
Parlamento europeo – 2024-2029
TESTI APPROVATI: P10_TA(2025)0058
Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024
Risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024 (2024/2082(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),
– visto il titolo V del trattato sull’Unione europea (TUE), in particolare il capo 2,
sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),
– vista la dichiarazione di Versailles adottata l’11 marzo 2022 in occasione della riunione
informale dei capi di Stato e di governo,
– vista la “Bussola strategica per la sicurezza e la difesa – Per un’Unione europea che
protegge i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuisce alla pace e alla
sicurezza internazionali”, approvata dal Consiglio il 21 marzo 2022 e dal Consiglio
europeo il 25 marzo 2022,
– viste le strategie di sicurezza nazionali degli Stati membri dell’UE,
– visto il “Patto sulla dimensione civile della PSDC – Verso missioni civili più efficaci”,
approvato dal Consiglio il 22 maggio 2023,
– vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell’11 dicembre 2017, che istituisce
la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l’elenco degli Stati membri
partecipanti 1 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/1968 del Consiglio del 17 ottobre 2022 relativa a una
missione di assistenza militare dell’Unione europea a sostegno dell’Ucraina (EUMAM
Ucraina) 2 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/1970 del Consiglio del 17 ottobre 2022 che modifica la
decisione 2010/452/PESC sulla missione di vigilanza dell’Unione europea in Georgia, EUMM Georgia 1 ,
– vista la decisione (PESC) 2022/2507 del Consiglio del 19 dicembre 2022 che modifica
la decisione 2010/452/PESC, sulla missione di vigilanza dell’Unione europea in
Georgia, EUMM Georgia 2 ,
– vista la decisione (PESC) 2023/162 del Consiglio del 23 gennaio 2023 relativa a una
missione dell’Unione europea in Armenia (EUMA) 3 ,
– vista la decisione (PESC) 2024/890 del Consiglio, del 18 marzo 2024, che modifica la
decisione (PESC) 2021/509, che istituisce uno strumento europeo per la pace 4 ,
– visto il regolamento (UE) 2019/452 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2019, che istituisce un quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti
nell’Unione 5 ,
– visto il regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio del
29 aprile 2021 che istituisce il Fondo europeo per la difesa e abroga il regolamento (UE)
2018/1092 6 ,
– visto il regolamento (UE) 2023/1525 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20
luglio 2023 sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP) 7 ,
– visto il regolamento (UE) 2023/2418 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18
ottobre 2023, sull’istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell’industria
europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA) 8 ,
– visto il regolamento (UE) 2024/1252 del Parlamento europeo e del Consiglio,
dell’11 aprile 2024, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento
sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i regolamenti (UE)
n. 168/2013, (UE) 2018/858, (UE) 2018/1724 e (UE) 2019/1020 9 ,
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce
misure intese a rafforzare la solidarietà e le capacità dell’Unione di rilevamento delle
minacce e degli incidenti di cibersicurezza, e di preparazione e risposta agli stessi
(COM(2023)0209), presentata dalla Commissione il 18 aprile 2023,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 marzo 2023, su una
strategia dell’Unione europea per la sicurezza e la difesa (JOIN(2023)0009),
– vista la raccomandazione (UE) 2023/2113 della Commissione , del 3 ottobre 2023,
relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell’UE ai fini di un’ulteriore valutazione dei rischi con gli Stati membri 1 ,
– vista la decisione di finanziamento annuale, che costituisce la prima parte del
programma di lavoro annuale per l’attuazione del Fondo europeo per la difesa per il
2024, adottata dalla Commissione il 21 giugno 2023 (C(2023)4252),
– viste le conclusioni del Consiglio del 22 gennaio 2018 sull’approccio integrato alle crisi
e ai conflitti esterni e quelle del 24 gennaio 2022 sulla situazione della sicurezza
europea,
– vista la dichiarazione di Granada adottata il 6 ottobre 2023 in occasione della riunione
informale dei capi di Stato e di governo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 21 febbraio 2022 che prorogano e rafforzano
l’attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024 riguardanti la
decisione di avviare negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina,
– viste le conclusioni del Consiglio del 27 maggio 2024 sulla sicurezza e la difesa
dell’UE,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 novembre 2022, dal
titolo “Piano d’azione sulla mobilità militare 2.0” (JOIN(2022)0048),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 18 maggio 2022 sull’analisi
delle carenze di investimenti nel settore della difesa e sulle prospettive di percorso
(JOIN(2022)0024),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante
dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 5 marzo 2024, dal titolo
“Una nuova strategia industriale europea per il settore della difesa: conseguire la
prontezza dell’UE attraverso un’industria europea della difesa reattiva e resiliente”
(JOIN(2024)0010),
– vista la relazione dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza, del 20 giugno 2024, dal titolo “Common Foreign and Security Policy Report
– Our priorities in 2024″ (Relazione sulla politica estera e di sicurezza comune – Le
nostre priorità per il 2024),
– visti gli orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2024-2029 della
candidata alla carica di presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,
del 18 luglio 2024, dal titolo “La scelta dell’Europa”,
– vista la relazione di Enrico Letta dal titolo “Much more than a Market” (Molto più di un
mercato), e in particolare la sezione “Promoting peace and enhancing security: towards
a Common Market for the defence industry”(Promuovere la pace e rafforzare la
sicurezza: verso un mercato comune per l’industria della difesa), pubblicata nell’aprile 2024,
– vista la relazione di Mario Draghi, del 9 settembre 2024, sul futuro della competitività
europea e il relativo capitolo 4 sull’aumento della sicurezza e la riduzione delle
dipendenze,
– vista la relazione di Sauli Niinistö del 30 ottobre 2024 dal titolo “Safer Together:
Strengthening Europe’s Civilian and Military Preparedness and Readiness” (Più sicuri
insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell’Europa nel settore civile e
militare),
– visti i partenariati in materia di sicurezza e difesa firmati rispettivamente il
21 maggio 2024 dall’UE e dalla Moldova, il 28 maggio 2024 dall’UE e dalla Norvegia,
il 1° novembre 2024 dall’UE e dal Giappone, il 4 novembre 2024 dall’UE e dalla Corea
del Sud, il 19 novembre 2024 dall’UE e dalla Macedonia del Nord e il 18 dicembre 2024
dall’UE e dall’Albania,
– vista la Carta delle Nazioni Unite, in particolare l’articolo 2, paragrafo 4, che vieta l’uso
della forza, e l’articolo 51 sul diritto naturale di autotutela individuale o collettiva,
– vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 (2000) del
31 ottobre 2000, 1889 (2009) del 5 ottobre 2009, 2122 (2013) del 18 ottobre 2013,
2242 (2015) del 13 ottobre 2015 e 2493 (2019) del 29 ottobre 2019 sulle donne, la pace
e la sicurezza, e le risoluzioni 2250 (2015) del 9 dicembre 2015, 2419 (2018) del
6 giugno 2018 e 2535 (2020) del 14 luglio 2020 sui giovani, la pace e la sicurezza,
– vista la risoluzione 70/1 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre
2015, dal titolo “Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable
Development” (Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile),
– visti il Patto per il futuro, adottato il 23 settembre 2024 dai capi di Stato e di governo
degli Stati membri delle Nazioni Unite, e il relativo capitolo 2 sulla pace e la sicurezza
internazionali,
– visto il trattato del Nord Atlantico,
– vista la dichiarazione del vertice di Madrid adottata dai capi di Stato e di governo della
NATO in occasione della riunione del Consiglio del Nord Atlantico tenutasi a Madrid il
29 giugno 2022,
– visti il concetto strategico 2022 della NATO e il comunicato del vertice NATO 2023 a
Vilnius,
– viste le tre dichiarazioni congiunte sulla cooperazione UE-NATO firmate l’8 luglio
2016, il 10 luglio 2018 e il 10 gennaio 2023,
– vista la nona relazione sullo stato dei lavori relativi all’attuazione dell’insieme comune
di proposte approvato dai Consigli dell’UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5
dicembre 2017, presentata congiuntamente dal vicepresidente della Commissione/alto
rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e dal Segretario generale della NATO ai Consigli dell’UE e della NATO il 13 giugno 2024,
– vista la dichiarazione del vertice di Washington rilasciata dai capi di Stato e di governo
della NATO che hanno partecipato alla riunione del Consiglio del Nord Atlantico
tenutasi a Washington il 10 luglio 2024,
– vista la sua raccomandazione dell’8 giugno 2022 sulla politica estera, di sicurezza e di
difesa dell’Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l’Ucraina da parte della
Russia 1 ,
– vista la sua raccomandazione del 23 novembre 2022 concernente la nuova strategia
dell’UE in materia di allargamento 2 ,
– vista la sua risoluzione del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione
russa come Stato sostenitore del terrorismo 3 ,
– vista la sua risoluzione del 1° giugno 2023 sulle ingerenze straniere in tutti i processi
democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione 4 ,
– vista la sua risoluzione del 28 febbraio 2024 sull’attuazione della politica di sicurezza e
di difesa comune – relazione annuale 2023 5 ,
– vista la sua risoluzione del 29 febbraio 2024 sulla necessità di un fermo sostegno
dell’UE all’Ucraina dopo due anni di guerra di aggressione della Russia contro il Paese 6 ,
– vista la sua risoluzione del 17 luglio 2024 sulla necessità di un sostegno continuo
dell’UE all’Ucraina 7 ,
– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2024 sul proseguimento del sostegno
finanziario e militare all’Ucraina da parte degli Stati membri dell’UE 8 ,
– vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulle implicazioni in materia di sicurezza e
di difesa dell’influenza della Cina sulle infrastrutture critiche nell’Unione europea 9 ,
– vista la sua posizione del 22 ottobre 2024 sulla proposta di regolamento del Parlamento
europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti
all’Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all’Ucraina 10 ,
– vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2024 sull’interpretazione errata della risoluzione
2758 delle Nazioni Unite da parte della Repubblica popolare cinese e le sue continue
provocazioni militari intorno a Taiwan 11 ,
– visto il piano per la vittoria dell’Ucraina presentato dal Presidente dell’Ucraina
Volodymyr Zelenskyj al Consiglio europeo il 17 ottobre 2024,
– vista la proposta “ReArm Europe” del 4 marzo 2025,
– visto il Libro bianco congiunto sulla prontezza europea alla difesa per il 2030,
presentato il 19 marzo 2025 (JOIN(2025)0120),
– vista la proposta di regolamento del Consiglio che istituisce l’azione di sicurezza per
l’Europa (SAFE) mediante il rafforzamento dello strumento per l’industria europea della
difesa (COM(2025)0122), presentata dalla Commissione il 19 marzo 2025,
– vista la comunicazione della Commissione del 19 marzo 2025, dal titolo
“Accommodating increased defence expenditure within the Stability and Growth Pact”
(Integrare un aumento della spesa per la difesa nel patto di stabilità e crescita)
(C(2025)2000),
– visti i discorsi e le dichiarazioni formulati in occasione della conferenza di Monaco
sulla sicurezza tenutasi dal 14 al 16 febbraio 2025,
– vista la riunione dei leader tenutasi a Londra il 2 marzo 2025,
– visti i piani della Commissione per un meccanismo europeo di vendite militari,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 marzo 2025,
– visto l’articolo 55 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A10-0011/2025),
A. considerando che, come confermato dalla valutazione dell’indice Normandia 2024 1 ,
questo ultimo anno è stato caratterizzato da un declino della pace e della sicurezza
globali dovuto, tra l’altro, a conflitti, rivalità geopolitiche, crescente militarizzazione,
terrorismo e minacce ibride;
B. considerando che la guerra di aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina, i
continui sforzi bellici e la cooperazione in materia di armamenti con altre potenze
autoritarie, che superano di gran lunga le scorte e le capacità produttive europee, e la
scelta del regime russo di minare l’ordine internazionale basato su regole e l’architettura
di sicurezza dell’Europa e di dichiarare guerra ai paesi europei o di cercare di
destabilizzarli al fine di realizzare la sua visione imperialista del mondo, rappresentano
la minaccia più grave e senza precedenti per la pace nel mondo, nonché per la sicurezza
e il territorio dell’UE e dei suoi Stati membri; che la Russia produce attualmente tre
milioni di granate di artiglieria all’anno, mentre l’ambizione dichiarata dall’UE
nell’ambito della sua prima strategia per l’industria europea della difesa (EDIS) mira a
una capacità di produzione di due milioni di granate all’anno entro la fine del 2025; che
il regime russo sta rafforzando i suoi legami con la leadership autocratica di Cina, Iran e Corea del Nord per conseguire i suoi obiettivi;
C. considerando che le recenti dichiarazioni di membri dell’amministrazione statunitense, a
cui si uniscono le forti pressioni esercitate sull’Ucraina dalla leadership statunitense,
riflettono un cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti, come dimostrato dalla
proposta dell’amministrazione Trump di normalizzare i legami con la Russia, e che
appare sempre più chiaro che l’Europa ha bisogno di rafforzare la propria sicurezza e la
propria difesa per poter aiutare l’Ucraina e per difendersi;
D. considerando che l’UE si trova altresì ad affrontare la gamma più diversificata e
complessa di minacce non militari dalla sua creazione, aggravate dalla guerra di
aggressione della Russia contro l’Ucraina, tra cui la manipolazione delle informazioni e
le ingerenze da parte di attori stranieri (foreign information manipulation and
interference – FIMI), gli attacchi informatici, la pressione economica, i ricatti alimentari
ed energetici, la strumentalizzazione della migrazione e le ingerenze politiche
sovversive;
E. considerando che la Russia ha invaso e annesso illegalmente la Crimea e le regioni
ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia; che l’Ucraina deve essere dotata
delle capacità militari necessarie per tutto il tempo che le servirà per riportare una
vittoria militare decisiva, porre fine alla guerra di aggressione illegale della Russia,
ripristinare la propria sovranità e integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a
livello internazionale e scoraggiare qualsiasi aggressione futura; che l’Ucraina, nel
difendere sé stessa, sta anche proteggendo i valori europei e gli interessi fondamentali
della sicurezza e combattendo per essi; che la Russia continua a occupare illegalmente
le regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud in Georgia e della regione della
Transnistria in Moldova;
F. considerando che la nuova amministrazione statunitense sta attivamente cercando di
convincere la Russia ad accettare un accordo di pace ma, malgrado le due telefonate tra
i presidenti Trump e Putin, il 12 febbraio e il 18 marzo 2025, nonché diversi cicli di
negoziati diretti tra gli Stati Uniti e la Russia in Arabia Saudita, la Russia ha finora
evitato di fornire una risposta chiara a qualsiasi proposta di cessate il fuoco e ha
costantemente stabilito condizioni per un cessate il fuoco; che, nonostante le sue
ripetute critiche, finora l’UE non è stata adeguatamente rappresentata nei negoziati per il
cessate il fuoco e la pace in Ucraina;
G. considerando che, spinta dall’ambizione di diventare una superpotenza globale, la Cina
sta erodendo l’ordine internazionale basato su regole, perseguendo politiche estere
sempre più assertive e ostili in ambito economico e competitivo ed esportando beni a
duplice uso utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia contro l’Ucraina, minacciando
in tal modo gli interessi europei; che la Cina si sta anche armando pesantemente sul
piano militare, sta sfruttando il suo potere economico per reprimere le critiche a livello
mondiale e sta cercando di affermarsi come potenza dominante nella regione indo-
pacifica; che la Cina, intensificando le sue azioni conflittuali, aggressive e intimidatorie
contro alcuni dei suoi vicini, in particolare nello stretto di Taiwan e nel Mar cinese
meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale;
H. considerando che la Cina ha promosso per molti anni una narrazione alternativa,
mettendo in discussione i diritti umani, i valori democratici e i mercati aperti nelle sedi
multilaterali e internazionali; che la crescente influenza della Cina nelle organizzazioni
internazionali ha impedito progressi positivi e ha escluso ulteriormente Taiwan da una partecipazione legittima e significativa a tali organizzazioni;
I. considerando che il contesto di sicurezza dell’UE si è deteriorato non solo nell’Europa
orientale, ma anche nel vicinato meridionale e oltre;
J. considerando che gli spregevoli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele,
la guerra in corso a Gaza e le operazioni militari contro Hezbollah in territorio libanese
hanno aumentato notevolmente il pericolo di uno scontro militare regionale in Medio
Oriente e che da decenni non si raggiungeva un rischio di escalation così elevato nella
regione; che gli attacchi attualmente lanciati nel Mar Rosso dalle zone dello Yemen
controllate dagli Houthi, con il sostegno dell’Iran, nonché i dirottamenti di navi
commerciali dal Mar Rosso all’Oceano Indiano nordoccidentale da parte di pirati
somali, rappresentano una grave minaccia per la libertà di navigazione, la sicurezza
marittima e il commercio internazionale; che altri attacchi lanciati in Iraq e in Siria da
varie milizie sostenute dall’Iran stanno aggravando il rischio di escalation nella regione;
che l’UE ha avviato la propria operazione militare EUNAVFOR ASPIDES per
migliorare la situazione della sicurezza nella regione;
K. considerando che i paesi del vicinato orientale e dei Balcani occidentali devono far
fronte a minacce sempre più diversificate alla loro sicurezza e risentono negativamente
della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, nonché dell’accresciuta
assertività degli attori regionali e globali come la Cina; che il Kosovo e il dialogo tra
Belgrado e Pristina, facilitato dall’UE, sono esposti in particolare a minacce di
destabilizzazione;
L. considerando che l’impatto disastroso delle guerre passate o in corso, l’instabilità,
l’insicurezza, la povertà e i cambiamenti climatici nella regione del Sahel, nell’Africa
nordorientale e in Libia pongono seri rischi per la sicurezza dell’UE e i suoi interessi
economici e commerciali; che l’instabilità e l’insicurezza nel vicinato meridionale e nella
regione del Sahel sono strettamente connesse alla gestione delle frontiere esterne
dell’UE e continuano a rappresentare una sfida per tale gestione; che la missione dell’UE
di assistenza alle frontiere in Libia e l’operazione EUNAVFOR MED IRINI
contribuiscono alla pace, alla sicurezza e alla stabilità sostenibili attraverso l’attuazione
dell’embargo sulle armi, la lotta alle armi illegali e alla tratta di esseri umani e la
formazione della guardia costiera libica;
M. considerando che una parte di Cipro, uno Stato membro dell’UE, continua a essere
occupata illegalmente dalla Turchia;
N. considerando che la regione artica sta diventando sempre più importante in termini
geopolitici, di sviluppo economico e di trasporti e, al contempo, sta affrontando le sfide
legate ai cambiamenti climatici, alla militarizzazione e alla migrazione;
O. considerando che gli insufficienti investimenti nella difesa da parte degli Stati membri
dell’UE in passato hanno comportato una carenza di investimenti; che gli Stati membri
hanno convenuto di aumentare le spese destinate a una difesa migliore e più intelligente;
che nel 2024 si prevedeva che 16 Stati membri dell’UE, che sono anche alleati della
NATO, rispetto ai 9 del 2023, avrebbero superato gli orientamenti della NATO e
avrebbero destinato almeno il 2 % del loro prodotto interno lordo (PIL) alla difesa; che
un numero crescente di esperti ritiene necessario fissare un obiettivo in materia di
investimenti nel settore della difesa pari al 3 % del PIL, alla luce della minaccia diretta
che la Russia rappresenta per l’UE e i suoi Stati membri;
P. considerando che nel 2023 il Parlamento e il Consiglio hanno concluso accordi sullo
strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti
comuni (EDIRPA) e sulla legge sul sostegno alla produzione di munizioni (ASAP), che,
quali misure di emergenza a breve termine, mirano a incoraggiare l’acquisto congiunto
di prodotti per la difesa, a potenziare la capacità produttiva dell’industria europea della
difesa, a ricostituire le scorte esaurite e a ridurre la frammentazione del settore degli
appalti pubblici in materia di difesa;
Q. considerando che nel 2024 la Commissione ha pubblicato le sue proposte per la
definizione di una strategia per l’industria europea della difesa (EDIS) e di un
programma per l’industria europea della difesa (EDIP), riguardanti in particolare il
potenziamento delle capacità di sicurezza e di difesa dell’UE;
R. considerando che la costruzione di capacità di difesa e il loro adattamento alle esigenze
militari richiedono una cultura strategica comune, una percezione della minaccia e
soluzioni da sviluppare e armonizzare in termini di dottrina e concetti;
S. considerando che l’eccezione al principio di finanziamento a carico del bilancio
dell’Unione di cui all’articolo 41, paragrafo 2, TUE si applica soltanto alle spese
derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa; che in
tutti gli altri casi il VP/AR, unitamente alla Commissione, ove necessario, dovrebbe
proporre che le spese connesse alla PESC o alla PSDC siano finanziate a carico del
bilancio dell’UE; che l’articolo 14, paragrafo 1, e l’articolo 16, paragrafo 1, TUE
stabiliscono un equilibrio tra il Parlamento e il Consiglio per quanto riguarda le loro
funzioni di bilancio; che la pratica attuale non riflette tale equilibrio;
T. considerando che la relazione Draghi evidenzia una combinazione di debolezze
strutturali che incidono sulla competitività della base industriale e tecnologica di difesa
dell’UE (DTIB) e individua una realtà frammentata, una spesa pubblica per la difesa
insufficiente e un accesso limitato ai finanziamenti; che la politica di prestito della
Banca europea per gli investimenti (BEI) esclude il finanziamento di munizioni e armi,
nonché di attrezzature o infrastrutture destinate esclusivamente a usi militari e di
polizia;
U. considerando che la relazione Niinistö sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri non
sono ancora del tutto preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali
più gravi, soprattutto in considerazione dell’ulteriore deterioramento del contesto
esterno; che secondo la relazione molte minacce sono già costantemente in atto; che la
relazione evidenzia le necessità di una preparazione adeguata per lanciare un segnale ai
potenziali avversari riguardo al fatto che non saranno in grado di resistere all’UE; che la
relazione deplora che l’Unione non disponga di un piano comune in caso di aggressione
armata ed evidenzia che l’UE deve riconsiderare il modo in cui definisce la propria
sicurezza; che la relazione sottolinea l’importanza che l’UE sia pronta ad agire a
sostegno di uno Stato membro in caso di aggressione armata esterna e di sbloccare
ulteriormente il potenziale dell’UE per una cooperazione civile-militare rafforzata e
infrastrutture e tecnologie a duplice uso, attraverso l’ottimizzazione dell’uso di risorse
scarse e il rafforzamento di meccanismi di coordinamento per le situazioni di crisi più
gravi;
V. considerando che l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore della sicurezza e
della difesa, comprese le tecnologie legate agli armamenti, incide sulle operazioni
militari consentendo ai sistemi autonomi, all’analisi predittiva e alle capacità decisionali migliorate di svolgere un ruolo significativo sui campi di battaglia; che questo sviluppo
presenta sia opportunità senza precedenti che rischi significativi;
W. considerando che attualmente sono in corso, nel quadro della PSDC, tredici missioni
civili, otto operazioni militari e una missione civile-militare, con il dispiego di circa
5 000 persone in tre continenti; che dalle analisi svolte dal Servizio europeo per l’azione
esterna risulta che tali missioni e operazioni continuano a risentire del mancato rispetto
degli impegni, assunti dagli Stati membri, relativi alla fornitura di personale militare o
civile in numero sufficiente; che tali missioni e operazioni risentono inoltre dell’assenza
di un processo decisionale rapido come pure della mancanza di flessibilità e
adattamento alle specifiche esigenze locali sul campo; che questi ostacoli limitano
l’efficacia complessiva delle missioni e delle operazioni PSDC; che uno degli obiettivi
della bussola strategica consiste nel rafforzare le missioni e le operazioni civili e militari
dell’UE in ambito PSDC, attribuendo loro mandati più solidi e adattabili, promuovendo
processi decisionali rapidi e più flessibili e garantendo una maggiore solidarietà
finanziaria; che le missioni e le operazioni dell’UE sono spesso oggetto di minacce
ibride, tra cui la disinformazione, che ne compromettono l’efficacia nella stabilizzazione
dei paesi in cui sono condotte e rafforzano invece l’instabilità preesistente, spesso
avvantaggiando attori non statali malevoli;
X. considerando che le missioni e le operazioni PSDC rafforzano notevolmente la
resilienza e la stabilità del vicinato europeo, anche nel Mediterraneo, nei Balcani
occidentali, nei paesi del partenariato orientale, nella regione del Sahel e nel Corno
d’Africa, offrendo servizi di formazione e sviluppo di capacità a livello di forze militari,
polizia, guardia costiera e gestione dei confini;
Y. considerando che l’UE fornisce assistenza alla guardia costiera libica attraverso la
missione dell’UE di assistenza alle frontiere in Libia (EUBAM Libia) e l’operazione
EUNAVFOR MED IRINI; che l’obiettivo principale di EUNAVFOR MED IRINI è
sostenere l’attuazione dell’embargo sulle armi imposto alla Libia dal Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite; che il Consiglio dell’UE ha prorogato il mandato
dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI fino al 31 marzo 2025 attribuendole il
compito di addestrare la guardia costiera e la marina libiche;
Z. considerando che l’operazione Althea dell’EUFOR definisce un percorso verso la pace,
la stabilizzazione e l’integrazione europea della Bosnia-Erzegovina e svolge tuttora un
ruolo centrale nel garantire la sicurezza e la stabilità del paese e della regione; che
all’inizio di marzo 2025 sono stati schierati 400 soldati supplementari per sostenere
l’operazione Althea dell’EUFOR in un contesto di maggiore incertezza nel paese a
seguito della sentenza del Tribunale della Bosnia-Erzegovina del 26 febbraio 2025 nel
caso relativo a Milorad Dodik;
AA. considerando che il 17 maggio 2024 l’UE ha concluso il mandato della missione di
formazione dell’UE in Mali (EUTM); che il 30 giugno 2024 ha concluso il mandato
della missione di partenariato militare dell’Unione europea in Niger (EUMPM) e il 30
settembre 2024 ha posto fine alla missione di terra del personale della missione
dell’Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger (EUCAP Sahel Niger);
AB. considerando che per il periodo 2021-2027 l’UE destinerà 1,5 miliardi di EUR al
sostegno delle iniziative per la prevenzione dei conflitti, la pace e la sicurezza a livello
nazionale e regionale nell’Africa subsahariana; che l’Africa riceve ulteriore sostegno
anche nel quadro dello strumento europeo per la pace (EPF), che consente all’UE difornire tutti i tipi di attrezzature e infrastrutture alle forze armate dei suoi partner;
AC. considerando che l’UE e i suoi Stati membri si trovano ad affrontare crescenti attacchi
ibridi sul loro territorio, tra cui infiltrazioni politiche e sabotaggi, volti a minare un sano
dibattito politico e la fiducia dei cittadini dell’UE nelle istituzioni democratiche e a
creare divisioni nelle società europee e tra le nazioni; che nei prossimi anni le minacce
ibride saranno caratterizzate da un maggiore ricorso alla combinazione sistematica di
guerra dell’informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e
tecnologie emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di
sistemi avanzati di attacco e sorveglianza basati sullo spazio, tutti abilitati con
intelligenza artificiale (IA) avanzata, calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni
sempre più intelligenti, capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici e
guerre biologiche e con nanotecnologie; che la Russia e la Cina hanno dimostrato di
ricorrere maggiormente a strumenti ibridi per minare la sicurezza e la stabilità dell’UE;
AD. considerando che la Federazione russa si avvale di società militari private, quali il
Corpo africano e il gruppo Wagner, come parte di uno strumentario di guerra ibrida che
le permetta di mantenere una plausibile negabilità mentre esercita influenza in varie
regioni e ottiene l’accesso a risorse naturali e infrastrutture critiche; che, secondo le
informazioni disponibili, il Corpo africano e il gruppo Wagner avrebbero commesso
atrocità in Ucraina, Mali, Libia, Siria e nella Repubblica centrafricana; che la
Federazione russa ha rafforzato i sentimenti antieuropeisti, soprattutto nei paesi con una
forte presenza europea o che ospitano missioni PSDC;
AE. considerando che il 7 marzo 2024 la Svezia ha aderito come nuovo membro alla NATO,
seguendo le orme della Finlandia, che ha aderito nel 2023; che la cooperazione in
materia di sicurezza e di difesa con partner e alleati è fondamentale per l’ambizione
dell’UE di diventare un garante della sicurezza internazionale e costituisce un pilastro
portante della PSDC; che la cooperazione con le Nazioni Unite, la NATO, l’Unione
africana, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l’Associazione
delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), nonché con numerosi alleati e partner che
condividono gli stessi valori quali, tra gli altri, Stati Uniti, Regno Unito, Canada,
Norvegia, Ucraina, Moldova, i paesi dei Balcani occidentali, Giappone, Corea del Sud,
Australia, Nuova Zelanda e alcuni paesi dell’America latina è fondamentale per il
successo dell’attuazione della PSDC;
Le conseguenze del cambiamento del paradigma geopolitico per la sicurezza europea
- sottolinea la gravità delle minacce alla sicurezza del continente europeo, che hanno
raggiunto un livello senza precedenti dalla seconda guerra mondiale; esprime profonda
preoccupazione per il moltiplicarsi di fratture geopolitiche, l’emergere o il riproporsi di
ambizioni imperialiste di dominio da parte di potenze autoritarie, l’aumento di rivalità
sistemiche tra grandi potenze e di unilateralismo nazionalista, la diffusione del
terrorismo, compreso quello di matrice jihadista, lo sfollamento forzato di civili e gli
attacchi deliberatamente mirati contro persone e infrastrutture civili e l’uso primario e
crescente della forza e della violenza da parte di alcuni attori malevoli per promuovere i
loro obiettivi e interessi politici ed economici o per risolvere controversie; - esprime profonda preoccupazione, in tale contesto, per l’apparente cambio di posizione
degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, inclusi il fatto di aver
incolpato apertamente l’Ucraina della guerra in corso, la sospensione degli aiuti militari
statunitensi, nonché il tentativo di costringere l’Ucraina a rinunciare al suo legittimodiritto all’autodifesa; deplora fermamente qualsiasi tentativo di ricattare la leadership
ucraina affinché si arrenda all’aggressore russo al solo scopo di annunciare un “accordo
di pace” e ritiene che l’attuale tentativo da parte dell’amministrazione statunitense di
negoziare un accordo di cessate il fuoco e di pace senza coinvolgere l’UE, la quale
dovrà in ultima analisi gestire la situazione che risulterà da tale accordo, sia
controproducente, in quanto non fa che rafforzare la parte belligerante, dimostrando in
tal modo che la politica aggressiva non viene punita, ma ricompensata; esprime cauto
ottimismo in merito alla proposta di un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni; ricorda
che il cessate il fuoco può essere uno strumento efficace per sospendere le ostilità solo
se l’aggressore vi aderisce pienamente; si attende pertanto che la Russia lo accetti e lo
rispetti, cessando tutti gli attacchi contro l’Ucraina, le sue postazioni militari, la sua
popolazione civile, le sue infrastrutture e il suo territorio; conclude tuttavia che, in
considerazione delle passate violazioni di accordi precedenti da parte della Russia, la
pace può essere raggiunta solo fornendo all’Ucraina solide garanzie di sicurezza; ritiene,
per contro, che qualsiasi soluzione che comprometta le legittime aspirazioni
dell’Ucraina, come il suo diritto di scegliere i propri dispositivi di sicurezza, o che sia
sprovvista di garanzie di sicurezza credibili rischierà di esporre l’Ucraina e altri paesi
europei a nuovi attacchi russi; deplora, a tale proposito, i voti del governo statunitense,
allineati con quelli espressi dal governo russo, in seno all’Assemblea generale delle
Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al
terzo anniversario della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina; - ritiene che i teatri geopolitici in Ucraina, Medio Oriente, Mar cinese meridionale e
regione indo-pacifica siano sempre più interconnessi, tenuto conto dell’intensificarsi dei
legami tra la Russia e la Cina, in particolare, e ciò pone sfide significative alla pace e
alla sicurezza globali e all’ordine internazionale basato su regole che devono essere
affrontate dalla comunità internazionale; pone in risalto l’incremento degli attacchi e
delle minacce ibride che mirano a indebolire i valori e le strutture democratiche, ad
esempio durante le elezioni, come pure la coesione e l’adesione dei cittadini alle società
europee basate sui valori e allo Stato di diritto; ritiene che tale tendenza equivalga a un
cambiamento di paradigma, in quanto inverte la logica della costruzione di una
sicurezza internazionale basata sul rispetto del diritto internazionale, di un ordine
internazionale fondato su regole e del multilateralismo; - riconosce la natura in evoluzione delle minacce alla sicurezza globale e sottolinea il
ruolo cruciale che la diplomazia, la cooperazione allo sviluppo come pure il controllo
degli armamenti e il disarmo svolgono unitamente agli sforzi militari nel garantire la
sicurezza e la pace durature a livello internazionale; rileva, tuttavia, l’impatto limitato
degli sforzi diplomatici volti a costruire la pace e la sicurezza negli ultimi tempi;
evidenzia che la pace e la stabilità globali sostenibili non possono essere raggiunte solo
attraverso misure militari, ma richiedono strategie globali che affrontino i principali
fattori all’origine dell’instabilità, come la povertà, la disuguaglianza, i fallimenti della
governance e i cambiamenti climatici; sottolinea che l’iniziativa Global Gateway
dell’UE e altri programmi di sviluppo dovrebbero essere allineati con gli obiettivi di
sicurezza, favorendo società resilienti attraverso la promozione della crescita economica
inclusiva, della buona governance e dei diritti umani;
La risposta dell’UE: una nuova era per la sicurezza e la difesa europee
5. accoglie con grande favore il Libro bianco congiunto sulla prontezza europea alla difesaper il 2030 1 , che propone una tabella di marcia solida e ambiziosa per rafforzare la
sicurezza dell’Europa; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare rapidamente i
diversi elementi ambiziosi della proposta senza indugio, in quanto l’Europa deve essere
in grado di dissuadere gli aggressori e difendersi su tutti i fronti, di assumere la
leadership e agire rapidamente sulle questioni di sicurezza, nonché di produrre materiali
di difesa per rispondere alle proprie esigenze;
- sottolinea che è assolutamente necessario per l’UE riconoscere e affrontare le sfide poste
dalle molteplici minacce in continua evoluzione alla sua sicurezza nonché impegnarsi, a
tale scopo, in nuove e migliorate politiche e azioni che le consentano, insieme ai suoi
Stati membri, di rafforzare collettivamente e coerentemente la difesa europea, al fine di
garantire la sicurezza di tutti gli Stati membri dell’UE e dei loro cittadini e migliorare la
loro capacità di agire a livello globale; - ritiene che la diplomazia debba rimanere una pietra angolare della politica estera
dell’UE; - ricorda l’importanza per l’UE di migliorare l’autonomia strategica e la prontezza alla
difesa, come indicato nella Bussola strategica, per garantire che i suoi obiettivi siano
allineati con gli interessi collettivi e sovrani degli Stati membri e con la visione più
ampia della sicurezza e della difesa europee; riconosce, a tale proposito, che alcuni Stati
membri hanno politiche di neutralità militare consolidate e rispetta il diritto di ciascuno
Stato membro di definire la propria politica di sicurezza; - sottolinea l’importanza di continuare a rendere operativo l’articolo 42, paragrafo 7, TUE
sull’assistenza reciproca, garantendo la solidarietà tra gli Stati membri, in particolare
quelli direttamente esposti a minacce e sfide imminenti in ragione della loro posizione
geografica, indipendentemente dal fatto che siano o meno membri della NATO; chiede
misure concrete per sviluppare un’autentica politica di solidarietà dell’UE, anche
chiarendo le modalità pratiche nel caso in cui uno Stato membro attivi l’articolo 42,
paragrafo 7, TUE e garantendo la coerenza tra l’articolo 42, paragrafo 7, TUE e
l’articolo 5 del trattato del Nord Atlantico; - prende atto dei progressi complessivamente limitati e della carenza di investimenti nello
sviluppo di una capacità di difesa, di una capacità industriale e di una prontezza alla
difesa comuni a livello europeo dall’istituzione della PSDC 25 anni fa; osserva con
rammarico che, nonostante l’ambizione di definire una politica di difesa comune
dell’Unione, come previsto all’articolo 42, paragrafo 2, TUE, mancano ancora iniziative
concrete in tal senso; - sottolinea che, se da un lato stiamo rafforzando la nostra difesa, dall’altro la nostra
alleanza e la nostra cooperazione con gli Stati Uniti rimangono estremamente
importanti, così come il coordinamento con la NATO, sia nello sviluppo delle capacità
che nello scambio di informazioni classificate; riconosce che le priorità degli Stati Uniti
in materia di sicurezza sono cambiate a causa di sfide in altre regioni, il che impone
all’Europa di assumersi la piena responsabilità della propria difesa; - insiste sulla necessità di un approccio, di politiche e di sforzi congiunti realmente
comuni nel settore della difesa, nonché di un cambiamento di paradigma nella PSDC
dell’UE che consenta all’UE di agire con decisione ed efficacia nel suo vicinato e sulla
scena mondiale, salvaguardare i suoi valori, i suoi interessi e i suoi cittadini e
promuovere i suoi obiettivi strategici; sottolinea l’importanza di presentare l’UE come
un attore internazionale forte e unito, in grado di agire in modo più strategico e
autonomo, difendersi da potenziali attacchi nemici e sostenere i suoi partner, nonché di
garantire la pace, lo sviluppo sostenibile e la democrazia; pone in risalto l’estrema
importanza che l’UE e i suoi Stati membri continuino a lavorare per creare una cultura
strategica comune nel settore della sicurezza e della difesa; pone l’accento sulla
necessità che gli Stati membri riflettano collettivamente sul futuro delle loro politiche e
dottrine in materia di deterrenza come pure sul loro adattamento al mutevole contesto di
sicurezza in Europa; sottolinea inoltre che, al fine di sviluppare politiche estere e di
difesa coerenti, l’UE deve rafforzare le sue strutture democratiche e indipendenti, i suoi
processi decisionali e la sua autonomia operativa; - accoglie con favore l’obiettivo della presidente della Commissione di avviare una nuova
era della difesa e della sicurezza europee mediante la costruzione di una vera Unione
europea della difesa; valuta positivamente la nomina di Andrius Kubilius, il primo
commissario per la difesa e lo spazio, incaricato di collaborare con la VP/AR; accoglie
con favore la pubblicazione del libro bianco sul futuro della difesa europea; sottolinea la
necessità che l’UE e i suoi Stati membri, agendo per definire l’Unione europea della
difesa, adottino misure prioritarie e preparino azioni future al fine di garantire la
prontezza alla difesa dell’UE, in particolare per quanto riguarda la minaccia
rappresentata dalla Russia, e rafforzino la deterrenza e potenzino le capacità operative
quale strumento di difesa nei periodi di guerra, rispondendo nel contempo alle esigenze
civili e umanitarie, sfruttando in tal modo il concetto di “duplice uso”; - accoglie con favore il piano “ReArm Europe” in cinque punti proposto il 4 marzo 2025
dalla presidente della Commissione; - accoglie con favore i risultati della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 6
marzo 2025 e le conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 20 marzo 2025; - accoglie con favore il fatto che il Libro bianco abbia tenuto conto delle richieste del
Parlamento in merito alla necessità di garantire la protezione delle frontiere terrestri,
aeree e marittime dell’UE dalle minacce militari e ibride; plaude all’approvazione di uno
scudo per la frontiera orientale e ribadisce il suo sostegno alla linea di difesa del
Baltico; - accoglie con favore la pubblicazione della strategia dell’Unione in materia di
preparazione e sottolinea che le azioni dell’UE devono essere olistiche e affrontare tutte
le dimensioni della sicurezza: esterna, interna, sociale ed economica; è fermamente
convinto che solo un tale approccio globale garantirà un sostegno pubblico costante a
lungo termine; sottolinea che le misure delineate nel Libro bianco e la strategia
dell’Unione in materia di preparazione devono essere complementari e rafforzarsi a
vicenda; - invita l’UE e i suoi Stati membri ad accelerare l’impegno previsto dalla dichiarazione di
Versailles e ad assumere maggiori responsabilità nell’ambito della difesa e della
sicurezza, anche migliorando l’autonomia strategica e rafforzando le capacità di difesa e
deterrenza, specie lungo i confini orientali; sottolinea che la NATO e il partenariato
transatlantico con gli Stati Uniti rimangono le pietre angolari della difesa collettiva
europea e che l’UE e la NATO svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel
sostenere la pace e la sicurezza internazionali; ricorda che un’UE più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale
e transatlantica ed è complementare alla NATO; evidenzia la necessità che gli Stati
membri e l’UE nel complesso intensifichino gli sforzi mediante investimenti congiunti
più consistenti e mirati, appalti congiunti di prodotti per la difesa che siano in gran parte
progettati e prodotti nell’UE e lo sviluppo di maggiori capacità congiunte, anche
attraverso la messa in comune e la condivisione, rafforzando in tal modo le loro forze
armate per scopi operativi nazionali, della NATO e dell’UE; sottolinea che l’UE e i suoi
Stati membri devono garantire che una parte sostanziale e crescente delle loro
attrezzature militari non sia soggetta a normative restrittive di paesi terzi; - sostiene l’ambizione di consolidare il pilastro europeo all’interno della NATO e
sottolinea che lo sviluppo di un’Unione europea della difesa dovrebbe andare di pari
passo con l’approfondimento della cooperazione UE-NATO, sfruttando appieno le
capacità uniche di ciascuna organizzazione; - pone in risalto la necessità di uno stretto coordinamento in materia di deterrenza e
collaborazione tra l’UE e la NATO per quanto riguarda lo sviluppo di capacità di difesa
coerenti, complementari e interoperabili e il rafforzamento delle capacità di produzione
industriale; sottolinea che un pilastro europeo all’interno della NATO consiste in
particolare nell’acquisizione congiunta di facilitatori strategici o di sistemi di armamenti
strategici che sono spesso troppo costosi per un singolo Stato membro, come la capacità
di rifornimento in volo, la capacità di comando e controllo, le armi ipersoniche, la difesa
aerea a più livelli, le capacità di guerra elettronica e i sistemi di difesa aerea e
missilistica; ritiene che il valore aggiunto europeo risieda nello sviluppo o nell’acquisto
congiunto di questi facilitatori e sistemi di cui i singoli Stati membri dell’UE sono
gravemente carenti; sottolinea che lo sviluppo delle capacità dell’UE rafforza il pilastro
europeo all’interno della NATO e contribuisce di conseguenza alla sicurezza
transatlantica; chiede l’istituzione di una conferenza periodica tra l’UE e la NATO per
garantire uno stretto coordinamento e una forte complementarità tra gli sforzi di
entrambe le organizzazioni e dei loro Stati membri nel rafforzare lo sviluppo delle
capacità e gli armamenti, evitando nel contempo duplicazioni inutili e disfunzionali;
invita la Commissione e il Consiglio a garantire che gli sforzi dell’UE nello sviluppo
delle capacità di difesa siano coerenti con gli obiettivi del processo di pianificazione
della difesa della NATO; chiede inoltre che tutto il sostegno a titolo dell’EPF alla
fornitura di attrezzature sia effettuato in coordinamento con la NATO per una maggiore
efficienza e per evitare inutili duplicazioni;
Rafforzare la sicurezza europea: sostenere l’Ucraina fornendo capacità militari per porre
fine alla guerra di aggressione della Russia
- ribadisce che l’UE deve assumere impegni in materia di sicurezza nei confronti
dell’Ucraina, come raccomandato dal patto di sicurezza di Kiev, al fine di scoraggiare
ulteriori aggressioni russe; - sottolinea che il sostegno finanziario fornito all’Ucraina dall’UE e dai suoi Stati membri
supera quello di qualsiasi altro paese, a testimonianza dell’impegno senza pari dell’UE
nei confronti dell’Ucraina; sottolinea che il ruolo dell’UE in qualsiasi negoziato che
incida sulla sicurezza dell’Europa deve essere commisurato al suo peso politico ed
economico; ribadisce che non possono esservi negoziati che incidono sulla sicurezza
europea senza il coinvolgimento dell’UE;23. ricorda le conclusioni del Consiglio europeo del 20 marzo 2025, che approvano il
principio di “pace attraverso la forza” e sottolineano che l’Ucraina deve trovarsi nella
posizione più forte possibile per poter arrivare a negoziare con la Russia; - sottolinea che un accordo di pace globale, che rispetti l’indipendenza, la sovranità e
l’integrità territoriale dell’Ucraina, deve essere accompagnato da solide e credibili
garanzie di sicurezza per l’Ucraina al fine di scoraggiare una futura aggressione russa;
accoglie con favore gli sforzi avviati in tal senso con i partner della NATO e con quanti
condividono gli stessi principi; si compiace delle conclusioni del Consiglio europeo del
20 marzo 2025, nelle quali si sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri sono pronti a
contribuire alle garanzie di sicurezza, in particolare sostenendo la capacità dell’Ucraina
di difendersi efficacemente; - ribadisce il suo fermo sostegno alla solidarietà dell’UE e dei suoi Stati membri nei
confronti dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia e alla fornitura in
tempo utile di tutti i mezzi militari necessari all’Ucraina per difendersi, respingere le
forze armate russe e ausiliarie, porre fine al conflitto, proteggere la sua sovranità e
ripristinare la sua integrità territoriale entro i confini riconosciuti a livello
internazionale; è pertanto pienamente favorevole alla “strategia del porcospino” per
l’Ucraina, quale definita nel Libro bianco; accoglie con favore gli impegni congiunti tra
l’UE e l’Ucraina in materia di sicurezza e gli accordi bilaterali di sicurezza conclusi
dall’Ucraina con diversi Stati membri; sottolinea che tali impegni e accordi si
inseriscono in un più ampio pacchetto di garanzie di sicurezza per l’Ucraina coordinato
a livello internazionale, che comprende inoltre l’avvio da parte del G7 di un quadro
multilaterale per la negoziazione di impegni e accordi bilaterali in materia di sicurezza
per l’Ucraina; ritiene che senza il deciso sostegno militare dell’UE l’Ucraina non sarà in
grado di conseguire la vittoria contro la Russia; ribadisce con decisione il suo invito agli
Stati membri dell’UE affinché rispettino tempestivamente gli impegni e forniscano
all’Ucraina armi, aerei da combattimento, droni, sistemi di difesa aerea, sistemi d’arma e
munizioni, compresi missili da crociera aviolanciati e sistemi terra-terra, e aumentino
sensibilmente le relative quantità; prende atto dell’avvenuta consegna all’Ucraina di un
milione di munizioni di artiglieria, come convenuto dal Consiglio nel marzo 2023,
nonostante il deplorevole ritardo di nove mesi; riconosce i notevoli progressi nella
capacità dell’UE di produrre munizioni di artiglieria, che contribuiscono alla
preparazione e alla capacità dell’UE di sostenere l’Ucraina; sottolinea l’importanza di
rafforzare le capacità antidroni dell’Ucraina quale elemento fondamentale per
contrastare le minacce aeree e mantenere la sicurezza operativa; chiede la fornitura di
attrezzature e competenze specializzate per consentire alle forze ucraine di identificare e
tracciare rapidamente le attività ostili dei droni e di rispondervi in modo altrettanto
rapido, garantendo una solida protezione delle infrastrutture sia militari che civili; invita
gli Stati membri a revocare tutte le restrizioni che impediscono all’Ucraina di utilizzare
sistemi d’arma occidentali contro obiettivi militari legittimi in territorio russo,
conformemente al diritto internazionale; invita il Consiglio a impegnarsi a trasferire in
Ucraina tutte le attrezzature militari e le munizioni confiscate nel corso delle operazioni
e delle missioni dell’UE all’interno e all’esterno dell’Unione; ribadisce la sua posizione
secondo cui tutti gli Stati membri dell’UE e gli alleati della NATO dovrebbero
impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con
almeno lo 0,25 % del loro PIL annuo; - ribadisce il diritto naturale dell’Ucraina di scegliere il proprio destino e ricorda la
richiesta di un adeguato coinvolgimento dell’Ucraina e dell’UE nei negoziati in corso tragli Stati Uniti e la Russia; - elogia il modello danese per il sostegno all’Ucraina, che consiste nel fornire capacità di
difesa prodotte direttamente in Ucraina; chiede all’UE e ai suoi Stati membri di
sostenere fermamente tale modello e di sfruttarne appieno le potenzialità, dal momento
che la capacità industriale di difesa dell’Ucraina, stimata a circa il 50 %, è sottoutilizza e
il modello in questione comporta molti vantaggi per entrambe le parti, quali attrezzature
più economiche, una logistica più rapida e più sicura nonché una maggiore facilità di
addestramento e manutenzione; - invita l’UE e i suoi Stati membri a sostenere l’Ucraina nell’ampliamento della coalizione
internazionale a sostegno del piano per la vittoria e della formula di pace presentati dal
presidente ucraino Volodymyr Zelensky quale unica via percorribile per ripristinare la
sovranità e l’integrità territoriale del paese sulla base del diritto internazionale, facendo
così in modo che la Russia, la sua leadership e i suoi complici, in particolare il regime
bielorusso, rispondano del fatto di aver intrapreso una guerra di aggressione contro
l’Ucraina e di aver commesso crimini di guerra e il crimine di aggressione e
garantiscano che la Russia corrisponda risarcimenti e altri pagamenti per gli ingenti
danni causati in Ucraina; sottolinea che tutte le iniziative volte a porre fine al conflitto
devono avere il sostegno dell’Ucraina e, in ultima analisi, del suo popolo; - invita la VP/AR a mobilitare un maggiore sostegno diplomatico per l’Ucraina e le
sanzioni imposte alla Russia, utilizzando l’intero spettro di strumenti diplomatici e
incoraggiando gli Stati membri dell’UE a prendere in considerazione l’applicazione di
sanzioni secondarie; deplora il fatto che nelle armi e nei relativi sistemi utilizzati dalla
Russia contro l’Ucraina siano stati riscontrati alcuni componenti di origine occidentale e
invita l’UE e gli Stati membri ad applicare le sanzioni in modo più rigoroso; chiede che
gli Stati membri adottino ulteriori azioni e cooperino per fermare la flotta ombra russa; - condanna fermamente il ruolo che la Corea del Nord svolge nel contribuire alla guerra
di aggressione russa contro l’Ucraina formando truppe nordcoreane e dispiegandole in
Russia affinché partecipino direttamente alla guerra o sostengano le forze armate russe;
condanna inoltre con la massima fermezza il fatto che la Corea del Nord fornisca
attrezzature militari e armi attivamente utilizzate sul campo di battaglia e sia coinvolta
nell’elusione delle sanzioni; considera le azioni della Corea del Nord una palese
violazione delle norme internazionali e mette in guardia contro il pericoloso e notevole
rischio di escalation rappresentato da tali azioni per l’Europa e la più ampia comunità
internazionale; sottolinea con forte preoccupazione il rischio che la Corea del Nord
utilizzi il campo di battaglia in Ucraina come piattaforma per studiare tattiche di
combattimento avanzate, inclusa la guerra con droni, con l’intenzione di applicare
queste tecniche in potenziali conflitti futuri; esprime indignazione per il fatto che diversi
altri Stati senza scrupoli, tra cui l’Iran, sostengono attivamente la guerra di aggressione
russa contro l’Ucraina; condanna, a tale proposito, il trasferimento in Russia da parte
dell’Iran di droni, munizioni e missili balistici Shahed, poiché ciò aumenta il rischio di
un potenziale intervento militare da parte del Corpo delle guardie rivoluzionarie
islamiche (IRGC) nella guerra di aggressione russa contro l’Ucraina; è fermamente
convinto che l’UE e la comunità internazionale debbano rispondere con fermezza a tale
situazione con una combinazione di misure diplomatiche, militari ed economiche e,
soprattutto, fornendo maggiore sostegno all’Ucraina affinché rafforzi la sua difesa
contro questa alleanza di Stati senza scrupoli costruita dalla Russia; sottolinea
l’importanza di mantenere stretti contatti a tale riguardo con l’amministrazione
statunitense 2025-2029;31. sottolinea l’importanza dell’EPF, che ha contribuito in modo determinante alla fornitura
di capacità militari e all’addestramento delle forze armate ucraine, agevolando nel
contempo il coordinamento di tutte le parti interessate attraverso il meccanismo di
coordinamento all’interno dello Stato maggiore dell’UE; accoglie con favore l’istituzione
dell’apposito Fondo di assistenza per l’Ucraina nell’ambito dell’EPF e chiede un aumento
delle risorse finanziarie per l’assistenza militare all’Ucraina attraverso tale strumento,
offrendo nel contempo anche una prospettiva finanziaria a medio termine; esorta il
governo ungherese a desistere immediatamente dagli sforzi tesi a ostacolare le azioni
dell’UE a sostegno dell’Ucraina e a revocare il veto sulla proroga del periodo di rinnovo
delle sanzioni dell’UE e sul sostegno militare all’Ucraina mediante l’EPF, compresi i
rimborsi concordati agli Stati membri dell’UE per gli aiuti militari che hanno fornito;
esprime profonda preoccupazione per il fatto che il veto del governo ungherese abbia
bloccato l’apertura di una nuova tranche di spesa a sostegno delle forze armate ucraine e
abbia impedito lo svincolo di 6,6 miliardi di EUR in rimborsi parziali agli Stati membri
dell’UE che forniscono sostegno militare all’Ucraina; esorta il Consiglio e la VP/AR a
trovare soluzioni innovative in grado di rimuovere questi ostacoli e compensare i tagli ai
finanziamenti; incoraggia gli Stati membri a sviluppare inventari delle capacità militari
prevedibili e basati su scenari reali che possano essere forniti nell’ambito dell’EPF per
garantire che le capacità a breve termine siano mobilitate rapidamente dagli Stati
membri e consegnate senza ritardi, e che la fornitura a lungo termine di capacità che
aiutino l’Ucraina a ripristinare la deterrenza sia assicurata in un arco di tempo
prevedibile, in coordinamento con i paesi terzi, ove necessario; apprezza il fatto che
tutta l’assistenza militare e le forniture di armi a titolo dell’EPF siano state pienamente
conformi alla posizione comune dell’UE sulle esportazioni di armi, al diritto
internazionale in materia di diritti umani e al diritto umanitario, garantendo nel
contempo una trasparenza e una responsabilità adeguate; - non condivide la politica del governo ungherese nei confronti della Russia, il suo uso di
veti contro le sanzioni dell’UE e il blocco degli aiuti finanziari e di difesa dell’UE
all’Ucraina; ritiene che le azioni del governo ungherese compromettano l’unità e la
solidarietà in Europa; ricorda che, nell’ambito dell’EPF, i paesi hanno diritto a una
compensazione finanziaria per le attrezzature fornite all’Ucraina e sottolinea, alla luce di
ciò, che gli attuali blocchi ai rimborsi per 25 Stati membri, tra i quali spicca la Polonia
con un totale di 450 milioni di EUR di compensazioni non corrisposte, devono essere
rimossi immediatamente; - sottolinea l’esito del vertice NATO di Washington, che ha riaffermato che il futuro
dell’Ucraina è nella NATO e che l’alleanza sostiene il diritto dell’Ucraina di scegliere le
proprie disposizioni in materia di sicurezza e di decidere il proprio futuro, senza
interferenze esterne; concorda sul fatto che sia l’UE che la NATO hanno dimostrato
unità politica nella solidarietà e nell’impegno a sostenere l’Ucraina; ribadisce la sua
convinzione che l’Ucraina stia seguendo un percorso irreversibile verso l’adesione alla
NATO; plaude all’impegno degli alleati a favore di un’assistenza in materia di sicurezza
a lungo termine per la fornitura di attrezzature, sostegno e addestramento militari
all’Ucraina; riconosce il ruolo cruciale della NATO, della cooperazione UE-NATO e
degli alleati della NATO, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, nel coordinare gli sforzi
volti a sostenere militarmente l’Ucraina non solo attraverso la fornitura di armi,
munizioni e attrezzature, ma anche di intelligence e dati; - accoglie con favore la decisione del Consiglio del 21 maggio 2024 che garantisce che i
proventi netti derivanti dalle entrate straordinarie generate dagli attivi della Banca
centrale russa congelati nell’UE, in conseguenza dell’attuazione delle misure restrittivedell’Unione, siano utilizzati per un ulteriore sostegno militare all’Ucraina, nonché per le
sue capacità dell’industria della difesa e per la ricostruzione; accoglie con altrettanto
favore l’accordo raggiunto con il Consiglio, che ha portato alla decisione del Consiglio
del 23 ottobre 2024 di adottare un pacchetto di assistenza finanziaria, comprendente un
prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria fino a 35 miliardi di EUR e
l’istituzione di un meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina che utilizzerà i
contributi raccolti dai proventi degli attivi congelati della Banca centrale russa e sosterrà
l’Ucraina nel rimborso di prestiti fino a 45 miliardi di EUR dall’UE e dai suoi partner del
G7; ricorda tuttavia che la mobilitazione di tale assistenza finanziaria avverrà a scapito
dell’importo stanziato per il sostegno militare dell’UE tramite lo strumento per l’Ucraina,
che ora beneficerà soltanto di un massimo del 15 % dei proventi derivanti dagli attivi
congelati della Banca centrale russa; - accoglie con favore i risultati della missione di assistenza militare dell’UE a sostegno
dell’Ucraina (EUMAM) che, ad oggi, ha addestrato più di 70 000 soldati ucraini sul
territorio dell’Unione, rendendo così l’UE il principale fornitore di addestramento
militare all’Ucraina e contribuendo in modo significativo al rafforzamento della capacità
militare delle forze armate ucraine; prende atto del nuovo obiettivo di formare 75 000
soldati ucraini entro la fine dell’inverno 2024-2025; accoglie con favore la decisione del
Consiglio dell’8 novembre 2024 di prorogare di due anni il mandato della missione;
chiede che le risorse finanziarie, logistiche e umane dell’EUMAM siano ampliate e
adattate all’evoluzione delle esigenze di formazione militare delle forze armate ucraine,
anche nei settori della difesa aerea e marittima, nonché agli sforzi di riforma a lungo
termine richiesti, in linea con gli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l’UE e
l’Ucraina; accoglie con favore la forte partecipazione degli Stati membri all’EUMAM,
che può essere considerata un modello per le future missioni di formazione militare, che
promuove la deterrenza migliorando in modo significativo l’interoperabilità tra gli Stati
membri e i partner, e invita gli Stati membri a dare prova di un’ambizione e di contributi
analoghi in altre missioni e operazioni PSDC attuali e future; evidenzia che l’EUMAM
dovrebbe altresì fungere da piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche per
garantire anche alle forze europee di trarre vantaggio dagli insegnamenti tratti sul
campo di battaglia dalle forze armate ucraine; accoglie con favore il lancio del
programma NATO di assistenza e formazione in materia di sicurezza per l’Ucraina
(NSATU), annunciato in occasione del vertice NATO di Washington, che coordina la
fornitura di addestramento e attrezzature militari all’Ucraina da parte degli alleati e dei
partner della NATO e fornisce sostegno logistico; sottolinea l’importanza di uno stretto
coordinamento tra l’EUMAM e il NSATU; - elogia l’operato della missione consultiva dell’Unione europea in Ucraina (EUAM
Ucraina) nell’attuazione, in circostanze difficili, del suo nuovo mandato rafforzato;
invita l’UE provvedere affinché l’EUAM possa operare con personale finanziario,
logistico ed esperto adeguato per soddisfare le esigenze dell’Ucraina e accoglie con
favore la partecipazione di paesi terzi a tal fine; sottolinea l’importanza dell’EUAM e il
suo ruolo in quanto presenza più significativa dell’UE sul campo, che fornisce
consulenza strategica alle autorità di sicurezza nazionali e statali ucraine; evidenzia i
compiti fondamentali dell’EUAM nella lotta alla criminalità organizzata e
transfrontaliera, nel ripristino dei servizi pubblici nei territori liberati e nel sostegno alle
indagini e al perseguimento dei crimini internazionali, sulla base della presenza e delle
competenze dell’EUAM; - sottolinea l’importanza della cooperazione con l’industria della difesa ucraina e della sua
graduale integrazione nella base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e,a tal fine, chiede che si tenga pienamente conto della difesa dell’Ucraina nella
preparazione delle nuove iniziative legislative della Commissione volte a rafforzare
l’EDTIB; sottolinea che è opportuno adottare misure concrete per l’integrazione
dell’Ucraina nelle politiche e nei programmi di difesa dell’UE durante il processo di
adesione, anche adattando le forze armate ucraine ai requisiti di capacità dell’UE e
coinvolgendole in progetti e programmi di cooperazione industriale transfrontaliera in
materia di tecnologia e difesa; accoglie con favore, a tale riguardo, l’apertura
dell’Ufficio dell’UE per l’innovazione nel settore della difesa in Ucraina al fine di
individuare le esigenze e le capacità ucraine in materia di innovazione nel settore della
difesa, agevolare le iniziative congiunte e promuovere la cooperazione transfrontaliera
tra i portatori di interessi dell’industria della difesa dell’UE e dell’Ucraina, così da
fungere da punto focale per i partner ucraini, nonché da polo di coordinamento e
informazione; accoglie con favore le iniziative in corso di diversi Stati membri dell’UE
volte ad approfondire la cooperazione con l’Ucraina nel campo della ricerca nel settore
della difesa e della produzione industriale e chiede di sfruttare ancora di più il
potenziale di difesa innovativo dell’Ucraina per sviluppare armi e munizioni e
accelerarne la produzione in stretta cooperazione con l’UE e altri partner occidentali,
avvalendosi dei meccanismi di sostegno disponibili; invita le industrie militari degli
Stati membri dell’UE a tenere fede all’impegno di stabilire una produzione militare in
territorio ucraino;
38.
evidenzia la necessità di rafforzare le capacità di sminamento all’interno dell’Ucraina per
far fronte alla diffusa presenza di ordigni inesplosi e mine terrestri, nonché di sminare le
acque marine dell’Ucraina nel Mar Nero; sostiene lo stanziamento di risorse dedicate a
sostegno di una formazione completa in materia di sminamento, comprese tecniche
avanzate di rilevamento e smaltimento; osserva che una maggiore capacità di
sminamento non solo faciliterà operazioni militari più sicure, ma sosterrà anche la
ripresa e la sicurezza delle aree civili colpite dalla guerra;
Unire le forze per aumentare le capacità di difesa
39. accoglie con favore l’ambizione stabilita nell’EDIS di conseguire la prontezza alla difesa
dell’UE e dei suoi Stati membri e di rafforzare l’EDTIB; ritiene essenziale a tale
riguardo la proposta della Commissione di istituire un programma per l’industria
europea della difesa (EDIP); sostiene gli obiettivi di rafforzare la preparazione
industriale dell’UE nel settore della difesa, migliorare la pianificazione congiunta della
difesa e agevolare ulteriormente gli appalti congiunti da parte degli Stati membri, in
linea con le priorità stabilite nel piano di sviluppo delle capacità (CDP) e i settori di
cooperazione individuati nella revisione coordinata annuale sulla difesa, al fine di
avviare progetti europei di interesse comune nel settore della difesa, in particolare nei
settori delle capacità strategiche, come la difesa aerea e missilistica, nonché di garantire
la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accesso alle materie prime critiche e di
prevenire carenze nella produzione di difesa; sostiene con forza l’idea di ricorrere
prevalentemente alla cooperazione a livello dell’UE nel settore industriale europeo della
difesa e sostiene gli obiettivi concreti quantificati per la cooperazione presentati
nell’EDIS, che si concentrano nello specifico sugli appalti congiunti, in particolare
invitando gli Stati membri ad acquistare almeno il 40 % dei materiali di difesa in modo
collaborativo entro il 2030, a garantire che, entro il 2030, il valore degli scambi intra-
UE nel settore della difesa rappresenti almeno il 35 % del valore del mercato della
difesa dell’UE e ad acquistare almeno il 50 % dei loro investimenti nella difesa
all’interno dell’UE entro il 2030 e il 60 % entro il 2035;
40. evidenzia l’importanza della cooperazione strutturata permanente (PESCO) per
migliorare e armonizzare le capacità di difesa dell’UE; rileva nuovamente, con
rammarico, che gli Stati membri continuano a non sfruttare appieno il quadro PESCO e
che i risultati concreti nell’ambito dei 66 progetti in corso rimangono limitati; rileva
inoltre con rammarico la mancanza di informazioni fornite al Parlamento in merito ai
motivi della chiusura di sei progetti e ai loro possibili risultati; osserva che gli Stati
membri partecipanti hanno concordato 20 impegni vincolanti al fine di raggiungere
l’ambizione dell’UE in materia di difesa; ritiene che sia necessario procedere a una
revisione approfondita dei progetti PESCO per quanto riguarda i risultati e le
prospettive, al fine di razionalizzare l’attuale serie di progetti in una piccola serie di
progetti prioritari, chiudendo nel contempo i progetti che non registrano progressi
sufficienti; suggerisce di istituire un regime prioritario nell’ambito della PESCO al fine
di affrontare efficacemente le carenze e le priorità individuate in termini di capacità;
- accoglie con favore la proposta della Commissione per un EDIP; prende atto con
preoccupazione della valutazione della Corte dei conti europea secondo cui la dotazione
finanziaria dell’EDIP è insufficiente rispetto ai suoi obiettivi e ribadisce pertanto il suo
invito a garantire i finanziamenti necessari per la difesa; sottolinea che saranno
necessari notevoli sforzi di bilancio affinché l’EDIP abbia un effetto significativo sul
sostegno militare all’Ucraina, sullo sviluppo di un’autentica capacità di difesa dell’UE e
sulla competitività dell’EDTIB; accoglie con favore la revisione del CDP realizzata nel
2023; si rammarica dei limitati progressi compiuti nello sviluppo delle capacità
dall’adozione del primo CDP nel 2008; invita gli Stati membri a intensificare
sensibilmente gli sforzi congiunti per conseguire progressi sostanziali in modo
tempestivo, facendo un uso pieno e coerente degli strumenti dell’UE, tra cui il Fondo
europeo per la difesa (FED), la PESCO e la revisione coordinata annuale sulla difesa,
nonché gli strumenti presentati nella proposta EDIP; - accoglie con favore gli sforzi congiunti intrapresi finora per rafforzare la prontezza alla
difesa dell’UE mediante misure che rafforzino e sostengano l’adattamento dell’EDTIB,
in particolare attraverso i regolamenti EDIRPA e ASAP, e ne chiede la rapida
attuazione; si rammarica che la dotazione finanziaria dell’EDIRPA rimanga limitata e
sottolinea che il ruolo dell’ASAP in relazione all’ambizione di fornire all’Ucraina un
milione di munizioni è stato ostacolato dall’obiezione del Consiglio ai suoi elementi
normativi; - accoglie con favore gli sforzi e gli investimenti finora compiuti dalle imprese
dell’EDTIB per rafforzare la capacità industriale, anche con il sostegno degli strumenti
dell’UE; evidenzia che un ulteriore e duraturo rafforzamento della capacità dell’EDTIB
richiede innanzitutto ordini da parte degli Stati membri, che dovrebbero essere eseguiti
congiuntamente al fine di garantire la prontezza alla difesa dell’Unione, migliorare
l’interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri e realizzare economie di scala,
sfruttando così al meglio il denaro dei contribuenti dell’UE; invita di conseguenza gli
Stati membri a intensificare gli sforzi in materia di appalti congiunti in linea con le
lacune di capacità individuate nell’analisi delle carenze di investimenti nel settore della
difesa e con le priorità in termini di capacità del CDP; sottolinea che appalti congiunti
efficaci per quanto riguarda i progetti di sviluppo, soprattutto nel quadro del FES,
richiedono una definizione congiunta dei requisiti militari dei rispettivi sistemi al fine di
conseguire adeguate economie di scala; invita la Commissione, a tale proposito, ad
avvalersi delle competenze del comitato militare dell’UE per elaborare tale definizione
congiunta al fine di garantire la coerenza militare a livello industriale; invita gli Stati
membri a condurre appalti congiunti con l’obiettivo di costruire catene del valorepaneuropee distribuendo la produzione in tutta l’Unione e aumentando in tal modo
l’attrattiva economica degli appalti congiunti, creando nel contempo ridondanze
strategiche delle capacità di produzione per una maggiore resilienza in caso di conflitto
armato; invita inoltre gli Stati membri e la Commissione a puntare a un ulteriore
rafforzamento dei meccanismi di aggiudicazione congiunta e a un coordinamento
sufficiente da parte dell’Agenzia europea per la difesa; - sottolinea la necessità di sostenere ulteriormente la transizione dei progetti di sviluppo
verso soluzioni commerciabili e accoglie con favore la disposizione contenuta nella
proposta sull’EDIP a tale riguardo; deplora l’inutile e disfunzionale duplicazione degli
sforzi per quanto riguarda i progetti sul futuro carro armato da combattimento e
sull’intercettore ipersonico; esprime preoccupazione per il fatto che tali duplicazioni
contrastino con l’ambizione, stabilita nell’EDIS, di ricavare il 60 % delle acquisizioni
dall’EDTIB entro il 2035, in quanto la dispersione delle risorse allungherà i tempi
necessari per conseguire soluzioni commercializzabili, portando quindi molto
probabilmente ad acquisizioni dagli Stati Uniti; deplora inoltre i crescenti ritardi dei
progetti sulle capacità essenziali, in particolare il progetto franco-tedesco sul sistema
principale di combattimento terrestre (Main Ground Combat System) e il progetto
franco-tedesco-spagnolo sul futuro sistema aereo di combattimento (Future Combat Air
System), che comportano a loro volta il rischio di portare a future acquisizioni di
soluzioni statunitensi; sottolinea che dovrebbero essere sfruttate tutte le possibili
sinergie con il FED evitando la duplicazione degli sforzi; - insiste sulla necessità di garantire la coerenza dei risultati tra i rispettivi processi di
pianificazione dello sviluppo delle capacità dell’UE e della NATO; chiede di migliorare
l’interoperabilità delle attrezzature militari degli Stati membri dell’UE e degli alleati
della NATO e di promuovere la cooperazione industriale garantendo che le future
norme giuridiche dell’UE per i componenti e le munizioni dei prodotti della difesa si
basino sulle norme della NATO; - accoglie con favore la proposta di progetti europei di interesse comune nel settore della
difesa riguardanti lo sviluppo di capacità comuni che vadano oltre i mezzi finanziari del
singolo Stato membro; è del parere che questi progetti dovrebbero essere utilizzati per
sostenere le capacità industriali e tecnologiche alla base delle principali priorità comuni
di vari Stati membri e in settori come quello della protezione delle frontiere esterne e
della difesa, in particolare nel settore terrestre, e per fornire sostegno agli abilitanti
strategici, in particolare in relazione allo spazio e alla difesa aerea europea, negli
interventi in risposta all’intera gamma di minacce, per promuovere la mobilità militare,
segnatamente il trasporto aereo strategico e tattico, gli attacchi in profondità, le
tecnologie relative ai droni e al contrasto dei droni, i missili, le munizioni e
l’intelligenza artificiale, al fine di sviluppare infrastrutture sovrane e abilitanti critici;
sottolinea che, in considerazione del gran numero di priorità e della necessità di
mobilitare nuove risorse, il pragmatismo deve prevalere; ritiene, a tale proposito, che
l’UE dovrebbe concentrarsi, ove possibile, su tecnologie europee rapidamente
disponibili e collaudate che riducano gradualmente le dipendenze dell’Unione e
migliorino la sua sicurezza; mette in evidenza la necessità di sostenere lo sviluppo di
catene del valore paneuropee nella cooperazione dell’UE in materia di difesa integrando
imprese di tutta l’Unione e di rafforzare la competitività nel settore con vari mezzi,
come le fusioni e i campioni; ritiene, inoltre, che, anziché concentrarsi su un rendimento
equo, le politiche di difesa dell’UE dovrebbero incoraggiare la crescita dei centri di
eccellenza dell’UE; - evidenzia la necessità vitale di superare la frammentazione del panorama industriale
della difesa dell’UE e di conseguire infine la piena attuazione del mercato interno dei
prodotti per la difesa dell’UE, dal momento che l’attuale struttura comporta inutili
duplicazioni e il moltiplicarsi di inefficienze negli investimenti nella difesa e nel loro
utilizzo, oltre a ostacolare strutturalmente il rafforzamento della prontezza alla difesa;
esprime preoccupazione per il fatto che il mercato interno dei prodotti per la difesa sia
ancora compromesso da un’applicazione non sufficientemente armonizzata delle sue
norme da parte degli Stati membri e da un uso sproporzionato dell’esenzione di cui
all’articolo 346 TFUE; appoggia la richiesta di creare un vero mercato unico per i
prodotti e i servizi per la difesa, come illustrato anche nella relazione Niinistö;
evidenzia la necessità di un quadro normativo aggiornato ed efficace volto a ridurre gli
ostacoli all’ingresso sul mercato dei prodotti per la difesa, a consentire il
consolidamento industriale dell’UE nel settore della difesa e a permettere alle imprese
dell’UE di sfruttare appieno il potenziale commerciale, incoraggiando l’innovazione e
una cooperazione transfrontaliera e civile e militare sempre più agevole, promuovendo
la produzione, aumentando la sicurezza dell’approvvigionamento e garantendo
investimenti pubblici più intelligenti ed efficienti nell’EDTIB; sottolinea, al contempo,
l’importanza di mantenere una concorrenza proficua tra i diversi concorrenti e di evitare
oligopoli in cui i singoli fornitori possono determinare liberamente i prezzi e la
disponibilità dei beni per la difesa; invita la Commissione a presentare proposte per il
completamento del mercato interno della difesa dell’UE basate, in particolare, sulla
valutazione delle norme dell’Unione in materia di appalti nel settore della difesa e di
trasferimento dei prodotti per la difesa, nonché sull’individuazione e l’analisi delle
limitazioni e delle lacune dell’attuale quadro giuridico; invita inoltre la Commissione a
formulare suggerimenti per un’interpretazione dell’articolo 346 TFUE in linea con
l’attuale realtà di un’architettura di sicurezza interdipendente nell’UE; chiede di
migliorare l’attuazione della direttiva 2009/81/CE relativa agli appalti sensibili nel
settore della difesa e della sicurezza 1 e della direttiva 2009/43/CE relativa ai
trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa (direttiva sui trasferimenti) 2 e, ove
necessario, alla luce dell’EDIS, di presentare proposte di revisione di tali direttive; - sottolinea l’importanza di garantire uno sforzo equilibrato tra il rafforzamento delle
attuali capacità industriali degli Stati membri in materia di armamenti nel breve e medio
termine e il sostegno alla ricerca e allo sviluppo (R&S) di attrezzature militari e
armamenti nuovi e innovativi adeguati alle esigenze attuali e future delle forze armate
degli Stati membri e alle capacità di difesa dell’UE, come quelle richieste dalle missioni
e operazioni PSDC e dalla capacità di dispiegamento rapido dell’UE; evidenzia che
dovrebbe essere data priorità al mantenimento e al rafforzamento del vantaggio
tecnologico attraverso progetti strategici mirati quale elemento chiave di deterrenza nei
confronti dei nostri avversari e concorrenti; sottolinea l’importanza di includere tutti gli
Stati membri nelle strategie di sicurezza e di difesa, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo dell’industria della difesa; - sottolinea la necessità di sviluppare una politica efficace in materia di armamenti a
livello dell’UE che includa la creazione di una dimensione commerciale esterna
funzionante ed efficace, miri a sostenere i partner che si trovano ad affrontare minacce
da parte di regimi autoritari aggressivi e impedisca la fornitura di armi a regimi
aggressivi non democratici in linea con gli otto criteri esistenti dell’UE; sottolinea la
necessità di superare l’interpretazione molto restrittiva e nazionale dell’articolo 346
TFUE a tale riguardo; - sottolinea che la cooperazione con i partner internazionali nel settore della difesa
dovrebbe essere limitata a partner che condividono gli stessi principi e non dovrebbe
violare gli interessi di sicurezza e difesa dell’UE e dei suoi Stati membri; ricorda che la
dipendenza da fornitori ad alto rischio di prodotti critici con elementi digitali
rappresenta un rischio strategico che dovrebbe essere affrontato a livello dell’UE; invita
le autorità competenti degli Stati membri a riflettere su come ridurre tali dipendenze e a
effettuare una valutazione e un riesame immediati degli investimenti cinesi esistenti
nelle infrastrutture critiche, tra cui le reti elettriche, le reti di trasporto e i sistemi di
informazione e comunicazione, al fine di individuare eventuali vulnerabilità che
potrebbero incidere sulla sicurezza e sulla difesa dell’Unione; - accoglie con favore il regolamento dell’UE sugli investimenti esteri diretti; sottolinea la
necessità di rafforzare ulteriormente le procedure di controllo degli IED integrando
norme in materia di dovuta diligenza per individuare i casi in cui i governi degli Stati
esercitano un effetto leva sugli investitori nelle infrastrutture critiche dell’UE, come i
porti europei, e nei cavi sottomarini nel Mar Baltico, nel Mediterraneo e nell’Artico in
modi che violerebbero gli interessi di sicurezza e di difesa dell’Unione e dei suoi Stati
membri, come stabilito nel quadro della PESC a norma del titolo V TUE; sottolinea che
tale approccio dovrebbe essere applicato anche ai paesi candidati; ritiene che sia
necessaria un’ulteriore legislazione per proteggere efficacemente la sicurezza della
catena di approvvigionamento delle TIC europee dai fornitori ad alto rischio e per
proteggere dai furti di proprietà intellettuale favoriti dall’informatica; chiede l’istituzione
di un quadro europeo finalizzato a una regolamentazione rigorosa e alla definizione di
norme e condizioni minime per l’esportazione di proprietà intellettuale e tecnologie
essenziali per la sicurezza e la difesa dell’Unione, compresi i beni a duplice uso;
Ricerca e sviluppo in materia di tecnologie e attrezzature di difesa
- è favorevole a un aumento significativo degli investimenti in ricerca e sviluppo nel
settore della difesa, con particolare attenzione alle iniziative di collaborazione, così da
rafforzare la leadership dell’UE in ambito tecnologico e la sua competitività nel settore
della difesa e garantire ricadute nel mercato civile; rileva a questo proposito che, nel
2022, gli Stati membri hanno investito circa 10,7 miliardi di EUR in ricerca e sviluppo
nel settore della difesa; sottolinea che il progresso tecnologico in settori critici – aereo,
terrestre, marittimo, spaziale e ciberspaziale – necessita di investimenti stabili e a lungo
termine in tutti gli Stati membri per stare al passo con la rapida innovazione globale; - sottolinea la necessità che gli strumenti di ricerca e sviluppo dell’UE e i relativi
finanziamenti siano utilizzati nel modo più efficace possibile per affrontare
tempestivamente le lacune e le priorità in termini di capacità, come indicato nell’analisi
delle carenze di investimenti nel settore della difesa e nel CDP; invita pertanto la
Commissione e gli Stati membri ad allineare i progetti e i finanziamenti del FED alleurgenti esigenze dell’UE in termini di capacità, e a definire le priorità al riguardo in base
a dette esigenze, nonché a concentrarsi sulle attività di ricerca più pertinenti e
promettenti; invita inoltre la Commissione ad avviare una revisione approfondita del
FED in vista di uno strumento finanziario di follow-up rivisto per il prossimo quadro
finanziario pluriennale (QFP); invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare, in
sede di attuazione dei pertinenti fondi dell’UE, un approccio che integri una bassa
impronta energetica, ambientale e di carbonio fin dalla progettazione, e a riferire
periodicamente sui progressi compiuti; ricorda che le azioni di ricerca e sviluppo
possono essere indirizzate verso soluzioni intese a migliorare l’efficienza, ridurre
l’impronta di carbonio e stabilire migliori pratiche sostenibili; accoglie con favore
l’investimento di 133 milioni di EUR previsto nel primo programma di lavoro annuale,
ma osserva che esso rappresenta solo l’11 % del bilancio annuale complessivo del FED;
ricorda il ruolo di NextGenerationEU nell’azione per il clima e invita gli Stati membri a
utilizzare le risorse dei loro piani nazionali di ripresa per investire nella sostenibilità
delle infrastrutture militari;
Tecnologie a duplice uso e tecnologie emergenti e di rottura
- sottolinea la necessità di una maggiore intraprendenza dell’UE nel sostenere
investimenti nelle tecnologie a duplice uso, applicabili sia in contesti civili che militari,
come mezzo per rafforzare la resilienza dell’UE rispetto alle minacce ibride ed
emergenti; evidenzia che è necessario sostenere, in particolare, la sperimentazione di
prototipi di nuovi prodotti e concentrarsi sulle nuove tecnologie in stretta collaborazione
con gli esperti ucraini in ambito tecnologico e della difesa; sottolinea l’importanza di
garantire la sostenibilità finanziaria delle imprese che investono in tali innovazioni,
comprese le piccole e medie imprese (PMI); sostiene la promozione della
commercializzazione civile di tali tecnologie come modalità per ampliare le opportunità
di mercato e rafforzare la base industriale europea potenziando le sinergie tra lo
sviluppo militare e quello civile; - sottolinea l’importante ruolo svolto nel settore della difesa dalle tecnologie di rottura
emergenti, quali l’intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, il cloud computing e la
robotica; sottolinea che per sviluppare e sfruttare tali tecnologie nel settore della difesa
sono necessari ulteriori investimenti e ricerche coordinati dall’UE, cosicché i fornitori di
attrezzature di difesa dell’Unione possano rimanere all’avanguardia nell’innovazione;
osserva che, visti i lunghi cicli di attuazione previsti dal regolamento che istituisce il
FED, la Commissione non finanzia tempestivamente i progetti di ricerca; chiede
pertanto un approccio più flessibile e più rapido per i progetti di ricerca sulle tecnologie
emergenti e di rottura, che rispecchi il ritmo incalzante degli sviluppi in tale settore sulla
base delle attività del polo di innovazione nel settore della difesa dell’Agenzia europea
per la difesa e del lavoro dell’agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzati
nell’ambito della difesa (DARPA); chiede inoltre che l’UE svolga un ruolo di primo
piano nella promozione della ricerca sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale in
campo militare e nell’elaborazione di quadri di governance per lo sviluppo e l’uso
responsabili di tale tecnologia; - invita nuovamente la Commissione a condividere con il Parlamento un’analisi
dettagliata dei rischi legati all’uso improprio, da parte dei nostri avversari, di tecnologie
quali i semiconduttori, il calcolo quantistico, le blockchain, lo spazio, l’intelligenza
artificiale e le biotecnologie, compresa la genomica, nonché l’elenco di azioni proposte
dall’UE in questi settori, conformemente alla strategia europea per la sicurezza
economica; esprime preoccupazione per il ruolo svolto da imprese militari cinesi nellaraccolta di dati genetici di cittadini dell’UE; - invita la Commissione a proporre un pacchetto dell’UE sui droni, che sia incentrato su
sistemi di droni e sistemi anti-droni, e sulle relative capacità ausiliarie, che preveda
piani e fondi per favorire la ricerca e lo sviluppo, che tragga insegnamenti
dall’esperienza ucraina e sia aperto alla partecipazione di imprese ucraine altamente
innovative, così come un programma industriale dedicato allo sviluppo, alla produzione
e all’acquisizione congiunti di sistemi di droni e sistemi anti-droni, insieme a un
regolamento sull’uso dei droni in contesti civili e militari;
Le PMI del settore della difesa
58. ribadisce che le PMI di tutta l’Unione attive nel settore della difesa sono il fulcro
dell’industria e delle catene di approvvigionamento europee nell’ambito della difesa e
sono fondamentali per l’innovazione in tale ambito, e sottolinea la necessità di fornire
sostegno alle PMI e in particolare alle start-up del settore della difesa e del duplice uso;
sottolinea che l’EDIS e l’EDIP devono garantire condizioni di parità a tutti gli attori
dell’industria della difesa in tutta l’Unione e promuovere la cooperazione tra le imprese
più grandi e quelle più piccole di tutti gli Stati membri, facendo in modo che il settore
non sia dominato da grandi imprese di un numero limitato di Stati membri; incoraggia
gli Stati membri a offrire alle PMI attive nel settore europeo della difesa speciali
opportunità di partecipazione alle gare d’appalto attraverso misure quali la creazione di
un elenco di imprese previamente approvato per facilitare un processo di assegnazione
più rapido, l’introduzione nel processo di appalto di imprese di private equity che
investono nelle PMI, il sostegno alla crescita delle PMI attraverso l’incubazione e
l’investimento di capitali, la semplificazione della presentazione di offerte per i contratti
e l’attuazione di misure interne intese a ridurre il tempo necessario per elaborare i
dettagli dei contratti;
Mobilità militare
- sottolinea l’importanza di sviluppare, mantenere e proteggere le infrastrutture necessarie
a garantire la mobilità militare rapida ed efficiente delle nostre forze armate in tutti gli
Stati membri; pone l’accento sulla necessità di garantire la resilienza delle infrastrutture
critiche che consentono la mobilità militare e la fornitura di servizi essenziali; riconosce
che la logistica militare può contribuire alla deterrenza segnalando lo stato di
preparazione militare complessiva dell’UE; prevede che questi punti si rifletteranno
chiaramente nell’annunciata comunicazione congiunta sulla mobilità militare del giugno
2025; - sottolinea l’urgente necessità di potenziare sensibilmente la mobilità militare e di
investire notevolmente in tale ambito privilegiando gli investimenti, eliminando le
strozzature e sopperendo ai collegamenti mancanti; evidenzia, a tale proposito,
l’importanza di attuare rapidamente progetti e misure normative conformemente al
piano d’azione dell’UE sulla mobilità militare 2.0; sostiene i nuovi investimenti
strategici nelle infrastrutture civili e militari, quali porti, aeroporti e autostrade, che
consentiranno anche un agevole trasferimento di unità e forniture militari, comprese le
forze di reazione rapida, attrezzature pesanti, beni e aiuti umanitari; invita la
Commissione a dare seguito alle raccomandazioni della relazione speciale della Corte
dei conti europea del 2025 sulla mobilità militare e ad attribuire maggiore importanzaalla valutazione militare nel processo di selezione dei progetti a duplice uso 1 ; - invita la Commissione a elaborare un approccio integrato alla mobilità e alla logistica
militari che permetta di rispettare l’impegno del Consiglio di rimuovere tutti i restanti
ostacoli entro il 2026 e che coincida con investimenti molto più elevati dell’UE negli
aspetti fondamentali della mobilità militare; chiede inoltre che il prossimo QFP includa
adeguati finanziamenti dell’UE per i progetti di mobilità militare in corso e per quelli
che saranno necessari; invita gli Stati membri ad adoperarsi ulteriormente per
semplificare e armonizzare le procedure di mobilità militare e accorciare i tempi di
concessione delle autorizzazioni, onde consentire agli Stati membri di intervenire più
rapidamente e di fornire risposte più efficaci, in linea con le rispettive esigenze e
responsabilità in materia di difesa, sia nel contesto delle missioni e delle operazioni
PSDC che nell’ambito delle attività nazionali e multinazionali; incoraggia gli Stati
membri a utilizzare l’accordo PESCO sulla mobilità militare concluso con i paesi terzi
come modello per la partecipazione dei paesi partner, ponendo l’accento
sull’adeguamento dei progetti PESCO alle esigenze delle missioni PSDC; - apprezza gli sforzi compiuti dai paesi confinanti con l’Ucraina per fornire assistenza
militare all’Ucraina in modo sicuro ed efficiente; osserva che l’esperienza e il potenziale
di mobilità militare della Polonia, compreso il progettato porto di comunicazione
centrale (CPK), sono essenziali per la sicurezza dell’intero versante orientale;
Una bussola strategica aggiornata: promuovere una visione strategica e una coerenza
comuni e migliorare il processo decisionale dell’UE in materia di difesa all’interno del
quadro istituzionale dell’UE
Bussola strategica
- sottolinea che, da quando gli Stati membri hanno adottato la bussola strategica nel
marzo 2022, gli sviluppi e le minacce geopolitici hanno continuato a evolversi
rapidamente; chiede, pertanto, una revisione della valutazione congiunta globale delle
minacce prevista dalla bussola strategica, in base alla quale stabilire le priorità d’azione
dell’UE; ritiene che tale esercizio di revisione debba servire a definire una visione
comune sulle carenze di capacità a livello europeo, che dovrebbero essere colmate
mediante programmi, fondi, progetti e strumenti bilaterali, multinazionali o europei, e a
stabilire i tempi entro i quali ciò dovrebbe avvenire; invita inoltre la Commissione e la
VP/AR a presentare, ove necessario, misure aggiornate per la bussola strategica a
seguito di detta revisione, che servano da base per la preparazione del Libro bianco sul
futuro della difesa europea; ribadisce che è possibile conseguire gli obiettivi e i
traguardi ambiziosi della bussola strategica solo con un’adeguata volontà e azione
politica degli Stati membri e delle istituzioni dell’UE; sottolinea la necessità di coerenza
e compatibilità tra la bussola strategica e il concetto strategico della NATO; - invita la Commissione e il SEAE a garantire che la tabella di marcia sui cambiamenti
climatici e la difesa sia pienamente attuata e migliorata nel contesto dell’aggiornamento
delle misure della bussola strategica; chiede che i termini per la revisione della tabella
di marcia siano riesaminati e, in particolare, che gli obiettivi generali siano riveduti
molto prima del 2030; invita gli Stati membri a mettere a punto strutture nazionali a sostegno dei suddetti obiettivi; sollecita la VP/AR a proporre agli Stati membri un programma d’azione comprendente le misure prioritarie presentate nella tabella di marcia che possono essere attuate nel breve termine;
Governance della difesa: consolidare il quadro istituzionale e il processo decisionale dell’UE
nei settori della difesa e della sicurezza
- suggerisce che il Consiglio riveda gli assetti istituzionali dei suoi organi decisionali
competenti in materia di difesa e sicurezza e prenda in considerazione l’istituzione di un
nuovo organo decisionale permanente composto dai ministri della Difesa degli Stati
membri, senza pregiudicare la ripartizione delle competenze in materia all’interno dei
ministeri nazionali; - sottolinea che per un’efficace cooperazione a livello dell’UE nel settore della sicurezza e
della difesa, e per risposte rapide e coordinate alle sfide in materia di sicurezza, è
necessaria la coerenza tra le diverse strutture del Consiglio e della Commissione;
evidenzia inoltre la necessità di prevenire le sovrapposizioni, garantire investimenti
pubblici efficienti, affrontare le carenze critiche in materia di capacità e sviluppare
strategie di sicurezza coerenti in relazione ai partner, ai paesi terzi e alle varie regioni
del mondo, sia nei processi di elaborazione delle politiche che nelle iniziative attuali e
future; prende atto della ripartizione poco chiara dei portafogli e della potenziale
sovrapposizione di competenze tra i commissari nel settore della sicurezza e della difesa
a seguito della creazione della carica di commissario per la difesa e lo spazio, e invita
pertanto la Commissione a delineare chiaramente le competenze dei commissari in tale
settore; invita la Commissione a effettuare una revisione interna delle sue varie
strutture, tra cui la direzione generale per l’Industria della difesa e lo spazio (DG
DEFIS) e l’Agenzia europea per la difesa, e dei loro mandati, al fine di garantire la
complementarità e un’amministrazione efficiente delle iniziative attuali e future
nell’ambito della PSDC; invita gli Stati membri e la Commissione a destinare ulteriori
risorse finanziarie e umane al SEAE affinché quest’ultimo possa svolgere efficacemente
il proprio ruolo di servizio diplomatico dell’UE alla luce del contesto geopolitico
altamente competitivo e dell’aumento del carico di lavoro che negli ultimi anni grava
sulle sue capacità limitate; - ribadisce che, per diventare un attore geopolitico credibile, l’UE dovrebbe riformare il
processo decisionale in materia di PESC/PSDC e sottolinea, a tale proposito, che
dovrebbero essere prese in considerazione riflessioni istituzionali sulla revoca del
requisito dell’unanimità in tale processo; ricorda che il trattato sull’Unione europea
prevede già diverse forme istituzionali di cooperazione nel settore della politica estera,
di sicurezza e di difesa, e osserva con rammarico che la possibilità di un’azione rapida in
questo ambito, come previsto dalle “clausole passerella” del TUE, è stata sfruttata in
misura molto limitata; invita il Consiglio a prendere in considerazione tutte le
possibilità per rafforzare e approfondire il suo processo decisionale in materia di
PESC/PSDC al fine di sfruttare il potenziale inutilizzato dei trattati; chiede nuovamente
al Consiglio di passare gradualmente al voto a maggioranza qualificata per le decisioni
sulla PESC e sulla PSDC, almeno negli ambiti privi di implicazioni militari; suggerisce
inoltre al Consiglio di perseguire il pieno utilizzo delle “clausole passerella” e
dell’ambito di applicazione degli articoli che rafforzano la solidarietà e l’assistenza
reciproca dell’UE in caso di crisi; - ribadisce con forza il proprio invito a rafforzare la capacità militare di pianificazione econdotta (MPCC) dell’UE e a renderla pienamente operativa, anche attraverso la messa
a disposizione di locali adeguati, personale, comando e controllo rafforzati e sistemi di
comunicazione e informazione efficaci per tutte le missioni e le operazioni PSDC;
sottolinea la necessità di ottenere risultati tempestivi in relazione all’MPCC, data
l’ambizione della bussola strategica secondo cui l’MPCC dovrebbe fungere da struttura
di comando e controllo privilegiata dell’UE, capace di pianificare e condurre tutte le
missioni militari non esecutive e due operazioni esecutive su piccola scala o una
operazione esecutiva su media scala, nonché esercitazioni reali; sottolinea la necessità
che l’MPCC agevoli le sinergie tra strumenti civili e militari, e chiede che nel lungo
termine vengano istituiti a livello europeo quartieri generali civili e militari congiunti
che uniscano strumenti civili e militari al fine di sfruttare appieno l’approccio integrato
dell’UE alla gestione delle crisi, dalla pianificazione strategica all’esecuzione effettiva
della missione o dell’operazione; ritiene che la capacità civile di pianificazione e
condotta (CPCC) dell’UE dovrebbe valutare come proteggere da molteplici minacce
ibride le forze schierate e come condurre operazioni avanzate a un livello di rischio
molto più elevato rispetto a quello attuale; invita la Commissione, il SEAE, l’MPCC, la
CPCC, il comitato militare dell’UE e lo Stato maggiore dell’UE a promuovere una
nuova cultura della comprensione tra i partner civili e militari, a sviluppare la
cooperazione interforze e a garantire il trasferimento delle migliori pratiche in materia
di pianificazione delle missioni e dei concetti associati, anche mediante lo sviluppo di
un modello di elaborazione e condivisione delle migliori pratiche; - ribadisce di essere pienamente favorevole a che la capacità di dispiegamento rapido
raggiunga la piena capacità operativa al più tardi nella prima metà del 2025, con almeno
5 000 soldati disponibili per compiti di soccorso ed evacuazione, operazioni iniziali di
ingresso e stabilizzazione o rafforzamento temporaneo delle missioni; osserva che i
gruppi tattici dell’UE, che non sono mai stati dispiegati nonostante siano operativi dal
2007, saranno parte integrante del più ampio quadro di capacità di dispiegamento rapido
dell’UE; accoglie con favore la pianificazione e la realizzazione di esercitazioni reali nel
quadro della capacità di dispiegamento rapido e invita a proseguire tali iniziative; - ritiene che la capacità di dispiegamento rapido sia un elemento fondamentale per
raggiungere il livello di ambizione dell’UE e ritiene che dovrebbero esserle
gradualmente assegnate truppe e forze supplementari, in linea con l’obiettivo primario di
Helsinki del 1999; ritiene che sarebbe sensato utilizzare il processo del Libro bianco per
avviare una discussione sulla creazione di ulteriori unità militari multinazionali
permanenti dell’UE che potrebbero svolgere compiti complementari a quelli della
capacità di dispiegamento rapido; sottolinea la necessità di collaborare ulteriormente
con la NATO per istituire la capacità di dispiegamento rapido, in conformità con il
principio della riserva unica di forze; - invita nuovamente gli Stati membri a tenere conto degli aspetti pratici dell’attuazione
dell’articolo 44 TUE in occasione dell’entrata in funzione della capacità di
dispiegamento rapido e in altre missioni PSDC pertinenti, onde consentire a un gruppo
di Stati membri che lo desidera, e che ne è capace, di pianificare e condurre una
missione o un’operazione nel quadro dell’UE, agevolando in tal modo la rapida
attivazione della capacità di dispiegamento rapido; invita gli Stati membri a impegnarsi
a ridurre considerevolmente e in tempi rapidi le gravi lacune in termini di facilitatori
strategici, in particolare quelli legati alla capacità di dispiegamento rapido, come il
trasporto aereo strategico, i sistemi di comunicazione e informazione sicuri, la
strumentazione medica, le capacità di ciberdifesa, l’intelligence e la ricognizione; invita
il commissario per la difesa e lo spazio a valutare la possibilità di includere, nei suoiprogetti di difesa europei di interesse comune, iniziative volte a fornire i necessari
facilitatori strategici che agevolerebbero le missioni e le operazioni PSDC e la capacità
di dispiegamento rapido;
Aumentare le risorse destinate alla politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE
- insiste sul fatto che i bisogni urgenti non possono attendere il prossimo QFP; ribadisce
la necessità di esplorare senza indugio soluzioni innovative per reperire finanziamenti
aggiuntivi, come investire nel settore della difesa, facilitare e accelerare la
riassegnazione dei fondi tra diversi progetti e valutare la possibilità di adattare i criteri
di finanziamento dell’UE per dare nuovo rilievo ai criteri di sicurezza nell’assegnazione
della spesa; - si rallegra dell’aumento dei bilanci e degli investimenti nella difesa da parte degli Stati
membri e dell’aumento, seppur modesto, del bilancio dell’UE destinato alla PSDC nel
2024; è fermamente convinto che, alla luce delle minacce per la sicurezza senza
precedenti, tutti gli Stati membri dell’UE debbano raggiungere con urgenza un livello di
spesa per la difesa, in percentuale del loro PIL, notevolmente superiore all’attuale
obiettivo della NATO del 2 %; riconosce che 23 dei 32 alleati della NATO, tra cui 16
paesi membri sia dell’UE che della NATO, avrebbero dovuto raggiungere l’obiettivo di
spesa per la difesa fissato dalla NATO pari al 2 % del loro PIL entro la fine del 2024;
sottolinea che tale numero è aumentato di sei volte rispetto al 2014, anno in cui è stato
fissato l’obiettivo di spesa; osserva che, in virtù degli attuali sconvolgimenti geopolitici
e della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, l’attuale bilancio dell’UE per
la sicurezza e la difesa non è all’altezza delle sfide da affrontare nel breve e lungo
termine; raccomanda che gli Stati membri aumentino ulteriormente gli investimenti nel
settore della difesa, in particolare per l’approvvigionamento congiunto delle capacità di
difesa, alla luce del fabbisogno stimato di 500 miliardi di EUR di investimenti nel
settore della difesa entro il 2035 e sulla base dell’analisi continua delle esigenze e delle
carenze in termini di capacità, e sostiene pienamente gli obiettivi fissati a tale riguardo
nell’ambito dell’EDIS; - invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare una discussione aperta sulla base,
tra le altre cose, delle raccomandazioni presentate da Mario Draghi e Sauli Niinistö
nelle rispettive relazioni, anche in merito all’aumento delle risorse destinate alla
sicurezza e alla difesa nel prossimo QFP, all’esame di tutte le opzioni di finanziamento
efficaci per raggiungere tale obiettivo e all’unione a livello dell’UE di una parte dei
bilanci nazionali per la difesa al fine di generare economie di scala; invita inoltre gli
Stati membri a modificare il processo di finanziamento dell’EPF per garantire un
sostegno adeguato e sostenibile ai partner e agli alleati, allineandolo nel contempo alle
missioni e alle operazioni PSDC; chiede che venga elaborata una strategia per la
creazione di centri di eccellenza in diverse regioni dell’UE, senza duplicare il lavoro
della NATO in questo ambito, al fine di promuovere l’innovazione e la partecipazione di
tutti gli Stati membri garantendo che le capacità e le conoscenze specializzate di
ciascuno Stato membro contribuiscano a una base industriale della difesa più coesa e
integrata; - accoglie con favore il nuovo strumento finanziario di azione per la sicurezza dell’Europa
ed esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire che l’aumento degli
investimenti nelle capacità di difesa dell’Europa rispetti il concetto di “comprare di più,
comprare meglio, comprare insieme, comprare europeo”; si rammarica del ricorso
all’articolo 122 e della conseguente mancanza di coinvolgimento del Parlamentonell’approvazione di tale strumento; - accoglie con favore la strategia per l’unione dei risparmi e degli investimenti ed esprime
l’auspicio che essa renda più agevole mobilitare i risparmi privati verso mercati dei
capitali più efficienti e convogliare gli investimenti nel settore della difesa; - esorta gli Stati membri a sostenere l’istituzione di una banca per la difesa, la sicurezza e
la resilienza, che funga da istituto multilaterale di prestito concepito per fornire prestiti a
un basso tasso di interesse e a lungo termine per sostenere le principali priorità in
materia di sicurezza nazionale, quali il riarmo, la modernizzazione della difesa, gli
sforzi di ricostruzione in Ucraina e il riacquisto di infrastrutture critiche attualmente
controllate da paesi terzi ostili; - ricorda che gli obiettivi di solidarietà, coesione e convergenza dell’UE si applicano
anche alla difesa; evidenzia che i mezzi finanziari necessari per ricostruire ed espandere
le nostre capacità di difesa nel decennio a venire incideranno in misura significativa
sulla solidità e sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, e che pertanto è necessario
garantire cooperazione e coordinamento a livello dell’UE attraverso un’autentica politica
economica per la difesa; sottolinea che l’aumento degli investimenti nel settore della
difesa non dovrebbe entrare in concorrenza con altre priorità di investimento, compresa
la coesione sociale; ricorda inoltre che gli orientamenti finanziari dovrebbero essere
ancorati a un approccio alla resilienza per l’intera società, pertanto devono essere
ampiamente sostenuti dai cittadini europei e tale sostegno deve essere sostenibile nel
lungo termine; sottolinea che l’onere finanziario deve quindi essere ripartito equamente,
soprattutto tra le imprese redditizie che già beneficiano di partecipazioni pubbliche o di
aiuti di Stato; evidenzia inoltre che la spesa pubblica dovrebbe essere integrata da
maggiori finanziamenti privati; invita la Commissione a riflettere sui possibili scenari
fiscali che consentirebbero una ripartizione più equa dell’onere finanziario e
limiterebbero le perturbazioni della concorrenza nell’ambito dell’EDTIB indotte dagli
aiuti di Stato e dalle procedure di appalto distorsive del mercato; - chiede che il prossimo QFP fornisca realmente i mezzi per costruire una vera Unione
della difesa; sostiene le proposte volte a fornire ingenti investimenti finanziari dell’UE
nel settore della difesa europea e a stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica,
nonché i progetti a duplice uso, nell’industria europea della difesa, rafforzandone in tal
modo la competitività e promuovendo progressi che contribuiscano sia alla sicurezza
che alla crescita economica sostenibile; sottolinea che gli investimenti nel settore della
difesa a titolo del bilancio dell’UE dovrebbero solo integrare, ma non sostituire, gli
sforzi finanziari degli Stati membri, soprattutto in virtù dell’ambizione dei paesi che
fanno parte sia dell’UE che della NATO di investire il 2 % del loro PIL nella difesa;
invita gli Stati membri ad anticipare la revisione della portata e della determinazione
delle spese comuni per rafforzare la solidarietà e incoraggiare la partecipazione alle
missioni e alle operazioni PSDC, insieme alla revisione delle spese legate alle
esercitazioni, conformemente alla bussola strategica; - invita la Commissione ad aumentare il debito comune, per far sì che l’Unione disponga
della capacità di bilancio necessaria per contrarre prestiti in situazioni eccezionali e di
crisi, presenti e future, tenendo conto dell’esperienza e degli insegnamenti tratti da
NextGenerationEU, vista la necessità pressante di rafforzare la sicurezza e la difesa per
proteggere i cittadini dell’UE, ripristinare la deterrenza e sostenere gli alleati,
innanzitutto l’Ucraina; sottolinea che l’onere di tale azione deve essere condiviso
equamente;81. chiede che il prossimo QFP fornisca maggiore sostegno finanziario per garantire la
fornitura tempestiva di prodotti di difesa mediante appalti congiunti, coordinamento
industriale, stoccaggio, sostegno alle PMI ed espansione delle capacità produttive;
sottolinea che tali finanziamenti dovrebbero in particolare dare priorità agli Stati
membri confinanti con l’Ucraina per rafforzarne la protezione, nonché agli Stati membri
che si trovano ad affrontare un rischio elevato di minacce militari convenzionali, come
quelli confinanti con la Russia e la Bielorussia; - esprime preoccupazione per la mancanza dei tanto necessari finanziamenti privati per
l’EDTIB, in particolare per le PMI, e ritiene che tale carenza possa derivare dalla
mancanza di contratti pubblici a lungo termine o da un’interpretazione eccessivamente
restrittiva dei criteri ambientali, sociali e di governance; accoglie pertanto con favore la
precisazione fornita dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati il 14
maggio 2024, secondo cui l’accesso ai fondi è vietato automaticamente solo alle imprese
che trattano armi vietate a norma del diritto internazionale; accoglie con favore le
proposte contenute nella relazione Niinistö per evitare la frammentazione della spesa
per la difesa, combinare i flussi di finanziamento pertinenti e stimolare maggiori
investimenti del settore privato; invita la Commissione a valutare le raccomandazioni e
a presentare proposte concrete; sottolinea la necessità di migliorare l’accesso
dell’industria della difesa ai mercati dei capitali;
Politica di prestito della BEI per il settore della difesa
83. sottolinea l’importanza, per il settore della difesa, dell’accesso ai prestiti forniti dalla
BEI quale catalizzatore per gli investimenti privati nell’industria europea della difesa;
accoglie con favore l’ulteriore estensione dei criteri di ammissibilità della BEI ai beni a
duplice uso e invita la BEI ad adottare ulteriori misure al riguardo; evidenzia che, dato
l’obiettivo della BEI di promuovere lo sviluppo dell’UE e di sostenere le sue politiche,
in particolare la politica di difesa e il rafforzamento dell’EDTIB, in linea con l’articolo
309 TFUE, la BEI dovrebbe riesaminare ulteriormente la sua politica in materia di
prestiti e adeguarla costantemente; invita la BEI a procedere a una revisione dell’impatto
dell’estensione della sua politica in materia di beni a duplice uso e a riformare, se del
caso, il suo elenco di ammissibilità, in modo che le munizioni e le attrezzature militari
che eccedono le applicazioni a duplice uso non siano più escluse dai finanziamenti della
BEI; accoglie con favore l’iniziativa strategica per la sicurezza europea della BEI del
2022 volta a sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione a duplice uso, le
infrastrutture di sicurezza e progetti tecnologici incentrati sulla cibersicurezza, il nuovo
spazio, l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche;
Contribuire più efficacemente alla sicurezza globale attraverso la politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE e rafforzare il ruolo dell’UE come attore nel settore della sicurezza
Allentamento delle tensioni, prevenzione delle guerre e sostegno alla risoluzione dei conflitti
84. condanna fermamente ed esprime profonda preoccupazione per il sostegno della Cina
alla Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, in particolare attraverso la
cooperazione con la base industriale e tecnologica militare della Russia, l’esportazione
di beni e tecnologie a duplice uso verso la Russia e il costante coinvolgimento di
imprese con sede in Cina nell’evasione e nell’elusione delle sanzioni; esprime, a tale
proposito, profonda preoccupazione per le recenti segnalazioni secondo cui la Cina
starebbe producendo droni da attacco a lungo raggio destinati a essere utilizzati dallaRussia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, e chiede che siano previste
conseguenze gravi nell’ambito della politica esterna dell’UE nei confronti della Cina
qualora quest’ultima continui a sostenere gli sforzi di armamento della Russia; deplora il
partenariato “senza limiti” tra Russia e Cina ed esprime profonda preoccupazione per il
rinnovato impegno dei due paesi a rafforzare ulteriormente i loro legami; accoglie con
favore la decisione del Consiglio di imporre sanzioni alle imprese cinesi per il loro
sostegno alla guerra russa in Ucraina;
- esprime profonda preoccupazione per i crescenti investimenti della Cina nelle capacità
militari e per la militarizzazione delle sue catene di approvvigionamento al fine di
rafforzare la sua industria, sfruttando nel contempo le opportunità politiche ed
economiche messe a disposizione dalla guerra di aggressione della Russia contro
l’Ucraina; esprime inoltre profonda preoccupazione per l’impatto delle dipendenze
europee dalla Cina sulla credibilità della capacità degli Stati membri di salvaguardare la
propria sicurezza nazionale e della capacità dell’UE nel suo complesso di criticare e
contrastare efficacemente la coercizione economica della Cina, un’eventuale escalation
delle tensioni con Taiwan e il sostegno alla Russia; invita la Commissione e gli Stati
membri a dare seria attuazione a una politica di “riduzione dei rischi” al fine di gestire i
rischi derivanti dall’interazione con la Cina in ambito economico e tecnologico; chiede,
a tale proposito, che siano affrontati i rischi posti dai fornitori cinesi nelle infrastrutture
critiche dell’UE e che non siano destinati fondi o sovvenzioni dell’UE per favorire la
posizione di tali fornitori in Europa; - condanna fermamente le esercitazioni militari ingiustificate della Cina del 14 ottobre
2024 intorno a Taiwan; condanna inoltre il numero crescente di atti ostili perpetrati
dalla Cina nei confronti di Taiwan, tra cui attacchi informatici, campagne di influenza,
l’incursione di aerei da guerra cinesi nella zona di identificazione della difesa aerea di
Taiwan e la recisione di cavi sottomarini; ribadisce il proprio saldo impegno a
preservare lo status quo nello stretto di Taiwan e sottolinea che qualsiasi tentativo di
modifica unilaterale, in particolare attraverso la forza o la coercizione, non sarà
accettato e susciterà una reazione decisa e ferma; plaude alla moderazione e alla
reazione disciplinata delle autorità taiwanesi e invita le autorità cinesi a dar prova di
moderazione ed evitare qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente le tensioni
tra le due sponde dello stretto; chiede scambi regolari tra l’UE e le sue controparti
taiwanesi sulle questioni di sicurezza pertinenti e una maggiore cooperazione nella lotta
alla disinformazione e alle ingerenze straniere; sottolinea che qualsiasi escalation nello
stretto di Taiwan avrebbe effetti dannosi sulla sicurezza e sull’economia europee ed
esorta pertanto la Commissione a iniziare a mettere a punto piani di emergenza e misure
di mitigazione basati su scenari di escalation probabili, come ad esempio un blocco
economico di Taiwan da parte della Cina; - esprime profonda preoccupazione per le azioni sempre più aggressive della Cina nel
Mar cinese meridionale e nella regione indo-pacifica, in particolare il ricorso alla
coercizione militare ed economica, le tattiche di guerra ibrida, le pericolose manovre
condotte dalla marina e dalla guardia costiera cinesi contro i propri vicini e la
costruzione di isole artificiali, con l’obiettivo di avanzare rivendicazioni marittime
illecite e minacciare le rotte marittime; segnala che una nave ricollegabile alla Cina ha
reciso un cavo sottomarino taiwanese agli inizi del gennaio 2025 e chiede un’indagine
approfondita al riguardo; invita inoltre Taiwan e l’UE a condividere informazioni su tali
incidenti; ribadisce il suo vivo interesse e forte sostegno per quanto concerne la libertà
di navigazione e la sicurezza marittima in qualsiasi luogo, in particolare nel Mar cinese
meridionale; invita le autorità cinesi a porre fine a tutte le azioni aggressive e alleprovocazioni, in particolare le operazioni aeree e marittime nello stretto di Taiwan e nel
Mar cinese meridionale che mettono a rischio la stabilità nella regione indo-pacifica
compromettendo in tal modo la sicurezza e la pace internazionale, la sovranità dei paesi
della regione, la sicurezza della vita in mare e la libertà di navigazione nel pieno rispetto
dell’UNCLOS; plaude all’aumento delle esercitazioni di libertà di navigazione condotte
da diversi paesi dell’UE, tra cui Francia, Paesi Bassi e Germania; osserva che tali attività
sono in linea con il diritto internazionale e sollecita un rafforzamento della
cooperazione e del coordinamento con i partner regionali, anche attraverso presenze
marittime coordinate nell’Oceano indiano nordoccidentale, al fine di accrescere il
numero delle operazioni di libertà di navigazione nella regione; - continua a essere preoccupato per la pressione politica ed economica esercitata dalla
Cina e dalla Russia in Asia centrale e sottolinea la necessità di accrescere la presenza
dell’UE nella regione in risposta a tale pressione; evidenzia l’interesse dell’UE a
rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza, le relazioni economiche e i legami
politici con i paesi dell’Asia centrale, anche al fine di affrontare la questione
dell’elusione delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia; - condanna con la massima fermezza l’Iran per le sue attività destabilizzanti nella regione
del Medio Oriente, anche tramite i suoi mandatari, e per il suo costante sostegno a
gruppi terroristici, che costituisce una minaccia diretta per la sicurezza regionale,
europea e globale; condanna la crescente cooperazione militare tra l’Iran e la Russia, in
particolare la loro intenzione di firmare un trattato su un partenariato strategico globale;
esprime, tuttavia, pieno sostegno e solidarietà alla società civile e alle forze
democratiche in Iran e chiede maggiori sforzi internazionali per sostenere questi gruppi
nella loro lotta per la libertà e i diritti umani; accoglie con favore la decisione dell’UE di
rinnovare le sanzioni contro l’Iran fino a luglio 2025, imponendo anche sanzioni sulla
sua produzione di droni e missili e sulla fornitura di tali attrezzature alla Russia e a tutta
la regione del Medio Oriente; sottolinea che le opzioni sanzionatorie non ancora
esaurite comprendono un approccio molto più restrittivo ai trasferimenti di tecnologia
attraverso l’esportazione di prodotti che non sono classificati come “a duplice uso”; - condanna senza riserve il governo iraniano per aver aiutato e favorito organizzazioni e
reti terroristiche riconosciute a livello internazionale, come Hamas ed Hezbollah, che
hanno perpetrato o intentato attacchi all’interno dell’UE, rappresentando una minaccia
diretta per la sicurezza, la sovranità e la stabilità europee; ricorda, a tale proposito, che il
Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche è stato coinvolto nella pianificazione e
nell’esecuzione di decine di omicidi e attacchi terroristici, anche sul territorio europeo,
negli ultimi 30 anni e, più recentemente, in attacchi contro sinagoghe e individui di
religione ebraica, nonché contro ambasciate israeliane in diversi Stati membri; esorta
l’UE e gli Stati membri a rafforzare la condivisione di intelligence e le misure
antiterrorismo per prevenire attacchi futuri; rinnova il suo invito di lunga data ad
aggiungere il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche all’elenco dell’UE delle
organizzazioni terroristiche e sostiene le iniziative intraprese da alcuni Stati membri al
riguardo; - ritiene che il programma di armamento nucleare dell’Iran rappresenti una delle
principali minacce alla sicurezza globale e sottolinea che, se riuscirà ad acquisire la
capacità di dotarsi di armi nucleari, vi è il rischio che l’Iran diventi più belligerante e
intensifichi il sostegno statale al terrorismo e la proliferazione di missili e droni; - condanna nuovamente, con la massima fermezza, gli spregevoli attacchi terroristiciperpetrati dall’organizzazione terroristica Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, che
hanno contribuito a destabilizzare ancor di più il Medio Oriente e sono stati amplificati
dalle aggressioni mosse contro Israele da mandatari iraniani (fra cui organizzazioni
terroristiche come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen) e dallo stesso regime
iraniano; ribadisce il diritto di Israele all’autodifesa, quale sancito e limitato dal diritto
internazionale; chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone ancora
ostaggio di Hamas; invita tutte le parti a porre immediatamente fine a tutte le ostilità e a
rispettare pienamente il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale
umanitario; esprime forte preoccupazione quanto alla recente rottura del cessate il fuoco
a Gaza e chiede un immediato ritorno ad esso; sottolinea che ciò rappresenterebbe un
passo importante per alleviare l’enorme sofferenza inferta ai civili di entrambe le parti
negli ultimi mesi; plaude all’impegno dimostrato dai mediatori, tra cui gli Stati Uniti,
l’Egitto e il Qatar, i cui sforzi sono stati fondamentali per arrivare al primo cessate il
fuoco; esorta tutti gli attori europei e internazionali a contribuire attivamente al
raggiungimento di una nuova svolta, a vigilare sull’attuazione del cessate il fuoco e a
fare in modo che coloro che non lo rispettano siano chiamati a rispondere delle proprie
azioni; - accoglie con favore il ridispiegamento della missione dell’UE di assistenza alle frontiere
a Rafah il 31 gennaio 2025 per sostenere l’Autorità palestinese nell’agevolare il
passaggio sicuro per le evacuazioni mediche durante la fase I del cessate il fuoco; è
pronto ad avviare discussioni sui futuri contributi concreti a sostegno di un cessate il
fuoco; - esprime profonda preoccupazione per l’escalation militare in Medio Oriente, che
contribuisce a destabilizzare ulteriormente la regione; deplora il numero inaccettabile di
vittime civili, lo sfollamento forzato causato dall’intensificarsi delle violenze e l’uso
persistente della forza militare; esprime inoltre profonda preoccupazione per l’azione
militare in corso nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ad opera delle forze di difesa
israeliane; condanna le forze di difesa israeliane per aver aperto il fuoco contro la forza
interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), commettendo una grave violazione
del diritto internazionale; ribadisce l’essenziale ruolo di stabilizzazione svolto
dall’UNIFIL, cui contribuiscono 16 Stati membri, nel sud del Libano; chiede un cessate
il fuoco immediato sia a Gaza che in Libano, la fine delle ostilità, l’attuazione piena e
simmetrica della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
e la protezione della popolazione civile; pone in evidenza la necessità che l’UE e altri
attori internazionali si assumano maggiori responsabilità e assistano i governi e le
organizzazioni della società civile in Medio Oriente nel raggiungere una pace duratura e
sostenibile, in particolare continuando a sostenere una soluzione fondata sulla
coesistenza di due Stati tra Israele e Palestina e contrastando il terrorismo e la
radicalizzazione nella regione; sottolinea che l’evoluzione dei conflitti nella regione ha
ripercussioni sulle regioni limitrofe e sull’Europa e pone sfide in materia di sicurezza
per l’UE per quanto riguarda il futuro della deterrenza, del diritto umanitario e della
gestione delle crisi; - accoglie con favore il piano arabo di ripresa e ricostruzione presentato al vertice del
Cairo il 4 marzo 2025, che rappresenta una solida base per le discussioni sul futuro della
Striscia di Gaza; incoraggia la VP/AR e la commissaria responsabile per il
Mediterraneo a collaborare in modo costruttivo con i partner arabi per fornire soluzioni
credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza di Gaza; respinge, d’altro
canto, la proposta “Trump Gaza”, che non tiene conto della volatilità delle condizioni di
sicurezza in tutto il Medio Oriente; è del parere che la gravità della distruzione e dellesofferenze umane a Gaza richieda un impegno internazionale globale in virtù del quale
gli Stati Uniti, l’UE, le Nazioni Unite, gli Stati arabi e altri partner internazionali
completerebbero i rispettivi sforzi per far sì che i negoziati riprendano e siano
costruttivi; si impegna a favore dei futuri sforzi di normalizzazione tra Israele e gli Stati
arabi nella regione; - esorta il Consiglio e gli Stati membri a designare Hezbollah, nella sua totalità, come
organizzazione terroristica e a promuoverne il completo disarmo in linea con la
risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea le
recenti decisioni adottate da diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Canada, di designare
Samidoun come organizzazione terroristica che agisce come mandatario del Fronte
popolare per la liberazione della Palestina; evidenzia che Samidoun è stata messa al
bando in Germania nel 2023 e invita gli altri Stati membri dell’UE ad adottare misure
analoghe vietando la presenza di tale organizzazione sul loro territorio; - osserva che il confine tra Giordania e Siria è utilizzato come punto di attraversamento
per il traffico di armi e droga; sottolinea la necessità di un sostegno continuo dell’UE
alla Giordania, indebolita dall’attuale crisi in Medio Oriente, e chiede un maggiore
ricorso all’EPF per proteggere il confine tra Giordania e Siria; - riconosce che la Turchia è un paese di rilevanza strategica per l’UE; osserva che la
Turchia è sempre più presente in aree in cui l’UE ha interessi essenziali in materia di
sicurezza e dove sono attive missioni e operazioni PSDC; prende atto con rammarico
del ruolo destabilizzante della Turchia in alcune aree d’interesse per l’UE nonché nel suo
vicinato; pone in evidenza le attività illegali della Turchia contro gli interessi dell’UE
nel Mediterraneo orientale, in violazione del diritto internazionale, compresa
l’UNCLOS; ribadisce la sua condanna della firma dei memorandum d’intesa tra la
Turchia e la Libia su una cooperazione militare e di sicurezza globale e sulla
delimitazione delle zone marittime, che sono interconnessi e violano chiaramente il
diritto internazionale, le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite e i diritti sovrani degli Stati membri dell’UE; deplora il fatto che la Turchia
compromette l’efficacia delle sanzioni dell’UE contro la Russia e ribadisce il suo invito
alla Turchia ad allinearsi pienamente a tali sanzioni; invita la Turchia ad astenersi dal
compromettere le missioni e le operazioni PSDC dell’UE; rinnova il suo appello alla
Turchia affinché adempia l’obbligo di attuare integralmente e in modo non
discriminatorio il protocollo aggiuntivo dell’accordo di Ankara nei confronti di tutti gli
Stati membri, compresa la Repubblica di Cipro; - deplora il fatto che, nonostante gli sforzi di allentamento delle tensioni, la Turchia
continui a mantenere la minaccia di casus belli nei confronti della Grecia e a occupare
illegalmente la parte settentrionale della Repubblica di Cipro; condanna fermamente le
attività illegali della Turchia a Cipro, tra cui la violazione dello status della zona
cuscinetto, la crescente militarizzazione delle zone occupate della Repubblica di Cipro
nonché i suoi sforzi per potenziare l’entità secessionista nella parte occupata di Cipro in
violazione del diritto internazionale, osservando che tali attività non favoriscono la
ripresa dei negoziati guidati dalle Nazioni Unite; condanna il fatto che la Turchia
continui a violare le risoluzioni 550 (1984) e 789 (1992) del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, che invitano la Turchia a trasferire la zona di Varosia ai suoi legittimi
abitanti nell’ambito dell’amministrazione temporanea delle Nazioni Unite, sostenendo
l’apertura della città al pubblico; esorta nuovamente la Turchia a fare marcia indietro
riguardo alle sue azioni illegali e unilaterali a Varosia; invita altresì la Turchia a ritirare
le sue truppe da Cipro;100. chiede con urgenza la ripresa dei negoziati sulla riunificazione di Cipro sotto l’egida del
Segretario generale delle Nazioni Unite e ribadisce il suo sostegno incondizionato a
Cipro nel trovare una soluzione; invita la Turchia ad accettare una soluzione equa,
globale e praticabile a tale questione; - accoglie con favore la riunione informale estesa convocata dal Segretario generale delle
Nazioni Unite il 18 marzo 2025 a Ginevra al fine di aprire la strada alla ripresa dei
negoziati sulla questione cipriota, rigorosamente nell’ambito del quadro concordato
delle Nazioni Unite, l’unico accettato dall’UE e dalla comunità internazionale, e in linea
con il diritto, i valori e i principi dell’Unione; ricorda che la riunificazione di Cipro
rappresenta una priorità per l’UE, che è pronta a intensificare gli sforzi e ad assumere un
ruolo attivo nel sostenere il processo guidato dalle Nazioni Unite con tutti gli strumenti
a sua disposizione; invita la Turchia a partecipare in modo costruttivo ai negoziati e a
riavvicinarsi al tavolo negoziale in buona fede; - chiede che l’UE svolga un ruolo di rilievo nel Mediterraneo e diventi un attore di
sicurezza in grado di garantire la stabilità della regione e il rispetto del diritto
internazionale e dell’UNCLOS; accoglie con favore, a tale riguardo, la nomina di una
commissaria per il Mediterraneo sotto la guida e la direzione politica della VP/AR;
sottolinea la necessità che la VP/AR, in cooperazione con la commissaria per il
Mediterraneo, ove necessario, e in consultazione con gli Stati membri, sviluppi una
strategia di sicurezza coerente per quanto riguarda la regione del Mediterraneo e i paesi
vicini, compresi il Nord Africa, il Levante e il Sahel; chiede una cooperazione rafforzata
con i paesi partner nel Mediterraneo per combattere l’estremismo, il terrorismo, il
commercio illecito di armi e la tratta di esseri umani; - prende atto con preoccupazione delle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti in
Libia, come evidenziato nella risoluzione 2755 (2024) del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite; sottolinea la necessità di esaminare il ruolo delle missioni e delle
operazioni PSDC – EUBAM Libia ed EUNAVFOR IRINI – nel contrastare
efficacemente il traffico e la tratta di esseri umani, come pure le loro attività in relazione
alla necessità di tutelare i diritti fondamentali dei migranti; - rileva che il rapido crollo del regime criminale di Bashar al-Assad in Siria, sostenuto dal
Cremlino dal 2015, costituisce una sconfitta politica significativa per Vladimir Putin e
minaccia la presenza strategica e militare della Russia in Siria; ricorda che, dal 2015, le
basi militari di Hmeimim e Tartus fungono da punti chiave per la proiezione della
potenza russa in Medio Oriente e in Africa; osserva inoltre che le basi militari di
Hmeimim e Tartus sono state essenziali per la fornitura e il trasporto di armi pesanti e
attrezzature destinate alle compagnie militari private russe, come il gruppo Wagner e le
sue operazioni in Libia, Mali, Repubblica centrafricana e Sudan; sottolinea che la
perdita delle basi militari in Siria potrebbe indebolire la capacità operativa della Russia
e la sua influenza in Africa; invita pertanto l’UE e i suoi Stati membri a monitorare
attentamente la situazione in Siria, a subordinare i legami con il nuovo regime siriano al
completo ritiro della Russia dal paese e a impedire alla Russia di creare nuove basi
militari altrove nella regione; riconosce, a tale proposito, la notevole influenza dell’UE
nei confronti della Siria in termini di riconoscimento politico, allentamento delle
sanzioni, accordi commerciali e sostegno finanziario per la ricostruzione, il che rende
l’UE un’alternativa alla Turchia nella definizione del futuro della Siria; - esprime crescente preoccupazione per i continui tentativi della Russia di destabilizzare i
paesi del vicinato orientale dell’UE attraverso il ricorso alla manipolazione delleinformazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri, gli omicidi politici, le minacce
e le occupazioni territoriali, il cui obiettivo è incidere negativamente sulle loro
aspirazioni europee e sulla loro stabilità, e condanna tali azioni; sottolinea la necessità
di rafforzare la capacità dell’UE di difendere e consolidare società democratiche e
basate sui valori nei paesi del vicinato orientale dell’Unione; - ribadisce l’impegno dell’UE a sostenere la sovranità e l’integrità territoriale della
Repubblica di Moldova all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale,
come pure gli sforzi volti a pervenire a una soluzione politica pacifica, duratura e
globale al conflitto transnistriano; condanna fermamente i tentativi continui e coordinati
da parte della Russia, degli oligarchi filorussi e di mandatari locali sponsorizzati dalla
Russia tesi a destabilizzare la Repubblica di Moldova, creare divisioni all’interno della
società moldova e indebolire la direzione europeista del paese attraverso attacchi ibridi,
la strumentalizzazione delle forniture energetiche a fini bellici, la disinformazione,
allarmi bomba e l’inscenamento di proteste, nonché la minaccia o l’uso della violenza;
osserva con preoccupazione che il servizio di sicurezza e intelligence della Repubblica
di Moldova ha segnalato che le azioni della Russia volte a trattenere la Moldova nella
sua sfera di influenza si sono intensificate fino a raggiungere un livello senza
precedenti; sottolinea che tale minaccia ibrida attacca i processi democratici e
compromette l’integrazione europea, ad esempio mediante l’amplificazione delle
tendenze separatiste radicali nel Sud del paese, in particolare nella Gagauzia, l’utilizzo
della propaganda, la manipolazione dello spazio dell’informazione, l’ingerenza nel
processo elettorale e lo svolgimento di operazioni sovversive; - ribadisce i suoi inviti alla Russia a ritirare le sue forze e attrezzature militari dal
territorio della Repubblica di Moldova, a garantire la completa distruzione di tutte le
munizioni e attrezzature stoccate nel deposito di Cobasna sotto supervisione
internazionale e a sostenere una soluzione pacifica al conflitto transnistriano, in linea
con i principi del diritto internazionale; chiede un maggiore sostegno dell’UE alla
Moldova nella lotta alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di
attori stranieri, alle minacce ibride e agli attacchi informatici; esorta gli Stati membri a
stanziare maggiori finanziamenti per l’EPF al fine di rafforzare le capacità di difesa
della Moldova; - riconosce che la Georgia è stata il primo obiettivo, nel 2008, dell’aggressione militare su
larga scala della Russia e dei suoi tentativi di ridisegnare con la forza i confini di uno
Stato sovrano in Europa; sottolinea che dal 2008 la Russia continua a esercitare la sua
occupazione illegale e il suo controllo effettivo sulle regioni occupate della Georgia;
evidenzia che la presenza militare e il significativo rafforzamento militare della Russia
nelle regioni occupate, le sue attività illegali, le continue attività di delimitazione dei
confini lungo la linea di demarcazione amministrativa e le sue violazioni dei diritti
umani in Georgia rappresentano un grave rischio per la sicurezza del paese e per il più
ampio quadro di sicurezza dell’Europa; ribadisce il suo invito affinché la Russia ritiri
tutte le sue forze e attrezzature militari dal territorio della Georgia; - condanna fermamente l’abbattimento, da parte della Russia, del volo 8243 della
Azerbaijan Airlines il 25 dicembre 2024, che ha provocato la morte di 38 dei 67
passeggeri a bordo; sottolinea che ciò mette ancora una volta in luce la natura brutale e
belligerante del regime russo; - esorta l’UE a continuare a impegnarsi attivamente e ad adottare misure decisive,
attraverso i suoi importanti strumenti, per garantire che la Russia adempia agli obblighiprevisti dall’accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 mediato dall’UE, in
particolare agli obblighi di ritirare tutte le sue forze militari dai territori occupati dalla
Georgia, di consentire il dispiegamento di meccanismi di sicurezza internazionali
all’interno di entrambe le regioni georgiane e l’accesso senza ostacoli della missione di
vigilanza dell’UE all’intero territorio della Georgia, impegnandosi in modo costruttivo
nelle discussioni internazionali di Ginevra e nei meccanismi di prevenzione e di risposta
agli incidenti; invita il SEAE a preparare una relazione approfondita sulle violazioni
dell’accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008, a identificare e comunicare
chiaramente le disposizioni che non sono ancora state rispettate dalla Russia e a
presentare raccomandazioni; - accoglie con favore la recente notizia della conclusione positiva dei negoziati tra
Armenia e Azerbaigian sul testo integrale del progetto di accordo sulla pace e
l’istituzione di relazioni interstatali, elogia l’Armenia per aver spianato la strada alla
finalizzazione del testo ed esorta i dirigenti azeri a firmare e ad attuare, in buona fede,
l’accordo di pace quale concluso in sede negoziale; - condanna l’Azerbaigian per i costanti sforzi volti a indebolire le possibilità di pace nella
regione e per le continue minacce contro l’Armenia; invita l’UE e i suoi Stati membri a
sospendere qualsiasi assistenza tecnica, finanziaria o di sicurezza all’Azerbaigian, anche
attraverso vari strumenti dell’UE, che potrebbe contribuire all’aumento delle capacità
offensive dell’Azerbaigian o mettere a repentaglio la sicurezza, l’integrità territoriale e la
sovranità dell’Armenia; - ricorda che è trascorso un anno dalla presa del Nagorno-Karabakh da parte
dell’Azerbaigian, che ha comportato lo sfollamento forzato di oltre 140 000 armeni dalla
regione; condanna il sostegno militare e la fornitura di armi all’Azerbaigian da parte di
paesi terzi; sottolinea che l’Azerbaigian si è reso colpevole di gravi violazioni dei diritti
umani nel Nagorno-Karabakh; condanna la distruzione del patrimonio culturale armeno
nella regione da parte dell’Azerbaigian; chiede il rilascio di tutti e 23 gli ostaggi armeni
detenuti in Azerbaigian, fra cui ex funzionari de facto del Nagorno-Karabakh e
prigionieri di guerra catturati nella guerra del 2020; invita il Consiglio a considerare la
possibilità di imporre sanzioni mirate e individuali nei confronti dei responsabili di
violazioni del cessate il fuoco e violazioni dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh; - apprezza la decisione di adottare la prima misura di assistenza nell’ambito dell’EPF a
sostegno delle forze armate armene, in quanto ciò rafforzerebbe la resilienza
dell’Armenia nel garantire sicurezza, indipendenza e sovranità; chiede un ulteriore
rafforzamento della cooperazione tra l’Armenia e l’UE nel settore della sicurezza e della
difesa, in particolare nel settore dello sminamento, anche attraverso l’uso dell’EPF,
tenendo conto del riesame, da parte dell’Armenia, della sua adesione all’Organizzazione
del trattato di sicurezza collettiva; accoglie con favore le azioni intraprese da diversi
Stati membri per fornire sostegno militare difensivo all’Armenia ed esorta gli altri Stati
membri a prendere in considerazione iniziative analoghe; - sottolinea che l’UE dovrebbe rivedere urgentemente la sua strategia regionale per il
Sahel, a seguito dei vari colpi di Stato nella regione; deplora vivamente la partenza
forzata delle truppe francesi e delle forze di mantenimento della pace delle Nazioni
Unite dalla regione e condanna la presenza, al loro posto, di società militari private e di
forze ausiliarie sponsorizzate dallo Stato come il Corpo africano (ex gruppo Wagner);
sottolinea che tali società militari private hanno svolto un ruolo destabilizzante nel
Sahel e hanno sostenuto vari regimi repressivi nel tentativo di rafforzare l’influenzarussa in Africa; richiama l’attenzione sulla fornitura di armi da parte della Russia ai
regimi militari del Sahel; osserva inoltre che altri attori, come la Turchia, sono sempre
più presenti nella regione; esorta il rappresentante speciale dell’UE per il Sahel e gli
Stati membri a mantenere l’impegno diplomatico e a continuare a sostenere la società
civile e a erogare fondi per lo sviluppo e gli aiuti umanitari; - esprime preoccupazione per la mancanza di coerenza nella risposta dell’UE alle crisi
della regione dei Grandi Laghi e invita il Consiglio a riesaminare la strategia rinnovata
dell’UE per i Grandi Laghi, adottata il 20 febbraio 2023; riconosce l’importanza di un
reale impegno dell’UE a favore della pace nella regione; prende atto con preoccupazione
del ruolo svolto dal Ruanda nella parte orientale della Repubblica democratica del
Congo (RDC) e invita l’UE a imporre condizioni per un eventuale sostegno militare al
Ruanda; condanna fermamente la confisca, da parte dell’M23, di territori nella parte
orientale della RDC, comprese le capitali regionali di Goma e Bukavu, che ha causato
direttamente la morte di circa 3 000 civili; condanna altresì le violazioni della sovranità
e dell’integrità territoriale della parte orientale della RDC da parte dei ribelli dell’M23;
esprime profonda preoccupazione per la situazione umanitaria di milioni di sfollati nella
zona e per il ricorso allo stupro come arma di guerra strategica; esorta la VP/AR a
intraprendere azioni chiare in linea con la strategia dell’UE per i Grandi Laghi al fine di
ripristinare la stabilità e a cooperare con la missione delle Nazioni Unite per la
stabilizzazione della RDC (MONUSCO) per proteggere i civili nella parte orientale
della RDC; sollecita il governo ruandese a ritirare le sue truppe dal territorio della RDC
e a cessare la cooperazione con i ribelli dell’M23, ivi compresa la fornitura di armi e
truppe e supporto logistico; invita l’UE a sospendere il suo memorandum d’intesa sulle
materie prime e ogni cooperazione militare con il Ruanda, anche attraverso l’EPF e
qualsiasi altro meccanismo, fino a quando il Ruanda non smetterà di sostenere
illegalmente i gruppi armati e non rispetterà pienamente la sovranità e l’integrità
territoriale della RDC; invita parallelamente la RDC a cessare la cooperazione con i
gruppi ribelli nella regione; sostiene il processo di pace di Luanda e Nairobi per
giungere a una soluzione politica del conflitto con mezzi diplomatici ed esorta la
VP/AR a proseguire la sensibilizzazione diplomatica delle parti coinvolte nel conflitto e
di altre parti nella regione, nonché ad aumentare la pressione sulle parti affinché
riavviino negoziati pacifici, anche rinviando le consultazioni dell’UE in materia di
sicurezza e difesa con il Ruanda e adottando sanzioni, in funzione della situazione sul
campo e dei progressi compiuti nei processi di mediazione regionale in corso; - esprime delusione dinanzi alla sospensione delle attività dell’Agenzia statunitense per lo
sviluppo internazionale (USAID) e sottolinea che ciò aumenta in misura significativa le
sfide in materia di sicurezza e difesa, dal momento che gli investimenti critici nella
resilienza, nell’adattamento, nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace
sono stati ormai ridotti; invita pertanto l’UE e i suoi partner internazionali a garantire
che il vuoto lasciato non sia utilizzato dai nostri avversari riflettendo strategicamente su
come rilevare determinati programmi rimasti privi di finanziamenti a seguito delle
azioni del governo statunitense; - esprime preoccupazione per il ruolo limitato svolto dall’UE nel Corno d’Africa, mentre
il coinvolgimento di altri attori stranieri è in aumento; chiede una revisione della
strategia dell’UE nella regione, al fine di conseguire gli obiettivi dell’UE di promuovere
la pace, la stabilità e uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile nella regione;
invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a riflettere su come utilizzare al meglio le
missioni e le operazioni PSDC dispiegate nella regione per promuovere tali obiettivi e
rafforzare le attività dell’UE;119. riconosce che la regione artica riveste una notevole importanza strategica e geopolitica
grazie alle sue rotte marittime emergenti, alla ricchezza di risorse naturali e alle
opportunità di sviluppo economico emerse dal riscaldamento globale, pur essendo
sempre più contesa; è allarmato per l’intensificarsi della militarizzazione e della
concorrenza per le risorse alimentate dalle attività russe e cinesi nella regione; condanna
fermamente le ripetute dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti riguardo al suo
obiettivo di un’acquisizione della Groenlandia da parte degli Stati Uniti; - sottolinea l’importanza di preservare la sicurezza, la stabilità e la cooperazione
nell’Artico; evidenzia che la regione deve rimanere libera da tensioni militari e dallo
sfruttamento delle risorse naturali e che i diritti delle popolazioni indigene devono
essere rispettati; ribadisce la necessità di includere la politica artica dell’Unione nella
PSDC e di rafforzare le capacità di deterrenza e difesa in stretto coordinamento con la
NATO; sottolinea che la cooperazione UE-NATO è essenziale per contrastare la
crescente influenza della Russia e della Cina nella regione; chiede che le questioni
d’interesse per l’Artico siano incluse periodicamente nelle riunioni del comitato politico
e di sicurezza e del Consiglio;
Dimensione di genere e ruolo delle donne nella pace e nella sicurezza
- sottolinea l’impatto sproporzionato e unico dei conflitti armati su donne e ragazze,
soprattutto in termini di violenza sessuale legata ai conflitti; evidenzia la necessità
imperativa di garantire la fornitura e l’accessibilità di un’adeguata assistenza sanitaria in
materia nei conflitti armati, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti;
invita l’UE e gli Stati membri a garantire che i conflitti armati siano considerati
nell’ottica di una prospettiva di genere; - ricorda che l’integrazione e l’operatività della prospettiva di genere nelle relazioni
esterne e l’attuazione dell’agenda su donne, pace e sicurezza, in conformità delle
pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono priorità di
lunga data per l’UE; ricorda, a tale proposito, l’importanza di rafforzare la
partecipazione delle donne alla prevenzione e risoluzione dei conflitti, ai negoziati di
pace, al consolidamento e mantenimento della pace, all’azione umanitaria e alla
ricostruzione postbellica; - sottolinea che l’integrazione di una prospettiva di genere in tutte le attività esterne e
interne della PSDC contribuisce a migliorare l’efficacia operativa della PSDC e rafforza
la credibilità dell’UE quale sostenitrice della parità di genere in tutto il mondo; insiste
pertanto sull’importanza di mantenere tutti gli impegni assunti dall’UE, compresi quelli
contenuti nel piano d’azione dell’UE sulla parità di genere III (2020-2024) e nella
bussola strategica; insiste altresì affinché l’aggiornamento della bussola strategica
proponga ulteriori misure per garantire la parità di genere e la piena e significativa
partecipazione delle donne alla PSDC, soprattutto nelle missioni militari; - apprezza l’inclusione delle prospettive di genere e dei diritti umani e la nomina di
consulenti in materia di genere in tutte le missioni e operazioni PSDC nonché
l’istituzione di una rete di punti focali per le questioni di genere; chiede che il nuovo
patto sulla dimensione civile della PSDC sia utilizzato per favorire una partecipazione
piena delle donne alle missioni civili della PSDC;
Missioni e operazioni PSDC
125. sottolinea l’importanza di obiettivi chiari e realizzabili, dell’apertura alle prospettive e
alla titolarità del paese ospitante, nonché della dotazione di risorse finanziarie,
logistiche e umane necessarie per ciascuna di tali missioni e operazioni PSDC;
sottolinea inoltre il deterioramento del contesto di sicurezza in cui sono presenti molte
missioni PSDC; chiede miglioramenti nella governance della valutazione e del controllo
delle missioni e operazioni PSDC; rinnova la sua richiesta di valutazioni esaustive delle
missioni e delle operazioni PSDC, in particolare per quanto riguarda la fattibilità dei
loro mandati rispetto alle risorse e alle attrezzature assegnate, la loro gestione, le
modalità di assunzione del personale e la corrispondenza tra i profili e le competenze
richieste, la trasparenza dei bandi di gara, le attività e ai risultati ottenuti, gli
insegnamenti tratti sulle buone pratiche e le difficoltà incontrate; sottolinea la
particolare necessità che tutte le missioni e operazioni prevedano disposizioni
provvisorie che consentano, ove necessario, una conclusione sostenibile; invita la
VP/AR e gli Stati membri a continuare a concepire in modo efficace le missioni e le
operazioni PSDC, anche attraverso mandati solidi, orientati ai risultati, flessibili e
modulari, in modo da adattarsi all’evoluzione del contesto di sicurezza e alle esigenze
dei paesi ospitanti, e a mantenere un forte partenariato con i governi ospitanti, la società
civile e le popolazioni locali, garantendo la creazione delle condizioni necessarie
affinché le missioni e operazioni conseguano i propri obiettivi a lungo termine; invita
gli Stati membri a utilizzare il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC per
rafforzare la loro visione strategica della gestione civile delle crisi chiarendo il ruolo,
l’efficacia e il valore aggiunto della PSDC civile e definendo un livello di ambizione
condiviso per la gestione civile delle crisi; chiede inoltre di mettere a frutto le sinergie e
le complementarità delle dimensioni civile e militare della PSDC; invita la
Commissione e il SEAE a sviluppare, insieme agli Stati membri, un processo di
sviluppo delle capacità civili strutturato e regolare per valutare la disponibilità delle
esigenze degli Stati membri in termini di capacità, elaborare i requisiti, effettuare
un’analisi delle lacune e riesaminare periodicamente i progressi compiuti; ritiene che
occorra elaborare una solida politica in materia di equipaggiamento e servizi necessari
ai paesi partner in cui sono dispiegate le missioni civili della PSDC;
- osserva che il bilancio della PESC per le missioni civili della PSDC è aumentato solo
marginalmente dal quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 al QFP 2021-2027,
a fronte di un aumento del numero, dei compiti e dei costi delle missioni; chiede un
sostanziale aumento dei finanziamenti per il bilancio della PESC, garantendo nel
contempo un uso efficiente dei fondi assegnati alle missioni civili PSDC, al fine di
garantire che esse rispondano efficacemente alle situazioni di crisi e agli eventi
imprevisti; chiede l’elaborazione di una linea di bilancio specifica, o “strumento di
sostegno civile”, per fornire ai paesi partner equipaggiamento e servizi intesi a
rafforzare le loro capacità civili; - ribadisce il suo invito al SEAE ad adottare misure concrete a sostegno delle missioni e
operazioni PSDC per la difesa contro gli attacchi informatici e ibridi e per la lotta alla
manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri nei paesi in
cui sono schierate missioni e operazioni PSDC, in particolare nei Balcani occidentali e
nei paesi del partenariato orientale; invita la Commissione a tenere conto delle missioni
e operazioni PSDC nel definire lo scudo europeo per la democrazia, al fine di prevenire
minacce volte a screditare le azioni esterne dell’UE e proteggere il personale dell’UE
dispiegato all’estero; insiste sulla necessità di sfruttare gli insegnamenti appresi nelle
diverse missioni e operazioni PSDC, nonché di cooperare con le missioni e operazioni
degli Stati membri, per comunicare e individuare meglio le minacce al fine di
anticiparle o rispondervi tempestivamente quando necessario; chiede una migliorecapacità di risposta, una migliore comunicazione strategica e una maggiore
sensibilizzazione nelle aree di dispiegamento, utilizzando le lingue locali pertinenti, al
fine di spiegare meglio alla popolazione locale le motivazioni, i vantaggi e i ruoli delle
missioni e operazioni PSDC nelle rispettive regioni, evidenziando anche le conseguenze
derivanti dal fare affidamento sul sostegno di altri attori che mirano a destabilizzarle, in
particolare la Russia e la Cina; invita altresì la Commissione e il SEAE ad aumentare la
visibilità delle missioni e operazioni PSDC nei paesi del partenariato orientale
includendole nei loro messaggi politici, rendendo i documenti accessibili al pubblico e
interagendo con la stampa internazionale; invita la Commissione e il SEAE ad adeguare
i mandati consultivi delle missioni e operazioni PSDC al fine di includere una
formazione specializzata sulla lotta contro le attività di guerra ibrida, la guerra
informatica e l’analisi dell’intelligence da fonte aperta (OSINT); invita il SEAE ad
aumentare la cooperazione e il coordinamento con altre missioni e operazioni di partner
e organizzazioni che condividono gli stessi valori, comprese le operazioni di
mantenimento della pace delle Nazioni Unite, per contrastare le operazioni di
manipolazione delle informazioni e ingerenze straniere sul campo; - sottolinea che la corruzione nei teatri delle operazioni può danneggiare le missioni e
operazioni PSDC esponendole a danni reputazionali, sprecando le risorse e favorendo il
malgoverno e la cattiva amministrazione, nonché aumentando i livelli locali di
corruzione, frode, estorsione e nepotismo; chiede l’attuazione di strategie volte a
prevenire e combattere la corruzione, sviluppando competenze e conoscenze in materia
di lotta alla corruzione e intensificando gli sforzi per attenuare i rischi di corruzione
nelle missioni e operazioni PSDC attuali e future; - invita il Consiglio e il SEAE a integrare nelle loro missioni e operazioni PSDC una
componente relativa alla tutela del patrimonio culturale, al fine di fornire assistenza e
formazione ai partner locali nell’affrontare le sfide di sicurezza connesse alla
conservazione e alla protezione del patrimonio culturale; osserva che l’inclusione della
tutela del patrimonio culturale e del dialogo interculturale nei mandati delle missioni
porterebbe vantaggi al processo di riconciliazione e risoluzione dei conflitti; - sottolinea la necessità di estendere i mandati delle missioni e delle operazioni PSDC
dispiegate nei paesi vicini dell’Europa orientale, dove l’aumento delle minacce alla
sicurezza giustifica una presenza rafforzata dell’UE; incoraggia tutti gli Stati membri a
schierare personale per tali missioni e operazioni; incoraggia inoltre una maggiore
partecipazione dei paesi terzi a tali missioni, in particolare dei paesi terzi che hanno
ospitato missioni PSDC completate con successo; invita gli Stati membri a valutare
come creare nuove missioni e operazioni PSDC nei paesi candidati all’adesione all’UE,
se necessario, e in stretta collaborazione con le rispettive autorità nazionali; chiede al
SEAE di garantire che il sostegno delle missioni PSDC alle riforme del settore della
sicurezza comprenda la formazione dei funzionari ministeriali; invita il SEAE e
l’Accademia europea per la sicurezza e la difesa a contribuire allo sviluppo delle
competenze del personale civile e della difesa che sostiene le missioni e le operazioni
PSDC e che è schierato in tali missioni e operazioni; riconosce l’opportunità per i paesi
terzi che ospitano missioni e operazioni PSDC di contribuire agli obiettivi della PSDC e
di dimostrare la loro capacità di fornire sicurezza ad altri attraverso la partecipazione a
missioni e operazioni PSDC fuori area; - accoglie con favore la proroga, da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
del mandato dell’operazione Althea dell’Unione europea (EUFOR) in Bosnia-
Erzegovina oltre il 2025, in quanto missione consolidata e comprovata di mantenimentodella pace che ha contribuito in modo significativo alla stabilità sia del paese che della
regione; plaude inoltre alla risposta positiva della missione alla richiesta dell’Agenzia
per la protezione civile del ministero della Sicurezza della Bosnia-Erzegovina di offrire
assistenza alle autorità nazionali nell’affrontare l’impatto delle recenti inondazioni;
osserva che tale proroga riflette l’impegno condiviso di tutti gli schieramenti politici in
Bosnia-Erzegovina a sostenere la pace e la sicurezza in cooperazione con l’UE; accoglie
con favore la presenza costante della forza per il Kosovo (KFOR) e della missione
dell’UE sullo Stato di diritto (EULEX) in Kosovo e ne elogia il ruolo nel rafforzare la
sicurezza e la stabilità; invita tutte le parti coinvolte a rispettare i requisiti del diritto
internazionale, ad agire con moderazione e a prevenire qualsiasi azione destabilizzante
nella regione settentrionale del Kosovo; le esorta a impegnarsi nel dialogo strutturato
mediato dall’UE; accoglie con favore l’arrivo delle forze di riserva EUFOR Althea in
Bosnia-Erzegovina a metà marzo e ribadisce il suo invito a tutti gli attori in Bosnia-
Erzegovina ad astenersi da qualsiasi minaccia politica e da altre azioni potenzialmente
dannose, a rispettare la Costituzione del paese e ad adoperarsi per garantire il percorso
di integrazione della Bosnia-Erzegovina nell’UE; condanna con la massima fermezza
l’attacco terroristico sferrato dai paramilitari serbi contro la polizia del Kosovo e il
terribile attacco terroristico contro le infrastrutture critiche nei pressi di Zubin Potok, nel
Kosovo settentrionale; insiste sulla necessità che gli autori di questi deplorevoli attacchi
terroristici siano chiamati a rispondere delle loro azioni e processati senza indugio;
chiede di rafforzare l’operazione Althea dell’EUFOR e la KFOR dotandole di risorse
aggiuntive; - elogia l’istituzione e le operazioni della missione di partenariato dell’UE in Moldova
(EUPM Moldova), che ha contribuito a rafforzare le strutture di gestione delle crisi del
paese e a rafforzarne la resilienza alle minacce informatiche e ibride, nonché a
contrastare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori
stranieri; chiede che il mandato della missione sia prorogato oltre il maggio 2025, che
sia valutata l’adeguatezza dei suoi mezzi, dei suoi metodi e delle sue risorse in relazione
agli obiettivi della missione e che le risorse siano adeguate alla luce delle conclusioni
della valutazione al fine di migliorarne l’efficacia; riconosce l’importante ruolo svolto
dalla missione dell’UE di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina
(EUBAM) nel contribuire a riaprire il trasporto ferroviario di merci attraverso la
Transnistria e nello sventare molteplici operazioni di contrabbando; incoraggia
l’EUBAM a estendere la sua collaborazione con numerose organizzazioni
internazionali, tra cui Europol, FRONTEX e OSCE, tramite il suo gruppo di lavoro
sulle armi, le operazioni congiunte ORIO II e le iniziative “EU 4 Border Security”; - accoglie con favore il ruolo della missione di vigilanza dell’UE (EUMM) in Georgia nel
monitorare la situazione lungo la linea di confine amministrativo tra l’Abkhazia e
l’Ossezia del Sud; condanna l’arresto temporaneo di agenti dell’EUMM da parte delle
forze di sicurezza mentre effettuavano un pattugliamento di routine lungo la linea di
confine amministrativo; esprime profonda preoccupazione per qualsiasi azione che
ostacoli le attività dell’EUMM e miri a compromettere gli sforzi volti a creare fiducia;
esorta il Consiglio e il SEAE a monitorare attentamente la situazione, a promuovere il
libero accesso dell’EUMM ai territori georgiani occupati dalla Russia secondo il
mandato della missione, a sostenere l’estensione del suo mandato e a rafforzare le sue
capacità al fine di rispondere adeguatamente alle esigenze umanitarie e di sicurezza
della popolazione locale nelle zone colpite dal conflitto; - accoglie con favore e sostiene fermamente le attività della missione civile dell’UE in
Armenia (EUMA) nel quadro della PSDC, che contribuisce a rafforzare la sicurezzanella regione riducendo sostanzialmente il numero di incidenti nelle zone teatro di
conflitto e nelle zone di frontiera e abbassando il livello di rischio per la popolazione
che vive in tali zone; accoglie con favore l’assistenza dell’Armenia alle attività
dell’EUMA sul suo territorio; elogia il Consiglio per la decisione di rafforzare la
capacità della missione e aumentare il numero di osservatori dispiegati, nonché di
estenderne il periodo di dispiegamento, e chiede un’ulteriore espansione e una presenza
più forte nella regione al fine di creare un contesto favorevole agli sforzi di
normalizzazione tra Armenia e Azerbaigian sostenuti dall’UE; esorta l’Azerbaigian ad
ammettere osservatori dell’UE anche dal suo lato della frontiera; condanna le minacce
dell’Azerbaigian e la narrativa negativa della Russia nei confronti dell’EUMA; - ritiene che le due missioni civili dell’UE condotte nell’ambito della PSDC, la missione
di polizia dell’Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS) e la missione
dell’Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (EUBAM Rafah),
possano svolgere un ruolo essenziale a sostegno degli sforzi per la costruzione dello
Stato palestinese; è favorevole a un potenziamento del ruolo dell’EUPOL COPPS e
dell’EUBAM Rafah, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo
2024 e sulla base del principio della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e
sulla fattibilità di un futuro Stato palestinese, in modo che entrambe le missioni possano
contribuire a facilitare la fornitura di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza,
migliorare l’efficienza dell’Autorità palestinese in Cisgiordania e preparare il suo ritorno
nella Striscia di Gaza; sottolinea, in particolare, la necessità di creare le condizioni
necessarie per la piena riattivazione dell’EUBAM Rafah, per consentirle di agire come
terzo neutrale al valico di Rafah, in coordinamento con l’Autorità palestinese e con le
autorità israeliane ed egiziane; si attende che il rafforzamento della portata e dei
mandati dell’EUPOL COPPS e dell’EUBAM Rafah sul campo figuri tra le priorità
fondamentali della prossima strategia UE-Medio Oriente; apprezza la decisione del
Consiglio di prorogare i mandati delle due missioni fino al 30 giugno 2025; - prende atto che i mandati dell’EUTM Mali, dell’EUMPM in Niger e della missione di
terra del personale dell’EUCAP Sahel Niger sono giunti a scadenza nel 2024, mentre la
missione dell’UE per lo sviluppo delle capacità nel Sahel Mali (EUCAP Sahel Mali) e la
cellula consultiva e di coordinamento regionale dell’UE (RACC) per il Sahel sono
ancora in corso; riconosce che le varie missioni internazionali non sono state in grado di
raggiungere il loro obiettivo di stabilizzare la regione e le sue fragili democrazie o di
garantire la pace nella regione; è preoccupato per il fallimento della strategia dell’UE
per il Sahel in termini di sicurezza e difesa; esprime una profonda preoccupazione per il
peggioramento della situazione della sicurezza, il continuo fallimento degli Stati e la
recrudescenza del terrorismo nel Sahel; prende atto della creazione di un nuovo tipo di
iniziativa civile-militare ibrida dell’UE per la sicurezza e la difesa nel Golfo di Guinea
(EUSDI Golfo di Guinea), istituita nell’agosto 2023, con l’obiettivo di rafforzare le forze
di sicurezza e di difesa della Costa d’Avorio, del Ghana, del Togo e del Benin per
migliorare la stabilità e la resilienza delle rispettive zone di frontiera settentrionali;
invita il SEAE e gli Stati membri a esaminare attentamente il mandato di tutte le
missioni PSDC in Africa con l’obiettivo di fornire obiettivi e traguardi fondamentali
raggiungibili per ciascuna missione nel quadro dell’attuale contesto politico, nonché a
valutare se tali missioni possano essere modificate per servire più efficacemente una
nuova strategia multidimensionale riveduta dell’UE per l’Africa e il Sahel, nell’ambito
del suo approccio integrato; chiede a tale proposito una revisione, in via prioritaria, del
mandato e delle risorse dell’EUCAP Sahel Mali e dell’EU RACC per il Sahel,
proponendo modifiche a tali missioni e valutando la loro cessazione, se necessario; - plaude alla creazione, nel febbraio 2024, di EUNAVFOR ASPIDES quale operazione
militare dell’UE in risposta agli attacchi degli Houthi contro il trasporto marittimo
internazionale nel Mar Rosso, al fine di contribuire alla tutela della libertà di
navigazione e alla salvaguardia della sicurezza marittima, in particolare per le navi
mercantili e commerciali nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico; invita
gli Stati membri ad aumentare le capacità dell’operazione EUNAVFOR ASPIDES e a
valutare la possibilità di fonderla con l’operazione militare dell’UE ATALANTA, come
originariamente previsto, per migliorare l’efficienza di entrambe le operazioni;
Migliorare la capacità dell’UE di affrontare le sfide in materia di sicurezza
Capacità di intelligence
- sottolinea l’importanza di rafforzare la condivisione di intelligence e lo scambio di
informazioni tra gli Stati membri e le istituzioni dell’UE, compreso il Parlamento, al fine
di combattere le ingerenze straniere, migliorare la conoscenza situazionale ed essere in
grado di prevedere e contrastare meglio le minacce alla sicurezza collettiva nonché di
definire linee d’azione comuni nell’ambito della PSDC, in particolare nel settore della
gestione delle crisi; - sottolinea che l’UE deve potersi avvalere pienamente delle necessarie informazioni da
fonti sicure rispetto alle questioni globali al di fuori dei propri confini, alla luce delle
crescenti sfide geopolitiche e delle crisi a livello mondiale; elogia gli sforzi del Centro
UE di situazione e di intelligence (INTCEN) e della direzione di intelligence dello Stato
maggiore dell’UE, che hanno collaborato nel quadro della capacità unica di analisi
dell’intelligence (SIAC), nonché del Centro satellitare dell’Unione europea (SatCen), per
produrre valutazioni di intelligence da tutte le fonti; invita gli Stati membri dell’UE a
rafforzare l’INTCEN dell’UE, il SIAC, il Centro di risposta alle crisi del SEAE e il
SatCen dell’UE incrementandone il personale e le risorse finanziarie nonché
potenziandone le capacità e la sicurezza delle informazioni; esorta tali centri, a
condizione che dispongano di adeguate disposizioni in materia di sicurezza delle
informazioni, a trarre insegnamenti dal ruolo della NATO nel facilitare la condivisione
pubblico-privato dell’intelligence in materia di minacce informatiche e ad applicarla al
loro settore, offrendo così un valore aggiunto agli Stati membri; - invita gli Stati membri a usare l’INTCEN dell’UE come efficace organismo di
condivisione dell’intelligence al fine di condividere le informazioni in modo sicuro,
formulare una cultura strategica e della sicurezza comune e fornire informazioni
strategiche; sottolinea che, sulla base delle informazioni raccolte, l’INTCEN dell’UE
dovrebbe essere maggiormente coinvolto nelle valutazioni delle minacce condotte dalle
istituzioni dell’UE, anche con riferimento all’attribuzione di operazioni digitali e
all’elusione delle sanzioni; rinnova il suo invito a promuovere l’istituzione di un sistema
di flusso regolare e continuo di intelligence dagli Stati membri al SEAE e fra gli Stati
membri dell’UE sulle questioni di politica estera e di sicurezza che si verificano al di
fuori dell’Unione; sottolinea l’importanza di comunicazioni sicure e di un livello elevato
di sicurezza delle informazioni per un’intelligence affidabile e chiede che siano profusi
sforzi per migliorare e ottimizzare le norme e i regolamenti di sicurezza a tal proposito,
al fine di proteggere meglio le informazioni sensibili, le infrastrutture e i sistemi di
comunicazione da interferenze e attacchi stranieri; - chiede che siano effettuate regolarmente valutazioni congiunte delle minacce, con il
contributo dei servizi di intelligence degli Stati membri, al fine di informare gli organidecisionali della PSDC e ribadisce la richiesta di dispiegare capacità per la raccolta di
intelligence in tutte le missioni e le operazioni PSDC, in modo da fornire informazioni
all’INTCEN dell’UE, allo Stato maggiore dell’UE (EUMS), alla capacità militare di
pianificazione e condotta (MPCC) e alla capacità civile di pianificazione e condotta
(CPCC);
Difesa dagli attacchi ibridi e dalla disinformazione
- esprime una profonda preoccupazione per le sfide crescenti in materia di sicurezza poste
dagli attacchi informatici e ibridi, come pure dalla FIMI, tutte intese, fra l’altro, a minare
la stabilità delle società democratiche dell’UE – soprattutto in territori dell’UE lontani
dal continente – e le alleanze fra gli Stati membri dell’UE, nonché a favorire la
polarizzazione, specialmente alla vigilia di elezioni; sottolinea che gli Stati membri, in
particolare quelli situati alle frontiere esterne orientali dell’UE, sono vulnerabili a simili
influenze ostili da parte della Russia e della Bielorussia; apprezza la collaborazione
istituzionale instaurata a livello amministrativo tra la Commissione, il SEAE e il
Parlamento durante la scorsa campagna elettorale europea per prevenire un uso
massiccio della FIMI da parte di soggetti malevoli, statali e non statali, di paesi terzi;
invita le amministrazioni della Commissione, del SEAE e del Parlamento a rafforzare la
loro capacità di diventare più resilienti dinanzi agli attacchi ibridi e alla FIMI;
sottolinea, a tale proposito, la recente decisione della Corte costituzionale rumena di
annullare il primo turno delle elezioni presidenziali dopo che erano stati segnalati
massicci attacchi ibridi condotti dalla Russia, in particolare attraverso le piattaforme dei
social media; invita inoltre le amministrazioni del SEAE e del Parlamento a cooperare
strettamente con il settore privato, la società civile e la comunità accademica e
scientifica nel contrastare le campagne di influenza malevola e le minacce ibride, fra cui
la strumentalizzazione delle nuove tecnologie a fini bellici; - sostiene l’impegno a istituire uno “scudo europeo per la democrazia” e ribadisce il
proprio invito agli Stati membri, alla Commissione e al SEAE a prendere in
considerazione l’istituzione di una struttura indipendente e dotata di risorse adeguate
incaricata di individuare, analizzare e documentare le minacce di FIMI contro l’UE nel
suo complesso, di individuare, rintracciare e richiedere l’eliminazione dei contenuti
online ingannevoli, di aumentare la conoscenza situazionale e la condivisione di
intelligence sulle minacce, nonché di sviluppare capacità di attribuzione e contromisure
in relazione alla FIMI; ritiene che tale struttura fungerebbe da punto di riferimento e da
polo di conoscenze specializzato per facilitare e promuovere lo scambio operativo tra le
autorità degli Stati membri e le istituzioni dell’UE; sottolinea che la struttura dovrebbe
chiarire e rafforzare il ruolo della divisione per le comunicazioni strategiche del SEAE e
delle sue task force come organo strategico del servizio diplomatico dell’UE ed evitare
la sovrapposizione delle attività; sottolinea la propria decisione di istituire, in seno al
Parlamento europeo, una commissione speciale sullo scudo europeo per la democrazia e
ritiene che sia un modo importante per consolidare gli sforzi europei in tale ambito; - sottolinea l’importanza di intensificare gli sforzi per combattere la disinformazione
promossa da attori stranieri che intendono minare la credibilità dell’UE, in particolare
nei paesi candidati all’adesione o vicini all’UE e nelle regioni in cui sono in corso
operazioni e missioni PSDC; sottolinea che occorre rafforzare significativamente il
coordinamento tra il SEAE e le pertinenti agenzie dell’UE, fra cui l’Agenzia dell’UE per
la cibersicurezza (ENISA), e le autorità competenti a livello degli Stati membri per
poter sviluppare strategie coerenti ed efficaci contro la FIMI; sottolinea, a tale
proposito, la necessità di una comunicazione strategica e preventiva e invita tutte leistituzioni dell’UE a collaborare con il SEAE per rafforzare la visibilità, la percezione
positiva e la legittimità delle azioni esterne dell’UE; - ritiene che, negli anni a venire, nelle minacce ibride vi sarà una combinazione di guerra
dell’informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e tecnologie
emergenti e di rottura, dai fondali marini allo spazio, con il dispiegamento di sistemi
avanzati di attacco e intelligence aerei e spaziali, tutti eventualmente abilitati con
intelligenza artificiale (IA), calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni sempre
più “intelligenti”, capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici,
nanotecnologie e guerra biologica; riconosce, in particolare, il ruolo crescente dell’IA
nella guerra ibrida e il suo potenziale utilizzo al fine di indebolire le istituzioni
democratiche, diffondere la disinformazione, perturbare infrastrutture critiche e
influenzare l’opinione pubblica attraverso operazioni automatizzate e basate sui dati; - chiede l’adozione di misure proattive, strategiche e coordinate a livello dell’UE intese a
contrastare le minacce ibride e a rafforzare la sicurezza e l’integrità delle infrastrutture
critiche dell’UE, eliminando i rischi e promuovendo il vantaggio tecnologico dell’UE in
settori critici, fra cui misure intese a limitare o escludere i fornitori ad alto rischio;
sottolinea, in tale contesto, l’importanza del progetto PESCO che mira a istituire un
Centro di coordinamento nel settore informatico e dell’informazione (CIDCC) per
sostenere la pianificazione e lo svolgimento delle missioni e delle operazioni dell’UE
con capacità nel settore informatico e dell’informazione, nonché per migliorare la
resilienza complessiva dell’UE in tale ambito; chiede, pertanto, la sua integrazione a
titolo permanente nella PSDC; - condanna le continue azioni malevole da parte della Russia e della Bielorussia volte a
destabilizzare l’UE spingendo i migranti a entrare forzosamente in paesi dell’UE, il che
costituisce un attacco ibrido; invita l’UE a rivedere e aggiornare le sue politiche di
rafforzamento delle frontiere esterne, anche mediante il finanziamento di barriere
fisiche, in modo da potenziare la sicurezza dell’Unione nel suo complesso;
Cibersicurezza
- plaude all’adozione del regolamento sulla cibersolidarietà 1 e alla sua importanza per le
capacità di ciberdifesa degli Stati membri; sostiene la promozione di piattaforme per la
condivisione e l’analisi delle informazioni e chiede che ciò venga ampliato per includere
la condivisione di informazioni sulle minacce o sulle vulnerabilità con i centri operativi
di sicurezza (SOC) transfrontalieri; chiede un piano di finanziamento più chiaro, che
specifichi l’importo dei fondi destinato all’attuazione del regolamento; - è preoccupato per il ritardo di numerosi Stati membri nell’attuazione della direttiva
relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione (direttiva
NIS 2) 2 e chiede la sua rapida attuazione per mettere in sicurezza le infrastrutture critiche europee; invita il VP/AR a sincronizzare meglio e a utilizzare più attivamente gli strumenti sanzionatori informatici, ibridi e relativi alla FIMI, valutando nel contempo possibili modalità per applicare sanzioni settoriali;
Spazio
- apprezza le conclusioni e le raccomandazioni figuranti nella relazione di Mario Draghi
sul futuro della competitività europea, che incoraggia gli Stati membri ad aggiornare le
norme in materia di governance e investimenti nel settore spaziale, in particolare per i
settori correlati alla difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a investire
adeguatamente in tale settore nel contesto del prossimo QFP, anche prendendo in
considerazione altri strumenti di finanziamento; evidenzia, in particolare, la necessità di
sviluppare ulteriormente il programma spaziale europeo, in considerazione dei forti
collegamenti tra il settore spaziale e quello della difesa e della sicurezza, in sede di
programmazione del nuovo QFP; sottolinea l’importanza di migliorare la cooperazione
tra la Commissione e l’Agenzia spaziale europea per evitare la duplicazione degli sforzi
e garantire un uso più efficiente delle risorse; invita a promuovere la cooperazione
transatlantica e le sinergie con la NATO per garantire un coordinamento efficace nello
sviluppo delle capacità spaziali e di difesa; - evidenzia che gli attuali pilastri dell’UE nel settore spaziale – il programma globale di
navigazione satellitare Galileo e il programma di osservazione della Terra Copernicus –
hanno un chiaro potenziale a duplice uso nello sviluppo di applicazioni e servizi
spaziali; sottolinea l’importanza di istituire, quale terzo pilastro del programma spaziale
dell’UE, la costellazione satellitare IRIS2 con l’obiettivo di fornire servizi di
comunicazione sicuri all’UE e ai suoi Stati membri nonché connettività a banda larga
per i cittadini, le aziende private e le autorità governative in Europa; raccomanda di
accordare l’accesso alla costellazione satellitare IRIS2 a Taiwan e all’Ucraina; sottolinea
che, oltre alle comunicazioni satellitari, settori come il posizionamento, la navigazione e
la sincronizzazione, come pure l’osservazione della Terra, sono essenziali nel
rafforzamento dell’autonomia strategica e della resilienza dell’UE; evidenzia che lo
sviluppo di tali capacità contribuisce direttamente all’approntamento di una risposta
efficace alle crisi e alla protezione delle infrastrutture critiche; chiede, pertanto, che
siano presi in considerazione nuovi programmi spaziali dell’UE, il che consentirebbe
all’UE di rafforzare la sua autonomia strategica e il suo status di potenza spaziale
globale; - prende atto dell’inadeguatezza delle capacità dei veicoli di lancio e delle comunicazioni
satellitari all’interno dell’UE; sottolinea l’importanza strategica di promuovere e
potenziare tali capacità per consentire all’UE di sostenere efficacemente gli Stati
membri e le missioni e le operazioni PSDC, mantenendo nel contempo un
atteggiamento resiliente e autonomo; evidenzia che lo sviluppo di soluzioni guidate
dall’UE in tale ambito è essenziale per proteggere le infrastrutture critiche e per
garantire una presenza sicura e competitiva nel settore spaziale; - invita gli Stati membri ad affrontare la minaccia crescente di “arsenalizzazione” dello
spazio, con particolare riferimento alle segnalazioni in merito ai progressi della Russia
in materia di tecnologia delle armi nucleari spaziali, cosa che costituirebbe una palese violazione del trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967;
Settore marittimo
- sottolinea che, dinanzi alle crescenti tensioni geopolitiche nel settore marittimo, l’UE
deve intensificare le sue attività in mare, guidando la conoscenza del settore marittimo,
proteggendo le infrastrutture critiche, garantendo un controllo efficace delle sue
frontiere marittime esterne al fine di contrastare le organizzazioni criminali che
traggono profitto dal traffico di immigrati illegali negli Stati membri, in particolare nel
Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, e contribuendo a garantire la libertà di
navigazione, la sicurezza delle linee di comunicazione marittime e delle sue navi e dei
relativi equipaggi, come pure a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non
regolamentata; - sottolinea l’impegno a rafforzare il ruolo dell’UE come garante della sicurezza marittima
internazionale; sottolinea, in tal senso, l’importanza del concetto delle presenze
marittime coordinate, che rafforza il ruolo dell’UE come fornitore di sicurezza marittima
globale e la sua visibilità in regioni marittime strategiche, ed evidenzia il lavoro svolto
dalle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea e nell’Oceano Indiano
nordoccidentale; invita gli Stati membri a impegnarsi attivamente in tali iniziative e a
sviluppare le rispettive capacità navali militari al fine di rafforzare la presenza e la
visibilità dell’UE nel settore marittimo mondiale; raccomanda l’espansione delle
presenze marittime coordinate ad altre aree marittime strategiche in tutto il mondo; - esprime una profonda preoccupazione per la sorveglianza e il sabotaggio da parte della
Russia e della Cina di infrastrutture marittime critiche, come i cavi di comunicazione
sui fondali marini e gli impianti energetici offshore; esprime, in particolare, una
profonda preoccupazione per i danni arrecati nell’arco di nemmeno 24 ore, il 17 e il 18
novembre 2024, a due cavi di comunicazione sottomarini che collegano,
rispettivamente, la Finlandia alla Germania e la Svezia alla Lituania, e per quelli
provocati il 25 dicembre 2024 da una nave cisterna appartenente alla flotta ombra russa
al cavo elettrico EstLink2, che collega l’Estonia alla Finlandia; invita l’UE a istituire
sistemi di monitoraggio e sorveglianza efficaci e a instaurare una cooperazione
regionale tra le guardie costiere allo scopo di garantire la prevenzione e la rapida
individuazione degli attacchi rivolti a simili infrastrutture; accoglie con favore, a tale
proposito, l’avvio da parte della NATO dell’operazione “Baltic Sentry”, che vede la
partecipazione di diversi Stati membri, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza di
infrastrutture sottomarine critiche nel Mar Baltico; invita gli Stati membri a rispettare
pienamente gli impegni della dichiarazione di New York sulla sicurezza e la resilienza
dei cavi sottomarini, compreso l’impegno ad acquistare le attrezzature dei cavi
sottomarini solo da aziende di paesi alleati; invita la Commissione a stanziare risorse
adeguate a favore della ricerca e dello sviluppo di risorse sottomarine e attrezzature di
difesa all’avanguardia per proteggere le isole da possibili sbarchi e attacchi da parte di
forze di paesi terzi; - invita l’UE e le autorità degli Stati membri ad adottare misure urgenti e decisive contro
la flotta ombra russa nel Mar Baltico e nel Mar Nero, e accoglie pertanto con favore la
notizia secondo cui, il 21 marzo 2025, la Germania ha rilevato la proprietà della nave
Eventin, che era stata utilizzata per eludere le sanzioni dell’UE sulle esportazioni di
petrolio russo;
Controllo e non proliferazione degli armamenti e disarmo
158. deplora l’indebolimento dei regimi di non proliferazione e di controllo degli armamenti
in questi tempi di instabilità geopolitica e chiede di raddoppiare gli sforzi per invertire
tale tendenza; sottolinea, al riguardo, la necessità fondamentale e sostanziale di investire
maggiormente nel controllo regionale e globale degli armamenti, nella non
proliferazione e nel disarmo, ponendo l’accento sulle strategie multilaterali; evidenzia il
fatto che tali strategie dovrebbero affrontare i problemi correlati agli ordigni inesplosi e
alle armi chimiche riversate in mare nel secolo scorso, che già rappresentano una
minaccia per la sicurezza, l’ambiente, la salute e l’economia, in particolare nel Mar
Baltico, nel Mar Adriatico e nel Mare del Nord;
- ribadisce il suo fermo sostegno all’impegno dell’UE e dei suoi Stati membri a favore del
trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), riconoscendolo come pietra
angolare del quadro di non proliferazione e disarmo nucleare a livello globale; ricorda
che la Russia ha ritirato la sua ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli
esperimenti nucleari nell’ottobre 2023; - osserva che, a causa della minaccia senza precedenti di un’aggressione russa sul
territorio dell’UE, gli Stati membri, in particolare quelli geograficamente vicini alla
Russia, nonché alla Bielorussia, suo alleato, si trovano a dover esaminare decisioni
difficili riguardo alla loro politica in materia di armamenti, tra cui la revisione delle
politiche esistenti e la partecipazione ai trattati internazionali; condanna ancora una
volta le minacce russe che hanno indotto alcuni Stati membri a prendere in
considerazione la possibilità di ritirarsi dal trattato di Ottawa e osserva che, sebbene ciò
non comporti un cambiamento generale della politica dell’UE, tale esitazione pone in
rilievo la gravità della minaccia russa e la necessità di proteggere adeguatamente i nostri
cittadini; - ricorda che i negoziati internazionali relativi ai regimi di non proliferazione e di
controllo degli armamenti e i loro risultati hanno ripercussioni sull’Europa, in
particolare sugli Stati membri dell’UE; sottolinea l’importanza di imprimere un nuovo
impulso al rilancio di tali regimi; sottolinea inoltre l’importanza di garantire che l’UE
assuma un ruolo attivo e costruttivo nel promuovere e rafforzare gli sforzi internazionali
basati su regole in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e
architettura del disarmo, in particolare nel settore delle armi di distruzione di massa e
degli strumenti di sorveglianza e manipolazione digitali a duplice uso; - invita gli Stati membri a conformarsi pienamente alla posizione comune
2008/944/PESC che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di
tecnologia e attrezzature militari, quale modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560
del Consiglio, e ad applicare rigorosamente il criterio 4 sulla stabilità regionale; - sottolinea la necessità di evitare il trasferimento di tecnologie emergenti sensibili e di
prodotti a duplice uso di importanza fondamentale, soprattutto quelli essenziali per la
sicurezza dell’UE, a destinatari preoccupanti all’esterno dell’UE; chiede l’istituzione e
l’attuazione a livello dell’UE di sistemi elettronici doganali e di gestione delle licenze
per l’esportazione, come passo fondamentale per rendere più efficaci i controlli da parte
degli Stati membri sulle esportazioni di tecnologie e prodotti di cui sopra;
Difesa e società, e preparazione e prontezza civile e militare
- sottolinea che è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell’UE, delle
minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa eun allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione
globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle
istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una
difesa dell’UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito
pubblico informato; invita l’UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi
educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le
conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze
armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di
sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e
democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a
sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo
il modello di programmi nazionali come l’iniziativa svedese di emergenza civile; - accoglie con favore gli sforzi volti a rafforzare la preparazione e la prontezza civile e
militare dell’Europa, come proposto anche nella relazione Niinistö; riconosce
l’importanza cruciale dei cittadini nella preparazione e nella risposta alle crisi, in
particolare la resilienza psicologica degli individui e la preparazione delle famiglie;
riconosce altresì l’importanza delle infrastrutture di protezione civile e della
pianificazione per le situazioni di emergenza; sostiene un approccio alla resilienza che
coinvolga l’intera società con l’impegno attivo delle istituzioni dell’UE, degli Stati
membri, della società civile e dei singoli cittadini nel rafforzamento del quadro di
sicurezza dell’Unione; sottolinea che gli organi decisionali della PSDC responsabili
della pianificazione, delle risorse e della logistica hanno il potenziale per diventare i
principali facilitatori della gestione civile delle crisi durante le situazioni di emergenza;
invita gli Stati membri e la Commissione a esaminare attentamente le raccomandazioni
della relazione e a sviluppare una strategia dell’UE in materia di valutazione dei rischi e
preparazione, esercitazioni congiunte e un’interfaccia di cooperazione UE-NATO più
forte in vista di situazioni di crisi; chiede lo sviluppo di un’infrastruttura di protezione
civile adeguata e di una pianificazione approfondita delle emergenze, nonché la
garanzia degli investimenti necessari a tal fine, anche attraverso un apposito programma
di garanzia degli investimenti della BEI per un’infrastruttura di difesa civile a prova di
crisi; - ricorda che il terrorismo, compreso il terrorismo jihadista, rappresenta una minaccia
persistente per la sicurezza dell’UE e dei suoi partner; invita l’UE a proseguire gli sforzi
per prevenire questa minaccia con determinazione e piena solidarietà, in particolare
attraverso un maggiore coordinamento per migliorare le conoscenze, sviluppare capacità
di preparazione e risposta, e garantire una più stretta interazione con i partner e gli altri
attori internazionali; - sottolinea che le politiche di difesa dell’UE dovrebbero riflettere i principi
dell’uguaglianza di genere e della diversità, promuovendo ambienti militari inclusivi che
riflettano i valori e la diversità della società europea, garantendo nel contempo che tutti i
membri delle forze armate europee, indipendentemente dal genere o dal contesto,
abbiano pari opportunità e pari accesso al sostegno; ribadisce l’importante ruolo dei
giovani e delle organizzazioni giovanili nel mantenimento e nella promozione della
pace e della sicurezza, e invita il SEAE a impegnarsi a integrare più sistematicamente i
giovani nella sua agenda in materia di giovani, pace e sicurezza; chiede, inoltre, di
mettere a punto programmi di formazione dei formatori e di cooperazione tra le
istituzioni di difesa e le università degli Stati membri dell’UE, quali corsi militari,
esercitazioni e attività di formazione con giochi di ruolo per studenti civili;168. sottolinea che l’UE e i suoi Stati membri devono affrontare sfide cruciali relative al
reclutamento e al mantenimento del personale nelle forze armate sviluppando azioni
coordinate a livello nazionale e dell’UE al fine di garantire una forza lavoro militare
sostenibile; raccomanda all’UE di sostenere gli Stati membri nella definizione di
politiche che aumentino l’attrattiva professionale e di strategie di mantenimento del
personale a lungo termine; sottolinea la necessità che il comitato militare dell’UE
(EUMC) dia seguito al suo compito di raccolta e analisi dei dati in tutti gli Stati membri
dell’UE sulle questioni relative al reclutamento e al mantenimento del personale, al fine
di individuare possibili misure per risolvere tali questioni; mette in evidenza che il
sostegno alla salute mentale e al benessere del personale militare, con un’attenzione
particolare per lo sviluppo professionale e l’assistenza a lungo termine per i veterani,
deve essere adeguatamente preso in considerazione nell’ulteriore sviluppo dell’Unione
della difesa; - rammenta l’importanza di organizzare esercitazioni e addestramenti congiunti tra le
forze armate europee, promuovendo in tal modo l’interoperabilità, al fine di preparare al
meglio le missioni e affrontare un’ampia gamma di minacce, sia convenzionali che non
convenzionali; chiede la creazione e lo sviluppo di programmi di scambio a livello
dell’UE per il personale militare degli Stati membri, che forniscano opportunità di
formazione ed esperienza in diversi ambienti e strutture militari europei promuovendo
così la comprensione reciproca, la coesione e l’interoperabilità tra le forze armate
dell’UE; ribadisce, a tale proposito, il suo sostegno all’iniziativa europea per lo scambio
di giovani ufficiali militari (Erasmus militare – EMILYO), gestita dall’Accademia
europea per la sicurezza e la difesa;
Rafforzare la cooperazione e i partenariati nel settore della difesa
- sottolinea l’importanza della dimensione di partenariato della bussola strategica nel
rafforzare la cooperazione tra l’UE e i suoi alleati e partner in tutto il mondo sulla base
di valori comuni e nel rispetto dei diritti umani e della democrazia, al fine di rafforzare
la percezione del principio di deterrenza e contrastare le strategie estere volte a minare
l’UE e i suoi partner e a destabilizzare l’ordine internazionale basato su regole; invita
l’UE a impegnarsi maggiormente nella cooperazione di sicurezza con i partner in tutti
gli ambiti prioritari individuati nella bussola strategica, in particolare per rafforzare la
resilienza del settore della sicurezza locale per quanto riguarda la gestione delle crisi,
per contrastare le minacce ibride e per migliorare le capacità delle istituzioni di
cibersicurezza; chiede inoltre una più stretta cooperazione tra le organizzazioni
pertinenti dei partner e il Centro satellitare dell’Unione europea, l’Agenzia europea per
la difesa (AED) e l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA); ritiene
che la partecipazione dei partner e degli alleati NATO ai progetti PESCO, previo
accordo degli Stati membri dell’UE, contribuisca a migliorare la compatibilità tra le
rispettive norme nel settore della difesa, nonché a condividere esperienze, intelligence e
competenze tecniche in vari settori; - riafferma che la PSDC dell’UE deve sempre osservare rigorosamente il diritto
internazionale e le decisioni multilaterali adottate da istituzioni internazionali; accoglie
con favore l’adozione della politica di vigilanza dell’Unione europea in materia di diritti
umani e di diritto internazionale umanitario in caso di sostegno a terzi nel settore della
sicurezza, che funge da base per la cooperazione militare e di sicurezza con i paesi terzi
in modo più conforme ai diritti umani e al diritto internazionale umanitario (DIU), e ne
chiede la completa attuazione; rinnova l’invito a una più stretta cooperazione con
organizzazioni internazionali quali, ma non solo, le Nazioni Unite, l’Unione africana e leloro missioni di mantenimento della pace in teatri congiunti, nonché l’OSCE in materia
di sicurezza; - si compiace della dichiarazione congiunta dei ministri della Difesa del G7 in data 19
ottobre 2024 e della loro dichiarazione di intenti riguardante un aumento della
cooperazione nel settore della difesa; sottolinea il forte interesse dell’UE a sviluppare
partenariati internazionali con partner che condividono gli stessi principi in questo
settore e la necessità di intensificare gli sforzi dell’UE per garantire che paesi che un
tempo erano partner strategici e con i quali alcuni Stati membri mantengono forti legami
culturali non vengano trascinati nella sfera di influenza di rivali sistemici; ricorda che la
diplomazia economica svolge un ruolo fondamentale in questo sforzo, fungendo da
strumento essenziale per rafforzare i legami di cooperazione, promuovere la prosperità
reciproca e consolidare la presenza e l’influenza dell’UE, contribuendo alla resilienza dei
partner dinanzi alle pressioni esterne; - ritiene che occorra compiere ogni sforzo per mantenere e, se possibile, promuovere la
cooperazione transatlantica in ogni ambito del settore militare e della difesa, ricordando
al contempo la necessità di promuovere la difesa europea e di sviluppare una maggiore
sovranità;
Cooperazione UE-NATO
- sottolinea l’importanza del partenariato strategico dell’UE con la NATO, nel pieno
rispetto dei principi guida concordati di trasparenza, reciprocità e inclusività, nonché nel
rispetto dell’autonomia e delle procedure decisionali di ciascuna organizzazione; mette
in evidenza che la NATO e l’UE svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel
sostenere la pace e la sicurezza a livello internazionale, evitando così la duplicazione
degli sforzi di difesa pur mantenendo una forte e stretta cooperazione; si compiace
dell’adesione della Svezia alla NATO nel 2024, e di quella della Finlandia nel 2023, in
quanto storico passo avanti nel rafforzamento della sicurezza in Europa, in particolare
nella regione del Mar Baltico; invita la VP/AR a operare in stretto coordinamento e di
concerto con il Segretario generale della NATO; - chiede un ulteriore rafforzamento della cooperazione UE-NATO sulla base della
bussola strategica dell’UE e del nuovo concetto strategico della NATO, anche nei settori
della cibersicurezza, della guerra ibrida, della lotta al terrorismo, della mobilità militare,
delle infrastrutture a duplice uso, della prevenzione dei conflitti, della gestione delle
crisi e della cooperazione in campo militare e in materia di sicurezza, del contrasto alle
ingerenze straniere malevole da parte di paesi terzi, di un approccio coordinato nella
regione indo-pacifica come pure di una crescente azione comune sulla scena
internazionale per proteggere la democrazia; sostiene fermamente la politica di apertura
della NATO; invita l’UE e la NATO a rafforzare la loro cooperazione per sostenere lo
sviluppo delle capacità dei partner comuni; - sottolinea la costante necessità di allineamento tra gli Stati che sono membri sia dell’UE
che della NATO e l’obbligo di cooperazione, autoaiuto e assistenza reciproca previsto
dagli articoli 1 e 3 della Carta della NATO; invita l’UE a intensificare gli sforzi in
relazione a iniziative di sicurezza e difesa comuni in caso non vi sia un equivalente della
NATO, al fine di aumentare la standardizzazione, migliorare l’interoperabilità e
sviluppare procedure operative comuni tra le capacità di difesa degli Stati membri e
dell’UE; - elogia la stretta cooperazione UE-NATO nei Balcani occidentali, anche attraverso le
operazioni militari Althea dell’EUFOR e della KFOR, che garantiscono la stabilità
necessaria per la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo, nonché l’intera regione; - mette in evidenza il ruolo vitale della regione del Mar Nero nel panorama della
sicurezza europea e invita l’UE a collaborare con la NATO nella definizione di una
strategia globale per tale regione, che dovrebbe affrontare le sfide in materia di
sicurezza, contrastare le minacce ibride, rafforzare la cooperazione marittima e
promuovere i partenariati regionali; - valuta positivamente la nomina del rappresentante speciale della NATO per il vicinato
meridionale e l’attenzione della NATO per questa regione; ritiene opportuno rafforzare
il coordinamento e la consultazione tra i funzionari dell’UE incaricati della politica per il
vicinato meridionale e il Sahel e i loro omologhi della NATO, al fine di evitare
duplicazioni e la frammentazione degli sforzi e delle risorse; - accoglie con favore la proposta dell’Assemblea parlamentare della NATO di elevare lo
status del Parlamento a “partner” nel quadro della riforma dei partenariati attualmente in
corso; invita la sua delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della
NATO (DNAT) a sfruttare pienamente i privilegi attuali e futuri del Parlamento; ritiene
che la DNAT sia uno strumento importante della diplomazia del Parlamento nell’ambito
di un partenariato UE-NATO rafforzato volto a consolidare il pilastro europeo della
NATO e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali dell’Alleanza; è del
parere che la DNAT possa svolgere un ruolo centrale nel rafforzamento della
cooperazione UE-NATO, della resilienza democratica dei paesi in fase di adesione e dei
partner chiave e, nel complesso, della dimensione parlamentare di questo partenariato
essenziale;
Partenariato il Nord America
- reputa essenziale continuare a sviluppare le strette relazioni dell’UE con gli Stati Uniti,
che si basano sul rispetto reciproco e sui valori condivisi della democrazia, della libertà
e dello Stato di diritto, come anche su un’ampia gamma di interessi comuni o
convergenti; apprezza l’impegno e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella difesa
territoriale dell’Europa, conformemente al trattato del Nord-Atlantico e al suo articolo 5,
soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina;
incoraggia le iniziative di sicurezza e difesa reciproche, e la cooperazione in settori
quali il disarmo e la non proliferazione, l’impatto delle tecnologie di rottura, i
cambiamenti climatici, le minacce ibride, la ciberdifesa, la mobilità militare, la gestione
delle crisi e le relazioni con i concorrenti strategici; chiede un ulteriore rafforzamento
del dialogo UE-USA in materia di sicurezza e difesa quale importante strumento per
una cooperazione transatlantica più stretta; - constata che le recenti azioni e dichiarazioni dell’amministrazione statunitense hanno
ulteriormente accresciuto le preoccupazioni circa la futura posizione degli Stati Uniti
nei confronti della Russia, della NATO e della sicurezza dell’Europa; deplora, a tale
proposito, i voti del governo statunitense, allineati con quelli espressi dal governo russo,
in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite sulle risoluzioni relative al terzo anniversario della guerra di aggressione
della Russia; chiede alla Commissione di adoperarsi per riconsolidare il dialogo UE-
Stati Uniti in materia di sicurezza e difesa quale strumento importante per una più
stretta cooperazione transatlantica; - rileva l’importanza di una maggiore collaborazione nella produzione e
nell’approvvigionamento di prodotti per la difesa, anche attraverso un accesso paritario
al mercato per entrambe le industrie della difesa; prende atto della strategia nazionale
per l’industria della difesa degli Stati Uniti, del gennaio 2024, e della sua ambizione di
approfondire la cooperazione industriale con i partner; riconosce l’ampia gamma di
possibili ambiti di cooperazione reciprocamente vantaggiosi nel settore della difesa e le
relative implicazioni positive per un partenariato transatlantico più forte in tempi di
crescente concorrenza geopolitica; sottolinea, tuttavia, che una cooperazione di questo
tipo richiede condizioni di parità che sono incompatibili con le disposizioni della
regolamentazione statunitense sul commercio internazionale delle armi; invita pertanto
la Commissione ad avviare un dialogo con gli Stati Uniti per valutare le possibilità di
sviluppo di una cooperazione industriale nel settore della difesa reciprocamente
vantaggiosa, basata su un quadro giuridico che garantisca condizioni di parità a livello
transatlantico; - sottolinea che la cooperazione con il Canada è fondamentale per la sicurezza dell’UE e
accoglie positivamente il ruolo attivo svolto dal Canada nel fornire assistenza
all’Ucraina; ritiene che il dialogo bilaterale in materia di sicurezza e difesa e il futuro
partenariato in materia di sicurezza e difesa gettino le basi per una cooperazione
rafforzata in questo settore, in particolare per quanto riguarda le rispettive iniziative
volte a potenziare la produzione dell’industria della difesa;
Partenariato con il Regno Unito
- riconosce i contributi significativi del Regno Unito alla sicurezza e alla stabilità
dell’Europa, nonché il suo impegno a favore di obiettivi di difesa condivisi, che
migliorano la sicurezza collettiva in tutta Europa; accoglie con favore la forte
cooperazione tra l’UE, i suoi Stati membri e il Regno Unito per quanto riguarda il
sostegno all’Ucraina, come anche gli accordi bilaterali, come l’accordo di Trinity House
tra il Regno Unito e la Germania per approfondire la cooperazione in materia di difesa;
si compiace della partecipazione del Segretario di Stato britannico per gli affari esteri, il
Commonwealth e lo sviluppo alla riunione del Consiglio “Affari esteri” dell’UE
dell’ottobre 2024; chiede che l’UE e il Regno Unito migliorino rapidamente la loro
cooperazione in materia di difesa e diventino partner più stretti in materia di sicurezza
firmando una dichiarazione congiunta che preveda impegni concreti e un dialogo
strutturato, al fine di intensificare la cooperazione UE-Regno Unito riguardo all’intera
gamma di sfide in materia di politica estera e di sicurezza cui l’UE e il Regno Unito
devono fare fronte sul continente europeo; sottolinea, a tale riguardo, l’importanza di
una più stretta cooperazione nella condivisione di informazioni e intelligence, nella lotta
al terrorismo, nella mobilità militare, nelle iniziative di sicurezza e difesa, nella gestione
delle crisi, nella ciberdifesa, nelle minacce ibride e nella FIMI, nonché nell’affrontare
congiuntamente minacce comuni come la proliferazione delle armi di distruzione di
massa; - reputa essenziale progredire nella cooperazione pratica formalizzando una dichiarazione
congiunta su un partenariato in materia di sicurezza e difesa con il Regno Unito quale
strumento per rafforzare la sicurezza europea e il pilastro europeo della NATO, in
particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina;
incoraggia la VP/AR a invitare regolarmente il Regno Unito alle riunioni informali del
Consiglio cui partecipano i ministri degli Affari esteri (e della difesa) per scambiare
opinioni su questioni di interesse comune, salvaguardando nel contempo pienamente
l’autonomia decisionale dell’UE;
Partenariato con i partner dei Balcani occidentali e dell’Europa orientale
- ritiene che la sicurezza dell’UE sia strettamente interconnessa con la sicurezza dei suoi
vicini europei immediati e che l’UE abbia interesse a dare priorità alla sua politica di
allargamento e a rafforzare la stabilità dei suoi vicini dell’Europa sudorientale e
orientale, in particolare dei paesi candidati; chiede un rafforzamento della cooperazione
militare-di sicurezza, compresa la sicurezza civile e militare come anche la sicurezza
delle politiche e militare, e della cooperazione con i paesi candidati e i partner,
segnatamente in settori quali la resilienza, la cibersicurezza, le minacce ibride, la
gestione delle frontiere, la lotta al terrorismo e la lotta alla disinformazione; ribadisce la
necessità di una stretta cooperazione con la NATO a tale riguardo; accoglie con favore
la firma, da parte dell’UE, di partenariati in materia di sicurezza e difesa il 19 novembre
e il 18 dicembre 2024, rispettivamente con la Macedonia del Nord e l’Albania; - sottolinea che l’Unione dovrebbe facilitare la partecipazione dei partner europei con un
elevato livello di allineamento alle questioni relative alla PSDC – in particolare i paesi
dei Balcani occidentali – ai programmi attuali e futuri legati al settore della difesa;
riafferma che un coinvolgimento approfondito dei paesi candidati agevolerebbe in modo
sostanziale il loro processo di adesione, aumentando le loro capacità industriali e
operative nel settore della difesa e migliorando così l’interoperabilità con le forze armate
degli Stati membri dell’UE; è del parere che un’inclusione globale dei paesi candidati
dei Balcani occidentali nelle iniziative di difesa dell’UE rappresenterebbe un
investimento strategico, oltre a essere parte integrante degli sforzi dell’UE volti a
contrastare la crescente assertività e le ingerenze straniere orchestrate in tali paesi; - incoraggia gli Stati membri a ricorrere ulteriormente all’EPF per la formazione e
l’equipaggiamento dei servizi di sicurezza nei partner dell’Europa sudorientale e
orientale che ospitano missioni PSDC, in particolare per quanto riguarda le
infrastrutture di polizia militare, mediche e di contrasto, e ad aumentare le capacità di
scambio di intelligence attraverso linee di comunicazione sicure;
Partenariato con l’Unione africana e i paesi africani
- sottolinea l’importanza che le relazioni UE-Africa rivestono per la sicurezza europea;
ritiene essenziale rafforzare in modo significativo i partenariati dell’UE con i paesi
africani;
Partenariato con la regione indo-pacifica
- sottolinea l’importanza strategica della regione indo-pacifica nel quadro di difesa
dell’UE, riconoscendo la necessità di affrontare le crescenti preoccupazioni in materia di
sicurezza legate alle attività regionali della Cina e le loro più ampie implicazioni per la
stabilità globale; ritiene essenziale rafforzare la presenza e i partenariati dell’UE in
questa regione; riconosce, inoltre, il ruolo di primo piano di Taiwan nello sviluppo
dell’alta tecnologia e la sua vasta esperienza nel difendersi dagli attacchi ibridi cinesi,
dalla disinformazione e dalla FIMI, elementi che dovrebbero essere considerati
prioritari nella valutazione delle possibilità di rafforzare la cooperazione e gli scambi
multilaterali; - sottolinea che è assolutamente necessario per l’UE costruire una sicurezza collettiva più
duratura attraverso una rete di alleati e partner regionali, quale base convenzionale del
suo impegno nella regione; accoglie con grande favore la recente firma, da partedell’UE, di partenariati in materia di sicurezza e difesa con il Giappone e la Corea del
Sud, rispettivamente il 1° novembre 2024 e il 4 novembre 2024; ritiene che un ulteriore
approfondimento dei partenariati strategici e di difesa dell’UE con il Giappone e la
Corea del Sud e lo sviluppo di un dialogo regolare, della cooperazione e della creazione
di capacità con altri paesi della regione indo-pacifica che condividono gli stessi principi,
quali Australia, Nuova Zelanda e Taiwan, siano fondamentali per promuovere la
sicurezza comune; ribadisce all’UE l’invito a intensificare il dialogo con partner
strategici emergenti della regione quali l’Indonesia e il Vietnam; - pone in evidenza l’importanza del partenariato UE-India e ritiene che la storica visita
della Presidente della Commissione e del Collegio dei commissari in India il 27 e 28
febbraio 2025 abbia segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella storia delle relazioni UE-
India e abbia ribadito l’importanza strategica di tali relazioni e il loro potenziale ancora
inutilizzato; sottolinea le potenzialità in termini di approfondimento del nostro
partenariato, anche attraverso il rafforzamento delle consultazioni in materia di
sicurezza e difesa;
Maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo nella PSDC
- sottolinea che il rafforzamento della PSDC come priorità politica della decima
legislatura e l’aumento della spesa per le politiche e i programmi di difesa a livello
dell’UE e da parte degli Stati membri richiedono un pieno controllo e una piena
responsabilità parlamentare; - invita, a questo proposito, a rafforzare il ruolo legislativo, di controllo e di bilancio del
Parlamento su un numero crescente di iniziative in materia di difesa all’interno delle
istituzioni dell’UE e in particolare il lavoro svolto nell’ambito della PSDC, anche
migliorando il dialogo periodico, lo scambio di informazioni e il mantenimento di canali
di comunicazione permanenti tra la VP/AR, il Commissario per la Difesa e lo spazio e
gli organi competenti del Parlamento; raccomanda che le commissioni parlamentari
competenti ricevano periodicamente aggiornamenti in materia di intelligence; - si rammarica del fatto che la mancanza di accesso alle informazioni impedisca al
Parlamento di esercitare un adeguato controllo sui progetti PESCO; ribadisce agli Stati
membri il suo invito a presentare al Parlamento una relazione sull’attuazione dei progetti
PESCO almeno due volte l’anno; ribadisce altresì al SEAE il suo invito a riferire
regolarmente e in modo esauriente alla commissione per la sicurezza e la difesa del
Parlamento sull’attuazione della bussola strategica, su altre iniziative e altri programmi
in materia di sicurezza e difesa e sulla loro valutazione; sottolinea la necessità di
migliorare il controllo dell’attuazione delle normative relative all’industria della difesa
mediante l’introduzione della procedura relativa agli atti delegati; - incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al
Consiglio, alla vicepresidente della Commissione / alta rappresentante dell’Unione per
gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione e ai
Commissari competenti, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario
generale della NATO, al presidente dell’Assemblea parlamentare della NATO e alle
agenzie dell’UE per la sicurezza e la difesa, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi partner.
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Fonte: https://cambiailmondo.org/2025/04/04/a-gonfie-vele-verso-la-guerra-risoluzione-del-parlamento-europeo-del-2-aprile-2025-sullattuazione-della-politica-di-sicurezza-e-di-difesa-comune/