesto di maggiore incertezza nel paese a
seguito della sentenza del Tribunale della Bosnia-Erzegovina del 26 febbraio 2025 nel
caso relativo a Milorad Dodik;

AA. considerando che il 17 maggio 2024 l’UE ha concluso il mandato della missione di
formazione dell’UE in Mali (EUTM); che il 30 giugno 2024 ha concluso il mandato
della missione di partenariato militare dell’Unione europea in Niger (EUMPM) e il 30
settembre 2024 ha posto fine alla missione di terra del personale della missione
dell’Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger (EUCAP Sahel Niger);

AB. considerando che per il periodo 2021-2027 l’UE destinerà 1,5 miliardi di EUR al
sostegno delle iniziative per la prevenzione dei conflitti, la pace e la sicurezza a livello
nazionale e regionale nell’Africa subsahariana; che l’Africa riceve ulteriore sostegno
anche nel quadro dello strumento europeo per la pace (EPF), che consente all’UE difornire tutti i tipi di attrezzature e infrastrutture alle forze armate dei suoi partner;

AC. considerando che l’UE e i suoi Stati membri si trovano ad affrontare crescenti attacchi
ibridi sul loro territorio, tra cui infiltrazioni politiche e sabotaggi, volti a minare un sano
dibattito politico e la fiducia dei cittadini dell’UE nelle istituzioni democratiche e a
creare divisioni nelle società europee e tra le nazioni; che nei prossimi anni le minacce
ibride saranno caratterizzate da un maggiore ricorso alla combinazione sistematica di
guerra dell’informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e
tecnologie emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di
sistemi avanzati di attacco e sorveglianza basati sullo spazio, tutti abilitati con
intelligenza artificiale (IA) avanzata, calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni
sempre più intelligenti, capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici e
guerre biologiche e con nanotecnologie; che la Russia e la Cina hanno dimostrato di
ricorrere maggiormente a strumenti ibridi per minare la sicurezza e la stabilità dell’UE;

AD. considerando che la Federazione russa si avvale di società militari private, quali il
Corpo africano e il gruppo Wagner, come parte di uno strumentario di guerra ibrida che
le permetta di mantenere una plausibile negabilità mentre esercita influenza in varie
regioni e ottiene l’accesso a risorse naturali e infrastrutture critiche; che, secondo le
informazioni disponibili, il Corpo africano e il gruppo Wagner avrebbero commesso
atrocità in Ucraina, Mali, Libia, Siria e nella Repubblica centrafricana; che la
Federazione russa ha rafforzato i sentimenti antieuropeisti, soprattutto nei paesi con una
forte presenza europea o che ospitano missioni PSDC;

AE. considerando che il 7 marzo 2024 la Svezia ha aderito come nuovo membro alla NATO,
seguendo le orme della Finlandia, che ha aderito nel 2023; che la cooperazione in
materia di sicurezza e di difesa con partner e alleati è fondamentale per l’ambizione
dell’UE di diventare un garante della sicurezza internazionale e costituisce un pilastro
portante della PSDC; che la cooperazione con le Nazioni Unite, la NATO, l’Unione
africana, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l’Associazione
delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), nonché con numerosi alleati e partner che
condividono gli stessi valori quali, tra gli altri, Stati Uniti, Regno Unito, Canada,
Norvegia, Ucraina, Moldova, i paesi dei Balcani occidentali, Giappone, Corea del Sud,
Australia, Nuova Zelanda e alcuni paesi dell’America latina è fondamentale per il
successo dell’attuazione della PSDC;

Le conseguenze del cambiamento del paradigma geopolitico per la sicurezza europea

  1. sottolinea la gravità delle minacce alla sicurezza del continente europeo, che hanno
    raggiunto un livello senza precedenti dalla seconda guerra mondiale; esprime profonda
    preoccupazione per il moltiplicarsi di fratture geopolitiche, l’emergere o il riproporsi di
    ambizioni imperialiste di dominio da parte di potenze autoritarie, l’aumento di rivalità
    sistemiche tra grandi potenze e di unilateralismo nazionalista, la diffusione del
    terrorismo, compreso quello di matrice jihadista, lo sfollamento forzato di civili e gli
    attacchi deliberatamente mirati contro persone e infrastrutture civili e l’uso primario e
    crescente della forza e della violenza da parte di alcuni attori malevoli per promuovere i
    loro obiettivi e interessi politici ed economici o per risolvere controversie;
  2. esprime profonda preoccupazione, in tale contesto, per l’apparente cambio di posizione
    degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, inclusi il fatto di aver
    incolpato apertamente l’Ucraina della guerra in corso, la sospensione degli aiuti militari
    statunitensi, nonché il tentativo di costringere l’Ucraina a rinunciare al suo legittimodiritto all’autodifesa; deplora fermamente qualsiasi tentativo di ricattare la leadership
    ucraina affinché si arrenda all’aggressore russo al solo scopo di annunciare un “accordo
    di pace” e ritiene che l’attuale tentativo da parte dell’amministrazione statunitense di
    negoziare un accordo di cessate il fuoco e di pace senza coinvolgere l’UE, la quale
    dovrà in ultima analisi gestire la situazione che risulterà da tale accordo, sia
    controproducente, in quanto non fa che rafforzare la parte belligerante, dimostrando in
    tal modo che la politica aggressiva non viene punita, ma ricompensata; esprime cauto
    ottimismo in merito alla proposta di un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni; ricorda
    che il cessate il fuoco può essere uno strumento efficace per sospendere le ostilità solo
    se l’aggressore vi aderisce pienamente; si attende pertanto che la Russia lo accetti e lo
    rispetti, cessando tutti gli attacchi contro l’Ucraina, le sue postazioni militari, la sua
    popolazione civile, le sue infrastrutture e il suo territorio; conclude tuttavia che, in
    considerazione delle passate violazioni di accordi precedenti da parte della Russia, la
    pace può essere raggiunta solo fornendo all’Ucraina solide garanzie di sicurezza; ritiene,
    per contro, che qualsiasi soluzione che comprometta le legittime aspirazioni
    dell’Ucraina, come il suo diritto di scegliere i propri dispositivi di sicurezza, o che sia
    sprovvista di garanzie di sicurezza credibili rischierà di esporre l’Ucraina e altri paesi
    europei a nuovi attacchi russi; deplora, a tale proposito, i voti del governo statunitense,
    allineati con quelli espressi dal governo russo, in seno all’Assemblea generale delle
    Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al
    terzo anniversario della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina;
  3. ritiene che i teatri geopolitici in Ucraina, Medio Oriente, Mar cinese meridionale e
    regione indo-pacifica siano sempre più interconnessi, tenuto conto dell’intensificarsi dei
    legami tra la Russia e la Cina, in particolare, e ciò pone sfide significative alla pace e
    alla sicurezza globali e all’ordine internazionale basato su regole che devono essere
    affrontate dalla comunità internazionale; pone in risalto l’incremento degli attacchi e
    delle minacce ibride che mirano a indebolire i valori e le strutture democratiche, ad
    esempio durante le elezioni, come pure la coesione e l’adesione dei cittadini alle società
    europee basate sui valori e allo Stato di diritto; ritiene che tale tendenza equivalga a un
    cambiamento di paradigma, in quanto inverte la logica della costruzione di una
    sicurezza internazionale basata sul rispetto del diritto internazionale, di un ordine
    internazionale fondato su regole e del multilateralismo;
  4. riconosce la natura in evoluzione delle minacce alla sicurezza globale e sottolinea il
    ruolo cruciale che la diplomazia, la cooperazione allo sviluppo come pure il controllo
    degli armamenti e il disarmo svolgono unitamente agli sforzi militari nel garantire la
    sicurezza e la pace durature a livello internazionale; rileva, tuttavia, l’impatto limitato
    degli sforzi diplomatici volti a costruire la pace e la sicurezza negli ultimi tempi;
    evidenzia che la pace e la stabilità globali sostenibili non possono essere raggiunte solo
    attraverso misure militari, ma richiedono strategie globali che affrontino i principali
    fattori all’origine dell’instabilità, come la povertà, la disuguaglianza, i fallimenti della
    governance e i cambiamenti climatici; sottolinea che l’iniziativa Global Gateway
    dell’UE e altri programmi di sviluppo dovrebbero essere allineati con gli obiettivi di
    sicurezza, favorendo società resilienti attraverso la promozione della crescita economica
    inclusiva, della buona governance e dei diritti umani;

La risposta dell’UE: una nuova era per la sicurezza e la difesa europee

5. accoglie con grande favore il Libro bianco congiunto sulla prontezza europea alla difesaper il 2030 1 , che propone una tabella di marcia solida e ambiziosa per rafforzare la
sicurezza dell’Europa; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare rapidamente i
diversi elementi ambiziosi della proposta senza indugio, in quanto l’Europa deve essere
in grado di dissuadere gli aggressori e difendersi su tutti i fronti, di assumere la
leadership e agire rapidamente sulle questioni di sicurezza, nonché di produrre materiali
di difesa per rispondere alle proprie esigenze;

  1. sottolinea che è assolutamente necessario per l’UE riconoscere e affrontare le sfide poste
    dalle molteplici minacce in continua evoluzione alla sua sicurezza nonché impegnarsi, a
    tale scopo, in nuove e migliorate politiche e azioni che le consentano, insieme ai suoi
    Stati membri, di rafforzare collettivamente e coerentemente la difesa europea, al fine di
    garantire la sicurezza di tutti gli Stati membri dell’UE e dei loro cittadini e migliorare la
    loro capacità di agire a livello globale;
  2. ritiene che la diplomazia debba rimanere una pietra angolare della politica estera
    dell’UE;
  3. ricorda l’importanza per l’UE di migliorare l’autonomia strategica e la prontezza alla
    difesa, come indicato nella Bussola strategica, per garantire che i suoi obiettivi siano
    allineati con gli interessi collettivi e sovrani degli Stati membri e con la visione più
    ampia della sicurezza e della difesa europee; riconosce, a tale proposito, che alcuni Stati
    membri hanno politiche di neutralità militare consolidate e rispetta il diritto di ciascuno
    Stato membro di definire la propria politica di sicurezza;
  4. sottolinea l’importanza di continuare a rendere operativo l’articolo 42, paragrafo 7, TUE
    sull’assistenza reciproca, garantendo la solidarietà tra gli Stati membri, in particolare
    quelli direttamente esposti a minacce e sfide imminenti in ragione della loro posizione
    geografica, indipendentemente dal fatto che siano o meno membri della NATO; chiede
    misure concrete per sviluppare un’autentica politica di solidarietà dell’UE, anche
    chiarendo le modalità pratiche nel caso in cui uno Stato membro attivi l’articolo 42,
    paragrafo 7, TUE e garantendo la coerenza tra l’articolo 42, paragrafo 7, TUE e
    l’articolo 5 del trattato del Nord Atlantico;
  5. prende atto dei progressi complessivamente limitati e della carenza di investimenti nello
    sviluppo di una capacità di difesa, di una capacità industriale e di una prontezza alla
    difesa comuni a livello europeo dall’istituzione della PSDC 25 anni fa; osserva con
    rammarico che, nonostante l’ambizione di definire una politica di difesa comune
    dell’Unione, come previsto all’articolo 42, paragrafo 2, TUE, mancano ancora iniziative
    concrete in tal senso;
  6. sottolinea che, se da un lato stiamo rafforzando la nostra difesa, dall’altro la nostra
    alleanza e la nostra cooperazione con gli Stati Uniti rimangono estremamente
    importanti, così come il coordinamento con la NATO, sia nello sviluppo delle capacità
    che nello scambio di informazioni classificate; riconosce che le priorità degli Stati Uniti
    in materia di sicurezza sono cambiate a causa di sfide in altre regioni, il che impone
    all’Europa di assumersi la piena responsabilità della propria difesa;
  7. insiste sulla necessità di un approccio, di politiche e di sforzi congiunti realmente
    comuni nel settore della difesa, nonché di un cambiamento di paradigma nella PSDC
    dell’UE che consenta all’UE di agire con decisione ed efficacia nel suo vicinato e sulla
    scena mondiale, salvaguardare i suoi valori, i suoi interessi e i suoi cittadini e
    promuovere i suoi obiettivi strategici; sottolinea l’importanza di presentare l’UE come
    un attore internazionale forte e unito, in grado di agire in modo più strategico e
    autonomo, difendersi da potenziali attacchi nemici e sostenere i suoi partner, nonché di
    garantire la pace, lo sviluppo sostenibile e la democrazia; pone in risalto l’estrema
    importanza che l’UE e i suoi Stati membri continuino a lavorare per creare una cultura
    strategica comune nel settore della sicurezza e della difesa; pone l’accento sulla
    necessità che gli Stati membri riflettano collettivamente sul futuro delle loro politiche e
    dottrine in materia di deterrenza come pure sul loro adattamento al mutevole contesto di
    sicurezza in Europa; sottolinea inoltre che, al fine di sviluppare politiche estere e di
    difesa coerenti, l’UE deve rafforzare le sue strutture democratiche e indipendenti, i suoi
    processi decisionali e la sua autonomia operativa;
  8. accoglie con favore l’obiettivo della presidente della Commissione di avviare una nuova
    era della difesa e della sicurezza europee mediante la costruzione di una vera Unione
    europea della difesa; valuta positivamente la nomina di Andrius Kubilius, il primo
    commissario per la difesa e lo spazio, incaricato di collaborare con la VP/AR; accoglie
    con favore la pubblicazione del libro bianco sul futuro della difesa europea; sottolinea la
    necessità che l’UE e i suoi Stati membri, agendo per definire l’Unione europea della
    difesa, adottino misure prioritarie e preparino azioni future al fine di garantire la
    prontezza alla difesa dell’UE, in particolare per quanto riguarda la minaccia
    rappresentata dalla Russia, e rafforzino la deterrenza e potenzino le capacità operative
    quale strumento di difesa nei periodi di guerra, rispondendo nel contempo alle esigenze
    civili e umanitarie, sfruttando in tal modo il concetto di “duplice uso”;
  9. accoglie con favore il piano “ReArm Europe” in cinque punti proposto il 4 marzo 2025
    dalla presidente della Commissione;
  10. accoglie con favore i risultati della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 6
    marzo 2025 e le conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 20 marzo 2025;
  11. accoglie con favore il fatto che il Libro bianco abbia tenuto conto delle richieste del
    Parlamento in merito alla necessità di garantire la protezione delle frontiere terrestri,
    aeree e marittime dell’UE dalle minacce militari e ibride; plaude all’approvazione di uno
    scudo per la frontiera orientale e ribadisce il suo sostegno alla linea di difesa del
    Baltico;
  12. accoglie con favore la pubblicazione della strategia dell’Unione in materia di
    preparazione e sottolinea che le azioni dell’UE devono essere olistiche e affrontare tutte
    le dimensioni della sicurezza: esterna, interna, sociale ed economica; è fermamente
    convinto che solo un tale approccio globale garantirà un sostegno pubblico costante a
    lungo termine; sottolinea che le misure delineate nel Libro bianco e la strategia
    dell’Unione in materia di preparazione devono essere complementari e rafforzarsi a
    vicenda;
  13. invita l’UE e i suoi Stati membri ad accelerare l’impegno previsto dalla dichiarazione di
    Versailles e ad assumere maggiori responsabilità nell’ambito della difesa e della
    sicurezza, anche migliorando l’autonomia strategica e rafforzando le capacità di difesa e
    deterrenza, specie lungo i confini orientali; sottolinea che la NATO e il partenariato
    transatlantico con gli Stati Uniti rimangono le pietre angolari della difesa collettiva
    europea e che l’UE e la NATO svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel
    sostenere la pace e la sicurezza internazionali; ricorda che un’UE più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale
    e transatlantica ed è complementare alla NATO; evidenzia la necessità che gli Stati
    membri e l’UE nel complesso intensifichino gli sforzi mediante investimenti congiunti
    più consistenti e mirati, appalti congiunti di prodotti per la difesa che siano in gran parte
    progettati e prodotti nell’UE e lo sviluppo di maggiori capacità congiunte, anche
    attraverso la messa in comune e la condivisione, rafforzando in tal modo le loro forze
    armate per scopi operativi nazionali, della NATO e dell’UE; sottolinea che l’UE e i suoi
    Stati membri devono garantire che una parte sostanziale e crescente delle loro
    attrezzature militari non sia soggetta a normative restrittive di paesi terzi;
  14. sostiene l’ambizione di consolidare il pilastro europeo all’interno della NATO e
    sottolinea che lo sviluppo di un’Unione europea della difesa dovrebbe andare di pari
    passo con l’approfondimento della cooperazione UE-NATO, sfruttando appieno le
    capacità uniche di ciascuna organizzazione;
  15. pone in risalto la necessità di uno stretto coordinamento in materia di deterrenza e
    collaborazione tra l’UE e la NATO per quanto riguarda lo sviluppo di capacità di difesa
    coerenti, complementari e interoperabili e il rafforzamento delle capacità di produzione
    industriale; sottolinea che un pilastro europeo all’interno della NATO consiste in
    particolare nell’acquisizione congiunta di facilitatori strategici o di sistemi di armamenti
    strategici che sono spesso troppo costosi per un singolo Stato membro, come la capacità
    di rifornimento in volo, la capacità di comando e controllo, le armi ipersoniche, la difesa
    aerea a più livelli, le capacità di guerra elettronica e i sistemi di difesa aerea e
    missilistica; ritiene che il valore aggiunto europeo risieda nello sviluppo o nell’acquisto
    congiunto di questi facilitatori e sistemi di cui i singoli Stati membri dell’UE sono
    gravemente carenti; sottolinea che lo sviluppo delle capacità dell’UE rafforza il pilastro
    europeo all’interno della NATO e contribuisce di conseguenza alla sicurezza
    transatlantica; chiede l’istituzione di una conferenza periodica tra l’UE e la NATO per
    garantire uno stretto coordinamento e una forte complementarità tra gli sforzi di
    entrambe le organizzazioni e dei loro Stati membri nel rafforzare lo sviluppo delle
    capacità e gli armamenti, evitando nel contempo duplicazioni inutili e disfunzionali;
    invita la Commissione e il Consiglio a garantire che gli sforzi dell’UE nello sviluppo
    delle capacità di difesa siano coerenti con gli obiettivi del processo di pianificazione
    della difesa della NATO; chiede inoltre che tutto il sostegno a titolo dell’EPF alla
    fornitura di attrezzature sia effettuato in coordinamento con la NATO per una maggiore
    efficienza e per evitare inutili duplicazioni;

Rafforzare la sicurezza europea: sostenere l’Ucraina fornendo capacità militari per porre
fine alla guerra di aggressione della Russia

  1. ribadisce che l’UE deve assumere impegni in materia di sicurezza nei confronti
    dell’Ucraina, come raccomandato dal patto di sicurezza di Kiev, al fine di scoraggiare
    ulteriori aggressioni russe;
  2. sottolinea che il sostegno finanziario fornito all’Ucraina dall’UE e dai suoi Stati membri
    supera quello di qualsiasi altro paese, a testimonianza dell’impegno senza pari dell’UE
    nei confronti dell’Ucraina; sottolinea che il ruolo dell’UE in qualsiasi negoziato che
    incida sulla sicurezza dell’Europa deve essere commisurato al suo peso politico ed
    economico; ribadisce che non possono esservi negoziati che incidono sulla sicurezza
    europea senza il coinvolgimento dell’UE;23. ricorda le conclusioni del Consiglio europeo del 20 marzo 2025, che approvano il
    principio di “pace attraverso la forza” e sottolineano che l’Ucraina deve trovarsi nella
    posizione più forte possibile per poter arrivare a negoziare con la Russia;
  3. sottolinea che un accordo di pace globale, che rispetti l’indipendenza, la sovranità e
    l’integrità territoriale dell’Ucraina, deve essere accompagnato da solide e credibili
    garanzie di sicurezza per l’Ucraina al fine di scoraggiare una futura aggressione russa;
    accoglie con favore gli sforzi avviati in tal senso con i partner della NATO e con quanti
    condividono gli stessi principi; si compiace delle conclusioni del Consiglio europeo del
    20 marzo 2025, nelle quali si sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri sono pronti a
    contribuire alle garanzie di sicurezza, in particolare sostenendo la capacità dell’Ucraina
    di difendersi efficacemente;
  4. ribadisce il suo fermo sostegno alla solidarietà dell’UE e dei suoi Stati membri nei
    confronti dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia e alla fornitura in
    tempo utile di tutti i mezzi militari necessari all’Ucraina per difendersi, respingere le
    forze armate russe e ausiliarie, porre fine al conflitto, proteggere la sua sovranità e
    ripristinare la sua integrità territoriale entro i confini riconosciuti a livello
    internazionale; è pertanto pienamente favorevole alla “strategia del porcospino” per
    l’Ucraina, quale definita nel Libro bianco; accoglie con favore gli impegni congiunti tra
    l’UE e l’Ucraina in materia di sicurezza e gli accordi bilaterali di sicurezza conclusi
    dall’Ucraina con diversi Stati membri; sottolinea che tali impegni e accordi si
    inseriscono in un più ampio pacchetto di garanzie di sicurezza per l’Ucraina coordinato
    a livello internazionale, che comprende inoltre l’avvio da parte del G7 di un quadro
    multilaterale per la negoziazione di impegni e accordi bilaterali in materia di sicurezza
    per l’Ucraina; ritiene che senza il deciso sostegno militare dell’UE l’Ucraina non sarà in
    grado di conseguire la vittoria contro la Russia; ribadisce con decisione il suo invito agli
    Stati membri dell’UE affinché rispettino tempestivamente gli impegni e forniscano
    all’Ucraina armi, aerei da combattimento, droni, sistemi di difesa aerea, sistemi d’arma e
    munizioni, compresi missili da crociera aviolanciati e sistemi terra-terra, e aumentino
    sensibilmente le relative quantità; prende atto dell’avvenuta consegna all’Ucraina di un
    milione di munizioni di artiglieria, come convenuto dal Consiglio nel marzo 2023,
    nonostante il deplorevole ritardo di nove mesi; riconosce i notevoli progressi nella
    capacità dell’UE di produrre munizioni di artiglieria, che contribuiscono alla
    preparazione e alla capacità dell’UE di sostenere l’Ucraina; sottolinea l’importanza di
    rafforzare le capacità antidroni dell’Ucraina quale elemento fondamentale per
    contrastare le minacce aeree e mantenere la sicurezza operativa; chiede la fornitura di
    attrezzature e competenze specializzate per consentire alle forze ucraine di identificare e
    tracciare rapidamente le attività ostili dei droni e di rispondervi in modo altrettanto
    rapido, garantendo una solida protezione delle infrastrutture sia militari che civili; invita
    gli Stati membri a revocare tutte le restrizioni che impediscono all’Ucraina di utilizzare
    sistemi d’arma occidentali contro obiettivi militari legittimi in territorio russo,
    conformemente al diritto internazionale; invita il Consiglio a impegnarsi a trasferire in
    Ucraina tutte le attrezzature militari e le munizioni confiscate nel corso delle operazioni
    e delle missioni dell’UE all’interno e all’esterno dell’Unione; ribadisce la sua posizione
    secondo cui tutti gli Stati membri dell’UE e gli alleati della NATO dovrebbero
    impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con
    almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo;
  5. ribadisce il diritto naturale dell’Ucraina di scegliere il proprio destino e ricorda la
    richiesta di un adeguato coinvolgimento dell’Ucraina e dell’UE nei negoziati in corso tragli Stati Uniti e la Russia;
  6. elogia il modello danese per il sostegno all’Ucraina, che consiste nel fornire capacità di
    difesa prodotte direttamente in Ucraina; chiede all’UE e ai suoi Stati membri di
    sostenere fermamente tale modello e di sfruttarne appieno le potenzialità, dal momento
    che la capacità industriale di difesa dell’Ucraina, stimata a circa il 50 %, è sottoutilizza e
    il modello in questione comporta molti vantaggi per entrambe le parti, quali attrezzature
    più economiche, una logistica più rapida e più sicura nonché una maggiore facilità di
    addestramento e manutenzione;
  7. invita l’UE e i suoi Stati membri a sostenere l’Ucraina nell’ampliamento della coalizione
    internazionale a sostegno del piano per la vittoria e della formula di pace presentati dal
    presidente ucraino Volodymyr Zelensky quale unica via percorribile per ripristinare la
    sovranità e l’integrità territoriale del paese sulla base del diritto internazionale, facendo
    così in modo che la Russia, la sua leadership e i suoi complici, in particolare il regime
    bielorusso, rispondano del fatto di aver intrapreso una guerra di aggressione contro
    l’Ucraina e di aver commesso crimini di guerra e il crimine di aggressione e
    garantiscano che la Russia corrisponda risarcimenti e altri pagamenti per gli ingenti
    danni causati in Ucraina; sottolinea che tutte le iniziative volte a porre fine al conflitto
    devono avere il sostegno dell’Ucraina e, in ultima analisi, del suo popolo;
  8. invita la VP/AR a mobilitare un maggiore sostegno diplomatico per l’Ucraina e le
    sanzioni imposte alla Russia, utilizzando l’intero spettro di strumenti diplomatici e
    incoraggiando gli Stati membri dell’UE a prendere in considerazione l’applicazione di
    sanzioni secondarie; deplora il fatto che nelle armi e nei relativi sistemi utilizzati dalla
    Russia contro l’Ucraina siano stati riscontrati alcuni componenti di origine occidentale e
    invita l’UE e gli Stati membri ad applicare le sanzioni in modo più rigoroso; chiede che
    gli Stati membri adottino ulteriori azioni e cooperino per fermare la flotta ombra russa;
  9. condanna fermamente il ruolo che la Corea del Nord svolge nel contribuire alla guerra
    di aggressione russa contro l’Ucraina formando truppe nordcoreane e dispiegandole in
    Russia affinché partecipino direttamente alla guerra o sostengano le forze armate russe;
    condanna inoltre con la massima fermezza il fatto che la Corea del Nord fornisca
    attrezzature militari e armi attivamente utilizzate sul campo di battaglia e sia coinvolta
    nell’elusione delle sanzioni; considera le azioni della Corea del Nord una palese
    violazione delle norme internazionali e mette in guardia contro il pericoloso e notevole
    rischio di escalation rappresentato da tali azioni per l’Europa e la più ampia comunità
    internazionale; sottolinea con forte preoccupazione il rischio che la Corea del Nord
    utilizzi il campo di battaglia in Ucraina come piattaforma per studiare tattiche di
    combattimento avanzate, inclusa la guerra con droni, con l’intenzione di applicare
    queste tecniche in potenziali conflitti futuri; esprime indignazione per il fatto che diversi
    altri Stati senza scrupoli, tra cui l’Iran, sostengono attivamente la guerra di aggressione
    russa contro l’Ucraina; condanna, a tale proposito, il trasferimento in Russia da parte
    dell’Iran di droni, munizioni e missili balistici Shahed, poiché ciò aumenta il rischio di
    un potenziale intervento militare da parte del Corpo delle guardie rivoluzionarie
    islamiche (IRGC) nella guerra di aggressione russa contro l’Ucraina; è fermamente
    convinto che l’UE e la comunità internazionale debbano rispondere con fermezza a tale
    situazione con una combinazione di misure diplomatiche, militari ed economiche e,
    soprattutto, fornendo maggiore sostegno all’Ucraina affinché rafforzi la sua difesa
    contro questa alleanza di Stati senza scrupoli costruita dalla Russia; sottolinea
    l’importanza di mantenere stretti contatti a tale riguardo con l’amministrazione
    statunitense 2025-2029;31. sottolinea l’importanza dell’EPF, che ha contribuito in modo determinante alla fornitura
    di capacità militari e all’addestramento delle forze armate ucraine, agevolando nel
    contempo il coordinamento di tutte le parti interessate attraverso il meccanismo di
    coordinamento all’interno dello Stato maggiore dell’UE; accoglie con favore l’istituzione
    dell’apposito Fondo di assistenza per l’Ucraina nell’ambito dell’EPF e chiede un aumento
    delle risorse finanziarie per l’assistenza militare all’Ucraina attraverso tale strumento,
    offrendo nel contempo anche una prospettiva finanziaria a medio termine; esorta il
    governo ungherese a desistere immediatamente dagli sforzi tesi a ostacolare le azioni
    dell’UE a sostegno dell’Ucraina e a revocare il veto sulla proroga del periodo di rinnovo
    delle sanzioni dell’UE e sul sostegno militare all’Ucraina mediante l’EPF, compresi i
    rimborsi concordati agli Stati membri dell’UE per gli aiuti militari che hanno fornito;
    esprime profonda preoccupazione per il fatto che il veto del governo ungherese abbia
    bloccato l’apertura di una nuova tranche di spesa a sostegno delle forze armate ucraine e
    abbia impedito lo svincolo di 6,6 miliardi di EUR in rimborsi parziali agli Stati membri
    dell’UE che forniscono sostegno militare all’Ucraina; esorta il Consiglio e la VP/AR a
    trovare soluzioni innovative in grado di rimuovere questi ostacoli e compensare i tagli ai
    finanziamenti; incoraggia gli Stati membri a sviluppare inventari delle capacità militari
    prevedibili e basati su scenari reali che possano essere forniti nell’ambito dell’EPF per
    garantire che le capacità a breve termine siano mobilitate rapidamente dagli Stati
    membri e consegnate senza ritardi, e che la fornitura a lungo termine di capacità che
    aiutino l’Ucraina a ripristinare la deterrenza sia assicurata in un arco di tempo
    prevedibile, in coordinamento con i paesi terzi, ove necessario; apprezza il fatto che
    tutta l’assistenza militare e le forniture di armi a titolo dell’EPF siano state pienamente
    conformi alla posizione comune dell’UE sulle esportazioni di armi, al diritto
    internazionale in materia di diritti umani e al diritto umanitario, garantendo nel
    contempo una trasparenza e una responsabilità adeguate;
  10. non condivide la politica del governo ungherese nei confronti della Russia, il suo uso di
    veti contro le sanzioni dell’UE e il blocco degli aiuti finanziari e di difesa dell’UE
    all’Ucraina; ritiene che le azioni del governo ungherese compromettano l’unità e la
    solidarietà in Europa; ricorda che, nell’ambito dell’EPF, i paesi hanno diritto a una
    compensazione finanziaria per le attrezzature fornite all’Ucraina e sottolinea, alla luce di
    ciò, che gli attuali blocchi ai rimborsi per 25 Stati membri, tra i quali spicca la Polonia
    con un totale di 450 milioni di EUR di compensazioni non corrisposte, devono essere
    rimossi immediatamente;
  11. sottolinea l’esito del vertice NATO di Washington, che ha riaffermato che il futuro
    dell’Ucraina è nella NATO e che l’alleanza sostiene il diritto dell’Ucraina di scegliere le
    proprie disposizioni in materia di sicurezza e di decidere il proprio futuro, senza
    interferenze esterne; concorda sul fatto che sia l’UE che la NATO hanno dimostrato
    unità politica nella solidarietà e nell’impegno a sostenere l’Ucraina; ribadisce la sua
    convinzione che l’Ucraina stia seguendo un percorso irreversibile verso l’adesione alla
    NATO; plaude all’impegno degli alleati a favore di un’assistenza in materia di sicurezza
    a lungo termine per la fornitura di attrezzature, sostegno e addestramento militari
    all’Ucraina; riconosce il ruolo cruciale della NATO, della cooperazione UE-NATO e
    degli alleati della NATO, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, nel coordinare gli sforzi
    volti a sostenere militarmente l’Ucraina non solo attraverso la fornitura di armi,
    munizioni e attrezzature, ma anche di intelligence e dati;
  12. accoglie con favore la decisione del Consiglio del 21 maggio 2024 che garantisce che i
    proventi netti derivanti dalle entrate straordinarie generate dagli attivi della Banca
    centrale russa congelati nell’UE, in conseguenza dell’attuazione delle misure restrittivedell’Unione, siano utilizzati per un ulteriore sostegno militare all’Ucraina, nonché per le
    sue capacità dell’industria della difesa e per la ricostruzione; accoglie con altrettanto
    favore l’accordo raggiunto con il Consiglio, che ha portato alla decisione del Consiglio
    del 23 ottobre 2024 di adottare un pacchetto di assistenza finanziaria, comprendente un
    prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria fino a 35 miliardi di EUR e
    l’istituzione di un meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina che utilizzerà i
    contributi raccolti dai proventi degli attivi congelati della Banca centrale russa e sosterrà
    l’Ucraina nel rimborso di prestiti fino a 45 miliardi di EUR dall’UE e dai suoi partner del
    G7; ricorda tuttavia che la mobilitazione di tale assistenza finanziaria avverrà a scapito
    dell’importo stanziato per il sostegno militare dell’UE tramite lo strumento per l’Ucraina,
    che ora beneficerà soltanto di un massimo del 15 % dei proventi derivanti dagli attivi
    congelati della Banca centrale russa;
  13. accoglie con favore i risultati della missione di assistenza militare dell’UE a sostegno
    dell’Ucraina (EUMAM) che, ad oggi, ha addestrato più di 70 000 soldati ucraini sul
    territorio dell’Unione, rendendo così l’UE il principale fornitore di addestramento
    militare all’Ucraina e contribuendo in modo significativo al rafforzamento della capacità
    militare delle forze armate ucraine; prende atto del nuovo obiettivo di formare 75 000
    soldati ucraini entro la fine dell’inverno 2024-2025; accoglie con favore la decisione del
    Consiglio dell’8 novembre 2024 di prorogare di due anni il mandato della missione;
    chiede che le risorse finanziarie, logistiche e umane dell’EUMAM siano ampliate e
    adattate all’evoluzione delle esigenze di formazione militare delle forze armate ucraine,
    anche nei settori della difesa aerea e marittima, nonché agli sforzi di riforma a lungo
    termine richiesti, in linea con gli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l’UE e
    l’Ucraina; accoglie con favore la forte partecipazione degli Stati membri all’EUMAM,
    che può essere considerata un modello per le future missioni di formazione militare, che
    promuove la deterrenza migliorando in modo significativo l’interoperabilità tra gli Stati
    membri e i partner, e invita gli Stati membri a dare prova di un’ambizione e di contributi
    analoghi in altre missioni e operazioni PSDC attuali e future; evidenzia che l’EUMAM
    dovrebbe altresì fungere da piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche per
    garantire anche alle forze europee di trarre vantaggio dagli insegnamenti tratti sul
    campo di battaglia dalle forze armate ucraine; accoglie con favore il lancio del
    programma NATO di assistenza e formazione in materia di sicurezza per l’Ucraina
    (NSATU), annunciato in occasione del vertice NATO di Washington, che coordina la
    fornitura di addestramento e attrezzature militari all’Ucraina da parte degli alleati e dei
    partner della NATO e fornisce sostegno logistico; sottolinea l’importanza di uno stretto
    coordinamento tra l’EUMAM e il NSATU;
  14. elogia l’operato della missione consultiva dell’Unione europea in Ucraina (EUAM
    Ucraina) nell’attuazione, in circostanze difficili, del suo nuovo mandato rafforzato;
    invita l’UE provvedere affinché l’EUAM possa operare con personale finanziario,
    logistico ed esperto adeguato per soddisfare le esigenze dell’Ucraina e accoglie con
    favore la partecipazione di paesi terzi a tal fine; sottolinea l’importanza dell’EUAM e il
    suo ruolo in quanto presenza più significativa dell’UE sul campo, che fornisce
    consulenza strategica alle autorità di sicurezza nazionali e statali ucraine; evidenzia i
    compiti fondamentali dell’EUAM nella lotta alla criminalità organizzata e
    transfrontaliera, nel ripristino dei servizi pubblici nei territori liberati e nel sostegno alle
    indagini e al perseguimento dei crimini internazionali, sulla base della presenza e delle
    competenze dell’EUAM;
  15. sottolinea l’importanza della cooperazione con l’industria della difesa ucraina e della sua
    graduale integrazione nella base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e,a tal fine, chiede che si tenga pienamente conto della difesa dell’Ucraina nella
    preparazione delle nuove iniziative legislative della Commissione volte a rafforzare
    l’EDTIB; sottolinea che è opportuno adottare misure concrete per l’integrazione
    dell’Ucraina nelle politiche e nei programmi di difesa dell’UE durante il processo di
    adesione, anche adattando le forze armate ucraine ai requisiti di capacità dell’UE e
    coinvolgendole in progetti e programmi di cooperazione industriale transfrontaliera in
    materia di tecnologia e difesa; accoglie con favore, a tale riguardo, l’apertura
    dell’Ufficio dell’UE per l’innovazione nel settore della difesa in Ucraina al fine di
    individuare le esigenze e le capacità ucraine in materia di innovazione nel settore della
    difesa, agevolare le iniziative congiunte e promuovere la cooperazione transfrontaliera
    tra i portatori di interessi dell’industria della difesa dell’UE e dell’Ucraina, così da
    fungere da punto focale per i partner ucraini, nonché da polo di coordinamento e
    informazione; accoglie con favore le iniziative in corso di diversi Stati membri dell’UE
    volte ad approfondire la cooperazione con l’Ucraina nel campo della ricerca nel settore
    della difesa e della produzione industriale e chiede di sfruttare ancora di più il
    potenziale di difesa innovativo dell’Ucraina per sviluppare armi e munizioni e
    accelerarne la produzione in stretta cooperazione con l’UE e altri partner occidentali,
    avvalendosi dei meccanismi di sostegno disponibili; invita le industrie militari degli
    Stati membri dell’UE a tenere fede all’impegno di stabilire una produzione militare in
    territorio ucraino;
    38.
    evidenzia la necessità di rafforzare le capacità di sminamento all’interno dell’Ucraina per
    far fronte alla diffusa presenza di ordigni inesplosi e mine terrestri, nonché di sminare le
    acque marine dell’Ucraina nel Mar Nero; sostiene lo stanziamento di risorse dedicate a
    sostegno di una formazione completa in materia di sminamento, comprese tecniche
    avanzate di rilevamento e smaltimento; osserva che una maggiore capacità di
    sminamento non solo faciliterà operazioni militari più sicure, ma sosterrà anche la
    ripresa e la sicurezza delle aree civili colpite dalla guerra;

Unire le forze per aumentare le capacità di difesa

39. accoglie con favore l’ambizione stabilita nell’EDIS di conseguire la prontezza alla difesa
dell’UE e dei suoi Stati membri e di rafforzare l’EDTIB; ritiene essenziale a tale
riguardo la proposta della Commissione di istituire un programma per l’industria
europea della difesa (EDIP); sostiene gli obiettivi di rafforzare la preparazione
industriale dell’UE nel settore della difesa, migliorare la pianificazione congiunta della
difesa e agevolare ulteriormente gli appalti congiunti da parte degli Stati membri, in
linea con le priorità stabilite nel piano di sviluppo delle capacità (CDP) e i settori di
cooperazione individuati nella revisione coordinata annuale sulla difesa, al fine di
avviare progetti europei di interesse comune nel settore della difesa, in particolare nei
settori delle capacità strategiche, come la difesa aerea e missilistica, nonché di garantire
la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accesso alle materie prime critiche e di
prevenire carenze nella produzione di difesa; sostiene con forza l’idea di ricorrere
prevalentemente alla cooperazione a livello dell’UE nel settore industriale europeo della
difesa e sostiene gli obiettivi concreti quantificati per la cooperazione presentati
nell’EDIS, che si concentrano nello specifico sugli appalti congiunti, in particolare
invitando gli Stati membri ad acquistare almeno il 40 % dei materiali di difesa in modo
collaborativo entro il 2030, a garantire che, entro il 2030, il valore degli scambi intra-
UE nel settore della difesa rappresenti almeno il 35 % del valore del mercato della
difesa dell’UE e ad acquistare almeno il 50 % dei loro investimenti nella difesa
all’interno dell’UE entro il 2030 e il 60 % entro il 2035;

40. evidenzia l’importanza della cooperazione strutturata permanente (PESCO) per
migliorare e armonizzare le capacità di difesa dell’UE; rileva nuovamente, con
rammarico, che gli Stati membri continuano a non sfruttare appieno il quadro PESCO e
che i risultati concreti nell’ambito dei 66 progetti in corso rimangono limitati; rileva
inoltre con rammarico la mancanza di informazioni fornite al Parlamento in merito ai
motivi della chiusura di sei progetti e ai loro possibili risultati; osserva che gli Stati
membri partecipanti hanno concordato 20 impegni vincolanti al fine di raggiungere
l’ambizione dell’UE in materia di difesa; ritiene che sia necessario procedere a una
revisione approfondita dei progetti PESCO per quanto riguarda i risultati e le
prospettive, al fine di razionalizzare l’attuale serie di progetti in una piccola serie di
progetti prioritari, chiudendo nel contempo i progetti che non registrano progressi
sufficienti; suggerisce di istituire un regime prioritario nell’ambito della PESCO al fine
di affrontare efficacemente le carenze e le priorità individuate in termini di capacità;

  1. accoglie con favore la proposta della Commissione per un EDIP; prende atto con
    preoccupazione della valutazione della Corte dei conti europea secondo cui la dotazione
    finanziaria dell’EDIP è insufficiente rispetto ai suoi obiettivi e ribadisce pertanto il suo
    invito a garantire i finanziamenti necessari per la difesa; sottolinea che saranno
    necessari notevoli sforzi di bilancio affinché l’EDIP abbia un effetto significativo sul
    sostegno militare all’Ucraina, sullo sviluppo di un’autentica capacità di difesa dell’UE e
    sulla competitività dell’EDTIB; accoglie con favore la revisione del CDP realizzata nel
    2023; si rammarica dei limitati progressi compiuti nello sviluppo delle capacità
    dall’adozione del primo CDP nel 2008; invita gli Stati membri a intensificare
    sensibilmente gli sforzi congiunti per conseguire progressi sostanziali in modo
    tempestivo, facendo un uso pieno e coerente degli strumenti dell’UE, tra cui il Fondo
    europeo per la difesa (FED), la PESCO e la revisione coordinata annuale sulla difesa,
    nonché gli strumenti presentati nella proposta EDIP;
  2. accoglie con favore gli sforzi congiunti intrapresi finora per rafforzare la prontezza alla
    difesa dell’UE mediante misure che rafforzino e sostengano l’adattamento dell’EDTIB,
    in particolare attraverso i regolamenti EDIRPA e ASAP, e ne chiede la rapida
    attuazione; si rammarica che la dotazione finanziaria dell’EDIRPA rimanga limitata e
    sottolinea che il ruolo dell’ASAP in relazione all’ambizione di fornire all’Ucraina un
    milione di munizioni è stato ostacolato dall’obiezione del Consiglio ai suoi elementi
    normativi;
  3. accoglie con favore gli sforzi e gli investimenti finora compiuti dalle imprese
    dell’EDTIB per rafforzare la capacità industriale, anche con il sostegno degli strumenti
    dell’UE; evidenzia che un ulteriore e duraturo rafforzamento della capacità dell’EDTIB
    richiede innanzitutto ordini da parte degli Stati membri, che dovrebbero essere eseguiti
    congiuntamente al fine di garantire la prontezza alla difesa dell’Unione, migliorare
    l’interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri e realizzare economie di scala,
    sfruttando così al meglio il denaro dei contribuenti dell’UE; invita di conseguenza gli
    Stati membri a intensificare gli sforzi in materia di appalti congiunti in linea con le
    lacune di capacità individuate nell’analisi delle carenze di investimenti nel settore della
    difesa e con le priorità in termini di capacità del CDP; sottolinea che appalti congiunti
    efficaci per quanto riguarda i progetti di sviluppo, soprattutto nel quadro del FES,
    richiedono una definizione congiunta dei requisiti militari dei rispettivi sistemi al fine di
    conseguire adeguate economie di scala; invita la Commissione, a tale proposito, ad
    avvalersi delle competenze del comitato militare dell’UE per elaborare tale definizione
    congiunta al fine di garantire la coerenza militare a livello industriale; invita gli Stati
    membri a condurre appalti congiunti con l’obiettivo di costruire catene del valorepaneuropee distribuendo la produzione in tutta l’Unione e aumentando in tal modo
    l’attrattiva economica degli appalti congiunti, creando nel contempo ridondanze
    strategiche delle capacità di produzione per una maggiore resilienza in caso di conflitto
    armato; invita inoltre gli Stati membri e la Commissione a puntare a un ulteriore
    rafforzamento dei meccanismi di aggiudicazione congiunta e a un coordinamento
    sufficiente da parte dell’Agenzia europea per la difesa;
  4. sottolinea la necessità di sostenere ulteriormente la transizione dei progetti di sviluppo
    verso soluzioni commerciabili e accoglie con favore la disposizione contenuta nella
    proposta sull’EDIP a tale riguardo; deplora l’inutile e disfunzionale duplicazione degli
    sforzi per quanto riguarda i progetti sul futuro carro armato da combattimento e
    sull’intercettore ipersonico; esprime preoccupazione per il fatto che tali duplicazioni
    contrastino con l’ambizione, stabilita nell’EDIS, di ricavare il 60 % delle acquisizioni
    dall’EDTIB entro il 2035, in quanto la dispersione delle risorse allungherà i tempi
    necessari per conseguire soluzioni commercializzabili, portando quindi molto
    probabilmente ad acquisizioni dagli Stati Uniti; deplora inoltre i crescenti ritardi dei
    progetti sulle capacità essenziali, in particolare il progetto franco-tedesco sul sistema
    principale di combattimento terrestre (Main Ground Combat System) e il progetto
    franco-tedesco-spagnolo sul futuro sistema aereo di combattimento (Future Combat Air
    System), che comportano a loro volta il rischio di portare a future acquisizioni di
    soluzioni statunitensi; sottolinea che dovrebbero essere sfruttate tutte le possibili
    sinergie con il FED evitando la duplicazione degli sforzi;
  5. insiste sulla necessità di garantire la coerenza dei risultati tra i rispettivi processi di
    pianificazione dello sviluppo delle capacità dell’UE e della NATO; chiede di migliorare
    l’interoperabilità delle attrezzature militari degli Stati membri dell’UE e degli alleati
    della NATO e di promuovere la cooperazione industriale garantendo che le future
    norme giuridiche dell’UE per i componenti e le munizioni dei prodotti della difesa si
    basino sulle norme della NATO;
  6. accoglie con favore la proposta di progetti europei di interesse comune nel settore della
    difesa riguardanti lo sviluppo di capacità comuni che vadano oltre i mezzi finanziari del
    singolo Stato membro; è del parere che questi progetti dovrebbero essere utilizzati per
    sostenere le capacità industriali e tecnologiche alla base delle principali priorità comuni
    di vari Stati membri e in settori come quello della protezione delle frontiere esterne e
    della difesa, in particolare nel settore terrestre, e per fornire sostegno agli abilitanti
    strategici, in particolare in relazione allo spazio e alla difesa aerea europea, negli
    interventi in risposta all’intera gamma di minacce, per promuovere la mobilità militare,
    segnatamente il trasporto aereo strategico e tattico, gli attacchi in profondità, le
    tecnologie relative ai droni e al contrasto dei droni, i missili, le munizioni e
    l’intelligenza artificiale, al fine di sviluppare infrastrutture sovrane e abilitanti critici;
    sottolinea che, in considerazione del gran numero di priorità e della necessità di
    mobilitare nuove risorse, il pragmatismo deve prevalere; ritiene, a tale proposito, che
    l’UE dovrebbe concentrarsi, ove possibile, su tecnologie europee rapidamente
    disponibili e collaudate che riducano gradualmente le dipendenze dell’Unione e
    migliorino la sua sicurezza; mette in evidenza la necessità di sostenere lo sviluppo di
    catene del valore paneuropee nella cooperazione dell’UE in materia di difesa integrando
    imprese di tutta l’Unione e di rafforzare la competitività nel settore con vari mezzi,
    come le fusioni e i campioni; ritiene, inoltre, che, anziché concentrarsi su un rendimento
    equo, le politiche di difesa dell’UE dovrebbero incoraggiare la crescita dei centri di
    eccellenza dell’UE;
  7. evidenzia la necessità vitale di superare la frammentazione del panorama industriale
    della difesa dell’UE e di conseguire infine la piena attuazione del mercato interno dei
    prodotti per la difesa dell’UE, dal momento che l’attuale struttura comporta inutili
    duplicazioni e il moltiplicarsi di inefficienze negli investimenti nella difesa e nel loro
    utilizzo, oltre a ostacolare strutturalmente il rafforzamento della prontezza alla difesa;
    esprime preoccupazione per il fatto che il mercato interno dei prodotti per la difesa sia
    ancora compromesso da un’applicazione non sufficientemente armonizzata delle sue
    norme da parte degli Stati membri e da un uso sproporzionato dell’esenzione di cui
    all’articolo 346 TFUE; appoggia la richiesta di creare un vero mercato unico per i
    prodotti e i servizi per la difesa, come illustrato anche nella relazione Niinistö;
    evidenzia la necessità di un quadro normativo aggiornato ed efficace volto a ridurre gli
    ostacoli all’ingresso sul mercato dei prodotti per la difesa, a consentire il
    consolidamento industriale dell’UE nel settore della difesa e a permettere alle imprese
    dell’UE di sfruttare appieno il potenziale commerciale, incoraggiando l’innovazione e
    una cooperazione transfrontaliera e civile e militare sempre più agevole, promuovendo
    la produzione, aumentando la sicurezza dell’approvvigionamento e garantendo
    investimenti pubblici più intelligenti ed efficienti nell’EDTIB; sottolinea, al contempo,
    l’importanza di mantenere una concorrenza proficua tra i diversi concorrenti e di evitare
    oligopoli in cui i singoli fornitori possono determinare liberamente i prezzi e la
    disponibilità dei beni per la difesa; invita la Commissione a presentare proposte per il
    completamento del mercato interno della difesa dell’UE basate, in particolare, sulla
    valutazione delle norme dell’Unione in materia di appalti nel settore della difesa e di
    trasferimento dei prodotti per la difesa, nonché sull’individuazione e l’analisi delle
    limitazioni e delle lacune dell’attuale quadro giuridico; invita inoltre la Commissione a
    formulare suggerimenti per un’interpretazione dell’articolo 346 TFUE in linea con
    l’attuale realtà di un’architettura di sicurezza interdipendente nell’UE; chiede di
    migliorare l’attuazione della direttiva 2009/81/CE relativa agli appalti sensibili nel
    settore della difesa e della sicurezza 1 e della direttiva 2009/43/CE relativa ai
    trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa (direttiva sui trasferimenti) 2 e, ove
    necessario, alla luce dell’EDIS, di presentare proposte di revisione di tali direttive;
  8. sottolinea l’importanza di garantire uno sforzo equilibrato tra il rafforzamento delle
    attuali capacità industriali degli Stati membri in materia di armamenti nel breve e medio
    termine e il sostegno alla ricerca e allo sviluppo (R&S) di attrezzature militari e
    armamenti nuovi e innovativi adeguati alle esigenze attuali e future delle forze armate
    degli Stati membri e alle capacità di difesa dell’UE, come quelle richieste dalle missioni
    e operazioni PSDC e dalla capacità di dispiegamento rapido dell’UE; evidenzia che
    dovrebbe essere data priorità al mantenimento e al rafforzamento del vantaggio
    tecnologico attraverso progetti strategici mirati quale elemento chiave di deterrenza nei
    confronti dei nostri avversari e concorrenti; sottolinea l’importanza di includere tutti gli
    Stati membri nelle strategie di sicurezza e di difesa, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo dell’industria della difesa;
  9. sottolinea la necessità di sviluppare una politica efficace in materia di armamenti a
    livello dell’UE che includa la creazione di una dimensione commerciale esterna
    funzionante ed efficace, miri a sostenere i partner che si trovano ad affrontare minacce
    da parte di regimi autoritari aggressivi e impedisca la fornitura di armi a regimi
    aggressivi non democratici in linea con gli otto criteri esistenti dell’UE; sottolinea la
    necessità di superare l’interpretazione molto restrittiva e nazionale dell’articolo 346
    TFUE a tale riguardo;
  10. sottolinea che la cooperazione con i partner internazionali nel settore della difesa
    dovrebbe essere limitata a partner che condividono gli stessi principi e non dovrebbe
    violare gli interessi di sicurezza e difesa dell’UE e dei suoi Stati membri; ricorda che la
    dipendenza da fornitori ad alto rischio di prodotti critici con elementi digitali
    rappresenta un rischio strategico che dovrebbe essere affrontato a livello dell’UE; invita
    le autorità competenti degli Stati membri a riflettere su come ridurre tali dipendenze e a
    effettuare una valutazione e un riesame immediati degli investimenti cinesi esistenti
    nelle infrastrutture critiche, tra cui le reti elettriche, le reti di trasporto e i sistemi di
    informazione e comunicazione, al fine di individuare eventuali vulnerabilità che
    potrebbero incidere sulla sicurezza e sulla difesa dell’Unione;
  11. accoglie con favore il regolamento dell’UE sugli investimenti esteri diretti; sottolinea la
    necessità di rafforzare ulteriormente le procedure di controllo degli IED integrando
    norme in materia di dovuta diligenza per individuare i casi in cui i governi degli Stati
    esercitano un effetto leva sugli investitori nelle infrastrutture critiche dell’UE, come i
    porti europei, e nei cavi sottomarini nel Mar Baltico, nel Mediterraneo e nell’Artico in
    modi che violerebbero gli interessi di sicurezza e di difesa dell’Unione e dei suoi Stati
    membri, come stabilito nel quadro della PESC a norma del titolo V TUE; sottolinea che
    tale approccio dovrebbe essere applicato anche ai paesi candidati; ritiene che sia
    necessaria un’ulteriore legislazione per proteggere efficacemente la sicurezza della
    catena di approvvigionamento delle TIC europee dai fornitori ad alto rischio e per
    proteggere dai furti di proprietà intellettuale favoriti dall’informatica; chiede l’istituzione
    di un quadro europeo finalizzato a una regolamentazione rigorosa e alla definizione di
    norme e condizioni minime per l’esportazione di proprietà intellettuale e tecnologie
    essenziali per la sicurezza e la difesa dell’Unione, compresi i beni a duplice uso;

Ricerca e sviluppo in materia di tecnologie e attrezzature di difesa

  1. è favorevole a un aumento significativo degli investimenti in ricerca e sviluppo nel
    settore della difesa, con particolare attenzione alle iniziative di collaborazione, così da
    rafforzare la leadership dell’UE in ambito tecnologico e la sua competitività nel settore
    della difesa e garantire ricadute nel mercato civile; rileva a questo proposito che, nel
    2022, gli Stati membri hanno investito circa 10,7 miliardi di EUR in ricerca e sviluppo
    nel settore della difesa; sottolinea che il progresso tecnologico in settori critici – aereo,
    terrestre, marittimo, spaziale e ciberspaziale – necessita di investimenti stabili e a lungo
    termine in tutti gli Stati membri per stare al passo con la rapida innovazione globale;
  2. sottolinea la necessità che gli strumenti di ricerca e sviluppo dell’UE e i relativi
    finanziamenti siano utilizzati nel modo più efficace possibile per affrontare
    tempestivamente le lacune e le priorità in termini di capacità, come indicato nell’analisi
    delle carenze di investimenti nel settore della difesa e nel CDP; invita pertanto la
    Commissione e gli Stati membri ad allineare i progetti e i finanziamenti del FED alleurgenti esigenze dell’UE in termini di capacità, e a definire le priorità al riguardo in base
    a dette esigenze, nonché a concentrarsi sulle attività di ricerca più pertinenti e
    promettenti; invita inoltre la Commissione ad avviare una revisione approfondita del
    FED in vista di uno strumento finanziario di follow-up rivisto per il prossimo quadro
    finanziario pluriennale (QFP); invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare, in
    sede di attuazione dei pertinenti fondi dell’UE, un approccio che integri una bassa
    impronta energetica, ambientale e di carbonio fin dalla progettazione, e a riferire
    periodicamente sui progressi compiuti; ricorda che le azioni di ricerca e sviluppo
    possono essere indirizzate verso soluzioni intese a migliorare l’efficienza, ridurre
    l’impronta di carbonio e stabilire migliori pratiche sostenibili; accoglie con favore
    l’investimento di 133 milioni di EUR previsto nel primo programma di lavoro annuale,
    ma osserva che esso rappresenta solo l’11 % del bilancio annuale complessivo del FED;
    ricorda il ruolo di NextGenerationEU nell’azione per il clima e invita gli Stati membri a
    utilizzare le risorse dei loro piani nazionali di ripresa per investire nella sostenibilità
    delle infrastrutture militari;

Tecnologie a duplice uso e tecnologie emergenti e di rottura

  1. sottolinea la necessità di una maggiore intraprendenza dell’UE nel sostenere
    investimenti nelle tecnologie a duplice uso, applicabili sia in contesti civili che militari,
    come mezzo per rafforzare la resilienza dell’UE rispetto alle minacce ibride ed
    emergenti; evidenzia che è necessario sostenere, in particolare, la sperimentazione di
    prototipi di nuovi prodotti e concentrarsi sulle nuove tecnologie in stretta collaborazione
    con gli esperti ucraini in ambito tecnologico e della difesa; sottolinea l’importanza di
    garantire la sostenibilità finanziaria delle imprese che investono in tali innovazioni,
    comprese le piccole e medie imprese (PMI); sostiene la promozione della
    commercializzazione civile di tali tecnologie come modalità per ampliare le opportunità
    di mercato e rafforzare la base industriale europea potenziando le sinergie tra lo
    sviluppo militare e quello civile;
  2. sottolinea l’importante ruolo svolto nel settore della difesa dalle tecnologie di rottura
    emergenti, quali l’intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, il cloud computing e la
    robotica; sottolinea che per sviluppare e sfruttare tali tecnologie nel settore della difesa
    sono necessari ulteriori investimenti e ricerche coordinati dall’UE, cosicché i fornitori di
    attrezzature di difesa dell’Unione possano rimanere all’avanguardia nell’innovazione;
    osserva che, visti i lunghi cicli di attuazione previsti dal regolamento che istituisce il
    FED, la Commissione non finanzia tempestivamente i progetti di ricerca; chiede
    pertanto un approccio più flessibile e più rapido per i progetti di ricerca sulle tecnologie
    emergenti e di rottura, che rispecchi il ritmo incalzante degli sviluppi in tale settore sulla
    base delle attività del polo di innovazione nel settore della difesa dell’Agenzia europea
    per la difesa e del lavoro dell’agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzati
    nell’ambito della difesa (DARPA); chiede inoltre che l’UE svolga un ruolo di primo
    piano nella promozione della ricerca sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale in
    campo militare e nell’elaborazione di quadri di governance per lo sviluppo e l’uso
    responsabili di tale tecnologia;
  3. invita nuovamente la Commissione a condividere con il Parlamento un’analisi
    dettagliata dei rischi legati all’uso improprio, da parte dei nostri avversari, di tecnologie
    quali i semiconduttori, il calcolo quantistico, le blockchain, lo spazio, l’intelligenza
    artificiale e le biotecnologie, compresa la genomica, nonché l’elenco di azioni proposte
    dall’UE in questi settori, conformemente alla strategia europea per la sicurezza
    economica; esprime preoccupazione per il ruolo svolto da imprese militari cinesi nellaraccolta di dati genetici di cittadini dell’UE;
  4. invita la Commissione a proporre un pacchetto dell’UE sui droni, che sia incentrato su
    sistemi di droni e sistemi anti-droni, e sulle relative capacità ausiliarie, che preveda
    piani e fondi per favorire la ricerca e lo sviluppo, che tragga insegnamenti
    dall’esperienza ucraina e sia aperto alla partecipazione di imprese ucraine altamente
    innovative, così come un programma industriale dedicato allo sviluppo, alla produzione
    e all’acquisizione congiunti di sistemi di droni e sistemi anti-droni, insieme a un
    regolamento sull’uso dei droni in contesti civili e militari;

Le PMI del settore della difesa

58. ribadisce che le PMI di tutta l’Unione attive nel settore della difesa sono il fulcro
dell’industria e delle catene di approvvigionamento europee nell’ambito della difesa e
sono fondamentali per l’innovazione in tale ambito, e sottolinea la necessità di fornire
sostegno alle PMI e in particolare alle start-up del settore della difesa e del duplice uso;
sottolinea che l’EDIS e l’EDIP devono garantire condizioni di parità a tutti gli attori
dell’industria della difesa in tutta l’Unione e promuovere la cooperazione tra le imprese
più grandi e quelle più piccole di tutti gli Stati membri, facendo in modo che il settore
non sia dominato da grandi imprese di un numero limitato di Stati membri; incoraggia
gli Stati membri a offrire alle PMI attive nel settore europeo della difesa speciali
opportunità di partecipazione alle gare d’appalto attraverso misure quali la creazione di
un elenco di imprese previamente approvato per facilitare un processo di assegnazione
più rapido, l’introduzione nel processo di appalto di imprese di private equity che
investono nelle PMI, il sostegno alla crescita delle PMI attraverso l’incubazione e
l’investimento di capitali, la semplificazione della presentazione di offerte per i contratti
e l’attuazione di misure interne intese a ridurre il tempo necessario per elaborare i
dettagli dei contratti;

Mobilità militare

  1. sottolinea l’importanza di sviluppare, mantenere e proteggere le infrastrutture necessarie
    a garantire la mobilità militare rapida ed efficiente delle nostre forze armate in tutti gli
    Stati membri; pone l’accento sulla necessità di garantire la resilienza delle infrastrutture
    critiche che consentono la mobilità militare e la fornitura di servizi essenziali; riconosce
    che la logistica militare può contribuire alla deterrenza segnalando lo stato di
    preparazione militare complessiva dell’UE; prevede che questi punti si rifletteranno
    chiaramente nell’annunciata comunicazione congiunta sulla mobilità militare del giugno
    2025;
  2. sottolinea l’urgente necessità di potenziare sensibilmente la mobilità militare e di
    investire notevolmente in tale ambito privilegiando gli investimenti, eliminando le
    strozzature e sopperendo ai collegamenti mancanti; evidenzia, a tale proposito,
    l’importanza di attuare rapidamente progetti e misure normative conformemente al
    piano d’azione dell’UE sulla mobilità militare 2.0; sostiene i nuovi investimenti
    strategici nelle infrastrutture civili e militari, quali porti, aeroporti e autostrade, che
    consentiranno anche un agevole trasferimento di unità e forniture militari, comprese le
    forze di reazione rapida, attrezzature pesanti, beni e aiuti umanitari; invita la
    Commissione a dare seguito alle raccomandazioni della relazione speciale della Corte
    dei conti europea del 2025 sulla mobilità militare e ad attribuire maggiore importanzaalla valutazione militare nel processo di selezione dei progetti a duplice uso 1 ;
  3. invita la Commissione a elaborare un approccio integrato alla mobilità e alla logistica
    militari che permetta di rispettare l’impegno del Consiglio di rimuovere tutti i restanti
    ostacoli entro il 2026 e che coincida con investimenti molto più elevati dell’UE negli
    aspetti fondamentali della mobilità militare; chiede inoltre che il prossimo QFP includa
    adeguati finanziamenti dell’UE per i progetti di mobilità militare in corso e per quelli
    che saranno necessari; invita gli Stati membri ad adoperarsi ulteriormente per
    semplificare e armonizzare le procedure di mobilità militare e accorciare i tempi di
    concessione delle autorizzazioni, onde consentire agli Stati membri di intervenire più
    rapidamente e di fornire risposte più efficaci, in linea con le rispettive esigenze e
    responsabilità in materia di difesa, sia nel contesto delle missioni e delle operazioni
    PSDC che nell’ambito delle attività nazionali e multinazionali; incoraggia gli Stati
    membri a utilizzare l’accordo PESCO sulla mobilità militare concluso con i paesi terzi
    come modello per la partecipazione dei paesi partner, ponendo l’accento
    sull’adeguamento dei progetti PESCO alle esigenze delle missioni PSDC;
  4. apprezza gli sforzi compiuti dai paesi confinanti con l’Ucraina per fornire assistenza
    militare all’Ucraina in modo sicuro ed efficiente; osserva che l’esperienza e il potenziale
    di mobilità militare della Polonia, compreso il progettato porto di comunicazione
    centrale (CPK), sono essenziali per la sicurezza dell’intero versante orientale;
Una bussola strategica aggiornata: promuovere una visione strategica e una coerenza
comuni e migliorare il processo decisionale dell’UE in materia di difesa all’interno del
quadro istituzionale dell’UE

Bussola strategica

  1. sottolinea che, da quando gli Stati membri hanno adottato la bussola strategica nel
    marzo 2022, gli sviluppi e le minacce geopolitici hanno continuato a evolversi
    rapidamente; chiede, pertanto, una revisione della valutazione congiunta globale delle
    minacce prevista dalla bussola strategica, in base alla quale stabilire le priorità d’azione
    dell’UE; ritiene che tale esercizio di revisione debba servire a definire una visione
    comune sulle carenze di capacità a livello europeo, che dovrebbero essere colmate
    mediante programmi, fondi, progetti e strumenti bilaterali, multinazionali o europei, e a
    stabilire i tempi entro i quali ciò dovrebbe avvenire; invita inoltre la Commissione e la
    VP/AR a presentare, ove necessario, misure aggiornate per la bussola strategica a
    seguito di detta revisione, che servano da base per la preparazione del Libro bianco sul
    futuro della difesa europea; ribadisce che è possibile conseguire gli obiettivi e i
    traguardi ambiziosi della bussola strategica solo con un’adeguata volontà e azione
    politica degli Stati membri e delle istituzioni dell’UE; sottolinea la necessità di coerenza
    e compatibilità tra la bussola strategica e il concetto strategico della NATO;
  2. invita la Commissione e il SEAE a garantire che la tabella di marcia sui cambiamenti
    climatici e la difesa sia pienamente attuata e migliorata nel contesto dell’aggiornamento
    delle misure della bussola strategica; chiede che i termini per la revisione della tabella
    di marcia siano riesaminati e, in particolare, che gli obiettivi generali siano riveduti
    molto prima del 2030; invita gli Stati membri a mettere a punto strutture nazionali a sostegno dei suddetti obiettivi; sollecita la VP/AR a proporre agli Stati membri un programma d’azione comprendente le misure prioritarie presentate nella tabella di marcia che possono essere attuate nel breve termine;

Governance della difesa: consolidare il quadro istituzionale e il processo decisionale dell’UE
nei settori della difesa e della sicurezza

  1. suggerisce che il Consiglio riveda gli assetti istituzionali dei suoi organi decisionali
    competenti in materia di difesa e sicurezza e prenda in considerazione l’istituzione di un
    nuovo organo decisionale permanente composto dai ministri della Difesa degli Stati
    membri, senza pregiudicare la ripartizione delle competenze in materia all’interno dei
    ministeri nazionali;
  2. sottolinea che per un’efficace cooperazione a livello dell’UE nel settore della sicurezza e
    della difesa, e per risposte rapide e coordinate alle sfide in materia di sicurezza, è
    necessaria la coerenza tra le diverse strutture del Consiglio e della Commissione;
    evidenzia inoltre la necessità di prevenire le sovrapposizioni, garantire investimenti
    pubblici efficienti, affrontare le carenze critiche in materia di capacità e sviluppare
    strategie di sicurezza coerenti in relazione ai partner, ai paesi terzi e alle varie regioni
    del mondo, sia nei processi di elaborazione delle politiche che nelle iniziative attuali e
    future; prende atto della ripartizione poco chiara dei portafogli e della potenziale
    sovrapposizione di competenze tra i commissari nel settore della sicurezza e della difesa
    a seguito della creazione della carica di commissario per la difesa e lo spazio, e invita
    pertanto la Commissione a delineare chiaramente le competenze dei commissari in tale
    settore; invita la Commissione a effettuare una revisione interna delle sue varie
    strutture, tra cui la direzione generale per l’Industria della difesa e lo spazio (DG
    DEFIS) e l’Agenzia europea per la difesa, e dei loro mandati, al fine di garantire la
    complementarità e un’amministrazione efficiente delle iniziative attuali e future
    nell’ambito della PSDC; invita gli Stati membri e la Commissione a destinare ulteriori
    risorse finanziarie e umane al SEAE affinché quest’ultimo possa svolgere efficacemente
    il proprio ruolo di servizio diplomatico dell’UE alla luce del contesto geopolitico
    altamente competitivo e dell’aumento del carico di lavoro che negli ultimi anni grava
    sulle sue capacità limitate;
  3. ribadisce che, per diventare un attore geopolitico credibile, l’UE dovrebbe riformare il
    processo decisionale in materia di PESC/PSDC e sottolinea, a tale proposito, che
    dovrebbero essere prese in considerazione riflessioni istituzionali sulla revoca del
    requisito dell’unanimità in tale processo; ricorda che il trattato sull’Unione europea
    prevede già diverse forme istituzionali di cooperazione nel settore della politica estera,
    di sicurezza e di difesa, e osserva con rammarico che la possibilità di un’azione rapida in
    questo ambito, come previsto dalle “clausole passerella” del TUE, è stata sfruttata in
    misura molto limitata; invita il Consiglio a prendere in considerazione tutte le
    possibilità per rafforzare e approfondire il suo processo decisionale in materia di
    PESC/PSDC al fine di sfruttare il potenziale inutilizzato dei trattati; chiede nuovamente
    al Consiglio di passare gradualmente al voto a maggioranza qualificata per le decisioni
    sulla PESC e sulla PSDC, almeno negli ambiti privi di implicazioni militari; suggerisce
    inoltre al Consiglio di perseguire il pieno utilizzo delle “clausole passerella” e
    dell’ambito di applicazione degli articoli che rafforzano la solidarietà e l’assistenza
    reciproca dell’UE in caso di crisi;
  4. ribadisce con forza il proprio invito a rafforzare la capacità militare di pianificazione econdotta (MPCC) dell’UE e a renderla pienamente operativa, anche attraverso la messa
    a disposizione di locali adeguati, personale, comando e controllo rafforzati e sistemi di
    comunicazione e informazione efficaci per tutte le missioni e le operazioni PSDC;
    sottolinea la necessità di ottenere risultati tempestivi in relazione all’MPCC, data
    l’ambizione della bussola strategica secondo cui l’MPCC dovrebbe fungere da struttura
    di comando e controllo privilegiata dell’UE, capace di pianificare e condurre tutte le
    missioni militari non esecutive e due operazioni esecutive su piccola scala o una
    operazione esecutiva su media scala, nonché esercitazioni reali; sottolinea la necessità
    che l’MPCC agevoli le sinergie tra strumenti civili e militari, e chiede che nel lungo
    termine vengano istituiti a livello europeo quartieri generali civili e militari congiunti
    che uniscano strumenti civili e militari al fine di sfruttare appieno l’approccio integrato
    dell’UE alla gestione delle crisi, dalla pianificazione strategica all’esecuzione effettiva
    della missione o dell’operazione; ritiene che la capacità civile di pianificazione e
    condotta (CPCC) dell’UE dovrebbe valutare come proteggere da molteplici minacce
    ibride le forze schierate e come condurre operazioni avanzate a un livello di rischio
    molto più elevato rispetto a quello attuale; invita la Commissione, il SEAE, l’MPCC, la
    CPCC, il comitato militare dell’UE e lo Stato maggiore dell’UE a promuovere una
    nuova cultura della comprensione tra i partner civili e militari, a sviluppare la
    cooperazione interforze e a garantire il trasferimento delle migliori pratiche in materia
    di pianificazione delle missioni e dei concetti associati, anche mediante lo sviluppo di
    un modello di elaborazione e condivisione delle migliori pratiche;
  5. ribadisce di essere pienamente favorevole a che la capacità di dispiegamento rapido
    raggiunga la piena capacità operativa al più tardi nella prima metà del 2025, con almeno
    5 000 soldati disponibili per compiti di soccorso ed evacuazione, operazioni iniziali di
    ingresso e stabilizzazione o rafforzamento temporaneo delle missioni; osserva che i
    gruppi tattici dell’UE, che non sono mai stati dispiegati nonostante siano operativi dal
    2007, saranno parte integrante del più ampio quadro di capacità di dispiegamento rapido
    dell’UE; accoglie con favore la pianificazione e la realizzazione di esercitazioni reali nel
    quadro della capacità di dispiegamento rapido e invita a proseguire tali iniziative;
  6. ritiene che la capacità di dispiegamento rapido sia un elemento fondamentale per
    raggiungere il livello di ambizione dell’UE e ritiene che dovrebbero esserle
    gradualmente assegnate truppe e forze supplementari, in linea con l’obiettivo primario di
    Helsinki del 1999; ritiene che sarebbe sensato utilizzare il processo del Libro bianco per
    avviare una discussione sulla creazione di ulteriori unità militari multinazionali
    permanenti dell’UE che potrebbero svolgere compiti complementari a quelli della
    capacità di dispiegamento rapido; sottolinea la necessità di collaborare ulteriormente
    con la NATO per istituire la capacità di dispiegamento rapido, in conformità con il
    principio della riserva unica di forze;
  7. invita nuovamente gli Stati membri a tenere conto degli aspetti pratici dell’attuazione
    dell’articolo 44 TUE in occasione dell’entrata in funzione della capacità di
    dispiegamento rapido e in altre missioni PSDC pertinenti, onde consentire a un gruppo
    di Stati membri che lo desidera, e che ne è capace, di pianificare e condurre una
    missione o un’operazione nel quadro dell’UE, agevolando in tal modo la rapida
    attivazione della capacità di dispiegamento rapido; invita gli Stati membri a impegnarsi
    a ridurre considerevolmente e in tempi rapidi le gravi lacune in termini di facilitatori
    strategici, in particolare quelli legati alla capacità di dispiegamento rapido, come il
    trasporto aereo strategico, i sistemi di comunicazione e informazione sicuri, la
    strumentazione medica, le capacità di ciberdifesa, l’intelligence e la ricognizione; invita
    il commissario per la difesa e lo spazio a valutare la possibilità di includere, nei suoiprogetti di difesa europei di interesse comune, iniziative volte a fornire i necessari
    facilitatori strategici che agevolerebbero le missioni e le operazioni PSDC e la capacità
    di dispiegamento rapido;

Aumentare le risorse destinate alla politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE

  1. insiste sul fatto che i bisogni urgenti non possono attendere il prossimo QFP; ribadisce
    la necessità di esplorare senza indugio soluzioni innovative per reperire finanziamenti
    aggiuntivi, come investire nel settore della difesa, facilitare e accelerare la
    riassegnazione dei fondi tra diversi progetti e valutare la possibilità di adattare i criteri
    di finanziamento dell’UE per dare nuovo rilievo ai criteri di sicurezza nell’assegnazione
    della spesa;
  2. si rallegra dell’aumento dei bilanci e degli investimenti nella difesa da parte degli Stati
    membri e dell’aumento, seppur modesto, del bilancio dell’UE destinato alla PSDC nel
    2024; è fermamente convinto che, alla luce delle minacce per la sicurezza senza
    precedenti, tutti gli Stati membri dell’UE debbano raggiungere con urgenza un livello di
    spesa per la difesa, in percentuale del loro PIL, notevolmente superiore all’attuale
    obiettivo della NATO del 2 %; riconosce che 23 dei 32 alleati della NATO, tra cui 16
    paesi membri sia dell’UE che della NATO, avrebbero dovuto raggiungere l’obiettivo di
    spesa per la difesa fissato dalla NATO pari al 2 % del loro PIL entro la fine del 2024;
    sottolinea che tale numero è aumentato di sei volte rispetto al 2014, anno in cui è stato
    fissato l’obiettivo di spesa; osserva che, in virtù degli attuali sconvolgimenti geopolitici
    e della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, l’attuale bilancio dell’UE per
    la sicurezza e la difesa non è all’altezza delle sfide da affrontare nel breve e lungo
    termine; raccomanda che gli Stati membri aumentino ulteriormente gli investimenti nel
    settore della difesa, in particolare per l’approvvigionamento congiunto delle capacità di
    difesa, alla luce del fabbisogno stimato di 500 miliardi di EUR di investimenti nel
    settore della difesa entro il 2035 e sulla base dell’analisi continua delle esigenze e delle
    carenze in termini di capacità, e sostiene pienamente gli obiettivi fissati a tale riguardo
    nell’ambito dell’EDIS;
  3. invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare una discussione aperta sulla base,
    tra le altre cose, delle raccomandazioni presentate da Mario Draghi e Sauli Niinistö
    nelle rispettive relazioni, anche in merito all’aumento delle risorse destinate alla
    sicurezza e alla difesa nel prossimo QFP, all’esame di tutte le opzioni di finanziamento
    efficaci per raggiungere tale obiettivo e all’unione a livello dell’UE di una parte dei
    bilanci nazionali per la difesa al fine di generare economie di scala; invita inoltre gli
    Stati membri a modificare il processo di finanziamento dell’EPF per garantire un
    sostegno adeguato e sostenibile ai partner e agli alleati, allineandolo nel contempo alle
    missioni e alle operazioni PSDC; chiede che venga elaborata una strategia per la
    creazione di centri di eccellenza in diverse regioni dell’UE, senza duplicare il lavoro
    della NATO in questo ambito, al fine di promuovere l’innovazione e la partecipazione di
    tutti gli Stati membri garantendo che le capacità e le conoscenze specializzate di
    ciascuno Stato membro contribuiscano a una base industriale della difesa più coesa e
    integrata;
  4. accoglie con favore il nuovo strumento finanziario di azione per la sicurezza dell’Europa
    ed esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire che l’aumento degli
    investimenti nelle capacità di difesa dell’Europa rispetti il concetto di “comprare di più,
    comprare meglio, comprare insieme, comprare europeo”; si rammarica del ricorso
    all’articolo 122 e della conseguente mancanza di coinvolgimento del Parlamentonell’approvazione di tale strumento;
  5. accoglie con favore la strategia per l’unione dei risparmi e degli investimenti ed esprime
    l’auspicio che essa renda più agevole mobilitare i risparmi privati verso mercati dei
    capitali più efficienti e convogliare gli investimenti nel settore della difesa;
  6. esorta gli Stati membri a sostenere l’istituzione di una banca per la difesa, la sicurezza e
    la resilienza, che funga da istituto multilaterale di prestito concepito per fornire prestiti a
    un basso tasso di interesse e a lungo termine per sostenere le principali priorità in
    materia di sicurezza nazionale, quali il riarmo, la modernizzazione della difesa, gli
    sforzi di ricostruzione in Ucraina e il riacquisto di infrastrutture critiche attualmente
    controllate da paesi terzi ostili;
  7. ricorda che gli obiettivi di solidarietà, coesione e convergenza dell’UE si applicano
    anche alla difesa; evidenzia che i mezzi finanziari necessari per ricostruire ed espandere
    le nostre capacità di difesa nel decennio a venire incideranno in misura significativa
    sulla solidità e sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, e che pertanto è necessario
    garantire cooperazione e coordinamento a livello dell’UE attraverso un’autentica politica
    economica per la difesa; sottolinea che l’aumento degli investimenti nel settore della
    difesa non dovrebbe entrare in concorrenza con altre priorità di investimento, compresa
    la coesione sociale; ricorda inoltre che gli orientamenti finanziari dovrebbero essere
    ancorati a un approccio alla resilienza per l’intera società, pertanto devono essere
    ampiamente sostenuti dai cittadini europei e tale sostegno deve essere sostenibile nel
    lungo termine; sottolinea che l’onere finanziario deve quindi essere ripartito equamente,
    soprattutto tra le imprese redditizie che già beneficiano di partecipazioni pubbliche o di
    aiuti di Stato; evidenzia inoltre che la spesa pubblica dovrebbe essere integrata da
    maggiori finanziamenti privati; invita la Commissione a riflettere sui possibili scenari
    fiscali che consentirebbero una ripartizione più equa dell’onere finanziario e
    limiterebbero le perturbazioni della concorrenza nell’ambito dell’EDTIB indotte dagli
    aiuti di Stato e dalle procedure di appalto distorsive del mercato;
  8. chiede che il prossimo QFP fornisca realmente i mezzi per costruire una vera Unione
    della difesa; sostiene le proposte volte a fornire ingenti investimenti finanziari dell’UE
    nel settore della difesa europea e a stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica,
    nonché i progetti a duplice uso, nell’industria europea della difesa, rafforzandone in tal
    modo la competitività e promuovendo progressi che contribuiscano sia alla sicurezza
    che alla crescita economica sostenibile; sottolinea che gli investimenti nel settore della
    difesa a titolo del bilancio dell’UE dovrebbero solo integrare, ma non sostituire, gli
    sforzi finanziari degli Stati membri, soprattutto in virtù dell’ambizione dei paesi che
    fanno parte sia dell’UE che della NATO di investire il 2 % del loro PIL nella difesa;
    invita gli Stati membri ad anticipare la revisione della portata e della determinazione
    delle spese comuni per rafforzare la solidarietà e incoraggiare la partecipazione alle
    missioni e alle operazioni PSDC, insieme alla revisione delle spese legate alle
    esercitazioni, conformemente alla bussola strategica;
  9. invita la Commissione ad aumentare il debito comune, per far sì che l’Unione disponga
    della capacità di bilancio necessaria per contrarre prestiti in situazioni eccezionali e di
    crisi, presenti e future, tenendo conto dell’esperienza e degli insegnamenti tratti da
    NextGenerationEU, vista la necessità pressante di rafforzare la sicurezza e la difesa per
    proteggere i cittadini dell’UE, ripristinare la deterrenza e sostenere gli alleati,
    innanzitutto l’Ucraina; sottolinea che l’onere di tale azione deve essere condiviso
    equamente;81. chiede che il prossimo QFP fornisca maggiore sostegno finanziario per garantire la
    fornitura tempestiva di prodotti di difesa mediante appalti congiunti, coordinamento
    industriale, stoccaggio, sostegno alle PMI ed espansione delle capacità produttive;
    sottolinea che tali finanziamenti dovrebbero in particolare dare priorità agli Stati
    membri confinanti con l’Ucraina per rafforzarne la protezione, nonché agli Stati membri
    che si trovano ad affrontare un rischio elevato di minacce militari convenzionali, come
    quelli confinanti con la Russia e la Bielorussia;
  10. esprime preoccupazione per la mancanza dei tanto necessari finanziamenti privati per
    l’EDTIB, in particolare per le PMI, e ritiene che tale carenza possa derivare dalla
    mancanza di contratti pubblici a lungo termine o da un’interpretazione eccessivamente
    restrittiva dei criteri ambientali, sociali e di governance; accoglie pertanto con favore la
    precisazione fornita dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati il 14
    maggio 2024, secondo cui l’accesso ai fondi è vietato automaticamente solo alle imprese
    che trattano armi vietate a norma del diritto internazionale; accoglie con favore le
    proposte contenute nella relazione Niinistö per evitare la frammentazione della spesa
    per la difesa, combinare i flussi di finanziamento pertinenti e stimolare maggiori
    investimenti del settore privato; invita la Commissione a valutare le raccomandazioni e
    a presentare proposte concrete; sottolinea la necessità di migliorare l’accesso
    dell’industria della difesa ai mercati dei capitali;

Politica di prestito della BEI per il settore della difesa

83. sottolinea l’importanza, per il settore della difesa, dell’accesso ai prestiti forniti dalla
BEI quale catalizzatore per gli investimenti privati nell’industria europea della difesa;
accoglie con favore l’ulteriore estensione dei criteri di ammissibilità della BEI ai beni a
duplice uso e invita la BEI ad adottare ulteriori misure al riguardo; evidenzia che, dato
l’obiettivo della BEI di promuovere lo sviluppo dell’UE e di sostenere le sue politiche,
in particolare la politica di difesa e il rafforzamento dell’EDTIB, in linea con l’articolo
309 TFUE, la BEI dovrebbe riesaminare ulteriormente la sua politica in materia di
prestiti e adeguarla costantemente; invita la BEI a procedere a una revisione dell’impatto
dell’estensione della sua politica in materia di beni a duplice uso e a riformare, se del
caso, il suo elenco di ammissibilità, in modo che le munizioni e le attrezzature militari
che eccedono le applicazioni a duplice uso non siano più escluse dai finanziamenti della
BEI; accoglie con favore l’iniziativa strategica per la sicurezza europea della BEI del
2022 volta a sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione a duplice uso, le
infrastrutture di sicurezza e progetti tecnologici incentrati sulla cibersicurezza, il nuovo
spazio, l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche;

Contribuire più efficacemente alla sicurezza globale attraverso la politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE e rafforzare il ruolo dell’UE come attore nel settore della sicurezza

Allentamento delle tensioni, prevenzione delle guerre e sostegno alla risoluzione dei conflitti

84. condanna fermamente ed esprime profonda preoccupazione per il sostegno della Cina
alla Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, in particolare attraverso la
cooperazione con la base industriale e tecnologica militare della Russia, l’esportazione
di beni e tecnologie a duplice uso verso la Russia e il costante coinvolgimento di
imprese con sede in Cina nell’evasione e nell’elusione delle sanzioni; esprime, a tale
proposito, profonda preoccupazione per le recenti segnalazioni secondo cui la Cina
starebbe producendo droni da attacco a lungo raggio destinati a essere utilizzati dallaRussia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, e chiede che siano previste
conseguenze gravi nell’ambito della politica esterna dell’UE nei confronti della Cina
qualora quest’ultima continui a sostenere gli sforzi di armamento della Russia; deplora il
partenariato “senza limiti” tra Russia e Cina ed esprime profonda preoccupazione per il
rinnovato impegno dei due paesi a rafforzare ulteriormente i loro legami; accoglie con
favore la decisione del Consiglio di imporre sanzioni alle imprese cinesi per il loro
sostegno alla guerra russa in Ucraina;

  1. esprime profonda preoccupazione per i crescenti investimenti della Cina nelle capacità
    militari e per la militarizzazione delle sue catene di approvvigionamento al fine di
    rafforzare la sua industria, sfruttando nel contempo le opportunità politiche ed
    economiche messe a disposizione dalla guerra di aggressione della Russia contro
    l’Ucraina; esprime inoltre profonda preoccupazione per l’impatto delle dipendenze
    europee dalla Cina sulla credibilità della capacità degli Stati membri di salvaguardare la
    propria sicurezza nazionale e della capacità dell’UE nel suo complesso di criticare e
    contrastare efficacemente la coercizione economica della Cina, un’eventuale escalation
    delle tensioni con Taiwan e il sostegno alla Russia; invita la Commissione e gli Stati
    membri a dare seria attuazione a una politica di “riduzione dei rischi” al fine di gestire i
    rischi derivanti dall’interazione con la Cina in ambito economico e tecnologico; chiede,
    a tale proposito, che siano affrontati i rischi posti dai fornitori cinesi nelle infrastrutture
    critiche dell’UE e che non siano destinati fondi o sovvenzioni dell’UE per favorire la
    posizione di tali fornitori in Europa;
  2. condanna fermamente le esercitazioni militari ingiustificate della Cina del 14 ottobre
    2024 intorno a Taiwan; condanna inoltre il numero crescente di atti ostili perpetrati
    dalla Cina nei confronti di Taiwan, tra cui attacchi informatici, campagne di influenza,
    l’incursione di aerei da guerra cinesi nella zona di identificazione della difesa aerea di
    Taiwan e la recisione di cavi sottomarini; ribadisce il proprio saldo impegno a
    preservare lo status quo nello stretto di Taiwan e sottolinea che qualsiasi tentativo di
    modifica unilaterale, in particolare attraverso la forza o la coercizione, non sarà
    accettato e susciterà una reazione decisa e ferma; plaude alla moderazione e alla
    reazione disciplinata delle autorità taiwanesi e invita le autorità cinesi a dar prova di
    moderazione ed evitare qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente le tensioni
    tra le due sponde dello stretto; chiede scambi regolari tra l’UE e le sue controparti
    taiwanesi sulle questioni di sicurezza pertinenti e una maggiore cooperazione nella lotta
    alla disinformazione e alle ingerenze straniere; sottolinea che qualsiasi escalation nello
    stretto di Taiwan avrebbe effetti dannosi sulla sicurezza e sull’economia europee ed
    esorta pertanto la Commissione a iniziare a mettere a punto piani di emergenza e misure
    di mitigazione basati su scenari di escalation probabili, come ad esempio un blocco
    economico di Taiwan da parte della Cina;
  3. esprime profonda preoccupazione per le azioni sempre più aggressive della Cina nel
    Mar cinese meridionale e nella regione indo-pacifica, in particolare il ricorso alla
    coercizione militare ed economica, le tattiche di guerra ibrida, le pericolose manovre
    condotte dalla marina e dalla guardia costiera cinesi contro i propri vicini e la
    costruzione di isole artificiali, con l’obiettivo di avanzare rivendicazioni marittime
    illecite e minacciare le rotte marittime; segnala che una nave ricollegabile alla Cina ha
    reciso un cavo sottomarino taiwanese agli inizi del gennaio 2025 e chiede un’indagine
    approfondita al riguardo; invita inoltre Taiwan e l’UE a condividere informazioni su tali
    incidenti; ribadisce il suo vivo interesse e forte sostegno per quanto concerne la libertà
    di navigazione e la sicurezza marittima in qualsiasi luogo, in particolare nel Mar cinese
    meridionale; invita le autorità cinesi a porre fine a tutte le azioni aggressive e alleprovocazioni, in particolare le operazioni aeree e marittime nello stretto di Taiwan e nel
    Mar cinese meridionale che mettono a rischio la stabilità nella regione indo-pacifica
    compromettendo in tal modo la sicurezza e la pace internazionale, la sovranità dei paesi
    della regione, la sicurezza della vita in mare e la libertà di navigazione nel pieno rispetto
    dell’UNCLOS; plaude all’aumento delle esercitazioni di libertà di navigazione condotte
    da diversi paesi dell’UE, tra cui Francia, Paesi Bassi e Germania; osserva che tali attività
    sono in linea con il diritto internazionale e sollecita un rafforzamento della
    cooperazione e del coordinamento con i partner regionali, anche attraverso presenze
    marittime coordinate nell’Oceano indiano nordoccidentale, al fine di accrescere il
    numero delle operazioni di libertà di navigazione nella regione;
  4. continua a essere preoccupato per la pressione politica ed economica esercitata dalla
    Cina e dalla Russia in Asia centrale e sottolinea la necessità di accrescere la presenza
    dell’UE nella regione in risposta a tale pressione; evidenzia l’interesse dell’UE a
    rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza, le relazioni economiche e i legami
    politici con i paesi dell’Asia centrale, anche al fine di affrontare la questione
    dell’elusione delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia;
  5. condanna con la massima fermezza l’Iran per le sue attività destabilizzanti nella regione
    del Medio Oriente, anche tramite i suoi mandatari, e per il suo costante sostegno a
    gruppi terroristici, che costituisce una minaccia diretta per la sicurezza regionale,
    europea e globale; condanna la crescente cooperazione militare tra l’Iran e la Russia, in
    particolare la loro intenzione di firmare un trattato su un partenariato strategico globale;
    esprime, tuttavia, pieno sostegno e solidarietà alla società civile e alle forze
    democratiche in Iran e chiede maggiori sforzi internazionali per sostenere questi gruppi
    nella loro lotta per la libertà e i diritti umani; accoglie con favore la decisione dell’UE di
    rinnovare le sanzioni contro l’Iran fino a luglio 2025, imponendo anche sanzioni sulla
    sua produzione di droni e missili e sulla fornitura di tali attrezzature alla Russia e a tutta
    la regione del Medio Oriente; sottolinea che le opzioni sanzionatorie non ancora
    esaurite comprendono un approccio molto più restrittivo ai trasferimenti di tecnologia
    attraverso l’esportazione di prodotti che non sono classificati come “a duplice uso”;
  6. condanna senza riserve il governo iraniano per aver aiutato e favorito organizzazioni e
    reti terroristiche riconosciute a livello internazionale, come Hamas ed Hezbollah, che
    hanno perpetrato o intentato attacchi all’interno dell’UE, rappresentando una minaccia
    diretta per la sicurezza, la sovranità e la stabilità europee; ricorda, a tale proposito, che il
    Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche è stato coinvolto nella pianificazione e
    nell’esecuzione di decine di omicidi e attacchi terroristici, anche sul territorio europeo,
    negli ultimi 30 anni e, più recentemente, in attacchi contro sinagoghe e individui di
    religione ebraica, nonché contro ambasciate israeliane in diversi Stati membri; esorta
    l’UE e gli Stati membri a rafforzare la condivisione di intelligence e le misure
    antiterrorismo per prevenire attacchi futuri; rinnova il suo invito di lunga data ad
    aggiungere il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche all’elenco dell’UE delle
    organizzazioni terroristiche e sostiene le iniziative intraprese da alcuni Stati membri al
    riguardo;
  7. ritiene che il programma di armamento nucleare dell’Iran rappresenti una delle
    principali minacce alla sicurezza globale e sottolinea che, se riuscirà ad acquisire la
    capacità di dotarsi di armi nucleari, vi è il rischio che l’Iran diventi più belligerante e
    intensifichi il sostegno statale al terrorismo e la proliferazione di missili e droni;
  8. condanna nuovamente, con la massima fermezza, gli spregevoli attacchi terroristiciperpetrati dall’organizzazione terroristica Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, che
    hanno contribuito a destabilizzare ancor di più il Medio Oriente e sono stati amplificati
    dalle aggressioni mosse contro Israele da mandatari iraniani (fra cui organizzazioni
    terroristiche come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen) e dallo stesso regime
    iraniano; ribadisce il diritto di Israele all’autodifesa, quale sancito e limitato dal diritto
    internazionale; chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone ancora
    ostaggio di Hamas; invita tutte le parti a porre immediatamente fine a tutte le ostilità e a
    rispettare pienamente il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale
    umanitario; esprime forte preoccupazione quanto alla recente rottura del cessate il fuoco
    a Gaza e chiede un immediato ritorno ad esso; sottolinea che ciò rappresenterebbe un
    passo importante per alleviare l’enorme sofferenza inferta ai civili di entrambe le parti
    negli ultimi mesi; plaude all’impegno dimostrato dai mediatori, tra cui gli Stati Uniti,
    l’Egitto e il Qatar, i cui sforzi sono stati fondamentali per arrivare al primo cessate il
    fuoco; esorta tutti gli attori europei e internazionali a contribuire attivamente al
    raggiungimento di una nuova svolta, a vigilare sull’attuazione del cessate il fuoco e a
    fare in modo che coloro che non lo rispettano siano chiamati a rispondere delle proprie
    azioni;
  9. accoglie con favore il ridispiegamento della missione dell’UE di assistenza alle frontiere
    a Rafah il 31 gennaio 2025 per sostenere l’Autorità palestinese nell’agevolare il
    passaggio sicuro per le evacuazioni mediche durante la fase I del cessate il fuoco; è
    pronto ad avviare discussioni sui futuri contributi concreti a sostegno di un cessate il
    fuoco;
  10. esprime profonda preoccupazione per l’escalation militare in Medio Oriente, che
    contribuisce a destabilizzare ulteriormente la regione; deplora il numero inaccettabile di
    vittime civili, lo sfollamento forzato causato dall’intensificarsi delle violenze e l’uso
    persistente della forza militare; esprime inoltre profonda preoccupazione per l’azione
    militare in corso nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ad opera delle forze di difesa
    israeliane; condanna le forze di difesa israeliane per aver aperto il fuoco contro la forza
    interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), commettendo una grave violazione
    del diritto internazionale; ribadisce l’essenziale ruolo di stabilizzazione svolto
    dall’UNIFIL, cui contribuiscono 16 Stati membri, nel sud del Libano; chiede un cessate
    il fuoco immediato sia a Gaza che in Libano, la fine delle ostilità, l’attuazione piena e
    simmetrica della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
    e la protezione della popolazione civile; pone in evidenza la necessità che l’UE e altri
    attori internazionali si assumano maggiori responsabilità e assistano i governi e le
    organizzazioni della società civile in Medio Oriente nel raggiungere una pace duratura e
    sostenibile, in particolare continuando a sostenere una soluzione fondata sulla
    coesistenza di due Stati tra Israele e Palestina e contrastando il terrorismo e la
    radicalizzazione nella regione; sottolinea che l’evoluzione dei conflitti nella regione ha
    ripercussioni sulle regioni limitrofe e sull’Europa e pone sfide in materia di sicurezza
    per l’UE per quanto riguarda il futuro della deterrenza, del diritto umanitario e della
    gestione delle crisi;
  11. accoglie con favore il piano arabo di ripresa e ricostruzione presentato al vertice del
    Cairo il 4 marzo 2025, che rappresenta una solida base per le discussioni sul futuro della
    Striscia di Gaza; incoraggia la VP/AR e la commissaria responsabile per il
    Mediterraneo a collaborare in modo costruttivo con i partner arabi per fornire soluzioni
    credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza di Gaza; respinge, d’altro
    canto, la proposta “Trump Gaza”, che non tiene conto della volatilità delle condizioni di
    sicurezza in tutto il Medio Oriente; è del parere che la gravità della distruzione e dellesofferenze umane a Gaza richieda un impegno internazionale globale in virtù del quale
    gli Stati Uniti, l’UE, le Nazioni Unite, gli Stati arabi e altri partner internazionali
    completerebbero i rispettivi sforzi per far sì che i negoziati riprendano e siano
    costruttivi; si impegna a favore dei futuri sforzi di normalizzazione tra Israele e gli Stati
    arabi nella regione;
  12. esorta il Consiglio e gli Stati membri a designare Hezbollah, nella sua totalità, come
    organizzazione terroristica e a promuoverne il completo disarmo in linea con la
    risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea le
    recenti decisioni adottate da diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Canada, di designare
    Samidoun come organizzazione terroristica che agisce come mandatario del Fronte
    popolare per la liberazione della Palestina; evidenzia che Samidoun è stata messa al
    bando in Germania nel 2023 e invita gli altri Stati membri dell’UE ad adottare misure
    analoghe vietando la presenza di tale organizzazione sul loro territorio;
  13. osserva che il confine tra Giordania e Siria è utilizzato come punto di attraversamento
    per il traffico di armi e droga; sottolinea la necessità di un sostegno continuo dell’UE
    alla Giordania, indebolita dall’attuale crisi in Medio Oriente, e chiede un maggiore
    ricorso all’EPF per proteggere il confine tra Giordania e Siria;
  14. riconosce che la Turchia è un paese di rilevanza strategica per l’UE; osserva che la
    Turchia è sempre più presente in aree in cui l’UE ha interessi essenziali in materia di
    sicurezza e dove sono attive missioni e operazioni PSDC; prende atto con rammarico
    del ruolo destabilizzante della Turchia in alcune aree d’interesse per l’UE nonché nel suo
    vicinato; pone in evidenza le attività illegali della Turchia contro gli interessi dell’UE
    nel Mediterraneo orientale, in violazione del diritto internazionale, compresa
    l’UNCLOS; ribadisce la sua condanna della firma dei memorandum d’intesa tra la
    Turchia e la Libia su una cooperazione militare e di sicurezza globale e sulla
    delimitazione delle zone marittime, che sono interconnessi e violano chiaramente il
    diritto internazionale, le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni
    Unite e i diritti sovrani degli Stati membri dell’UE; deplora il fatto che la Turchia
    compromette l’efficacia delle sanzioni dell’UE contro la Russia e ribadisce il suo invito
    alla Turchia ad allinearsi pienamente a tali sanzioni; invita la Turchia ad astenersi dal
    compromettere le missioni e le operazioni PSDC dell’UE; rinnova il suo appello alla
    Turchia affinché adempia l’obbligo di attuare integralmente e in modo non
    discriminatorio il protocollo aggiuntivo dell’accordo di Ankara nei confronti di tutti gli
    Stati membri, compresa la Repubblica di Cipro;
  15. deplora il fatto che, nonostante gli sforzi di allentamento delle tensioni, la Turchia
    continui a mantenere la minaccia di casus belli nei confronti della Grecia e a occupare
    illegalmente la parte settentrionale della Repubblica di Cipro; condanna fermamente le
    attività illegali della Turchia a Cipro, tra cui la violazione dello status della zona
    cuscinetto, la crescente militarizzazione delle zone occupate della Repubblica di Cipro
    nonché i suoi sforzi per potenziare l’entità secessionista nella parte occupata di Cipro in
    violazione del diritto internazionale, osservando che tali attività non favoriscono la
    ripresa dei negoziati guidati dalle Nazioni Unite; condanna il fatto che la Turchia
    continui a violare le risoluzioni 550 (1984) e 789 (1992) del Consiglio di sicurezza delle
    Nazioni Unite, che invitano la Turchia a trasferire la zona di Varosia ai suoi legittimi
    abitanti nell’ambito dell’amministrazione temporanea delle Nazioni Unite, sostenendo
    l’apertura della città al pubblico; esorta nuovamente la Turchia a fare marcia indietro
    riguardo alle sue azioni illegali e unilaterali a Varosia; invita altresì la Turchia a ritirare
    le sue truppe da Cipro;100. chiede con urgenza la ripresa dei negoziati sulla riunificazione di Cipro sotto l’egida del
    Segretario generale delle Nazioni Unite e ribadisce il suo sostegno incondizionato a
    Cipro nel trovare una soluzione; invita la Turchia ad accettare una soluzione equa,
    globale e praticabile a tale questione;
  16. accoglie con favore la riunione informale estesa convocata dal Segretario generale delle
    Nazioni Unite il 18 marzo 2025 a Ginevra al fine di aprire la strada alla ripresa dei
    negoziati sulla questione cipriota, rigorosamente nell’ambito del quadro concordato
    delle Nazioni Unite, l’unico accettato dall’UE e dalla comunità internazionale, e in linea
    con il diritto, i valori e i principi dell’Unione; ricorda che la riunificazione di Cipro
    rappresenta una priorità per l’UE, che è pronta a intensificare gli sforzi e ad assumere un
    ruolo attivo nel sostenere il processo guidato dalle Nazioni Unite con tutti gli strumenti
    a sua disposizione; invita la Turchia a partecipare in modo costruttivo ai negoziati e a
    riavvicinarsi al tavolo negoziale in buona fede;
  17. chiede che l’UE svolga un ruolo di rilievo nel Mediterraneo e diventi un attore di
    sicurezza in grado di garantire la stabilità della regione e il rispetto del diritto
    internazionale e dell’UNCLOS; accoglie con favore, a tale riguardo, la nomina di una
    commissaria per il Mediterraneo sotto la guida e la direzione politica della VP/AR;
    sottolinea la necessità che la VP/AR, in cooperazione con la commissaria per il
    Mediterraneo, ove necessario, e in consultazione con gli Stati membri, sviluppi una
    strategia di sicurezza coerente per quanto riguarda la regione del Mediterraneo e i paesi
    vicini, compresi il Nord Africa, il Levante e il Sahel; chiede una cooperazione rafforzata
    con i paesi partner nel Mediterraneo per combattere l’estremismo, il terrorismo, il
    commercio illecito di armi e la tratta di esseri umani;
  18. prende atto con preoccupazione delle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti in
    Libia, come evidenziato nella risoluzione 2755 (2024) del Consiglio di sicurezza delle
    Nazioni Unite; sottolinea la necessità di esaminare il ruolo delle missioni e delle
    operazioni PSDC – EUBAM Libia ed EUNAVFOR IRINI – nel contrastare
    efficacemente il traffico e la tratta di esseri umani, come pure le loro attività in relazione
    alla necessità di tutelare i diritti fondamentali dei migranti;
  19. rileva che il rapido crollo del regime criminale di Bashar al-Assad in Siria, sostenuto dal
    Cremlino dal 2015, costituisce una sconfitta politica significativa per Vladimir Putin e
    minaccia la presenza strategica e militare della Russia in Siria; ricorda che, dal 2015, le
    basi militari di Hmeimim e Tartus fungono da punti chiave per la proiezione della
    potenza russa in Medio Oriente e in Africa; osserva inoltre che le basi militari di
    Hmeimim e Tartus sono state essenziali per la fornitura e il trasporto di armi pesanti e
    attrezzature destinate alle compagnie militari private russe, come il gruppo Wagner e le
    sue operazioni in Libia, Mali, Repubblica centrafricana e Sudan; sottolinea che la
    perdita delle basi militari in Siria potrebbe indebolire la capacità operativa della Russia
    e la sua influenza in Africa; invita pertanto l’UE e i suoi Stati membri a monitorare
    attentamente la situazione in Siria, a subordinare i legami con il nuovo regime siriano al
    completo ritiro della Russia dal paese e a impedire alla Russia di creare nuove basi
    militari altrove nella regione; riconosce, a tale proposito, la notevole influenza dell’UE
    nei confronti della Siria in termini di riconoscimento politico, allentamento delle
    sanzioni, accordi commerciali e sostegno finanziario per la ricostruzione, il che rende
    l’UE un’alternativa alla Turchia nella definizione del futuro della Siria;
  20. esprime crescente preoccupazione per i continui tentativi della Russia di destabilizzare i
    paesi del vicinato orientale dell’UE attraverso il ricorso alla manipolazione delleinformazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri, gli omicidi politici, le minacce
    e le occupazioni territoriali, il cui obiettivo è incidere negativamente sulle loro
    aspirazioni europee e sulla loro stabilità, e condanna tali azioni; sottolinea la necessità
    di rafforzare la capacità dell’UE di difendere e consolidare società democratiche e
    basate sui valori nei paesi del vicinato orientale dell’Unione;
  21. ribadisce l’impegno dell’UE a sostenere la sovranità e l’integrità territoriale della
    Repubblica di Moldova all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale,
    come pure gli sforzi volti a pervenire a una soluzione politica pacifica, duratura e
    globale al conflitto transnistriano; condanna fermamente i tentativi continui e coordinati
    da parte della Russia, degli oligarchi filorussi e di mandatari locali sponsorizzati dalla
    Russia tesi a destabilizzare la Repubblica di Moldova, creare divisioni all’interno della
    società moldova e indebolire la direzione europeista del paese attraverso attacchi ibridi,
    la strumentalizzazione delle forniture energetiche a fini bellici, la disinformazione,
    allarmi bomba e l’inscenamento di proteste, nonché la minaccia o l’uso della violenza;
    osserva con preoccupazione che il servizio di sicurezza e intelligence della Repubblica
    di Moldova ha segnalato che le azioni della Russia volte a trattenere la Moldova nella
    sua sfera di influenza si sono intensificate fino a raggiungere un livello senza
    precedenti; sottolinea che tale minaccia ibrida attacca i processi democratici e
    compromette l’integrazione europea, ad esempio mediante l’amplificazione delle
    tendenze separatiste radicali nel Sud del paese, in particolare nella Gagauzia, l’utilizzo
    della propaganda, la manipolazione dello spazio dell’informazione, l’ingerenza nel
    processo elettorale e lo svolgimento di operazioni sovversive;
  22. ribadisce i suoi inviti alla Russia a ritirare le sue forze e attrezzature militari dal
    territorio della Repubblica di Moldova, a garantire la completa distruzione di tutte le
    munizioni e attrezzature stoccate nel deposito di Cobasna sotto supervisione
    internazionale e a sostenere una soluzione pacifica al conflitto transnistriano, in linea
    con i principi del diritto internazionale; chiede un maggiore sostegno dell’UE alla
    Moldova nella lotta alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di
    attori stranieri, alle minacce ibride e agli attacchi informatici; esorta gli Stati membri a
    stanziare maggiori finanziamenti per l’EPF al fine di rafforzare le capacità di difesa
    della Moldova;
  23. riconosce che la Georgia è stata il primo obiettivo, nel 2008, dell’aggressione militare su
    larga scala della Russia e dei suoi tentativi di ridisegnare con la forza i confini di uno
    Stato sovrano in Europa; sottolinea che dal 2008 la Russia continua a esercitare la sua
    occupazione illegale e il suo controllo effettivo sulle regioni occupate della Georgia;
    evidenzia che la presenza militare e il significativo rafforzamento militare della Russia
    nelle regioni occupate, le sue attività illegali, le continue attività di delimitazione dei
    confini lungo la linea di demarcazione amministrativa e le sue violazioni dei diritti
    umani in Georgia rappresentano un grave rischio per la sicurezza del paese e per il più
    ampio quadro di sicurezza dell’Europa; ribadisce il suo invito affinché la Russia ritiri
    tutte le sue forze e attrezzature militari dal territorio della Georgia;
  24. condanna fermamente l’abbattimento, da parte della Russia, del volo 8243 della
    Azerbaijan Airlines il 25 dicembre 2024, che ha provocato la morte di 38 dei 67
    passeggeri a bordo; sottolinea che ciò mette ancora una volta in luce la natura brutale e
    belligerante del regime russo;
  25. esorta l’UE a continuare a impegnarsi attivamente e ad adottare misure decisive,
    attraverso i suoi importanti strumenti, per garantire che la Russia adempia agli obblighiprevisti dall’accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 mediato dall’UE, in
    particolare agli obblighi di ritirare tutte le sue forze militari dai territori occupati dalla
    Georgia, di consentire il dispiegamento di meccanismi di sicurezza internazionali
    all’interno di entrambe le regioni georgiane e l’accesso senza ostacoli della missione di
    vigilanza dell’UE all’intero territorio della Georgia, impegnandosi in modo costruttivo
    nelle discussioni internazionali di Ginevra e nei meccanismi di prevenzione e di risposta
    agli incidenti; invita il SEAE a preparare una relazione approfondita sulle violazioni
    dell’accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008, a identificare e comunicare
    chiaramente le disposizioni che non sono ancora state rispettate dalla Russia e a
    presentare raccomandazioni;
  26. accoglie con favore la recente notizia della conclusione positiva dei negoziati tra
    Armenia e Azerbaigian sul testo integrale del progetto di accordo sulla pace e
    l’istituzione di relazioni interstatali, elogia l’Armenia per aver spianato la strada alla
    finalizzazione del testo ed esorta i dirigenti azeri a firmare e ad attuare, in buona fede,
    l’accordo di pace quale concluso in sede negoziale;
  27. condanna l’Azerbaigian per i costanti sforzi volti a indebolire le possibilità di pace nella
    regione e per le continue minacce contro l’Armenia; invita l’UE e i suoi Stati membri a
    sospendere qualsiasi assistenza tecnica, finanziaria o di sicurezza all’Azerbaigian, anche
    attraverso vari strumenti dell’UE, che potrebbe contribuire all’aumento delle capacità
    offensive dell’Azerbaigian o mettere a repentaglio la sicurezza, l’integrità territoriale e la
    sovranità dell’Armenia;
  28. ricorda che è trascorso un anno dalla presa del Nagorno-Karabakh da parte
    dell’Azerbaigian, che ha comportato lo sfollamento forzato di oltre 140 000 armeni dalla
    regione; condanna il sostegno militare e la fornitura di armi all’Azerbaigian da parte di
    paesi terzi; sottolinea che l’Azerbaigian si è reso colpevole di gravi violazioni dei diritti
    umani nel Nagorno-Karabakh; condanna la distruzione del patrimonio culturale armeno
    nella regione da parte dell’Azerbaigian; chiede il rilascio di tutti e 23 gli ostaggi armeni
    detenuti in Azerbaigian, fra cui ex funzionari de facto del Nagorno-Karabakh e
    prigionieri di guerra catturati nella guerra del 2020; invita il Consiglio a considerare la
    possibilità di imporre sanzioni mirate e individuali nei confronti dei responsabili di
    violazioni del cessate il fuoco e violazioni dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh;
  29. apprezza la decisione di adottare la prima misura di assistenza nell’ambito dell’EPF a
    sostegno delle forze armate armene, in quanto ciò rafforzerebbe la resilienza
    dell’Armenia nel garantire sicurezza, indipendenza e sovranità; chiede un ulteriore
    rafforzamento della cooperazione tra l’Armenia e l’UE nel settore della sicurezza e della
    difesa, in particolare nel settore dello sminamento, anche attraverso l’uso dell’EPF,
    tenendo conto del riesame, da parte dell’Armenia, della sua adesione all’Organizzazione
    del trattato di sicurezza collettiva; accoglie con favore le azioni intraprese da diversi
    Stati membri per fornire sostegno militare difensivo all’Armenia ed esorta gli altri Stati
    membri a prendere in considerazione iniziative analoghe;
  30. sottolinea che l’UE dovrebbe rivedere urgentemente la sua strategia regionale per il
    Sahel, a seguito dei vari colpi di Stato nella regione; deplora vivamente la partenza
    forzata delle truppe francesi e delle forze di mantenimento della pace delle Nazioni
    Unite dalla regione e condanna la presenza, al loro posto, di società militari private e di
    forze ausiliarie sponsorizzate dallo Stato come il Corpo africano (ex gruppo Wagner);
    sottolinea che tali società militari private hanno svolto un ruolo destabilizzante nel
    Sahel e hanno sostenuto vari regimi repressivi nel tentativo di rafforzare l’influenzarussa in Africa; richiama l’attenzione sulla fornitura di armi da parte della Russia ai
    regimi militari del Sahel; osserva inoltre che altri attori, come la Turchia, sono sempre
    più presenti nella regione; esorta il rappresentante speciale dell’UE per il Sahel e gli
    Stati membri a mantenere l’impegno diplomatico e a continuare a sostenere la società
    civile e a erogare fondi per lo sviluppo e gli aiuti umanitari;
  31. esprime preoccupazione per la mancanza di coerenza nella risposta dell’UE alle crisi
    della regione dei Grandi Laghi e invita il Consiglio a riesaminare la strategia rinnovata
    dell’UE per i Grandi Laghi, adottata il 20 febbraio 2023; riconosce l’importanza di un
    reale impegno dell’UE a favore della pace nella regione; prende atto con preoccupazione
    del ruolo svolto dal Ruanda nella parte orientale della Repubblica democratica del
    Congo (RDC) e invita l’UE a imporre condizioni per un eventuale sostegno militare al
    Ruanda; condanna fermamente la confisca, da parte dell’M23, di territori nella parte
    orientale della RDC, comprese le capitali regionali di Goma e Bukavu, che ha causato
    direttamente la morte di circa 3 000 civili; condanna altresì le violazioni della sovranità
    e dell’integrità territoriale della parte orientale della RDC da parte dei ribelli dell’M23;
    esprime profonda preoccupazione per la situazione umanitaria di milioni di sfollati nella
    zona e per il ricorso allo stupro come arma di guerra strategica; esorta la VP/AR a
    intraprendere azioni chiare in linea con la strategia dell’UE per i Grandi Laghi al fine di
    ripristinare la stabilità e a cooperare con la missione delle Nazioni Unite per la
    stabilizzazione della RDC (MONUSCO) per proteggere i civili nella parte orientale
    della RDC; sollecita il governo ruandese a ritirare le sue truppe dal territorio della RDC
    e a cessare la cooperazione con i ribelli dell’M23, ivi compresa la fornitura di armi e
    truppe e supporto logistico; invita l’UE a sospendere il suo memorandum d’intesa sulle
    materie prime e ogni cooperazione militare con il Ruanda, anche attraverso l’EPF e
    qualsiasi altro meccanismo, fino a quando il Ruanda non smetterà di sostenere
    illegalmente i gruppi armati e non rispetterà pienamente la sovranità e l’integrità
    territoriale della RDC; invita parallelamente la RDC a cessare la cooperazione con i
    gruppi ribelli nella regione; sostiene il processo di pace di Luanda e Nairobi per
    giungere a una soluzione politica del conflitto con mezzi diplomatici ed esorta la
    VP/AR a proseguire la sensibilizzazione diplomatica delle parti coinvolte nel conflitto e
    di altre parti nella regione, nonché ad aumentare la pressione sulle parti affinché
    riavviino negoziati pacifici, anche rinviando le consultazioni dell’UE in materia di
    sicurezza e difesa con il Ruanda e adottando sanzioni, in funzione della situazione sul
    campo e dei progressi compiuti nei processi di mediazione regionale in corso;
  32. esprime delusione dinanzi alla sospensione delle attività dell’Agenzia statunitense per lo
    sviluppo internazionale (USAID) e sottolinea che ciò aumenta in misura significativa le
    sfide in materia di sicurezza e difesa, dal momento che gli investimenti critici nella
    resilienza, nell’adattamento, nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace
    sono stati ormai ridotti; invita pertanto l’UE e i suoi partner internazionali a garantire
    che il vuoto lasciato non sia utilizzato dai nostri avversari riflettendo strategicamente su
    come rilevare determinati programmi rimasti privi di finanziamenti a seguito delle
    azioni del governo statunitense;
  33. esprime preoccupazione per il ruolo limitato svolto dall’UE nel Corno d’Africa, mentre
    il coinvolgimento di altri attori stranieri è in aumento; chiede una revisione della
    strategia dell’UE nella regione, al fine di conseguire gli obiettivi dell’UE di promuovere
    la pace, la stabilità e uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile nella regione;
    invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a riflettere su come utilizzare al meglio le
    missioni e le operazioni PSDC dispiegate nella regione per promuovere tali obiettivi e
    rafforzare le attività dell’UE;119. riconosce che la regione artica riveste una notevole importanza strategica e geopolitica
    grazie alle sue rotte marittime emergenti, alla ricchezza di risorse naturali e alle
    opportunità di sviluppo economico emerse dal riscaldamento globale, pur essendo
    sempre più contesa; è allarmato per l’intensificarsi della militarizzazione e della
    concorrenza per le risorse alimentate dalle attività russe e cinesi nella regione; condanna
    fermamente le ripetute dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti riguardo al suo
    obiettivo di un’acquisizione della Groenlandia da parte degli Stati Uniti;
  34. sottolinea l’importanza di preservare la sicurezza, la stabilità e la cooperazione
    nell’Artico; evidenzia che la regione deve rimanere libera da tensioni militari e dallo
    sfruttamento delle risorse naturali e che i diritti delle popolazioni indigene devono
    essere rispettati; ribadisce la necessità di includere la politica artica dell’Unione nella
    PSDC e di rafforzare le capacità di deterrenza e difesa in stretto coordinamento con la
    NATO; sottolinea che la cooperazione UE-NATO è essenziale per contrastare la
    crescente influenza della Russia e della Cina nella regione; chiede che le questioni
    d’interesse per l’Artico siano incluse periodicamente nelle riunioni del comitato politico
    e di sicurezza e del Consiglio;

Dimensione di genere e ruolo delle donne nella pace e nella sicurezza

  1. sottolinea l’impatto sproporzionato e unico dei conflitti armati su donne e ragazze,
    soprattutto in termini di violenza sessuale legata ai conflitti; evidenzia la necessità
    imperativa di garantire la fornitura e l’accessibilità di un’adeguata assistenza sanitaria in
    materia nei conflitti armati, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti;
    invita l’UE e gli Stati membri a garantire che i conflitti armati siano considerati
    nell’ottica di una prospettiva di genere;
  2. ricorda che l’integrazione e l’operatività della prospettiva di genere nelle relazioni
    esterne e l’attuazione dell’agenda su donne, pace e sicurezza, in conformità delle
    pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono priorità di
    lunga data per l’UE; ricorda, a tale proposito, l’importanza di rafforzare la
    partecipazione delle donne alla prevenzione e risoluzione dei conflitti, ai negoziati di
    pace, al consolidamento e mantenimento della pace, all’azione umanitaria e alla
    ricostruzione postbellica;
  3. sottolinea che l’integrazione di una prospettiva di genere in tutte le attività esterne e
    interne della PSDC contribuisce a migliorare l’efficacia operativa della PSDC e rafforza
    la credibilità dell’UE quale sostenitrice della parità di genere in tutto il mondo; insiste
    pertanto sull’importanza di mantenere tutti gli impegni assunti dall’UE, compresi quelli
    contenuti nel piano d’azione dell’UE sulla parità di genere III (2020-2024) e nella
    bussola strategica; insiste altresì affinché l’aggiornamento della bussola strategica
    proponga ulteriori misure per garantire la parità di genere e la piena e significativa
    partecipazione delle donne alla PSDC, soprattutto nelle missioni militari;
  4. apprezza l’inclusione delle prospettive di genere e dei diritti umani e la nomina di
    consulenti in materia di genere in tutte le missioni e operazioni PSDC nonché
    l’istituzione di una rete di punti focali per le questioni di genere; chiede che il nuovo
    patto sulla dimensione civile della PSDC sia utilizzato per favorire una partecipazione
    piena delle donne alle missioni civili della PSDC;

Missioni e operazioni PSDC

125. sottolinea l’importanza di obiettivi chiari e realizzabili, dell’apertura alle prospettive e
alla titolarità del paese ospitante, nonché della dotazione di risorse finanziarie,
logistiche e umane necessarie per ciascuna di tali missioni e operazioni PSDC;
sottolinea inoltre il deterioramento del contesto di sicurezza in cui sono presenti molte
missioni PSDC; chiede miglioramenti nella governance della valutazione e del controllo
delle missioni e operazioni PSDC; rinnova la sua richiesta di valutazioni esaustive delle
missioni e delle operazioni PSDC, in particolare per quanto riguarda la fattibilità dei
loro mandati rispetto alle risorse e alle attrezzature assegnate, la loro gestione, le
modalità di assunzione del personale e la corrispondenza tra i profili e le competenze
richieste, la trasparenza dei bandi di gara, le attività e ai risultati ottenuti, gli
insegnamenti tratti sulle buone pratiche e le difficoltà incontrate; sottolinea la
particolare necessità che tutte le missioni e operazioni prevedano disposizioni
provvisorie che consentano, ove necessario, una conclusione sostenibile; invita la
VP/AR e gli Stati membri a continuare a concepire in modo efficace le missioni e le
operazioni PSDC, anche attraverso mandati solidi, orientati ai risultati, flessibili e
modulari, in modo da adattarsi all’evoluzione del contesto di sicurezza e alle esigenze
dei paesi ospitanti, e a mantenere un forte partenariato con i governi ospitanti, la società
civile e le popolazioni locali, garantendo la creazione delle condizioni necessarie
affinché le missioni e operazioni conseguano i propri obiettivi a lungo termine; invita
gli Stati membri a utilizzare il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC per
rafforzare la loro visione strategica della gestione civile delle crisi chiarendo il ruolo,
l’efficacia e il valore aggiunto della PSDC civile e definendo un livello di ambizione
condiviso per la gestione civile delle crisi; chiede inoltre di mettere a frutto le sinergie e
le complementarità delle dimensioni civile e militare della PSDC; invita la
Commissione e il SEAE a sviluppare, insieme agli Stati membri, un processo di
sviluppo delle capacità civili strutturato e regolare per valutare la disponibilità delle
esigenze degli Stati membri in termini di capacità, elaborare i requisiti, effettuare
un’analisi delle lacune e riesaminare periodicamente i progressi compiuti; ritiene che
occorra elaborare una solida politica in materia di equipaggiamento e servizi necessari
ai paesi partner in cui sono dispiegate le missioni civili della PSDC;

  1. osserva che il bilancio della PESC per le missioni civili della PSDC è aumentato solo
    marginalmente dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 al QFP 2021-2027,
    a fronte di un aumento del numero, dei compiti e dei costi delle missioni; chiede un
    sostanziale aumento dei finanziamenti per il bilancio della PESC, garantendo nel
    contempo un uso efficiente dei fondi assegnati alle missioni civili PSDC, al fine di
    garantire che esse rispondano efficacemente alle situazioni di crisi e agli eventi
    imprevisti; chiede l’elaborazione di una linea di bilancio specifica, o “strumento di
    sostegno civile”, per fornire ai paesi partner equipaggiamento e servizi intesi a
    rafforzare le loro capacità civili;
  2. ribadisce il suo invito al SEAE ad adottare misure concrete a sostegno delle missioni e
    operazioni PSDC per la difesa contro gli attacchi informatici e ibridi e per la lotta alla
    manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri nei paesi in
    cui sono schierate missioni e operazioni PSDC, in particolare nei Balcani occidentali e
    nei paesi del partenariato orientale; invita la Commissione a tenere conto delle missioni
    e operazioni PSDC nel definire lo scudo europeo per la democrazia, al fine di prevenire
    minacce volte a screditare le azioni esterne dell’UE e proteggere il personale dell’UE
    dispiegato all’estero; insiste sulla necessità di sfruttare gli insegnamenti appresi nelle
    diverse missioni e operazioni PSDC, nonché di cooperare con le missioni e operazioni
    degli Stati membri, per comunicare e individuare meglio le minacce al fine di
    anticiparle o rispondervi tempestivamente quando necessario; chiede una migliorecapacità di risposta, una migliore comunicazione strategica e una maggiore
    sensibilizzazione nelle aree di dispiegamento, utilizzando le lingue locali pertinenti, al
    fine di spiegare meglio alla popolazione locale le motivazioni, i vantaggi e i ruoli delle
    missioni e operazioni PSDC nelle rispettive regioni, evidenziando anche le conseguenze
    derivanti dal fare affidamento sul sostegno di altri attori che mirano a destabilizzarle, in
    particolare la Russia e la Cina; invita altresì la Commissione e il SEAE ad aumentare la
    visibilità delle missioni e operazioni PSDC nei paesi del partenariato orientale
    includendole nei loro messaggi politici, rendendo i documenti accessibili al pubblico e
    interagendo con la stampa internazionale; invita la Commissione e il SEAE ad adeguare
    i mandati consultivi delle missioni e operazioni PSDC al fine di includere una
    formazione specializzata sulla lotta contro le attività di guerra ibrida, la guerra
    informatica e l’analisi dell’intelligence da fonte aperta (OSINT); invita il SEAE ad
    aumentare la cooperazione e il coordinamento con altre missioni e operazioni di partner
    e organizzazioni che condividono gli stessi valori, comprese le operazioni di
    mantenimento della pace delle Nazioni Unite, per contrastare le operazioni di
    manipolazione delle informazioni e ingerenze straniere sul campo;
  3. sottolinea che la corruzione nei teatri delle operazioni può danneggiare le missioni e
    operazioni PSDC esponendole a danni reputazionali, sprecando le risorse e favorendo il
    malgoverno e la cattiva amministrazione, nonché aumentando i livelli locali di
    corruzione, frode, estorsione e nepotismo; chiede l’attuazione di strategie volte a
    prevenire e combattere la corruzione, sviluppando competenze e conoscenze in materia
    di lotta alla corruzione e intensificando gli sforzi per attenuare i rischi di corruzione
    nelle missioni e operazioni PSDC attuali e future;
  4. invita il Consiglio e il SEAE a integrare nelle loro missioni e operazioni PSDC una
    componente relativa alla tutela del patrimonio culturale, al fine di fornire assistenza e
    formazione ai partner locali nell’affrontare le sfide di sicurezza connesse alla
    conservazione e alla protezione del patrimonio culturale; osserva che l’inclusione della
    tutela del patrimonio culturale e del dialogo interculturale nei mandati delle missioni
    porterebbe vantaggi al processo di riconciliazione e risoluzione dei conflitti;
  5. sottolinea la necessità di estendere i mandati delle missioni e delle operazioni PSDC
    dispiegate nei paesi vicini dell’Europa orientale, dove l’aumento delle minacce alla
    sicurezza giustifica una presenza rafforzata dell’UE; incoraggia tutti gli Stati membri a
    schierare personale per tali missioni e operazioni; incoraggia inoltre una maggiore
    partecipazione dei paesi terzi a tali missioni, in particolare dei paesi terzi che hanno
    ospitato missioni PSDC completate con successo; invita gli Stati membri a valutare
    come creare nuove missioni e operazioni PSDC nei paesi candidati all’adesione all’UE,
    se necessario, e in stretta collaborazione con le rispettive autorità nazionali; chiede al
    SEAE di garantire che il sostegno delle missioni PSDC alle riforme del settore della
    sicurezza comprenda la formazione dei funzionari ministeriali; invita il SEAE e
    l’Accademia europea per la sicurezza e la difesa a contribuire allo sviluppo delle
    competenze del personale civile e della difesa che sostiene le missioni e le operazioni
    PSDC e che è schierato in tali missioni e operazioni; riconosce l’opportunità per i paesi
    terzi che ospitano missioni e operazioni PSDC di contribuire agli obiettivi della PSDC e
    di dimostrare la loro capacità di fornire sicurezza ad altri attraverso la partecipazione a
    missioni e operazioni PSDC fuori area;
  6. accoglie con favore la proroga, da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
    del mandato dell’operazione Althea dell’Unione europea (EUFOR) in Bosnia-
    Erzegovina oltre il 2025, in quanto missione consolidata e comprovata di mantenimentodella pace che ha contribuito in modo significativo alla stabilità sia del paese che della
    regione; plaude inoltre alla risposta positiva della missione alla richiesta dell’Agenzia
    per la protezione civile del ministero della Sicurezza della Bosnia-Erzegovina di offrire
    assistenza alle autorità nazionali nell’affrontare l’impatto delle recenti inondazioni;
    osserva che tale proroga riflette l’impegno condiviso di tutti gli schieramenti politici in
    Bosnia-Erzegovina a sostenere la pace e la sicurezza in cooperazione con l’UE; accoglie
    con favore la presenza costante della forza per il Kosovo (KFOR) e della missione
    dell’UE sullo Stato di diritto (EULEX) in Kosovo e ne elogia il ruolo nel rafforzare la
    sicurezza e la stabilità; invita tutte le parti coinvolte a rispettare i requisiti del diritto
    internazionale, ad agire con moderazione e a prevenire qualsiasi azione destabilizzante
    nella regione settentrionale del Kosovo; le esorta a impegnarsi nel dialogo strutturato
    mediato dall’UE; accoglie con favore l’arrivo delle forze di riserva EUFOR Althea in
    Bosnia-Erzegovina a metà marzo e ribadisce il suo invito a tutti gli attori in Bosnia-
    Erzegovina ad astenersi da qualsiasi minaccia politica e da altre azioni potenzialmente
    dannose, a rispettare la Costituzione del paese e ad adoperarsi per garantire il percorso
    di integrazione della Bosnia-Erzegovina nell’UE; condanna con la massima fermezza
    l’attacco terroristico sferrato dai paramilitari serbi contro la polizia del Kosovo e il
    terribile attacco terroristico contro le infrastrutture critiche nei pressi di Zubin Potok, nel
    Kosovo settentrionale; insiste sulla necessità che gli autori di questi deplorevoli attacchi
    terroristici siano chiamati a rispondere delle loro azioni e processati senza indugio;
    chiede di rafforzare l’operazione Althea dell’EUFOR e la KFOR dotandole di risorse
    aggiuntive;
  7. elogia l’istituzione e le operazioni della missione di partenariato dell’UE in Moldova
    (EUPM Moldova), che ha contribuito a rafforzare le strutture di gestione delle crisi del
    paese e a rafforzarne la resilienza alle minacce informatiche e ibride, nonché a
    contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori
    stranieri; chiede che il mandato della missione sia prorogato oltre il maggio 2025, che
    sia valutata l’adeguatezza dei suoi mezzi, dei suoi metodi e delle sue risorse in relazione
    agli obiettivi della missione e che le risorse siano adeguate alla luce delle conclusioni
    della valutazione al fine di migliorarne l’efficacia; riconosce l’importante ruolo svolto
    dalla missione dell’UE di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina
    (EUBAM) nel contribuire a riaprire il trasporto ferroviario di merci attraverso la
    Transnistria e nello sventare molteplici operazioni di contrabbando; incoraggia
    l’EUBAM a estendere la sua collaborazione con numerose organizzazioni
    internazionali, tra cui Europol, FRONTEX e OSCE, tramite il suo gruppo di lavoro
    sulle armi, le operazioni congiunte ORIO II e le iniziative “EU 4 Border Security”;
  8. accoglie con favore il ruolo della missione di vigilanza dell’UE (EUMM) in Georgia nel
    monitorare la situazione lungo la linea di confine amministrativo tra l’Abkhazia e
    l’Ossezia del Sud; condanna l’arresto temporaneo di agenti dell’EUMM da parte delle
    forze di sicurezza mentre effettuavano un pattugliamento di routine lungo la linea di
    confine amministrativo; esprime profonda preoccupazione per qualsiasi azione che
    ostacoli le attività dell’EUMM e miri a compromettere gli sforzi volti a creare fiducia;
    esorta il Consiglio e il SEAE a monitorare attentamente la situazione, a promuovere il
    libero accesso dell’EUMM ai territori georgiani occupati dalla Russia secondo il
    mandato della missione, a sostenere l’estensione del suo mandato e a rafforzare le sue
    capacità al fine di rispondere adeguatamente alle esigenze umanitarie e di sicurezza
    della popolazione locale nelle zone colpite dal conflitto;
  9. accoglie con favore e sostiene fermamente le attività della missione civile dell’UE in
    Armenia (EUMA) nel quadro della PSDC, che contribuisce a rafforzare la sicurezzanella regione riducendo sostanzialmente il numero di incidenti nelle zone teatro di
    conflitto e nelle zone di frontiera e abbassando il livello di rischio per la popolazione
    che vive in tali zone; accoglie con favore l’assistenza dell’Armenia alle attività
    dell’EUMA sul suo territorio; elogia il Consiglio per la decisione di rafforzare la
    capacità della missione e aumentare il numero di osservatori dispiegati, nonché di
    estenderne il periodo di dispiegamento, e chiede un’ulteriore espansione e una presenza
    più forte nella regione al fine di creare un contesto favorevole agli sforzi di
    normalizzazione tra Armenia e Azerbaigian sostenuti dall’UE; esorta l’Azerbaigian ad
    ammettere osservatori dell’UE anche dal suo lato della frontiera; condanna le minacce
    dell’Azerbaigian e la narrativa negativa della Russia nei confronti dell’EUMA;
  10. ritiene che le due missioni civili dell’UE condotte nell’ambito della PSDC, la missione
    di polizia dell’Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS) e la missione
    dell’Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (EUBAM Rafah),
    possano svolgere un ruolo essenziale a sostegno degli sforzi per la costruzione dello
    Stato palestinese; è favorevole a un potenziamento del ruolo dell’EUPOL COPPS e
    dell’EUBAM Rafah, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo
    2024 e sulla base del principio della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e
    sulla fattibilità di un futuro Stato palestinese, in modo che entrambe le missioni possano
    contribuire a facilitare la fornitura di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza,
    migliorare l’efficienza dell’Autorità palestinese in Cisgiordania e preparare il suo ritorno
    nella Striscia di Gaza; sottolinea, in particolare, la necessità di creare le condizioni
    necessarie per la piena riattivazione dell’EUBAM Rafah, per consentirle di agire come
    terzo neutrale al valico di Rafah, in coordinamento con l’Autorità palestinese e con le
    autorità israeliane ed egiziane; si attende che il rafforzamento della portata e dei
    mandati dell’EUPOL COPPS e dell’EUBAM Rafah sul campo figuri tra le priorità
    fondamentali della prossima strategia UE-Medio Oriente; apprezza la decisione del
    Consiglio di prorogare i mandati delle due missioni fino al 30 giugno 2025;
  11. prende atto che i mandati dell’EUTM Mali, dell’EUMPM in Niger e della missione di
    terra del personale dell’EUCAP Sahel Niger sono giunti a scadenza nel 2024, mentre la
    missione dell’UE per lo sviluppo delle capacità nel Sahel Mali (EUCAP Sahel Mali) e la
    cellula consultiva e di coordinamento regionale dell’UE (RACC) per il Sahel sono
    ancora in corso; riconosce che le varie missioni internazionali non sono state in grado di
    raggiungere il loro obiettivo di stabilizzare la regione e le sue fragili democrazie o di
    garantire la pace nella regione; è preoccupato per il fallimento della strategia dell’UE
    per il Sahel in termini di sicurezza e difesa; esprime una profonda preoccupazione per il
    peggioramento della situazione della sicurezza, il continuo fallimento degli Stati e la
    recrudescenza del terrorismo nel Sahel; prende atto della creazione di un nuovo tipo di
    iniziativa civile-militare ibrida dell’UE per la sicurezza e la difesa nel Golfo di Guinea
    (EUSDI Golfo di Guinea), istituita nell’agosto 2023, con l’obiettivo di rafforzare le forze
    di sicurezza e di difesa della Costa d’Avorio, del Ghana, del Togo e del Benin per
    migliorare la stabilità e la resilienza delle rispettive zone di frontiera settentrionali;
    invita il SEAE e gli Stati membri a esaminare attentamente il mandato di tutte le
    missioni PSDC in Africa con l’obiettivo di fornire obiettivi e traguardi fondamentali
    raggiungibili per ciascuna missione nel quadro dell’attuale contesto politico, nonché a
    valutare se tali missioni possano essere modificate per servire più efficacemente una
    nuova strategia multidimensionale riveduta dell’UE per l’Africa e il Sahel, nell’ambito
    del suo approccio integrato; chiede a tale proposito una revisione, in via prioritaria, del
    mandato e delle risorse dell’EUCAP Sahel Mali e dell’EU RACC per il Sahel,
    proponendo modifiche a tali missioni e valutando la loro cessazione, se necessario;
  12. plaude alla creazione, nel febbraio 2024, di EUNAVFOR ASPIDES quale operazione
    militare dell’UE in risposta agli attacchi degli Houthi contro il trasporto marittimo
    internazionale nel Mar Rosso, al fine di contribuire alla tutela della libertà di
    navigazione e alla salvaguardia della sicurezza marittima, in particolare per le navi
    mercantili e commerciali nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico; invita
    gli Stati membri ad aumentare le capacità dell’operazione EUNAVFOR ASPIDES e a
    valutare la possibilità di fonderla con l’operazione militare dell’UE ATALANTA, come
    originariamente previsto, per migliorare l’efficienza di entrambe le operazioni;

Migliorare la capacità dell’UE di affrontare le sfide in materia di sicurezza

Capacità di intelligence

  1. sottolinea l’importanza di rafforzare la condivisione di intelligence e lo scambio di
    informazioni tra gli Stati membri e le istituzioni dell’UE, compreso il Parlamento, al fine
    di combattere le ingerenze straniere, migliorare la conoscenza situazionale ed essere in
    grado di prevedere e contrastare meglio le minacce alla sicurezza collettiva nonché di
    definire linee d’azione comuni nell’ambito della PSDC, in particolare nel settore della
    gestione delle crisi;
  2. sottolinea che l’UE deve potersi avvalere pienamente delle necessarie informazioni da
    fonti sicure rispetto alle questioni globali al di fuori dei propri confini, alla luce delle
    crescenti sfide geopolitiche e delle crisi a livello mondiale; elogia gli sforzi del Centro
    UE di situazione e di intelligence (INTCEN) e della direzione di intelligence dello Stato
    maggiore dell’UE, che hanno collaborato nel quadro della capacità unica di analisi
    dell’intelligence (SIAC), nonché del Centro satellitare dell’Unione europea (SatCen), per
    produrre valutazioni di intelligence da tutte le fonti; invita gli Stati membri dell’UE a
    rafforzare l’INTCEN dell’UE, il SIAC, il Centro di risposta alle crisi del SEAE e il
    SatCen dell’UE incrementandone il personale e le risorse finanziarie nonché
    potenziandone le capacità e la sicurezza delle informazioni; esorta tali centri, a
    condizione che dispongano di adeguate disposizioni in materia di sicurezza delle
    informazioni, a trarre insegnamenti dal ruolo della NATO nel facilitare la condivisione
    pubblico-privato dell’intelligence in materia di minacce informatiche e ad applicarla al
    loro settore, offrendo così un valore aggiunto agli Stati membri;
  3. invita gli Stati membri a usare l’INTCEN dell’UE come efficace organismo di
    condivisione dell’intelligence al fine di condividere le informazioni in modo sicuro,
    formulare una cultura strategica e della sicurezza comune e fornire informazioni
    strategiche; sottolinea che, sulla base delle informazioni raccolte, l’INTCEN dell’UE
    dovrebbe essere maggiormente coinvolto nelle valutazioni delle minacce condotte dalle
    istituzioni dell’UE, anche con riferimento all’attribuzione di operazioni digitali e
    all’elusione delle sanzioni; rinnova il suo invito a promuovere l’istituzione di un sistema
    di flusso regolare e continuo di intelligence dagli Stati membri al SEAE e fra gli Stati
    membri dell’UE sulle questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di
    fuori dell’Unione; sottolinea l’importanza di comunicazioni sicure e di un livello elevato
    di sicurezza delle informazioni per un’intelligence affidabile e chiede che siano profusi
    sforzi per migliorare e ottimizzare le norme e i regolamenti di sicurezza a tal proposito,
    al fine di proteggere meglio le informazioni sensibili, le infrastrutture e i sistemi di
    comunicazione da interferenze e attacchi stranieri;
  4. chiede che siano effettuate regolarmente valutazioni congiunte delle minacce, con il
    contributo dei servizi di intelligence degli Stati membri, al fine di informare gli organidecisionali della PSDC e ribadisce la richiesta di dispiegare capacità per la raccolta di
    intelligence in tutte le missioni e le operazioni PSDC, in modo da fornire informazioni
    all’INTCEN dell’UE, allo Stato maggiore dell’UE (EUMS), alla capacità militare di
    pianificazione e condotta (MPCC) e alla capacità civile di pianificazione e condotta
    (CPCC);

Difesa dagli attacchi ibridi e dalla disinformazione

  1. esprime una profonda preoccupazione per le sfide crescenti in materia di sicurezza poste
    dagli attacchi informatici e ibridi, come pure dalla FIMI, tutte intese, fra l’altro, a minare
    la stabilità delle società democratiche dell’UE – soprattutto in territori dell’UE lontani
    dal continente – e le alleanze fra gli Stati membri dell’UE, nonché a favorire la
    polarizzazione, specialmente alla vigilia di elezioni; sottolinea che gli Stati membri, in
    particolare quelli situati alle frontiere esterne orientali dell’UE, sono vulnerabili a simili
    influenze ostili da parte della Russia e della Bielorussia; apprezza la collaborazione
    istituzionale instaurata a livello amministrativo tra la Commissione, il SEAE e il
    Parlamento durante la scorsa campagna elettorale europea per prevenire un uso
    massiccio della FIMI da parte di soggetti malevoli, statali e non statali, di paesi terzi;
    invita le amministrazioni della Commissione, del SEAE e del Parlamento a rafforzare la
    loro capacità di diventare più resilienti dinanzi agli attacchi ibridi e alla FIMI;
    sottolinea, a tale proposito, la recente decisione della Corte costituzionale rumena di
    annullare il primo turno delle elezioni presidenziali dopo che erano stati segnalati
    massicci attacchi ibridi condotti dalla Russia, in particolare attraverso le piattaforme dei
    social media; invita inoltre le amministrazioni del SEAE e del Parlamento a cooperare
    strettamente con il settore privato, la società civile e la comunità accademica e
    scientifica nel contrastare le campagne di influenza malevola e le minacce ibride, fra cui
    la strumentalizzazione delle nuove tecnologie a fini bellici;
  2. sostiene l’impegno a istituire uno “scudo europeo per la democrazia” e ribadisce il
    proprio invito agli Stati membri, alla Commissione e al SEAE a prendere in
    considerazione l’istituzione di una struttura indipendente e dotata di risorse adeguate
    incaricata di individuare, analizzare e documentare le minacce di FIMI contro l’UE nel
    suo complesso, di individuare, rintracciare e richiedere l’eliminazione dei contenuti
    online ingannevoli, di aumentare la conoscenza situazionale e la condivisione di
    intelligence sulle minacce, nonché di sviluppare capacità di attribuzione e contromisure
    in relazione alla FIMI; ritiene che tale struttura fungerebbe da punto di riferimento e da
    polo di conoscenze specializzato per facilitare e promuovere lo scambio operativo tra le
    autorità degli Stati membri e le istituzioni dell’UE; sottolinea che la struttura dovrebbe
    chiarire e rafforzare il ruolo della divisione per le comunicazioni strategiche del SEAE e
    delle sue task force come organo strategico del servizio diplomatico dell’UE ed evitare
    la sovrapposizione delle attività; sottolinea la propria decisione di istituire, in seno al
    Parlamento europeo, una commissione speciale sullo scudo europeo per la democrazia e
    ritiene che sia un modo importante per consolidare gli sforzi europei in tale ambito;
  3. sottolinea l’importanza di intensificare gli sforzi per combattere la disinformazione
    promossa da attori stranieri che intendono minare la credibilità dell’UE, in particolare
    nei paesi candidati all’adesione o vicini all’UE e nelle regioni in cui sono in corso
    operazioni e missioni PSDC; sottolinea che occorre rafforzare significativamente il
    coordinamento tra il SEAE e le pertinenti agenzie dell’UE, fra cui l’Agenzia dell’UE per
    la cibersicurezza (ENISA), e le autorità competenti a livello degli Stati membri per
    poter sviluppare strategie coerenti ed efficaci contro la FIMI; sottolinea, a tale
    proposito, la necessità di una comunicazione strategica e preventiva e invita tutte leistituzioni dell’UE a collaborare con il SEAE per rafforzare la visibilità, la percezione
    positiva e la legittimità delle azioni esterne dell’UE;
  4. ritiene che, negli anni a venire, nelle minacce ibride vi sarà una combinazione di guerra
    dell’informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e tecnologie
    emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di sistemi
    avanzati di attacco e intelligence aerei e spaziali, tutti eventualmente abilitati con
    intelligenza artificiale (IA), calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni sempre
    più “intelligenti”, capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici,
    nanotecnologie e guerra biologica; riconosce, in particolare, il ruolo crescente dell’IA
    nella guerra ibrida e il suo potenziale utilizzo al fine di indebolire le istituzioni
    democratiche, diffondere la disinformazione, perturbare infrastrutture critiche e
    influenzare l’opinione pubblica attraverso operazioni automatizzate e basate sui dati;
  5. chiede l’adozione di misure proattive, strategiche e coordinate a livello dell’UE intese a
    contrastare le minacce ibride e a rafforzare la sicurezza e l’integrità delle infrastrutture
    critiche dell’UE, eliminando i rischi e promuovendo il vantaggio tecnologico dell’UE in
    settori critici, fra cui misure intese a limitare o escludere i fornitori ad alto rischio;
    sottolinea, in tale contesto, l’importanza del progetto PESCO che mira a istituire un
    Centro di coordinamento nel settore informatico e dell’informazione (CIDCC) per
    sostenere la pianificazione e lo svolgimento delle missioni e delle operazioni dell’UE
    con capacità nel settore informatico e dell’informazione, nonché per migliorare la
    resilienza complessiva dell’UE in tale ambito; chiede, pertanto, la sua integrazione a
    titolo permanente nella PSDC;
  6. condanna le continue azioni malevole da parte della Russia e della Bielorussia volte a
    destabilizzare l’UE spingendo i migranti a entrare forzosamente in paesi dell’UE, il che
    costituisce un attacco ibrido; invita l’UE a rivedere e aggiornare le sue politiche di
    rafforzamento delle frontiere esterne, anche mediante il finanziamento di barriere
    fisiche, in modo da potenziare la sicurezza dell’Unione nel suo complesso;

Cibersicurezza

  1. plaude all’adozione del regolamento sulla cibersolidarietà 1 e alla sua importanza per le
    capacità di ciberdifesa degli Stati membri; sostiene la promozione di piattaforme per la
    condivisione e l’analisi delle informazioni e chiede che ciò venga ampliato per includere
    la condivisione di informazioni sulle minacce o sulle vulnerabilità con i centri operativi
    di sicurezza (SOC) transfrontalieri; chiede un piano di finanziamento più chiaro, che
    specifichi l’importo dei fondi destinato all’attuazione del regolamento;
  2. è preoccupato per il ritardo di numerosi Stati membri nell’attuazione della direttiva
    relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione (direttiva
    NIS 2) 2 e chiede la sua rapida attuazione per mettere in sicurezza le infrastrutture critiche europee; invita il VP/AR a sincronizzare meglio e a utilizzare più attivamente gli strumenti sanzionatori informatici, ibridi e relativi alla FIMI, valutando nel contempo possibili modalità per applicare sanzioni settoriali;

Spazio

  1. apprezza le conclusioni e le raccomandazioni figuranti nella relazione di Mario Draghi
    sul futuro della competitività europea, che incoraggia gli Stati membri ad aggiornare le
    norme in materia di governance e investimenti nel settore spaziale, in particolare per i
    settori correlati alla difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a investire
    adeguatamente in tale settore nel contesto del prossimo QFP, anche prendendo in
    considerazione altri strumenti di finanziamento; evidenzia, in particolare, la necessità di
    sviluppare ulteriormente il programma spaziale europeo, in considerazione dei forti
    collegamenti tra il settore spaziale e quello della difesa e della sicurezza, in sede di
    programmazione del nuovo QFP; sottolinea l’importanza di migliorare la cooperazione
    tra la Commissione e l’Agenzia spaziale europea per evitare la duplicazione degli sforzi
    e garantire un uso più efficiente delle risorse; invita a promuovere la cooperazione
    transatlantica e le sinergie con la NATO per garantire un coordinamento efficace nello
    sviluppo delle capacità spaziali e di difesa;
  2. evidenzia che gli attuali pilastri dell’UE nel settore spaziale – il programma globale di
    navigazione satellitare Galileo e il programma di osservazione della Terra Copernicus –
    hanno un chiaro potenziale a duplice uso nello sviluppo di applicazioni e servizi
    spaziali; sottolinea l’importanza di istituire, quale terzo pilastro del programma spaziale
    dell’UE, la costellazione satellitare IRIS2 con l’obiettivo di fornire servizi di
    comunicazione sicuri all’UE e ai suoi Stati membri nonché connettività a banda larga
    per i cittadini, le aziende private e le autorità governative in Europa; raccomanda di
    accordare l’accesso alla costellazione satellitare IRIS2 a Taiwan e all’Ucraina; sottolinea
    che, oltre alle comunicazioni satellitari, settori come il posizionamento, la navigazione e
    la sincronizzazione, come pure l’osservazione della Terra, sono essenziali nel
    rafforzamento dell’autonomia strategica e della resilienza dell’UE; evidenzia che lo
    sviluppo di tali capacità contribuisce direttamente all’approntamento di una risposta
    efficace alle crisi e alla protezione delle infrastrutture critiche; chiede, pertanto, che
    siano presi in considerazione nuovi programmi spaziali dell’UE, il che consentirebbe
    all’UE di rafforzare la sua autonomia strategica e il suo status di potenza spaziale
    globale;
  3. prende atto dell’inadeguatezza delle capacità dei veicoli di lancio e delle comunicazioni
    satellitari all’interno dell’UE; sottolinea l’importanza strategica di promuovere e
    potenziare tali capacità per consentire all’UE di sostenere efficacemente gli Stati
    membri e le missioni e le operazioni PSDC, mantenendo nel contempo un
    atteggiamento resiliente e autonomo; evidenzia che lo sviluppo di soluzioni guidate
    dall’UE in tale ambito è essenziale per proteggere le infrastrutture critiche e per
    garantire una presenza sicura e competitiva nel settore spaziale;
  4. invita gli Stati membri ad affrontare la minaccia crescente di “arsenalizzazione” dello
    spazio, con particolare riferimento alle segnalazioni in merito ai progressi della Russia
    in materia di tecnologia delle armi nucleari spaziali, cosa che costituirebbe una palese violazione del trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967;

Settore marittimo

  1. sottolinea che, dinanzi alle crescenti tensioni geopolitiche nel settore marittimo, l’UE
    deve intensificare le sue attività in mare, guidando la conoscenza del settore marittimo,
    proteggendo le infrastrutture critiche, garantendo un controllo efficace delle sue
    frontiere marittime esterne al fine di contrastare le organizzazioni criminali che
    traggono profitto dal traffico di immigrati illegali negli Stati membri, in particolare nel
    Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, e contribuendo a garantire la libertà di
    navigazione, la sicurezza delle linee di comunicazione marittime e delle sue navi e dei
    relativi equipaggi, come pure a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non
    regolamentata;
  2. sottolinea l’impegno a rafforzare il ruolo dell’UE come garante della sicurezza marittima
    internazionale; sottolinea, in tal senso, l’importanza del concetto delle presenze
    marittime coordinate, che rafforza il ruolo dell’UE come fornitore di sicurezza marittima
    globale e la sua visibilità in regioni marittime strategiche, ed evidenzia il lavoro svolto
    dalle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea e nell’Oceano Indiano
    nordoccidentale; invita gli Stati membri a impegnarsi attivamente in tali iniziative e a
    sviluppare le rispettive capacità navali militari al fine di rafforzare la presenza e la
    visibilità dell’UE nel settore marittimo mondiale; raccomanda l’espansione delle
    presenze marittime coordinate ad altre aree marittime strategiche in tutto il mondo;
  3. esprime una profonda preoccupazione per la sorveglianza e il sabotaggio da parte della
    Russia e della Cina di infrastrutture marittime critiche, come i cavi di comunicazione
    sui fondali marini e gli impianti energetici offshore; esprime, in particolare, una
    profonda preoccupazione per i danni arrecati nell’arco di nemmeno 24 ore, il 17 e il 18
    novembre 2024, a due cavi di comunicazione sottomarini che collegano,
    rispettivamente, la Finlandia alla Germania e la Svezia alla Lituania, e per quelli
    provocati il 25 dicembre 2024 da una nave cisterna appartenente alla flotta ombra russa
    al cavo elettrico EstLink2, che collega l’Estonia alla Finlandia; invita l’UE a istituire
    sistemi di monitoraggio e sorveglianza efficaci e a instaurare una cooperazione
    regionale tra le guardie costiere allo scopo di garantire la prevenzione e la rapida
    individuazione degli attacchi rivolti a simili infrastrutture; accoglie con favore, a tale
    proposito, l’avvio da parte della NATO dell’operazione “Baltic Sentry”, che vede la
    partecipazione di diversi Stati membri, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza di
    infrastrutture sottomarine critiche nel Mar Baltico; invita gli Stati membri a rispettare
    pienamente gli impegni della dichiarazione di New York sulla sicurezza e la resilienza
    dei cavi sottomarini, compreso l’impegno ad acquistare le attrezzature dei cavi
    sottomarini solo da aziende di paesi alleati; invita la Commissione a stanziare risorse
    adeguate a favore della ricerca e dello sviluppo di risorse sottomarine e attrezzature di
    difesa all’avanguardia per proteggere le isole da possibili sbarchi e attacchi da parte di
    forze di paesi terzi;
  4. invita l’UE e le autorità degli Stati membri ad adottare misure urgenti e decisive contro
    la flotta ombra russa nel Mar Baltico e nel Mar Nero, e accoglie pertanto con favore la
    notizia secondo cui, il 21 marzo 2025, la Germania ha rilevato la proprietà della nave
    Eventin, che era stata utilizzata per eludere le sanzioni dell’UE sulle esportazioni di
    petrolio russo;

Controllo e non proliferazione degli armamenti e disarmo

158. deplora l’indebolimento dei regimi di non proliferazione e di controllo degli armamenti
in questi tempi di instabilità geopolitica e chiede di raddoppiare gli sforzi per invertire
tale tendenza; sottolinea, al riguardo, la necessità fondamentale e sostanziale di investire
maggiormente nel controllo regionale e globale degli armamenti, nella non
proliferazione e nel disarmo, ponendo l’accento sulle strategie multilaterali; evidenzia il
fatto che tali strategie dovrebbero affrontare i problemi correlati agli ordigni inesplosi e
alle armi chimiche riversate in mare nel secolo scorso, che già rappresentano una
minaccia per la sicurezza, l’ambiente, la salute e l’economia, in particolare nel Mar
Baltico, nel Mar Adriatico e nel Mare del Nord;

  1. ribadisce il suo fermo sostegno all’impegno dell’UE e dei suoi Stati membri a favore del
    trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), riconoscendolo come pietra
    angolare del quadro di non proliferazione e disarmo nucleare a livello globale; ricorda
    che la Russia ha ritirato la sua ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli
    esperimenti nucleari nell’ottobre 2023;
  2. osserva che, a causa della minaccia senza precedenti di un’aggressione russa sul
    territorio dell’UE, gli Stati membri, in particolare quelli geograficamente vicini alla
    Russia, nonché alla Bielorussia, suo alleato, si trovano a dover esaminare decisioni
    difficili riguardo alla loro politica in materia di armamenti, tra cui la revisione delle
    politiche esistenti e la partecipazione ai trattati internazionali; condanna ancora una
    volta le minacce russe che hanno indotto alcuni Stati membri a prendere in
    considerazione la possibilità di ritirarsi dal trattato di Ottawa e osserva che, sebbene ciò
    non comporti un cambiamento generale della politica dell’UE, tale esitazione pone in
    rilievo la gravità della minaccia russa e la necessità di proteggere adeguatamente i nostri
    cittadini;
  3. ricorda che i negoziati internazionali relativi ai regimi di non proliferazione e di
    controllo degli armamenti e i loro risultati hanno ripercussioni sull’Europa, in
    particolare sugli Stati membri dell’UE; sottolinea l’importanza di imprimere un nuovo
    impulso al rilancio di tali regimi; sottolinea inoltre l’importanza di garantire che l’UE
    assuma un ruolo attivo e costruttivo nel promuovere e rafforzare gli sforzi internazionali
    basati su regole in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e
    architettura del disarmo, in particolare nel settore delle armi di distruzione di massa e
    degli strumenti di sorveglianza e manipolazione digitali a duplice uso;
  4. invita gli Stati membri a conformarsi pienamente alla posizione comune
    2008/944/PESC che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di
    tecnologia e attrezzature militari, quale modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560
    del Consiglio, e ad applicare rigorosamente il criterio 4 sulla stabilità regionale;
  5. sottolinea la necessità di evitare il trasferimento di tecnologie emergenti sensibili e di
    prodotti a duplice uso di importanza fondamentale, soprattutto quelli essenziali per la
    sicurezza dell’UE, a destinatari preoccupanti all’esterno dell’UE; chiede l’istituzione e
    l’attuazione a livello dell’UE di sistemi elettronici doganali e di gestione delle licenze
    per l’esportazione, come passo fondamentale per rendere più efficaci i controlli da parte
    degli Stati membri sulle esportazioni di tecnologie e prodotti di cui sopra;

Difesa e società, e preparazione e prontezza civile e militare

  1. sottolinea che è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell’UE, delle
    minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa eun allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione
    globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle
    istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una
    difesa dell’UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito
    pubblico informato; invita l’UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi
    educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le
    conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze
    armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di
    sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e
    democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a
    sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo
    il modello di programmi nazionali come l’iniziativa svedese di emergenza civile;
  2. accoglie con favore gli sforzi volti a rafforzare la preparazione e la prontezza civile e
    militare dell’Europa, come proposto anche nella relazione Niinistö; riconosce
    l’importanza cruciale dei cittadini nella preparazione e nella risposta alle crisi, in
    particolare la resilienza psicologica degli individui e la preparazione delle famiglie;
    riconosce altresì l’importanza delle infrastrutture di protezione civile e della
    pianificazione per le situazioni di emergenza; sostiene un approccio alla resilienza che
    coinvolga l’intera società con l’impegno attivo delle istituzioni dell’UE, degli Stati
    membri, della società civile e dei singoli cittadini nel rafforzamento del quadro di
    sicurezza dell’Unione; sottolinea che gli organi decisionali della PSDC responsabili
    della pianificazione, delle risorse e della logistica hanno il potenziale per diventare i
    principali facilitatori della gestione civile delle crisi durante le situazioni di emergenza;
    invita gli Stati membri e la Commissione a esaminare attentamente le raccomandazioni
    della relazione e a sviluppare una strategia dell’UE in materia di valutazione dei rischi e
    preparazione, esercitazioni congiunte e un’interfaccia di cooperazione UE-NATO più
    forte in vista di situazioni di crisi; chiede lo sviluppo di un’infrastruttura di protezione
    civile adeguata e di una pianificazione approfondita delle emergenze, nonché la
    garanzia degli investimenti necessari a tal fine, anche attraverso un apposito programma
    di garanzia degli investimenti della BEI per un’infrastruttura di difesa civile a prova di
    crisi;
  3. ricorda che il terrorismo, compreso il terrorismo jihadista, rappresenta una minaccia
    persistente per la sicurezza dell’UE e dei suoi partner; invita l’UE a proseguire gli sforzi
    per prevenire questa minaccia con determinazione e piena solidarietà, in particolare
    attraverso un maggiore coordinamento per migliorare le conoscenze, sviluppare capacità
    di preparazione e risposta, e garantire una più stretta interazione con i partner e gli altri
    attori internazionali;
  4. sottolinea che le politiche di difesa dell’UE dovrebbero riflettere i principi
    dell’uguaglianza di genere e della diversità, promuovendo ambienti militari inclusivi che
    riflettano i valori e la diversità della società europea, garantendo nel contempo che tutti i
    membri delle forze armate europee, indipendentemente dal genere o dal contesto,
    abbiano pari opportunità e pari accesso al sostegno; ribadisce l’importante ruolo dei
    giovani e delle organizzazioni giovanili nel mantenimento e nella promozione della
    pace e della sicurezza, e invita il SEAE a impegnarsi a integrare più sistematicamente i
    giovani nella sua agenda in materia di giovani, pace e sicurezza; chiede, inoltre, di
    mettere a punto programmi di formazione dei formatori e di cooperazione tra le
    istituzioni di difesa e le università degli Stati membri dell’UE, quali corsi militari,
    esercitazioni e attività di formazione con giochi di ruolo per studenti civili;168. sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri devono affrontare sfide cruciali relative al
    reclutamento e al mantenimento del personale nelle forze armate sviluppando azioni
    coordinate a livello nazionale e dell’UE al fine di garantire una forza lavoro militare
    sostenibile; raccomanda all’UE di sostenere gli Stati membri nella definizione di
    politiche che aumentino l’attrattiva professionale e di strategie di mantenimento del
    personale a lungo termine; sottolinea la necessità che il comitato militare dell’UE
    (EUMC) dia seguito al suo compito di raccolta e analisi dei dati in tutti gli Stati membri
    dell’UE sulle questioni relative al reclutamento e al mantenimento del personale, al fine
    di individuare possibili misure per risolvere tali questioni; mette in evidenza che il
    sostegno alla salute mentale e al benessere del personale militare, con un’attenzione
    particolare per lo sviluppo professionale e l’assistenza a lungo termine per i veterani,
    deve essere adeguatamente preso in considerazione nell’ulteriore sviluppo dell’Unione
    della difesa;
  5. rammenta l’importanza di organizzare esercitazioni e addestramenti congiunti tra le
    forze armate europee, promuovendo in tal modo l’interoperabilità, al fine di preparare al
    meglio le missioni e affrontare un’ampia gamma di minacce, sia convenzionali che non
    convenzionali; chiede la creazione e lo sviluppo di programmi di scambio a livello
    dell’UE per il personale militare degli Stati membri, che forniscano opportunità di
    formazione ed esperienza in diversi ambienti e strutture militari europei promuovendo
    così la comprensione reciproca, la coesione e l’interoperabilità tra le forze armate
    dell’UE; ribadisce, a tale proposito, il suo sostegno all’iniziativa europea per lo scambio
    di giovani ufficiali militari (Erasmus militare – EMILYO), gestita dall’Accademia
    europea per la sicurezza e la difesa;

Rafforzare la cooperazione e i partenariati nel settore della difesa

  1. sottolinea l’importanza della dimensione di partenariato della bussola strategica nel
    rafforzare la cooperazione tra l’UE e i suoi alleati e partner in tutto il mondo sulla base
    di valori comuni e nel rispetto dei diritti umani e della democrazia, al fine di rafforzare
    la percezione del principio di deterrenza e contrastare le strategie estere volte a minare
    l’UE e i suoi partner e a destabilizzare l’ordine internazionale basato su regole; invita
    l’UE a impegnarsi maggiormente nella cooperazione di sicurezza con i partner in tutti
    gli ambiti prioritari individuati nella bussola strategica, in particolare per rafforzare la
    resilienza del settore della sicurezza locale per quanto riguarda la gestione delle crisi,
    per contrastare le minacce ibride e per migliorare le capacità delle istituzioni di
    cibersicurezza; chiede inoltre una più stretta cooperazione tra le organizzazioni
    pertinenti dei partner e il Centro satellitare dell’Unione europea, l’Agenzia europea per
    la difesa (AED) e l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA); ritiene
    che la partecipazione dei partner e degli alleati NATO ai progetti PESCO, previo
    accordo degli Stati membri dell’UE, contribuisca a migliorare la compatibilità tra le
    rispettive norme nel settore della difesa, nonché a condividere esperienze, intelligence e
    competenze tecniche in vari settori;
  2. riafferma che la PSDC dell’UE deve sempre osservare rigorosamente il diritto
    internazionale e le decisioni multilaterali adottate da istituzioni internazionali; accoglie
    con favore l’adozione della politica di vigilanza dell’Unione europea in materia di diritti
    umani e di diritto internazionale umanitario in caso di sostegno a terzi nel settore della
    sicurezza, che funge da base per la cooperazione militare e di sicurezza con i paesi terzi
    in modo più conforme ai diritti umani e al diritto internazionale umanitario (DIU), e ne
    chiede la completa attuazione; rinnova l’invito a una più stretta cooperazione con
    organizzazioni internazionali quali, ma non solo, le Nazioni Unite, l’Unione africana e leloro missioni di mantenimento della pace in teatri congiunti, nonché l’OSCE in materia
    di sicurezza;
  3. si compiace della dichiarazione congiunta dei ministri della Difesa del G7 in data 19
    ottobre 2024 e della loro dichiarazione di intenti riguardante un aumento della
    cooperazione nel settore della difesa; sottolinea il forte interesse dell’UE a sviluppare
    partenariati internazionali con partner che condividono gli stessi principi in questo
    settore e la necessità di intensificare gli sforzi dell’UE per garantire che paesi che un
    tempo erano partner strategici e con i quali alcuni Stati membri mantengono forti legami
    culturali non vengano trascinati nella sfera di influenza di rivali sistemici; ricorda che la
    diplomazia economica svolge un ruolo fondamentale in questo sforzo, fungendo da
    strumento essenziale per rafforzare i legami di cooperazione, promuovere la prosperità
    reciproca e consolidare la presenza e l’influenza dell’UE, contribuendo alla resilienza dei
    partner dinanzi alle pressioni esterne;
  4. ritiene che occorra compiere ogni sforzo per mantenere e, se possibile, promuovere la
    cooperazione transatlantica in ogni ambito del settore militare e della difesa, ricordando
    al contempo la necessità di promuovere la difesa europea e di sviluppare una maggiore
    sovranità;

Cooperazione UE-NATO

  1. sottolinea l’importanza del partenariato strategico dell’UE con la NATO, nel pieno
    rispetto dei principi guida concordati di trasparenza, reciprocità e inclusività, nonché nel
    rispetto dell’autonomia e delle procedure decisionali di ciascuna organizzazione; mette
    in evidenza che la NATO e l’UE svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel
    sostenere la pace e la sicurezza a livello internazionale, evitando così la duplicazione
    degli sforzi di difesa pur mantenendo una forte e stretta cooperazione; si compiace
    dell’adesione della Svezia alla NATO nel 2024, e di quella della Finlandia nel 2023, in
    quanto storico passo avanti nel rafforzamento della sicurezza in Europa, in particolare
    nella regione del Mar Baltico; invita la VP/AR a operare in stretto coordinamento e di
    concerto con il Segretario generale della NATO;
  2. chiede un ulteriore rafforzamento della cooperazione UE-NATO sulla base della
    bussola strategica dell’UE e del nuovo concetto strategico della NATO, anche nei settori
    della cibersicurezza, della guerra ibrida, della lotta al terrorismo, della mobilità militare,
    delle infrastrutture a duplice uso, della prevenzione dei conflitti, della gestione delle
    crisi e della cooperazione in campo militare e in materia di sicurezza, del contrasto alle
    ingerenze straniere malevole da parte di paesi terzi, di un approccio coordinato nella
    regione indo-pacifica come pure di una crescente azione comune sulla scena
    internazionale per proteggere la democrazia; sostiene fermamente la politica di apertura
    della NATO; invita l’UE e la NATO a rafforzare la loro cooperazione per sostenere lo
    sviluppo delle capacità dei partner comuni;
  3. sottolinea la costante necessità di allineamento tra gli Stati che sono membri sia dell’UE
    che della NATO e l’obbligo di cooperazione, autoaiuto e assistenza reciproca previsto
    dagli articoli 1 e 3 della Carta della NATO; invita l’UE a intensificare gli sforzi in
    relazione a iniziative di sicurezza e difesa comuni in caso non vi sia un equivalente della
    NATO, al fine di aumentare la standardizzazione, migliorare l’interoperabilità e
    sviluppare procedure operative comuni tra le capacità di difesa degli Stati membri e
    dell’UE;
  4. elogia la stretta cooperazione UE-NATO nei Balcani occidentali, anche attraverso le
    operazioni militari Althea dell’EUFOR e della KFOR, che garantiscono la stabilità
    necessaria per la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo, nonché l’intera regione;
  5. mette in evidenza il ruolo vitale della regione del Mar Nero nel panorama della
    sicurezza europea e invita l’UE a collaborare con la NATO nella definizione di una
    strategia globale per tale regione, che dovrebbe affrontare le sfide in materia di
    sicurezza, contrastare le minacce ibride, rafforzare la cooperazione marittima e
    promuovere i partenariati regionali;
  6. valuta positivamente la nomina del rappresentante speciale della NATO per il vicinato
    meridionale e l’attenzione della NATO per questa regione; ritiene opportuno rafforzare
    il coordinamento e la consultazione tra i funzionari dell’UE incaricati della politica per il
    vicinato meridionale e il Sahel e i loro omologhi della NATO, al fine di evitare
    duplicazioni e la frammentazione degli sforzi e delle risorse;
  7. accoglie con favore la proposta dell’Assemblea parlamentare della NATO di elevare lo
    status del Parlamento a “partner” nel quadro della riforma dei partenariati attualmente in
    corso; invita la sua delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della
    NATO (DNAT) a sfruttare pienamente i privilegi attuali e futuri del Parlamento; ritiene
    che la DNAT sia uno strumento importante della diplomazia del Parlamento nell’ambito
    di un partenariato UE-NATO rafforzato volto a consolidare il pilastro europeo della
    NATO e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali dell’Alleanza; è del
    parere che la DNAT possa svolgere un ruolo centrale nel rafforzamento della
    cooperazione UE-NATO, della resilienza democratica dei paesi in fase di adesione e dei
    partner chiave e, nel complesso, della dimensione parlamentare di questo partenariato
    essenziale;

Partenariato il Nord America

  1. reputa essenziale continuare a sviluppare le strette relazioni dell’UE con gli Stati Uniti,
    che si basano sul rispetto reciproco e sui valori condivisi della democrazia, della libertà
    e dello Stato di diritto, come anche su un’ampia gamma di interessi comuni o
    convergenti; apprezza l’impegno e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella difesa
    territoriale dell’Europa, conformemente al trattato del Nord-Atlantico e al suo articolo 5,
    soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina;
    incoraggia le iniziative di sicurezza e difesa reciproche, e la cooperazione in settori
    quali il disarmo e la non proliferazione, l’impatto delle tecnologie di rottura, i
    cambiamenti climatici, le minacce ibride, la ciberdifesa, la mobilità militare, la gestione
    delle crisi e le relazioni con i concorrenti strategici; chiede un ulteriore rafforzamento
    del dialogo UE-USA in materia di sicurezza e difesa quale importante strumento per
    una cooperazione transatlantica più stretta;
  2. constata che le recenti azioni e dichiarazioni dell’amministrazione statunitense hanno
    ulteriormente accresciuto le preoccupazioni circa la futura posizione degli Stati Uniti
    nei confronti della Russia, della NATO e della sicurezza dell’Europa; deplora, a tale
    proposito, i voti del governo statunitense, allineati con quelli espressi dal governo russo,
    in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle
    Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al terzo anniversario della guerra di aggressione
    della Russia; chiede alla Commissione di adoperarsi per riconsolidare il dialogo UE-
    Stati Uniti in materia di sicurezza e difesa quale strumento importante per una più
    stretta cooperazione transatlantica;
  3. rileva l’importanza di una maggiore collaborazione nella produzione e
    nell’approvvigionamento di prodotti per la difesa, anche attraverso un accesso paritario
    al mercato per entrambe le industrie della difesa; prende atto della strategia nazionale
    per l’industria della difesa degli Stati Uniti, del gennaio 2024, e della sua ambizione di
    approfondire la cooperazione industriale con i partner; riconosce l’ampia gamma di
    possibili ambiti di cooperazione reciprocamente vantaggiosi nel settore della difesa e le
    relative implicazioni positive per un partenariato transatlantico più forte in tempi di
    crescente concorrenza geopolitica; sottolinea, tuttavia, che una cooperazione di questo
    tipo richiede condizioni di parità che sono incompatibili con le disposizioni della
    regolamentazione statunitense sul commercio internazionale delle armi; invita pertanto
    la Commissione ad avviare un dialogo con gli Stati Uniti per valutare le possibilità di
    sviluppo di una cooperazione industriale nel settore della difesa reciprocamente
    vantaggiosa, basata su un quadro giuridico che garantisca condizioni di parità a livello
    transatlantico;
  4. sottolinea che la cooperazione con il Canada è fondamentale per la sicurezza dell’UE e
    accoglie positivamente il ruolo attivo svolto dal Canada nel fornire assistenza
    all’Ucraina; ritiene che il dialogo bilaterale in materia di sicurezza e difesa e il futuro
    partenariato in materia di sicurezza e difesa gettino le basi per una cooperazione
    rafforzata in questo settore, in particolare per quanto riguarda le rispettive iniziative
    volte a potenziare la produzione dell’industria della difesa;

Partenariato con il Regno Unito

  1. riconosce i contributi significativi del Regno Unito alla sicurezza e alla stabilità
    dell’Europa, nonché il suo impegno a favore di obiettivi di difesa condivisi, che
    migliorano la sicurezza collettiva in tutta Europa; accoglie con favore la forte
    cooperazione tra l’UE, i suoi Stati membri e il Regno Unito per quanto riguarda il
    sostegno all’Ucraina, come anche gli accordi bilaterali, come l’accordo di Trinity House
    tra il Regno Unito e la Germania per approfondire la cooperazione in materia di difesa;
    si compiace della partecipazione del Segretario di Stato britannico per gli affari esteri, il
    Commonwealth e lo sviluppo alla riunione del Consiglio “Affari esteri” dell’UE
    dell’ottobre 2024; chiede che l’UE e il Regno Unito migliorino rapidamente la loro
    cooperazione in materia di difesa e diventino partner più stretti in materia di sicurezza
    firmando una dichiarazione congiunta che preveda impegni concreti e un dialogo
    strutturato, al fine di intensificare la cooperazione UE-Regno Unito riguardo all’intera
    gamma di sfide in materia di politica estera e di sicurezza cui l’UE e il Regno Unito
    devono fare fronte sul continente europeo; sottolinea, a tale riguardo, l’importanza di
    una più stretta cooperazione nella condivisione di informazioni e intelligence, nella lotta
    al terrorismo, nella mobilità militare, nelle iniziative di sicurezza e difesa, nella gestione
    delle crisi, nella ciberdifesa, nelle minacce ibride e nella FIMI, nonché nell’affrontare
    congiuntamente minacce comuni come la proliferazione delle armi di distruzione di
    massa;
  2. reputa essenziale progredire nella cooperazione pratica formalizzando una dichiarazione
    congiunta su un partenariato in materia di sicurezza e difesa con il Regno Unito quale
    strumento per rafforzare la sicurezza europea e il pilastro europeo della NATO, in
    particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina;
    incoraggia la VP/AR a invitare regolarmente il Regno Unito alle riunioni informali del
    Consiglio cui partecipano i ministri degli Affari esteri (e della difesa) per scambiare
    opinioni su questioni di interesse comune, salvaguardando nel contempo pienamente
    l’autonomia decisionale dell’UE;

Partenariato con i partner dei Balcani occidentali e dell’Europa orientale

  1. ritiene che la sicurezza dell’UE sia strettamente interconnessa con la sicurezza dei suoi
    vicini europei immediati e che l’UE abbia interesse a dare priorità alla sua politica di
    allargamento e a rafforzare la stabilità dei suoi vicini dell’Europa sudorientale e
    orientale, in particolare dei paesi candidati; chiede un rafforzamento della cooperazione
    militare-di sicurezza, compresa la sicurezza civile e militare come anche la sicurezza
    delle politiche e militare, e della cooperazione con i paesi candidati e i partner,
    segnatamente in settori quali la resilienza, la cibersicurezza, le minacce ibride, la
    gestione delle frontiere, la lotta al terrorismo e la lotta alla disinformazione; ribadisce la
    necessità di una stretta cooperazione con la NATO a tale riguardo; accoglie con favore
    la firma, da parte dell’UE, di partenariati in materia di sicurezza e difesa il 19 novembre
    e il 18 dicembre 2024, rispettivamente con la Macedonia del Nord e l’Albania;
  2. sottolinea che l’Unione dovrebbe facilitare la partecipazione dei partner europei con un
    elevato livello di allineamento alle questioni relative alla PSDC – in particolare i paesi
    dei Balcani occidentali – ai programmi attuali e futuri legati al settore della difesa;
    riafferma che un coinvolgimento approfondito dei paesi candidati agevolerebbe in modo
    sostanziale il loro processo di adesione, aumentando le loro capacità industriali e
    operative nel settore della difesa e migliorando così l’interoperabilità con le forze armate
    degli Stati membri dell’UE; è del parere che un’inclusione globale dei paesi candidati
    dei Balcani occidentali nelle iniziative di difesa dell’UE rappresenterebbe un
    investimento strategico, oltre a essere parte integrante degli sforzi dell’UE volti a
    contrastare la crescente assertività e le ingerenze straniere orchestrate in tali paesi;
  3. incoraggia gli Stati membri a ricorrere ulteriormente all’EPF per la formazione e
    l’equipaggiamento dei servizi di sicurezza nei partner dell’Europa sudorientale e
    orientale che ospitano missioni PSDC, in particolare per quanto riguarda le
    infrastrutture di polizia militare, mediche e di contrasto, e ad aumentare le capacità di
    scambio di intelligence attraverso linee di comunicazione sicure;

Partenariato con l’Unione africana e i paesi africani

  1. sottolinea l’importanza che le relazioni UE-Africa rivestono per la sicurezza europea;
    ritiene essenziale rafforzare in modo significativo i partenariati dell’UE con i paesi
    africani;

Partenariato con la regione indo-pacifica

  1. sottolinea l’importanza strategica della regione indo-pacifica nel quadro di difesa
    dell’UE, riconoscendo la necessità di affrontare le crescenti preoccupazioni in materia di
    sicurezza legate alle attività regionali della Cina e le loro più ampie implicazioni per la
    stabilità globale; ritiene essenziale rafforzare la presenza e i partenariati dell’UE in
    questa regione; riconosce, inoltre, il ruolo di primo piano di Taiwan nello sviluppo
    dell’alta tecnologia e la sua vasta esperienza nel difendersi dagli attacchi ibridi cinesi,
    dalla disinformazione e dalla FIMI, elementi che dovrebbero essere considerati
    prioritari nella valutazione delle possibilità di rafforzare la cooperazione e gli scambi
    multilaterali;
  2. sottolinea che è assolutamente necessario per l’UE costruire una sicurezza collettiva più
    duratura attraverso una rete di alleati e partner regionali, quale base convenzionale del
    suo impegno nella regione; accoglie con grande favore la recente firma, da partedell’UE, di partenariati in materia di sicurezza e difesa con il Giappone e la Corea del
    Sud, rispettivamente il 1° novembre 2024 e il 4 novembre 2024; ritiene che un ulteriore
    approfondimento dei partenariati strategici e di difesa dell’UE con il Giappone e la
    Corea del Sud e lo sviluppo di un dialogo regolare, della cooperazione e della creazione
    di capacità con altri paesi della regione indo-pacifica che condividono gli stessi principi,
    quali Australia, Nuova Zelanda e Taiwan, siano fondamentali per promuovere la
    sicurezza comune; ribadisce all’UE l’invito a intensificare il dialogo con partner
    strategici emergenti della regione quali l’Indonesia e il Vietnam;
  3. pone in evidenza l’importanza del partenariato UE-India e ritiene che la storica visita
    della Presidente della Commissione e del Collegio dei commissari in India il 27 e 28
    febbraio 2025 abbia segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella storia delle relazioni UE-
    India e abbia ribadito l’importanza strategica di tali relazioni e il loro potenziale ancora
    inutilizzato; sottolinea le potenzialità in termini di approfondimento del nostro
    partenariato, anche attraverso il rafforzamento delle consultazioni in materia di
    sicurezza e difesa;

Maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nella PSDC

  1. sottolinea che il rafforzamento della PSDC come priorità politica della decima
    legislatura e l’aumento della spesa per le politiche e i programmi di difesa a livello
    dell’UE e da parte degli Stati membri richiedono un pieno controllo e una piena
    responsabilità parlamentare;
  2. invita, a questo proposito, a rafforzare il ruolo legislativo, di controllo e di bilancio del
    Parlamento su un numero crescente di iniziative in materia di difesa all’interno delle
    istituzioni dell’UE e in particolare il lavoro svolto nell’ambito della PSDC, anche
    migliorando il dialogo periodico, lo scambio di informazioni e il mantenimento di canali
    di comunicazione permanenti tra la VP/AR, il Commissario per la Difesa e lo spazio e
    gli organi competenti del Parlamento; raccomanda che le commissioni parlamentari
    competenti ricevano periodicamente aggiornamenti in materia di intelligence;
  3. si rammarica del fatto che la mancanza di accesso alle informazioni impedisca al
    Parlamento di esercitare un adeguato controllo sui progetti PESCO; ribadisce agli Stati
    membri il suo invito a presentare al Parlamento una relazione sull’attuazione dei progetti
    PESCO almeno due volte l’anno; ribadisce altresì al SEAE il suo invito a riferire
    regolarmente e in modo esauriente alla commissione per la sicurezza e la difesa del
    Parlamento sull’attuazione della bussola strategica, su altre iniziative e altri programmi
    in materia di sicurezza e difesa e sulla loro valutazione; sottolinea la necessità di
    migliorare il controllo dell’attuazione delle normative relative all’industria della difesa
    mediante l’introduzione della procedura relativa agli atti delegati;
  4. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al
    Consiglio, alla vicepresidente della Commissione / alta rappresentante dell’Unione per
    gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione e ai
    Commissari competenti, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario
    generale della NATO, al presidente dell’Assemblea parlamentare della NATO e alle
    agenzie dell’UE per la sicurezza e la difesa, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi partner.

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Fonte: https://cambiailmondo.org/2025/04/04/a-gonfie-vele-verso-la-guerra-risoluzione-del-parlamento-europeo-del-2-aprile-2025-sullattuazione-della-politica-di-sicurezza-e-di-difesa-comune/

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-10-2025-0058_IT.pdf