Riportiamo di seguito un breve resoconto delle due ultime iniziative realizzate a Lucca e Pontedera, di approfondimento sui temi del Multipolarismo e di promozione dell’Internazionale Antifascista, una proposta lanciata a Caracas nei mesi scorsi. Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, presente a Caracas con una propria delegazione a gennaio 2025 al lancio dell’iniziativa, è tra i primi firmatari della stessa.
Buona lettura e diffusione
Marco Consolo -
I giorni 26 e 27 marzo 2025, a Lucca e a Pontedera, abbiamo tenuto due giorni di approfondimento sui temi del Multipolarismo e dell’Internazionale Antifascista. I due eventi sono stati promossi dall’Associazione Italia-Cuba, dalla Casa del Popolo Garibaldi di Lucca, dal Circolo Arci “Il Botteghino” di Pontedera e dal Partito della Rifondazione Comunista.
Tra i temi dei due dibattiti, c’è stato l’anniversario n° 70 della Conferenza di Bandung del 1955 in cui tre Paesi (Indonesia, India e Jugoslavia, allora guidati da governi progressisti), dettero inizio al Movimento dei Paesi non allineati, il primo raggruppamento di Paesi che contestava il tipo di mondo diviso in due dalla Guerra fredda tra Occidente e NATO a guida Usa e Patto di Varsavia a guida sovietica.
Oggi, fatte le dovute differenze, si sta producendo un meccanismo simile con la creazione dei G77, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, dell’ALBA, e, soprattutto, prima con l’alleanza dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) e poi con l’allargamento ai BRICS+, contro le pretese egemoniche del G7 a trazione statunitense.
Allora come oggi, non si tratta di un polo di Paesi omogenei politicamente. Al contrario, è un polo formato da diverse tipologie di governi (anche discutibili), non unito da presupposti ideologici e politici, ma principalmente economici. Nonostante la sua eterogeneità, è comunque un soggetto che ha messo in discussione il monopolio assoluto che Stati Uniti e l’Occidente collettivo hanno arrogantemente idea che spetti loro di diritto, sia dal punto di vista politico, che economico. Questo nuovo polo preferisce commerciare tra i suoi aderenti ed associati senza imporre modelli e rapporti prettamente coloniali ai Paesi che vi si relazionano, mette in discussione l’egemonia del dollaro utilizzando valute diverse (e per questo sono minacciati da Trump di applicazione di dazi al 100%) e, soprattutto, non ricorre allo strumento militare, come invece il presunto democratico Occidente fa in maniera strutturale e continua.
La lotta dei BRICS+ per affermare un mondo multipolare è un fatto positivo, che apre una possibilità di azione politica per tutti i movimenti anticapitalisti e per chi è alla ricerca della giustizia sociale. Dobbiamo essere in sintonia con questo movimento eterogeneo e costruire ponti tra la situazione italiana e quella mondiale, saldando la lotta per la pace alla lotta per un mondo multipolare cooperativo.
Allo stesso tempo, se esiste un polo che contesta il predominio economico e finanziario e l’unilateralismo occidentale, è però evidente l’assenza di un soggetto politico globale che invece metta in discussione gli aspetti ideologici del suprematismo capitalista occidentale.
In questo senso, un’interessante proposta è stata lanciata nel corso del Forum Antifascista Mondiale che si è riunito a Caracas nella Repubblica bolivariana del Venezuela, partendo dalla constatazione che l’offensiva politico - economica portata avanti dalle destre capitaliste e guerrafondaie a livello planetario è nella sostanza un’offensiva fascista e imperialista. La proposta concreta è la creazione dell' Internazionale Antifascista, un movimento globale che si articoli con strutture nazionali e locali. Una proposta per ridare fiato anche a quel vasto mondo antiglobalizzazione, realmente pacifista, ecologista e antirazzista che, nel recente passato, ha animato i “Social Forum”, ma con una visione nettamente antifascista e antimperialista.
Tra i molti temi trattati nei dibattiti, il “decreto sicurezza”, l’ennesima e nuova “guerra fredda” tra G7 e BRICS+, l’impatto sull’Europa e sul nostro Paese dell’industria bellica, l’aumento della spesa militare contro gli investimenti in spese sociali, la militarizzazione della società e dei territori con nuove basi militari, la proposta guerrafondaia della riconversione delle produzioni in armamenti e prodotti per l’industria bellica, oltre alla privatizzazioni dei trasporti in mano a oligarchie sovranazionali. Contro questa deriva, i nodi dell’Internazionale Antifascista devono sostenere ed articolare le lotte che contrastano le logiche e l’economia di guerra, a partire dalla battaglia antifascista, dalla battaglia antimilitarista e dall’uscita del nostro paese dalla NATO.
Occorre promuovere dal basso, a livello locale, la conoscenza del progetto dell’Internazionale Antifascista e costruirne i nodi locali.
Forme aperte, non settarie né precostruite, ma luoghi di approfondimento della conoscenza e di azione, dove fare crescere e strutturare un movimento ampio che respinga la politica neo-fascista e imperialista, pericolosamente guerrafondaia, che le classi dirigenti europee e i nostri governanti stanno realizzando senza una vera opposizione dei partiti che siedono nei Parlamenti.